giovedì 22 settembre 2011

Gli antichi mestieri delle genti di montagna

antichi mestieri
Vai al blog Antichi Mestieri.
Dopo un'incubazione di qualche mese penso di essere arrivato al primo step di questo nuova cosa.
Blog anomalo, mezzo blog e mezzo ipertesto, un vecchio lavoro di quindici anni fa che all'inizio ho voluto  convertire solo per vedere se le due strutture erano - informaticamente parlando - compatibili.
Se all'inizio era solo curiosità informatica, poi però ho cominciato a prenderci gusto, soprattutto dopo essere tornato a visitare il bellissimo freilichtmuseum (museo all'aperto) di Teodone-Dietenheim a Brunico, Sudtirolo.

mercoledì 21 settembre 2011

Il piccione Andy

Una giornata piovosa, di uscire neanche parlarne.
Esploro Photoshop provando qualche comando sconosciuto. Per curiosità applico effetti diversi sulla stessa immagine di partenza. Risultati facili e immediati, ma banali.
Chissà invece cosa sarebbe riuscito a fare Andy Warhol con Photoshop in mano. Ai suoi tempi la grafica digitale muoveva solo i primi passi stentati e le sue composizioni ricorsive venivano fatte a mano. Nel 1985, due anni prima della morte, fece da testimonial al lancio del nuovo computer della Commodore: l'Amiga 1000. Ma i veri program- mi di fotoritocco erano ancora di là da venire.

lunedì 19 settembre 2011

Forcella Quarazza da Malga Sorgazza

Sono alcune foto fatte da Gigi il 3 settembre 2011, quando è stata posta la targa commemorativa dei caduti della Resistenza in Tesino.
Come arrivare: poco dopo Borgo Valsugana si prende a sinistra in direzione di Strigno: oltre il paese, si passa da Bieno, si supera il modesto Passo Forcella (m 912) e si scende a Pieve Tesino (16,5 km da Borgo). Da qui si imbocca la carrozzabile asfaltata della Val Malène che, in circa 9 km, conduce al ristoro di Malga Sorgazza (m 1.407) aperto tutto l'anno.
forcella quarazza
Forcella Quarazza, chiamata anche "Forzellin dei Partigiani".
Vedi le altre foto in Google Foto.
Il percorso: poco prima di giungere alla malga stacca il sentiero SAT 328 che, passando sotto le funi dell’impianto della ovovia ENEL a servizio della diga di Costabrunella, conduce all’omonimo lago. Il sentiero si inoltra nel bosco procedendo all’inizio con pendenza moderata; si supera un bivio con una deviazione per la vicina Malga Sorgazza e si continua a salire incontrando di tanto in tanto radure ricche di mirtilli. La pendenza comincia ad aumentare e, proseguendo oltre, si rinvengono dei vecchi paracarri, muretti si sostegno e altre opere che fanno presupporre che il sentiero si sviluppi lungo una ex traccia militare. A poco a poco la vegetazione dirada e, dopo circa un ora, a quota 1.800 circa, si esce dal bosco per incontrare poco dopo un bivio; verso sinistra si va al Dogo di Quarazza mentre a destra si prosegue per il Lago di Costa Brunella.
Si esce sui prati e si superano i ruderi della Malga Val del Lago; finalmente fa capolino la muraglia meridionale della Cima d’Asta mentre sopra il sentiero torreggia il seghettato profilo delle Pale di Segura. Il sentiero prosegue per un poco quasi in piano, poi, con qualche tornante si porta in breve proprio sotto la muraglia di cemento della diga; passando davanti all'edificio col foro di uscita della diga si arriva in breve al bel Lago di Costabrunella (m 2.021). Fino qui due ore circa.
Il sentiero prosegue (tabelle) inerpicandosi sulle rocce montonate sulla sinistra del lago su vecchia mulattiera militare. A m 2.300, tabelle e bivio per Forcella Quarazza (detta anche Forzellin dei Partigiani) e il Cimon di Rava (forcella Quarazza è compresa tra la Cima Brunella e le Torri di Segura). Bene in vista, di fronte, è la Forcella Segura (m 2.526).  Fino a Forcella Quarazza (detta anche "Forzellin dei Partigiani) si giunge in un'ora e mezza dal lago.

