martedì 14 agosto 2012

Dal Rif. Gardeccia al Rif. Antermoia per il Sentiero delle Scalette

Nel Catinaccio centrale sotto ferragosto, quando il percorso classico che passa dal Rif. Vajolet è veramente troppo affollato. escursioni_estive
La conca del Gardeccia vista dal sentiero SAT 583: da sinistra le Coronelle,
 la Cresta di Davoi e il partetone di Cima Catinaccio.
D'estate la piana del Gardeccia si può raggiungere via strada solo con il bus-navetta che parte da Pera di Fassa. Arrivati al Rif. Antermoia, si riguadagna la Val di Fassa con una bella discesa lungo la Val Duron (dal Rif. Micheluzzi fino a Campitello si può usufruire di un servizio-taxi in Land Rover.
Foto, dati e descrizione del percorso sono di Gigi.
Salendo al Passo delle Scalette.
Dal Passo verso il Lago Secco.
Il tracciato dell'escursione.

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Dal Rifugio Gardeccia si scende verso valle lungo la strada sterrata fino a un corto ponte oltre cui si trova il sentiero SAT 583, denominato anche “sentiero delle scalette”. Dopo una breve salita, il sentiero svolta a destra e prosegue in costa con dei leggeri saliscendi; a destra i Mugoni e le Pale Rabbiose, davanti l’intaglio della Val di Fassa sovrastata dal gruppo della Vallaccia e dei Monzoni. Si prosegue il cammino tra i mughi quindi, attraversato un ghiaione toccando quota 1.935, si prende a salire dolcemente. A quota 1.950 si supera un tratto di terreno franoso vicino alle pareti rocciose dei Dirupi del Larséch, quindi il sentiero comincia a girare portandoci in vista della Val di S. Nicolò con la Catena di Costabella, Cima Uomo e il Col Ombèrt. Il sentiero costeggia una parete di roccia friabile e strapiombante e sale con buona pendenza, entrando tra alberi sparsi e mughi, quindi riduce la pendenza raggiungendo quota 1.990, dove ricomincia a traversare con leggera salita. Usciti dal rado bosco, si attraversa una zona scoscesa ed erosa dall’acqua in alcuni punti. Ora si sale con un paio di tornanti, seguiti da un breve tratto di piano con cui arriviamo a una curva; svoltiamo a sinistra trovandoci davanti ad un canale roccioso, unico varco tra le pareti di roccia. Arrivati a 2.260 metri, s’inizia a salire lungo il canale, dove il terreno è smosso e un poco infido; dietro di noi lo sguardo arriva a parte del Lagorài preceduto dalla Catena di Bocche. A quota 2.280 circa troviamo l’inizio del cavo metallico che ci permette di proseguire più agevolmente fino a circa 2.310 metri dove le attrezzature metalliche terminano. Continuiamo a guadagnare metri ed eccoci al Passo delle Scalette a 2.416 metri. Le difficoltà sono terminate e ora il sentiero si avvia in diagonale, prima in piano poi in leggera discesa, arrivando a una curva dove si trovano i segnavia per il Passo di Làusa e il Rif. Antermóia; subito dopo si sbuca di fronte al Lago Secco.
Scesi al lago ci si sposta sulla destra dello specchio d’acqua continuando con il sentiero 583 che s’inerpica superando un breve tratto di roccette (cavo metallico) per proseguire con comodo lungo la Val di Làusa. Traversata una zona pianeggiante, giunti a circa 2.450 metri, il sentiero comincia a salire con buona pendenza per poi farsi ripido. Raggiunta quota 2.590 la pendenza diminuisce mentre attraversiamo una pietraia, un luogo abbastanza desolato, poi la salita aumenta di nuovo e ci porta al Passo di Lùsia a 2.710 metri.
      Ora cominciamo a scendere con comodo seguendo ometti di sassi e segnavia mentre alla nostra destra si vede il gruppo del Sassolungo con una parte della Val Durón. La discesa, con un lungo giro, ci porta al Rif. Antermóia.

Quote dei punti salienti:

Rif. Gardéccia           1.949 m
Ponte                        1.936 m
Inizio ferrata              2.280 m
Fine ferrata                2.310 m
Passo delle Scalette   2.416 m
Lago Secco               2.363 m
Passo di Làusa          2.710 m
Rif. Antermóia           2.496 m

2 commenti:

  1. Ciao, sei quasi dalle mie parti. Questa mattina sto andando verso la Val Duron e c'è una magnifica nebbia !!!!

    Ciao e apresto sui ns Blog

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    Risposte
    1. Sì, stiamo qui perchè andare lontani a ferragosto non è raccomandabile. Ma, a proposito, è vero che il sentiero che scende dallo Sciliar verso il il Rif. Tschawon (o qualcosa di simile) è stato "messo a norma" col cemento da qualche geometra comunale?

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