mercoledì 29 febbraio 2012

lunedì 27 febbraio 2012

I monti trentini secondo Cesare Battisti

Gigi mi comunica che, per quanto riguarda il Trentino, la suddivisione ufficiale SOIUSA verrà da lui ignorata in quanto preferisce quella di Cesare Battisti, stagionata ma a suo avviso più aderente alla situazione sul terreno.
monti trentini

Secondo me non ha tutti i torti. La SOIUSA, che vedo positivamente in quanto "transfrontaliera" e anche, perchè no, lontana da ogni sospetto di ascendenze italocentriche, mi ha però messo in difficoltà "classificatorie" soprattutto nella zona attorno a Trento (Paganella, Bondone, Calisio, Vigolana, Altipiani, Ledro, Baldo...) dove correndo dietro allo schema gerarchico di SOIUSA certe cime finiscono extra moenia e quindi inclassificabili. Devo dire che il vecchio Battisti questi problemi non li crea, ed anzi mi guida, ancora oggi, ad una lettura geografica del territorio che va d'accordo con quanto vedo davanti  agli occhi. Più in generale, Gigi aggiunge qualche opportuna nota ad uso dei più giovani:
"Cesare Battisti è senz’altro più noto come uomo politico socialista e per la sua scelta irredentista nella Prima Guerra Mondiale. Una scelta fatale che lo porterà alla morte, dopo essere stato catturato dagli austroungarici sul Monte Corno, portato a Trento, accusato di alto tradimento, giudicato colpevole e impiccato nella Fossa del Buonconsiglio il 12 luglio 1916. 

Ma Battisti fu anche un ottimo geografo (prese la laurea in lettere e in geografia all’Università di Firenze), oltre che buon alpinista (sulla Paganella c’è il Canalone Battisti, salito appunto da lui, insieme a Riccardo Trenti, nel lontano 1903).

Come geografo girò il Trentino in lungo e in largo, ricavandone belle guide turistiche sulle valli, le città e i paesi maggiori. Lavorò anche a guide militari per l’esercito del Regno d’Italia, relative al fronte meridionale della Grande guerra che correva fra Trentino e Veneto.
Tra l’altro si occupò dei gruppi montuosi del Trentino tracciandone una suddivisione che, a mio modesto parere, è quella più logica e geograficamente corretta.
Nelle relazioni delle escursioni ospitate dall’amico Fausto, mi sono quindi attenuto ai Gruppi montuosi indicati dal Battisti".

Nota: la Casa Editrice “La Finestra” di Lavis (Trento) ha pubblicato una ponderosa versione anastatica, a quasi novant’anni dalla prima edizione curata dalla moglie Ernesta Bittanti, che raccoglie appunto il suo lavoro di geografo. La splendida pubblicazione, intitolata “Opere geopolitiche”, consiste di due volumi (1.600 pagine) accompagnati da un CD, al prezzo di 120 euro.

venerdì 24 febbraio 2012

La Via delle Bocchette dei Fratelli Pedrotti

Ripesco nei meandri della libreria di casa un pieghevole edito dai Fratelli Pedrotti di Trento sul finire degli anni del boom.
Negli anni Cinquanta e Sessanta la professione di antifascismo suonava eretica alle orecchie della benpensante borghesia trentina, sempre molto attenta e attiva quando si trattava di espungere qualsiasi forma di testimonianza antifascista dal proprio "cursus honorum".
La famiglia borghese di questi rinomati fotografi trentini, una delle poche che hanno saputo camminare a testa alta durante il ventennio, era perciò guardata con sospetto nel generale grigiore di quegli anni.
via delle bocchette
Conoscitori e amanti della propria terra, diedero sostegno e supporto logistico ai piccoli nuclei partigiani che tenevano i contatti con la missione anglo-americana operante nel Gruppo di Brenta, in quel tristeTrentino provincia del Reich.
Fratelli Pedrotti
Nemmeno per sbaglio dalla numerosa schiera di politicanti democristiani del dopoguerra s'è alzata una voce a ricordarli. Eppure tutti sapevano: Alcide Degasperi & Flaminio Piccoli, Bruno Kessler & Giorgio Grigolli, Mario Malossini & Lorenzo Dellai. Tutti uniti a far finta di niente. Complimenti!

