mercoledì 5 dicembre 2012

Sul Monte Luco, aspettando l'inverno

Il Monte Luco (Laugenspitze in tedesco) fa parte della Catena delle Maddalene, montagne poste a cavallo di due distinte aree etnico-linguistiche, la trentina Val di Non e la sudtirolese Val d'Ultimo-Ultental. escursioni_invernali
GPS Monte Luco
Dalla cima in direzione della conca di Merano.
Queste cime sono poco note al grande pubblico ma assai apprez- zate dagli amanti della montagna, come accade nel vicino Trentino con la Catena dei Lagorai.
C'ero già stato salendo dal Passo delle Palade e Malga Luco-Laugen alm, la via forse più praticata e più nota, ed ora ci torno in un autunno inoltrato ma ancora poco nevoso arrivando però da ovest ossia da Malga Castrìn.
GPS Monte Luco
Scarica la traccia GPS da EveryTrail.
GPS Monte Luco
Arrivando dalla cresta ovest: l'anticima, con la cima (e croce di vetta) sulla destra.
La malga è posto di ristoro in estate e si trova poco sopra l'omonimo passo, Hofmahdjoch in tedesco, dove si lascia l'auto. I pascoli della malga hanno la particolarità di essere sottopassati da un tunnel stradale aperto nel 1998 per colle- gare l'enclave tedesca di Lauregno-Laurein e Provès-Proveis con la bassa Val d'Ultimo-Ultental consen- tendo così ai locali di sbrigare le loro faccende senza essere costretti a lunghi "giri dell'oca".
Bait del Batista
Sulla via di rientro: il suggestivo bivacco "Bait del Batista" è  ben arredato ma
privo di posti letto. A dispetto del nome va bene solo come ricovero di emergenza.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Il percorso ad anello di oggi è piuttosto lungo: salire dalla cresta ovest, percorrere il bel crinale di vetta e ridiscendere dalla cresta est (attrezzata con brevi scalette in legno assistite da grosse funi). Per tornare a Malga Castrin ci aspetta un lungo traverso rivolto ad ovest con saliscendi che la neve fa sembrare più lunghi, ma finalmente arriva al bivacco Bait dal Batista (m 2.000), originale costruzione in pietra che s'appoggia alla roccia, un ottimo ricovero in caso di mal- tempo. Il traverso nevoso senza traccia ci ha stancati e rallentati, il lungo ritorno a Malga Castrin ci preoccupa un po'.
In effetti arriviamo alla malga col buio. L'ultimo pezzo che porta al parcheggio si svolge nel bosco, usando il flash dello smartphone come torcia arriviamo senza problemi. C'è proprio un buio pesto!
Sei ore abbondanti (più le soste) per l'intero giro. Il dislivello non supera i 700 metri che salgono però a 1.000 con i vari sù e giù.

2 commenti:

  1. Ci ho dormito, a malga castrin, l'estate del 2010 quando abbiamo fatto il Bonacossa. La parte accoglienza e' gestita da una famiglia molto simpatica, (dalle donne della famiglia che l'uomo fa il carpentiere), si mangia bene e hanno un paio di comode stanzette:
    http://www.catsystem.it/buffer/castrin.JPG
    bagno grande e pulito, doccia. E orso.
    Pochi giorni prima il nostro soggiorno gli era passato nel prato sottostante mettendo in agitazione i cavalli. Per fortuna com'è venuto se ne è andato senza far danni.

    La parte del Bonacossa dal passo Palade a malga castrin è quella più bella e spettacolare.

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  2. Buono a sapersi, in pratica è un piccolo rifugio.
    Stanze pulite e ordinate, mi pare.
    Magari l'estate prossima.
    OK, di nuovo grazie!

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