sabato 21 agosto 2010

Cima Sassopiatto

L'unica cima del Sassolungo facilmente accessibile.
Dalla cima del Sassopiatto verso le Odle.
Escursione non difficile ma lunga e faticosa nella risalita della "schiena" ghiaiosa del Sassopiatto, cima secondaria del gruppo del Sassolungo, nelle Dolomiti fassane. Dal Col Rodella, poco distante dal Passo Sella, si transita con lungo e piacevole saliscendi dai rifugi Federico Augusto e Sandro Pertini per poi rimontare le pendici del monte fino alla panoramica sella da cui inizia la ripida risalita del Sassopiatto. Sempre su sentiero fino alla cima. Grande panorama. Grande affollamento. Al ritorno siamo scesi direttamente al Rifugio Sassopiatto e da qui in Val Duron fino al Rifugio Micheluzzi. Rientrati a Campitello lungo la forestale chiusa al traffico ma aperta ai taxi turistici.
Vedi le altre foto in Google Foto.

lunedì 2 agosto 2010

La tecnica HDR nella fotografia di montagna

La ripresa originale in formato JPG.
(Tre Cime di Lavaredo)
Dopo il trattamento HDR
le ombre sono più leggibili.
La tecnica High Dynamic Range (HDR) permette di fondere una tripletta di immagini riprese a +1, 0, -1 spot salvando in un unico file le parti migliori di ciascuna delle tre foto. Serve un cavalletto, e non può essere applicata ad immagini movimento. Ottima per foto di interni o di architettura e in genere per immagini still-life. E in montagna? Succede di voler riprendere un primo piano in ombra ambientandolo però su uno sfondo illuminatissimo dal sole. In casi simili si può simulare la tecnica HDR applicandola ad un singolo fotogramma. Chiaramente è un lavoro che va fatto a casa, al computer. L'esposizione va misurata sulla zona più chiara dell'inquadratura, così da ottenere un fotogramma con le "ombre chiuse". Photoshop, nelle sue versioni più recenti, dispone di una funzione HDR. Ma esistono programmi shareware (pochi euro) che agiscono perfettamente anche sui singoli fotogrammi, che è quello che ci interessa. Nelle foto di esempio il trattamento è stato fatto con Dynamic Photo HDR.

Il pomodoro, l'obiettivo e l'Unione Sovietica

Dopo un lungo tira e molla mi sono finalmente deciso all'acquisto di una bella mirroless ad obiettivi intercambiabili (in formato m43).
Pomodoro cuore di bue ripreso con un obiettivo storico prodotto in Germania-Est
nell'era dell'Unione Sovietica e del formato pellicola 24x36: il Pentacon 50/1,8.
Più leggera e piccola di una reflex, ma comunque con mirino e ottiche di qualità, display orientabile, file RAW, comandi manuali etc, etc, la Panasonic Lumix G2 mi è arrivata a casa assieme al bel supergrandagolare zoom piccolo e leggero Olympus 9-18 (=18-36 millimetri nel formato tradizionale), un gioeillino per chi fotografa panorami.
👉Con un semplice anello adattatore ho provato a montare un vecchio obiettivo Pentacon 50/1,8. che nel formato microquattroterzi lavora come un luminoso piccolo tele 100/1,8. Così ho potuto vedere come lavoravano i vecchi obiettivi della DDR e confrontarli con gli attuali progettati per il digitale. Niente di speciale, ma comunque discreti, forse addirittura buoni.
Ho approfittato dei pomodori che finalmente nell'orto si sono svegliati e questo è il risultato.