mercoledì 28 marzo 2012

Il bivacco Fiamme Gialle e il Cimon della Pala

Trovare un bivacco a quota 3.000 nelle Dolomiti non è facile. Qui c'è, ma non dobbiamo pensare che sia proprio in vetta, come quelli che stanno sulla vicina Pala di San Martino o sul Crozzon di Brenta.
Questo è meno alpinistico. Si trova in un ampio anfiteatro sassoso, quasi una larga cengia, sui tremila metri. Ci si può arrivare da due parti: dalla ferrata (bella, lunga, un po' tecnica) Bolver-Lugli, e vale il viaggio. Oppure, più comodamente, con un lungo "trasloco" che dall'arrivo della funivia Rosetta perde dapprima un po' di quota e poi risale lungamente la valle dei Cantoni fino all'alto Passo del Travignolo. E da qui, finalmente, per roccette traverse, al bivacco.
bivacchi a botte tipo Apollonio
La ripresa con il lungo teleobiettivo da Fiera di Primiero svela il mistero del corno. Da questa prospettiva si vede chiaramente che il corno è molto più basso della vetta e che la vetta è in realtà una lunga cresta rocciosa.
E' uno dei più belli delle Dolomiti. Classico, a botte tipo Apollonio, senza fronzoli. Base perfetta (ma senz'acqua) per la salita al Cimon. Che non va presa sottogamba: è alpinistica, richiede almeno fermezza di piede e assenza assoluta di vertigini. La vetta del Cimon è lunga, orizzontale, stretta, sabbiosa, facile ed infida. Ti prende in giro, come fa il Cimon con chi lo osserva dal basso, perchè quel corno roccioso, nossignori, non è la vetta, ma solo ciò che si vede da Passo Rolle (e dintorni).
Il fotogramma a destra mostra l'ingannevole aspetto del Cimon della Pala come appare dai prati attorno a Passo Rolle.
Il grande corno roccioso nasconde la vera cima e conferisce al Cimon un aspetto decisamente più ardito.

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