giovedì 27 gennaio 2011

Bivacco high-tech, bolla mediatica o cos'altro?

Lo studio Lovegrove ha progettato una futuristica bolla high-tech da usare come "rifugio montano d’alta quota". arkitettura
Sono passati più di due anni, ma del progetto (bislacco? geniale?) s'è persa traccia. Secondo l'autore la capsula è stata disegnata "per cambiare la concezione del riparo alpino, trasformandolo in una esperienza di totale immersione nella natura circostante osservandola e riflettendola" (ma va?). Passato l'effetto-annuncio sembra sparita nel nulla, come in fondo a mio avviso meriterebbe: otto metri di diametro per due sole persone? Come si entra-esce dopo una nevicata abbondante? Ma questa gente conosce il significato delle parole bivacco e rifugio? Però, però... cercando nel web si scopre che qualcuno, in Alta Badia, ha una risposta che ridà senso al tutto, e probabilmente è quella giusta. Il Vip-designer sarebbe stato assoldato da un noto Vip-albergatore di Corvara per aggirare le norme edilizie: essendo prive di fondazioni le bolle consentirebbero infatti  di dribblare la licenza edilizia e potrebbero tranquillamente figliare attorno al Vip-ritrovo all'arrivo della cabinovia Piz La Ila.

lunedì 24 gennaio 2011

Sul Monte Coppolo d'estate e d'inverno

Il Còppolo (m. 2.069) è la montagna dietro Lamon, il paesotto feltrino che é diventato famoso come patria del fagiolo.
I Lagorai visti dal sentiero che partendo da Passo Brocon  come stradina
asfaltata giunge in breve a Malga Arpaco e poi risale la lunga costiera
erbosa fino alla cima occidentale del Monte Còppolo.
Più o meno la stessa veduta, ma in veste invernale. La piatta distesa sopra il
Passo Brocon non deve ingannare: arrivare al Coppolo è impresa alpinistica!
Caratterizzata da una lunga cresta con più sottocime, si erge isolata e caratteristica a nord del paese ed è facilmente individuabile da tutta l'area feltrina e da gran parte dell'Altopiano di Asiago. La sua salita, tecnicamente facilissima, è tuttavia molto faticosa a causa del dislivello. Poco conosciuta al di fuori dell'ambito locale, questa cima offre però un panorama di prim'ordine che va dal Monte Grappa all'Altipiano di Asiago, alle Dolomiti di Brenta, ai Lagorai-Cima d'Asta, alle Pale di San Martino, ai Monti del Sole e alle Vette Feltrine. Inconsueto e vasto, vastissmo, tanto da comprendere anche la pianura vicentina.
👉La raggiungo invece da nord. Lasciando l'auto al Passo del Brocon sono 500 metri di facile dislivello lungo un percorso che si snoda dapprima fra pascoli, poi lungo un bel crinale erboso, infine lungo un sentiero di cresta esposto ma non pericoloso. Diciamo 4-5 ore tra andata e ritorno, soste comprese.
N.B.: d'inverno le cose cambiano. Con le ciaspole si può arrivare solo all'anticima. Da lì in poi occorre-rebbero: ramponi, piccozza, imbrago, corda e - soprattutto - esperienza. E in ogni caso si potrebbe procedere verso la cima solo in presenza di neve ben assestata.

mercoledì 19 gennaio 2011

Nuova funivia Pejo 3000

E' stata inaugurata la nuova funivia Pejo 3000. Il collegamento a fune Pinzolo-Campiglio è in lavorazione. A Folgaria si sta facendo un impianto "transfrontaliero" col Veneto. A quando la prossima? Già, perchè ci saranno anche le prossime. E' lo stesso Governatore del Trentino Lorenzo Dellai ad aizzare gli impiantisti con delle belle parole che invitano il Trentino a:
"guardare avanti senza accontentarsi di quello che ha [...perchè...] sono passati pochi decenni da quando nella nostra terra c'era la povertà".
(dal comunicato dell'Ufficio Stampa della Giunta Provinciale
nr. 74 del 15 gennaio 2011 emesso in occasione
dell'inaugurazione del nuovo impianto funiviario)

