venerdì 17 settembre 2010

Ma che strana questa renetta!

Quest'anno la pianta di mele renette si è svegliata ed ha prodotto un sacco di frutti.
Strano, perchè l'anno scorso ne aveva fatti solamente tre o quattro.
Non ho fatto nessun trattamento, ma proprio zero, neanche concime.
E' diventata così rossa e poco rugginosa da non sembrare più una renetta.
Comunque bella (e anche buona!). Boh!

Rinunciare costa fatica...

In questa cartolina qualche scatto del tentativo abortito.
Specialmente quando si tratta di una via facile e bella.
...ma è sempre la scelta giusta, quando si parla di montagna. Dopo tanti anni ormai so riconoscere i segnali del pericolo: una certa stanchezza, l'incertezza sulla via da seguire, il ritardo sulla tabella di marcia, qualche divergenza di opinioni fra i membri della cordata. E, soprattutto, il tempo che volge al peggio.
L'incazzoso commento di Gigi all'epoca...

E in questa basso qualche scatto del lontano 1994, che diede origine al commento.
👉Così Bruno ed io, arrivati finalmente alla forcella sassosa che segna l'inizio del tratto di roccia vera e propria, decidiamo di comune accordo per il rientro, come Gigi aveva già fatto poco prima. Peccato, perchè l'ampezzano Becco di Mezzodì (m. 2602) non è nè lungo nè difficile, ed è una vera via di roccia che sbuca su una balcone sommitale superpanoramico, e tutti vorrebbero averlo nel "carniere".
👉C'ero già stato con Gigi anni fa, ed entrambi ne conserviamo un ricordo di prima classe. Tuttavia sappiamo di aver fatta la scelta giusta, e questo ci basta.

martedì 14 settembre 2010

A proposito dell'orso in Trentino

Visto da vicino Yoghi non sembra così innocuo...
I cani pattugliano il perimetro della malga anche di giorno.
L'orso è arrivato dalla strada forestale che passa accanto ai tavo-
lini per i turisti ed ai cestini dei rifiuti, l'unico punto non sorvegliato
dai cani durante la notte.
Cala la sera ma i sei malgari che conducono la grande malga sui monti di Cles, quasi sopra il celebre lago di Tovel, non possono considerare conclusa la giornata di lavoro nè rilassarsi. Neppure dopo cena, quando viene l'ora del riposo. I loro sensi devono restare all'erta, pronti a cogliere il minimo rumore sospetto, un ritmo anomalo nello scampanellìo del bestiame che pernotta all'aperto, un latrato diverso fra i numerosi cani che assicurano sorveglianza h24.
Quando arriviamo al Bivacco Pinamonti (ricavato nel grande stallone, in un un locale separato) li vediamo appena: sono le persone che si guadagnano da vivere badando alle mucche, alle pecore, alle capre, ai cavalli, agli asini che sono stati loro affidati. Senza contare il gallo e le galline, gli otto cani da pastore (perchè così tanti!?) e qualche gatto.
👉Alle dieci e mezzo di sera si scatena l'inferno: grida, urla, luci accese, fuoristrada che corrono rombando, i grossi fari di profondità che sciabolano pascoli e rampe prative. E i cani stranamente silenziosi e immobili a fiutare l'aria. Nessun rumore dalla stalla. Perchè? Gli uomini sono tutti in giro.
👉Facciamo con le frontali i dieci metri che ci separano dalla casara; la malgara ci dice con voce rotta dalla preoccupazione che l'orso era lì, a frugare nei cestini dei rifiuti riempiti dai turisti, a tre metri dalla porta. Il carosello dei fuoristrada continua, urla e bestemmie, qualche colpo di doppietta sparato in aria per spaventare l'orso, che può essere ancora nei dintorni. E poi i due figli che si arrampicano al buio con le torce sui pendii dietro la malga, a controllare e recuperare le pecore spaventate e disperse.
👉A mezzanotte è tutto finito, le Land Rover rientrano, noi torniamo a infilarci nei sacchi a pelo, ma questa volta controlliamo che la porta sia ben chiusa. Nella casara ci sono ancora le luci accese. Dormiranno con le finestre aperte per sentire i rumori. L'indomani si conteranno i capi di bestiame e si scoprirà che all'appello manca una capra. Ripensando all'accaduto:
  • l'orso è arrivato semplicemente dalla strada forestale che passa davanti alla casara e ai tavolini da picnic pensati per i turisti; è passato dall'unico punto non presidiato dai cani (otto cani), 
  • se fossi uscito dal bivacco per pisciare avrei corso il rischio di trovarmi faccia a faccia col plantigrado, 
  • per i malgari questo modo di "riposare" è ormai la norma; la capra mancante verrà risarcita - è vero - dalla Provincia Autonoma di Trento, ma servirà una domanda scritta, prove, burocrazia e tempo, tempo non pagato, e nessuna provincia rimborserà mai nè le notti insonni, nè il rischio; è il capo malgaro a ricordarmi che lui "ha solo la licenza elementare", e che queste cose non le sa fare, 
  • il Trentino è piccolo e densamente antropizzato, qui non c'è wilderness proprio come nel vicino Alto Adige-Sudtirolo, dove però l'orso non è considerato un'attrazione turistica.