domenica 18 settembre 2011

Partigiani a Costabrunella

costabrunella
La targa commerorativa.
Non sono in molti a saperlo ma il piccolo lago di Costabrunella, in Val Malene, fu testimone di un importante episodio della Resistenza in Trentino.
In questa piccola valle alpina dell'altipiano del Tesino, il 14 settembre 1944, un rastrellamento nazista intercettò i partigiani del Battaglione Gherlenda che avevano fatto base nell'edificio di servizio del bacino idroelettrico.
Nello scontro, che impegnò 73 partigiani e 300 militari tedeschi, trovò la morte anche il comandande "Fumo".
costabrunella
Il Presidente dell'Anpi di Trento Sandro Schmid, la staffetta parti-
Lidia Menapace e il partigiano "Prua" del Btg. Gherlenda.
Lo scorso 3 settembre finalmente è stata posta una targa commemorativa, che veramente mancava e che estende il ricordo a tutti i caduti della Resistenza in Tesino. La cerimonia è stata voluta dalle sezioni Anpi di Trento, Belluno, Feltre e Bolzano con il patrocinio dell'Anpi Nazionale e della Presidenza del Consiglio Provinciale del Trentino.
Le vicende del Battaglione Gherlenda sono state ricostruite in un bel lavoro di Giuseppe Sittoni ("Uomini e fatti del Gherlenda", edizioni Croxarie e Mosaico, Strigno, 2005). Il libro attualmente risulta di non agevole reperimento nelle librerie ma è scaricabile gratis dal Web.
Voglio inoltre segnalare che il post di Terre Alte "Fumo a Costabrunella" riporta le notizie essenziali sul Gherlenda.

martedì 13 settembre 2011

C'era una volta la Paganella

La Paganella (m 2.124) è un piccolo gruppo montuoso un tempo assai caro ai trentini, oggi schiacciato dalla tenaglia dell'industria dello sci e del traliccio radiotelevisivo.
Foto riprese dai siti Catina e del
Museo della Cartolina  di Isera.
La foto del 1947 è stata scattata
dai Fratelli Pedrotti. di Trento
La cima è pianeggiate e coperta da mughi, la quota più alta è la Roda, con i suoi 2.125 metri. Le cime minori sono gli Spaloti di Fai e il Becco di Corno a nord, gli speroni Annetta e Vettorato a sud. A sud-est sprofonda sulla Val d'Adige con un salto verticale di quasi duemila metri, una parete calcarea che è stata teatro di storiche scalate agli albori dell'alpinismo trentino a cominciare dal 1903, quando Cesare Battisti e Riccardo Trenti raggiunsero la vetta della Roda degli Spaloti; da allora il vallone percorso dai due prende il nome di Canalone Battisti.
La Paganella è stata a lungo meta di escursioni, assai celebrata per il vasto panorama offerto dalla sommità.
Il rifugio Cesare Battisti venne costruito fra il 1906 e il 1908; la grotta intitolata a Cesare Battisti era stata scoperta nel 1929. Nel 1922, la parete della Roda era stata scalata, per la prima volta, da quattro alpinisti.
● Il 17 ottobre 1925 fu inaugurata da Umberto Nobile la funivia della Val Manàra, che collegava Zambana al Santèl, sulla strada Fai-Andalo-Molveno. Il 1925 fu anche l'anno in cui Pigarelli musicò "La Paganella".
● Nel 1929 seguì l’apertura del tronco successivo della funivia, dal Santèl al Dosso Larici (entrambe sono state smantellate da lungo tempo).
Il sito degli amici della Paganella riporta schizzo e relazione tecnica della Via Diretta sulla parete sud-est aperta nel 1932 da una cordata guidata da Bruno Detassis (lo stesso gruppo organizza una corsa in salita che dal fondovalle giunge in vetta).
● Di lì a poco apparirà la prima pista da sci sulla montagna, realizzata nel 1936.
● Nel 1957, per sostituire la funivia della Val Manara resa inutilizzabile dalla disastrosa frana del '55, venne realizzata l'ardita funivia direttissima (oggi chiusa) che dai campi di Zambana giungeva sin sulla porta del Rif. Battisti (oggi chiuso) con un salto di ben 1.900 metri. Furono gli anni d'oro della Paganella, anni in cui i trentini cominciarono a considerarla la "loro" montagna, al pari del Bondone. E furono gli anni di Cesare Maestri, delle camicie di lana a scacchi, delle braghe in velluto a coste e del "vecchio scarpone" in cuoio.
E furono anche gli anni di una canzone canticchiata a mezza voce da intere generazioni, che oggi suona decisamente anacronistica:


Il Rif. Battisti oggi.
"La Paganella"
musica di Pierluigi Galli, versi di Piero Padulli
vedi in YouTube
Voria veder el Trentino
Da 'na vista propri bella.
No 'sto a perder massa tempo
E va' su la Paganella.
Paganella, Paganella,
va la su, va la su, va la su,
ma fa priè non perder temp.
Cosa èl sta Paganella?
che no sò cossa che l'è?
No che sai cossa che l'è
No che sai cossa che l'è
L'è la zima la più bella,
de più belle no ghe n'è.
L'è la zima la più bella,
de più belle no ghe n'è.
No ghe n'è, no ghe n'è,
no ghe n'è, no ghe n'è, no ghe n'è,
po, po, po.


Tote 'nsema 'na putela
e 'na bozza, 'na bozza de bon vin,
per goder, per goder la Paganella
e la vista, e la vista del trentin, del trentin.
Tote 'nsema 'na putela
e 'na bozza de bon vin,
per goder la Paganella
e la vista del trentin,
per goder la Paganella
e la vista del trentin.
Paganella, Paganella,
o montagna tutta bella.
Paganella, Paganella,
de più belle no ghe n'è.
No ghe n'è, no ghe n'è,
no ghe n'è, no ghe n'è, no ghe n'è.


Da là su se vede 'l ziel,
i torrenti e le vedrette,
va l'ociada, va 'l pensier
dal confin fino a le strette.
Paganella, Paganella,
va l'ociada, va 'l pensier
da le strette fien 'l confin.


Da 'na banda trenta laghi
e d'Asiago l'altipian,
e d'Asiago l'altipian,
e d'Asiago l'altipian.
Da 'na banda trenta laghi
e d'Asiago l'altipiano,
e da l'altra San Martino
e zò zò fin a Milan.
a Milan, a Milan,
a Milan, a Milan, a Milan,
po, po, po.

Oggi anche le malghe sono quasi tutte chiuse. Con loro sono state chiuse anche le caratteristiche grandi fontane d'abbeverata, costruite con grande cura nei pochi luoghi in cui questa montagna carsica lasciava filtrare l'acqua in superficie. Non hanno retto all'impatto della monocoltura turistica, qui più aggressiva ed escludente che altrove.

lunedì 12 settembre 2011

Teleobiettivo sul Bivacco Colombo

I due ritagli qui a fianco riguardano il Bivacco Colombo al Monte Rosole, nel gruppo del Cevedale.
E' stato ripreso da Cima Nera, poco sopra il Rifugio Larcher. Le due foto sono state fatte con una bridge della Nikon (la P90) e con una microquattroterzi (la Lumix G2) in una giornata limpida e serena.

Lo scatto Nikon è stato fatto con una focale equivalente di 624 mm; lo scatto Lumix con una focale equivalente di 415 mm. Il file Lumix è stato leggermente scalato per avere un'inquadratura simile alla Nikon. Dai due file sono state ritagliate le aree di 720x480 pixel.
Cliccandoci sopra, l'immagine a destra viene mostrata a schermo nel formato di 1600x1000 pixel circa.