martedì 18 gennaio 2011

North Face

Ho letto una recensione di questo film, completa di trama. Chiaro che un film è anche e innanzitutto interpretazione, eppure è opportuno ricordare che Toni Kurz è passato alla storia non per il suo amore con una giornalista ma per essere morto appeso alla corda dopo un volo dalla Parete Nord. Vedi, sinteticamente, Wikipedia:
"Nel 1936 vi fu un ulteriore tentativo, da parte di due cordate separate: i tedeschi Andreas Hinterstoisser e Toni Kurz, e gli austriaci Willy Angerer ed Edi Rainer. Incontratesi in parete, le due cordate decisero di unire le forze nel tentativo. Hinterstoisser riuscì ad oltrepassare il passaggio chiave della via, un lungo traverso esposto che oggi porta il suo nome (traversata Hinterstoisser). Nelle fasi successive però Angerer fu colpito alla testa da una scarica di pietre, rimanendone ferito; tentò comunque di proseguire. Al quarto giorno di salita, a causa delle cattive condizioni di Angerer e del peggiorare del tempo, il gruppo decise di ritirarsi; non riuscendo però ad effettuare a ritroso la traversata Hinterstoisser, dovettero scendere per la via più diretta, molto esposta a valanghe e scariche. Quasi alla fine della discesa, il gruppo fu appunto travolto da una valanga: Angerer, Rainer ed Hinterstoisser morirono immediatamente, mentre Toni Kurz morì di sfinimento il giorno successivo, nonostante i tentativi di salvarlo da parte di un'apposita squadra di soccorso [...]

mercoledì 12 gennaio 2011

La vecchia strada del Ponale

D'inverno si può percorrerla in tutta calma (niente ciclisti assatanati).
Il Monte Stivo innevato visto dalla vecchia strada del Ponale. L'ideatore, costrut-
tore, e in parte anche finanziatore della strada, fu l'agiato commerciante Giacomo
Cis da Bezzecca, nato nel 1782 e morto nel 1851, poco prima dell'inaugurazione.
La storia della vecchia strada del Ponale, che venne aperta per collegare Riva del Garda alla Valle di Ledro, è ottimamente descritta nel sito ponale.eu al quale rimando, mentre la descrizione del percorso è ben documentata nel post di Montagneluminose.
Qui voglio solo ricordare che un'inverno freddo come l'attuale ci permette una comoda passeggiata turistica fuori stagione che evita l'affollamento estivo e la pericolosa invadenza dei bikers, più attenti alle loro "prestazioni" che all'ambiente che attraversano. Sì, d'inverno (complice il microclima del Garda) si può ripercorrere questo storico itinerario che dai pressi della centrale idroelettrica di Riva si snoda fra lecci ed ulivi fino al borgo di Pregasina (balcone sul Garda).

sabato 8 gennaio 2011

Paul Preuss, il diversamente abile

Chi sale dalla conca del Gardeccia e raggiunge l'importante Rifugio Vajolet rimane quasi sopraffatto dalla sua imponenza, dall'andirivieni di gitanti e turisti, dal via vai dei camerieri.
Solo in un secondo momento fa caso ad un piccolo edificio dalle forme aguzze, vicinissimo eppur discosto, appollaiato sullo sperone che cade a picco sulla prateria alpina sottostante. E' un piccolo rifugio privato intitolato all'alpinista austriaco Paul Preuss (1886-1913) un rocciatore dolomitico della belle-époque, ante sesto grado quindi, che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'alpinismo non solo per le sue imprese, ma anche per le sue idee.
Secondo Dino Buzzati  "La sua prima e fondamentale virtù è l'intransigente purezza dello stile. Preuss destò quasi scandalo, provocò una clamorosa polemica e venne definito suicida perchè si batteva strenuamente contro l'uso dei mezzi artificiali. I chiodi non li ammetteva, non dico allo scopo di forzare un passaggio altrimenti insuperabile, ma neppure a titolo di assicurazione. Negava pure l'uso della corda doppia: non si doveva salire una parete se non si era in grado di discendere coi propri soli mezzi per la stessa via".
Ebbene, questo alpinista, che nell'intero corso della sua prodigiosa carriera piantò solo due chiodi e che sembra anticipare le concezioni "mountain by fair means" di Messner, era stato a suo tempo dichiarato inabile dalla commissione militare di leva!

martedì 4 gennaio 2011

Alberi a gennaio

Atmosfere padane in Valsugana, in questo inizio di 2011.



C'è anche la galaverna, quella brina alta un dito che certifica il freddo umido.

sabato 1 gennaio 2011

Farsi il pane in casa mentre fuori fa freddo...

Da quando ci hanno regalato la macchina per il pane Loredana ha fatto diversi esperimenti.
Alla fine si è stabilizzata sull'uso della farina Manitoba e sull'abitudine di affidare alla macchina solo la lievitazione e l'impastatura, togliendo poi l'impasto per dividerlo in piccoli panetti e terminare la lavorazione cuocendo in forno. Come effetto collaterale, il profumo di pane invade la casa (e noi lasciamo apposta le porte aperte).