mercoledì 22 febbraio 2012

Alba invernale sulla Valsugana da Monte Lefre

La panchina del belvedere mentre l'alba raggiunge l'Altipiano
di Asiago nella zona fra l'Ortigara e Cima Dodici.
Dal belvedere del Monte Lefre in Valsugana. La cima di questo piccolo monte che sovrasta Ospedaletto e la conca di Strigno fu osservatorio del Regio Esercito per buona parte della prima guerra mondiale.
La mattina del 27 gennaio alle ore 7:00
Da qui lo sguardo spazia senza ostacoli fino allla Vigolana e alla Marzola e permette un controllo visivo diretto della zona dell'Ortigara e Cima Dodici, fondamentale settore strategico del fronte di Asiago e teatro di sanguinose battaglie nel '16 e nel '17.
Da questo osservatorio si ha una perfetta visione a volo d'uccello dei luoghi del fondovalle che furono teatro del "fatto di Carzano", cui ho già dedicato un post.
D'estate vi si arriva in dieci minuti di passeggiata nel bosco dal vicino Rifugio Monte Lefre, raggiungibile in auto per strada asfaltata che sale da Pradellano (Tesino), poco prima del Passo Forcella.
27 gennaio ore 7:30

lunedì 20 febbraio 2012

Una piccola storia ignobile

A dicembre, nei "giorni dello spread", la stampa locale pubblicava un'edificante notizia.
A distanza di due mesi la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto il progetto?
«PREDAZZO. Una baita di montagna all'interno del parco naturale di Paneveggio (detta "Il maso") da trasformare in una sede di prestigio della Provincia Autonoma di Trento, con un "appartamento presidenziale" al primo piano. E' il progetto del servizio logistica della Provincia che ha stanziato 1 milione e 200 mila euro per la ristrutturazione dell'edificio di montagna, nel territorio comunale di Predazzo.
Nella relazione si parla dell'esigenza di ospitare personalità di riguardo (oltre alle riunioni della giunta provinciale) con esigenze di prestigio e rappresentanza. E allora ecco come diventerà il Maso: al piano terra gli spazi di servizio (cucina con dispensa, due stanze per il personale di servizio, bagno, lavanderia e deposito); al primo piano l'appartamento presidenziale mentre in mansarda sono previste due stanze dotate di servizi privati. E poi il fienile (annesso) con le strutture di rappresentanza. Il tutto per 1 milione e 262 mila euro. Una cifra che servirà anche per l'isolamento termico dell'edificio.
Detta così ("appartamento presidenziale") parrebbe la seconda casa del governatore Lorenzo Dellai, ma all'interno della Provincia da tempo era noto il progetto di realizzare una residenza di prestigio in grado di ospitare personalità internazionali, come il Dalai Lama ma anche il Papa che per le sue vacanze estive ha già scelto l'Alto Adige ma potrebbe scegliere Paneveggio».
       (Articolo ripreso dal quotidiano "Trentino" del 14/12 u.s.)

sabato 18 febbraio 2012

La Bocca di Brenta vista dalle Viote del Bondone (con un buon tele aiutato dall'HDR)

Lo scatto oringiale RAW è stato fatto con una
fotocamera Pansonic Lumix G2, ossia con uno di
quei nuovi formati m43 così adatti a chi va in
montagna e ha paura del peso e dell'ingombro.
Prendiamo un buon teleobiettivo (sarebbe un 415 mm nel formato pellicola) e applichiamolo ad una vista "da cartolina" come quella che si gode dalla ormai saccagnata piana delle Viote quando si guarda verso il gruppo di Brenta.
Se le polveri sottili non aiutano, e ormai è la norma, qualcosa si può fare con Photoshop. Possiamo modificare qualche parametro durante "lo sviluppo" dal formato Raw a quello Jpg, per dire...
Ma possiamo anche applicare il comando di Photoshop immagini/regolazioni/viraggio_hdr e con ciò simulare un trattamento HDR su un singolo file.
Non è molto corretto, d'accordo; è ovvio infatti che da un singolo file non si può estrarre una gamma dinamica più ampia di quella contenuta nel file medesimo (HDR significa High Dynamic Range e la tecnica richiederebbe almeno due o più, tipicamente tre, file esposti "a forcella").
Le sappiamo tutte, ma per noi che ci accontentiamo delle simulazioni, può anche andare bene, in fondo è roba che guardiamo su schermo...

