sabato 22 maggio 2010

Il Piz Lat

Alle sorgenti dell'Adige, fra Italia, Austria e Svizzera.
Noi ci siamo andati fuori stagione e ci siamo accampati davanti a Malga Resia. La
assenza di affollamento ha reso l'escursione ancora più bella. D'inverno con gli sci
o le ciaspole dev'essere ancora meglio. D'estate off-limits, per me!
Il Piz Lat, oppure Dreiherrenspitze oppure ancora Punta dei Tre Confini. Si trova proprio alla sorgente dell'Adige, in alta Val Venosta, dietro al Lago di Resia e divide (o unisce) l'Austria, la Svizzera e l'Italia.
Le cartoline mostrano il vecchio campanile che spunta dal lago ce lo fanno vedere sullo sfondo.
E' una buona meta escurionistica, priva di difficoltà tecniche e facilmente raggiungibile dalla Malga Resia/Reschneralm dove si può arrivare in auto su strada bianca regolamentata e molto ben tenuta.
Poi si sale con facile sentiero fino alla cresta sommitale da cui si vede d'infilata l'alta Val Venosta fino all'Ortles.
La vista sul Lago di Resia dal Piz Lat.  Voltando le spalle alla Val Venosta ci si accorge di essere contemporaneamente anche sopra l'Engadina. Incredibile!


domenica 16 maggio 2010

La rocca di Monrupino e il suo Santuario

L'entroterra carsico di Trieste nasconde piccole perle appartate e suggestive.
Rocca di Monrupino
La chiesa del Santuario di Monrupino, nell'entroterra carsico di
Trieste fu eretta nel 1512. Il Santuario, dedicato alla Beata Verg-
ine Assunta che sostituì un precedente edificio sacro e che diven-
ne meta dei pellegrinaggi delle popolazioni del Carso e di Trieste.
Rocca di Monrupino
La cinta muraria racchiude e difende altri edifici. Come in nume-
rosi altri casi, assai diffusi nell'arco alpino, un sito militare ha mo-
dificato la propria "destinazione d'uso" e si è trasformato in sito re-
ligioso (o viceversa).
Sono piccoli angoli fuori dal tempo e dal fracasso, talvolta un po' nascosti e complicati da raggiungere, complice anche il paesaggio ondulato che non consente viste d'insieme: si sale e si scende nel macchione carsico, i punti dominanti sono pochi.
Uno è il colle di Monrupino (418 metri), con la fortificazione situata sulla sommità, che si lascia vedere da tutto il Carso.
Da qui la vista spazia dalla cerchia alpina fino al Golfo di Trieste.
La rocca ben merita il suo nome, visto che fu prima castelliere preistorico, poi castrum romano, divenne poi nel XII secolo insediamento strategico del Patriarca di Aquileia e infine fortezza contro le invasioni dei Turchi.
Le mura racchiudono un piazzale triangolare di circa 2.000 metri quadrati. Qui, oltre ai resti della fortificazione eretta in epoca medievale, e l'antica casa comunale risalente al XV secolo, è ospitato anche il Santuario eretto su di un basamento di roccia carsica.
Rocca di Monrupino
L'ingresso alla zona del Santuario avviene attraverso la cinta di
mura. Da Monrupino si raggiunge rapidamente Opicina, da dove
col famoso Tram de Opcina si può scendere a Trieste, con i suoi
caratteristici buffet e caffè letterari, oppure concedersi una ri-
lassante camminata lungo la "Napoleonica" protesa sul golfo.
Nel XVI secolo, infatti, cessate le scorrerie turche, il colle di Monrupino perse le sue caratteristiche strategiche in favore di quelle legate al culto religioso ed assunse il suo aspetto attuale.
Ma le tracce della sua passata natura militare permangono e sono tutt'ora visibili, per arrivare alla chiesa si transita infatti da una porta inglobata nell'antica cinta di mura.
Il campanile è ben visibile da tutto il Carso. Ogni due anni, precisamente l'ultima domenica di agosto degli anni dispari, nella chiesetta vengono celebrate le nozze carsiche. La cerimonia, che ha preso vita nel 1968, viene celebrata seguendo gli usi nuziali popolari del Carso della seconda metà del XIX secolo.
Avendo tempo, andrebbe vista anche la “casa carsica” di Rupingrande, un'interessante casa museo eretta nell’Ottocento che conserva intatte le caratteristiche architettoniche e gli arredi tipici della tradizione rurale. L'ingresso alla Casa Carsica è gratuito, ma le visite sono consentite (a meno di richieste specifiche) solamente dal 1° aprile al 31 ottobre, la domenica e i giorni festivi, dalle 11 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.

giovedì 13 maggio 2010

Sul Monte Nanos, dove nasce la bora

Più che una gita una curiosità che mi sono tolto andandoci in auto.
Il rifugio Vojko Vojkova Koča na Nanosu.
Sarebbe meglio andarci d'inverno con le ciaspole, quando i 1.310 metri dellla sua cima più alta, il Suhi Vrh (ossia Monte Secco) offrono scorci e situazioni climatiche "nordici". escursioni_estive
Nelle altre stagioni si arriva in auto fino al rifugio Voiko, posto praticamente in cima.
Ma nelle belle giornate ne vale la pena, per via del panorama.
Il Monte Nanos, altresì conosciuto come "l'altopiano della bora" è un massiccio rilievo della Slovenia sud-occidentale situato nel cuore del Carso poco lontano dal Castel Lueghi e dalle Grotte di Postumia.
La vetta del Nanos a 1.310 metri d'altezza.
Dalla sua sommità verso nord lo sguardo spazia su tutte le Alpi Giulie, mentre verso sud-est si Monte Nevoso, da cui nasce il fiume Timavo
In auto ci si arriva da Vipava via Podnanos (lato sud) oppure da Sanabor (lato nord).
I punti di appoggio sono pochi, fra questi abbiamo la Celedinova Koča, il rifugio Vojko che è praticamente raggiungibile in auto (il parcheggio è qualche decina di metri più in basso) nonchè l'agriturismo Abram (piuttosto ruspante).