domenica 11 settembre 2011

Teleobiettivo sulla vetta del Gran Zebrù

I due ritagli qui a fianco riguardano la celebre cupola del Gran Zebrù (nel gruppo dell'Ortles).
Gli scatti sono stati fatti da Cima Nera, poco sopra il Rifugio Larcher, nell'Alta Val di Pejo, in una giornata limpida e con cielo sereno.
Le due immagini sono state riprese con una bridge della Nikon (la P90) e con una microquattroterzi (la Lumix G2).
● Lo scatto Nikon è stato fatto con una focale equivalente di 337 mm, 1/672 di secondo, diaframma 8, ISO 64.
Lo scatto Lumix con una focale equivalente di 290 mm, tempo 1/2000 di secondo, diaframma 6,5, ISO 100.
Il file Lumix è stato poi  leggermente scalato per avere un'inquadratura simile a quella della Nikon.
Dai due file sono state ritagliate le aree riprodotte qui a fianco, della dimensione di 1500x1000 pixel.
Cliccandoci sopra, l'immagine a destra viene mostrata a schermo nelle stessa dimensione, cioè in scala 1:1.

venerdì 9 settembre 2011

La Calà del Sasso in Val Frenzéla (Asiago)

Sono 4.444 gradini che scendono dall'Altopiano di Asiago lungo la Val del Sasso sino a Fontanella in Val Frenzéla, metteno in comunicazione  con la Valsugana (più precisamente  Sasso di Asiago con Valstagna).
L'intero percorso si svolge nell'ombra del sottobosco ed è molto suggestivo,
tanto che Albano Marcarini l'ha inserito tra i suoi Sentieri d'Autore.
Vedi la altre foto in Google Foto.
Come arrivarci: da Trento in direzione di Bassano del Grappa sulla statale della Valsugana fino al semaforo di Carpanè di San Nazario (13 Km. circa). Al semaforo si va a destra seguendo le indicazioni per Valstagna e Foza. Attraversare il ponte sul Brenta e all'incrocio con la strada "Destra Brenta" svoltare a destra; dopo poche centinaia di metri nell'abitato di Valstagna c'è il bivio (casa nel mezzo) e verso sinistra (indicazioni) inizia la strada per Foza.
Abbandonato il paese e giunti al primo tornante si lascia l'auto in un piccolo parcheggio (quota 224 metri).
Il percorso: a sinistra si segue  per
Il tracciato in Google Earth.
circa un chilometro la stradina sterrata vietata al traffico che penetra nella Val Frenzela sino alla sorgente della Fonte Bessele dove presso un gazebo in legno (bacheche illustrative) inizia la scalinata della Calà del Sasso.
Salendo per la scalinata si abbandona la Val Frenzela (che sale a Stoccareddo) e ci si immette senza accorgersene in una valletta secondaria: la Val del Sasso (che sale a Sasso di Asiago). Gradino dopo gradino si risale in una forra stretta e boscosa finchè d'improvviso si sbuca in una radura prativa che confina con

martedì 6 settembre 2011

La salsa Maggi, che sa tanto di Mitteleuropa

Di origine tedesca, è a base di verdure.
Salsa Maggi
La piccola confezione-standard reperibile nei supermercati. La salsa Maggi è particolarmente adatta alle zuppe e alle insalate. In Slovenia ne fanno una versione locale, chiamata Cenofix.
salasa Maggi
La salsa Maggi nella pubblicità dell'epoca.
salasa Maggi
Operaie cernitrici nella "acatena di mon-
taggio" dello  stabilimento Maggi di Sin-
gen (Germania) a fine Ottocento.
salasa Maggi
Il reparto di imbottigliamento dello stabi-
limento ottocentesco della Maggi.
Assomiglia alla salsa di soia anche se non contiene soia.
Nacque come alternativa economica agli estratti di carne ed era destinata alle mense operaie della Rivoluzione Industriale.
👉E' poco conosciuta in Italia, ma gode di vasta diffusione nell'Europa franco-tedesca.
👉La uso anche per condire l'insalata al posto dell'aceto: è più amara ed aspra e per questo la preferisco. Va usata in piccole quantità.
Nel 1947 la casa-madre è stata assorbita dalla multinazionale Nestlè.