giovedì 16 febbraio 2012

Con le ciaspole al Baito di Bombasél

Alla fine la neve fresca e farinosa (120 centimetri) è stata buona compagna in questa breve escursione invernale nei Lagorai di Cavalese. escursioni_invernali escursioni_Lagorai
Senza il bianco della neve vergine sarebbe stata un'uscita piuttosto banale, di sicuro incapace di farci dimenticare il penoso spettacolo del Cermìs impiantistico. Un postaccio  francamente imbarazzante, colonizzato com'é dal consumismo low-level dei nuovi ricchi di Polonia, Romania, Cekia, Slovacchia.
Un'umanità schiamazzante, esibizionista e invadente, proprio come i nostri craxiani degli anni Ottanta. E dunque: alla larga!
Con Gigi, Paolo e Bruno siamo scappati dall'arrivo della seggiovia Paion (m 2.229) per scendere in breve alla vicina Forcella di Bombasél, con vista sul Cimon della Trappola. Da qui, con corta e ripida discesa (cordino) si perde quota per un centinaio di metri per poi risalire con calma al pianoro dei laghetti di Bombasèl, che ovviamente sono ghiacciati e nascosti dalla neve...
Ripresa quota per 350 metri circa si arriva al Baito, che purtroppo, in questo inverno 2012, mostra una porta divelta e abbattuta, non si sa se da qualche vandalo richiamato dalla vicinanza degli impianti o, più semplicemente, dal vento. Con questa neve farinosa alta 120 centimetri l'andata e ritorno ci ha richiesto molto più del normale perchè, anche con le ciaspole, si sprofondava di mezzo metro. Perciò tre ore, calcolate al netto delle soste. Dati Garmin: 3:01 ore in moto per 358 metri di salita. Tempo così così.

mercoledì 15 febbraio 2012

Sotto la divisa niente. Il Corpo di Sicurezza Trentino (CST)

Era di lana grigioverde in tinta molto scura, taglio tipo  sahariana, tasche piatte secondo lo stile corrente, al collo le mostrine di specialità e al braccio sinistro il grande scudetto con l'aquila tirolese.
collaborazionismo trentino
Era la divisa del CST (Corpo di Sicurezza Trentino), milizia nazista composta da trentini collaborazionisti che vennero impiegati nella lotta antipartigiana. Nella confinante Repubblica di Salò questi compiti erano svolti dalle Brigate Nere, gente che non nascondeva certo le proprie idee.

👉Il CST fu fortemente voluto da Adolfo de Bertolini (Commissario Prefetto nazista dopo l'8 settembre del 1943) in accordo con il Gauleiter nazista Hofer, che ne apprezzava la concezione interclassista. Scriveva de Bertolini::
“Tale guardia va composta esclusivamente da soldati della provincia di Trento, come trentini dovranno essere, almeno dopo un primo tempo, gli ufficiali e sottufficiali che li comandano. Si tenderanno qui la mano i figli dei patrizi e quelli del popolo, i giovani avviati agli studi con quelli che devono guadagnarsi la vita con la forza delle loro braccia; tutti però animati da un medesimo slancio; quello di trovare in un lavoro disciplinato il fermento di una più utile esistenza, a vantaggio della collettività sociale... Essa impedirà che la collettività provinciale possa essere sommersa da elementi estranei, conserverà al Paese la sua impronta locale tramandata dai padri; eviterà lo sfregio di quell'onesto costume che ha fatto in passato della gente trentina, più che un popolo, una famiglia [...] Dal canto mio attendo che la popolazione collabori onestamente, in modo, che sia raggiunta la finale vittoria delle armi germaniche; solo così potrà un giorno nelle migliorate condizioni di vita raccogliere il compenso per i sacrifici ora sopportati".

domenica 12 febbraio 2012

Giuseppe Sittoni - "Sudditi fedeli e contro"