sabato 11 settembre 2010

Marmottao meravigliao...

Fra la Croda da Lago e il Becco di Mezzodì, nelle Dolomiti ampezzane, nelle praterie alpine fra Forcella Giau e Forcella Ambrizzola.
La caratteristica postura della marmotta di guardia.
Le marmotte della zona non temono l'uomo, si lasciano fotografare anche da vicino senza problemi, forse perchè non siamo in Alto Adige, dove il grasso di marmotta viene impiegato nella medicina tradizionale come balsamo per le articolazioni logorate.
Non voglio essere per forza polemico, ma bisogna ricordare che esiste la glucosamina, prodotto industriale  naturale ricavato dagli scarti dei crostacei, altrettanto e forse più efficace.
Ecco allora che certa pubblicità (come questa) finisce col dare fastidio, specie se pensiamo che viene pagata con i soldi dei contribuenti: si tratta di un sito ufficiale sudtirolese dedicato al turismo. In questo sito il grasso di marmotta sta nella voce "wellness". Complimenti!

mercoledì 8 settembre 2010

Il nuovo rifugio Passo Principe nel Catinaccio

Tutto in legno e con gli interni fatti a mano.
La ristrutturazione ha comportato anche un deciso ingrandimento
che però non risulta troppo evidente. Gli interni, completamente
in legno, sono stati realizzati a mano da Sergio Rosi e suo figlio
durante i mesi invernali (roba da Polo Nord).
Recentemente ristrutturato dalla guida alpina Sergio Rosi è situato nel cuore del Catinaccio.
👉Completamente in legno, non fa rimpiangere il precedente, alla faccia di certi mostri architettonici che negli ultimi anni hanno impestato l'arco alpino (soprattutto nelle Alpi Occidentali, Svizzera compresa).
Ci si può arrivare dalla piana del Gardeccia (Val di Fassa - Trentino) oppure dalla Val Ciamìn (Valle di Tires - Alto Adige) oppure ancora dall'Alpe di Siusi (Alto Adige) o dalla Val Duròn (Trentino).
Vedi le altre foto in Google Foto.
Ci sono tornato dopo diversi anni per vedere la novità. Il nuovo edificio è molto bello, quasi tutto in legno e con i volumi di servizio interrati (così sono anche al sicuro dal gelo invernale.

«Il rifugio fu costruito nel 1952 da Franz Kofler, in legno, e trasportato sul posto, dove venne montato. La posizione non è casuale, da sempre il passo è un luogo di transito per chi faceva il giro dei sentieri. D’altronde le locande e gli alberghi in valle erano per i commercianti, ma i rifugi erano stati costruiti espressamente per i turisti, fin dalla fine dell’Ottocento» (Sergio Rosi, il gestore).

lunedì 6 settembre 2010

Il rododendro bianco!

Incredibile ma vero! Nel corso di una escursione in Valle di San Nicolò (laterale della Val di Fassa in Trentino) Gigi si è imbattuto in un esemplare "albino" di rododendro: i fiori non sono del consueto rosa carico ma completamente bianchi. La foto è in parte sfuocata, ma rende l'idea!