venerdì 7 maggio 2010

A spasso lungo la Napoleonica di Trieste da Prosecco a Villa Opicina

Bella passeggiata lungo il ciglione carsico che affaccia sul golfo triestino.
In senso orario: lo stemma della strada nei pressi di Prosecco, un tratto della
passeggiata, il mare col Castello di Miramare, l'Obelisco di Villa Opicina e
il golfo di Trieste con l'Istria sullo sfondo, una vista sul faro della Vittoria.
Tutti la chiamano Napoleonica, ma è solo un'abitudine, una specie di leggenda metropolitana affermatasi negli anni senza un ragione precisa. Il nome giusto è invece Strada Vicentina. A complicare le cose si è aggiunta l'intitolazione all'alpinista Nicolò Cobolli. Per cui la denominazione più recente, più ufficiale e quindi meno conosciuta è Sentiero Cobolli.
👉E' una passeggiata urbana che si sviluppa in orizzontale e a picco sul mare appena sopra Trieste da Villa Opicina a Prosecco. L'ho percorsa in senso inverso perchè a Prosecco ci sono meno problemi di parcheggio. All'inizio è una strada pedonale asfaltata, ma poi si trasforma in larga passeggiata a fondo naturale, dal sapore austroungarico. Sono 5 chilometri di verde, relax e panorami sul golfo di Trieste, la linea di costa istriana, la laguna di Grado, Monfalcone che terminano all'obelisco di Villa Opicina dove il percorso pedonale si congiunge alla strada proveniente da Trieste. Qui c'è anche una fermata dello storico tram a cremagliera che sale dalla città a Villa Opicina. Una bella idea sarebbe visitare Trieste senza entrarci con la macchina, scendendo e risalendo in tram e poi tornare con calma al parcheggio di Prosecco.

martedì 4 maggio 2010

Dopo la canapa ma prima del pile

La corda in nylon, con la sua calza contenitiva esterna, era cento volte più maneggevole della vecchia corda in canapa. Per il resto avevamo...
Un giovane Gigi in jeans sulla vetta del Cevedale nel 1982. Notare la giacca a ven-
to in tela Olona, cucita dalla mamma, che lavorando a maglia aveva fatto anche i
calzettoni toni al ginocchio, i guanti e il berretto di lana grossa..
...la canottiera di lana, gli scarponi di cuoio duro, la camicia di lana a scacchi, il maglione lavorato a maglia dalla mamma, il berretto, i guanti e i calzettoni di lana grezza, gli occhiali da saldatore per andare sui ghiacciai, le ghette di cotone con le fibbie in cuoio, i ramponi in ferro fucinato, la borraccia militare di alluminio, la piccozza con il manico di legno.
👉Il primo maglione in magico pile l'ho comprato a metà anni Ottanta... era della "Mountain Equipment".
Due capelluti Fausto e Gigi impegnati in un briefing di vetta sull'Ortles (giornata uggiosa). Arrivati in cima la prima preoccupazione era sempre fumarsi una sigaretta. Notare i maglioni di mamma (Gigi) e di suocera (io).


domenica 2 maggio 2010

Il trenino della Val Gardena

La ferrovia della Val Gardena aveva uno scartamento di 760 mm ed era lunga 31 chilometri.
Saliva da Chiusa fino a Plan e fu gestita dalle Ferrovie dello Stato fino alla chiusura, avvenuta nel 1960. 
Questo video è stato donato all'autore Subariv circa 20 anni fa da una signora di Ortisei, incontrata casualmente, mentre a piedi percorreva il sentiero dell'ex-ferrovia per una ricognizione fino a Plan (m. 1592).

sabato 1 maggio 2010

In Dr. House la macchina fotografica sfratta la videocamera

Per l'ultimo episodio della serie televisiva Dr. House, che andrà in onda negli Stati Uniti il 17 maggio, il regista Greg Yaitanes ha preferito la reflex digitale alla tradizionale videocamera professionale. "Perché la reflex è maneggevole, si presta ad essere utilizzata in spazi angusti e offre, inoltre, il vantaggio della ridotta profondità di campo che permette di staccare nettamente i volti degli attori staccandoli decisamente dallo sfondo. A mio parere la registrazione dei video con la reflex è il futuro del cinema".
Così il regista dell'arcinota serie televisiva Dr. House, ha commentato su Twitter l'esperienza fatta con la reflex digitale semi-professionale Canon EOS 5D Mark II, la prima del marchio (la seconda in assoluto, dopo la Nikon D90) a offrire la registrazione, oltre che delle foto, anche dei video HD. Nei suoi commenti via Twitter il regista ha raccontato di aver girato prevalentemente con la 5D Mark II in mano e solo in alcuni casi con la macchina fissata a un piccolo cavalletto. "Per le riprese di Dr. House ho utilizzato due obiettivi, il 24-70mm e il 70-200mm".