lunedì 5 settembre 2011

Un anno sull'altipiano

La mostra del Centro di Documentazione di Luserna mi fa tornare in mente il libro di Emilio Lussu da cui gli organizzatori hanno tratto ispirazione.
In "Un anno sull'altipiano" lo scrittore sardo racconta la vicenda della Brigata Sassari nel corso della prima guerra mondiale. E' ambientato sul Monte Zebio di Asiago dove  la Brigata venne inviata  per creare un fronte di resistenza alla Strafexpedition del 1916.
Un libro che andrebbe fatto leggere ai contractors che si fanno prendere con le mani in pasta in tutte le porcilaie del mondo e poi negano l'evidenza della loro vocazione guerrafondaia. I protagonisti di "Un anno sull'altipiano" non dicevano "sono qui per caso" oppure "mi occupo d'altro". Bestemmiavano per cosa erano costretti a fare ma non inventavano frottole.
Il regista Francesco Rosi ne trasse nel 1970 una bella riduzione cinematografica intitolata "Uomini Contro". Sia il libro che il film raccontano la vita dei soldati in trincea durante la WW1 e, per la prima volta nella letteratura italiana, ne descrivono la quotidianeità con un taglio apertamente antimilitarista, completamente diverso dalle opere quasi agiografiche dell'intellettuale germanico Ernst Jünger.

giovedì 1 settembre 2011

Ai Laghetti di Lasteati nei Lagorai

Bella passeggiata che dal Ponte di Conséria sale al Passo di Cinque Croci e poi, con facile sentiero, fa il periplo della vicina piccola Cima Socede, attraversa la zona dei Laghetti di Lasteati e ridiscende a valle.
Vista sui Lagorai Occidentali dal Passo dei Lasteati con il laghetto superiore in primo piano. La piccola cima boscosa è Cima Socede.
laghi di lasteati
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Sono circa 650 metri di facile dislivello percorribile in ogni stagione (d'inverno la zona del Passo di Cinque Croci  si può raggiungere agevolmente con le ciaspole seguendo la strada forestale).
laghi di lasteati
Il laghetto superiore, a Passo Lasteati.
Il colpo d'occhio in direzione dei Lagorai orientali e del Vanoi è notevole. Volendo, in 45 minuti si può raggiungere il Bivacco Malga Val Ciòn (m 1.973) e pernottarvi. Oppure seguire la traccia di guerra che, piuttosto erta, porta in circa quaranta minuti alla sommità del vicino Col di San Giovanni (m 2.251), grandioso pulpito panoramico a 360° su tutto il Gruppo del Lagorai, sui Gruppi di Rava e di Cima d'Asta, sulle Pale di San Martino, sul crinale Cima Dodici e Ortigara, sugli altipiani trentini e vicentini, sul lontano Gruppo del Pasubio, sulla Vigolana. Si tratta di una deviazione consigliata a persone con sufficiente esperienza di montagna, il terreno è a volte un po' impervio ed accidentato.
Se invece si pensa a qualcosa di più agevole, breve, facile e tranquillo, allora si sale ai Laghetti di Lasteati, come ho fatto io.
laghi di lasteati
Dalla vetta del Monte Cengello verso i Laghetti di Lasteati, con i Lagorai Occidentali sullo sfondo.
Informazioni utili sul percorso:
Come arrivare: dalla Valsugana si percorre l'intera strada della Val Campelle, passando prima dal Ristorante Crucolo e poi dall'albergo Rifugio Carlettini. Si lascia l'auto al Ponte di Consèria (m 1.468), dove l'asfalto termina al 13° parcheggio e la strada forestale è chiusa al traffico (in estate a fine settimana si paga un tickett).
La salita a Passo Cinque Croci: dal Ponte di Conseria con 400 metri di facile sentiero si sale alla ristrutturata Malga Consèria, ancora monticata. Poco sopra un nuovo edificio ospita il posto-tappa della Ippovia del Trentino Orientale (ristorante e rifugio). Si prosegue lungo la forestale che taglia i prati fino al Passo di Cinque Croci.
Il periplo di Cima Socede: dal passo si prende il sentiero che sale lentamente verso destra. In breve si giunge all'insellatura del Passo dei Lasteati (m 2.108) posta a monte dei numerosi laghetti omonimi. La breve salita a Cima Socede (m 2.173) è resa disagevole dai mughi e può essere tranquillamente evitata. Il panorama dal passetto è già aperto e appagante.
Il ritorno a Malga Consèria avviene dapprima per percorso intuitivo tra i prati e poi lungo sentiero SAT segnato. Nessuna difficoltà.