Resistenza in Trentino
E' il secondo libro diGiuseppe sittoni sulla Resi-
stenza nei Lagorai trentini (Publistampa Edizio-
ni, Pergine, 2011, pp. 286).
L'autore di "Uomini e fatti del Gherlenda" ha pubblicato un nuovo lavoro sulla Resistenza nell'Alpenvorland, cioè in quel Trentino Provincia del Reich che era non solo militarmente occupato ma proprio direttamente governato dai nazisti.
Sittoni toglie la polvere ai profili di una serie di antagonisti e testimoni di allora, alcuni giovani, altri già adulti. Fa emergere queste figure dall’anonimato legando le loro iniziative a episodi e luoghi già noti.
Il pregio maggiore del lavoro è che affronta di petto il non detto della coscienza civile trentina, cioè il problema del collaborazionismo coi nazisti, tema scottante e tenuto nascosto sotto il tappeto durante tutto il cinquantennio democristiano. Valga per tutte questa citazione:
"Arruolato nel Cst, subito dopo il “Rebalton” dell’8 settembre 1943, aveva successivamente disertato, piuttosto che ubbidire agli ordini che arrivavano dal Comando tedesco nella lotta contro i partigiani o partecipare alle sevizie nei confronti degli arrestati. Fatto prigioniero dai nazisti fu liberato dagli alleati nella primavera del 1945 mentre era in attesa del processo."
Corrado Pontalti "Prua" che disertò dal Corpo di Sicurezza Trentino
(voluto dal prefetto Adolfo del Bertolini in accordo col governatore nazista)
per unirsi ai partigiani del Battaglione Gherlenda.
Riferimenti che mettono a nudo la natura del famoso Corpo di Sicurezza Trentino, il suo essere sì polizia locale ma anche collabora zionista e antipartigiana. Questo libro andrebbe dedicato ai nostri politici del dopoguerra che, con rare eccezioni,  hanno voluto vedere nel prefetto di nomina nazista Adolfo De Bertolini la personificazione di certe "virtù trentine", forse le stesse di cui aveva dato prova nel 1915-18 quando ricoprì l'incarico di governatore de facto per conto degli Asburgo, che avevano sciolto gli organi elettivi sostituendoli con uomini di paglia graditi a Vienna.

giovedì 9 febbraio 2012

Terreno ghiacciato e poca neve

Nei negozi di montagna di Arco ho visto diversi modelli di ramponcini ma tutti, quale più quale meno, sembravano richiedere troppi sforzi per indossarli. Così ho rimandato l'acquisto.
Nel frattempo l'amministratore del sito dedicato ai bergvagabunden indigeni Girovagandointrentino ha girato un video YouTube che spiega più di molte parole.
Nel forum del sito c'è anche una discussione sulle catene da scarponi, interessante, direi.

martedì 7 febbraio 2012

Cantieri d'alta quota

Luca Gibello, "Cantieri d'alta quota- Breve storia della costru-
 zione dei rifugi nelle Alpi ", Ed. Lineadaria, Biella, 2011.
Oltre al libro c'è anche un sito (www.cantieridaltaquota.eu). Dal semplice riparo alpino, al rifugio, all'albergo di montagna, al bivacco per alpinisti, ai rifugi techno. arkitettura
Questa la scansione temporale che propone l'autore, il cui lavoro è presente anche sulla rivista del CAI con ampio spazio e belle foto in bianco e nero. E' il tentativo (riuscito) di sistematizzare in una visione storica la presenza in quota delle strutture di servizio all'attività alpinistica ed escursionistica.
Personalmente non condivido l'apertura alla sperimentazione architettonica in quota e osservo che le filosofie del risparmio energetico e bio-bau possono rivelarsi delle armi a doppio taglio. In troppi casi sono servite solo a sdoganare soluzioni che altrimenti sarebbero state considerate solo degli sfregi ambientali.

domenica 5 febbraio 2012

Bivacco Malga Vernera

Il Bivacco Malga Vernera Alta (m 1.781) non va confuso con l'Agritur Malga Vernera Bassa (m 1.676) che si trova poco più sotto ed è raggiungibile con la stradina asfaltata di 9 chilometri che inizia a Montesover, in Val di Cembra.
L'Agritur Malga Vernera Bassa. Sullo sfondo i boschi della Val di Cembra.
Geograficamente le due strutture appartengono alla catena montuosa dei Lagorai. Sono situate in una zona piuttosto decentrata, rivolta verso la Val di Cembra e frequentata più che altro dai locali.
Quelli che vanno all'agritur lo fanno soprattutto su gomma, mentre lo spartano bivacco ospitato nei locali della Malga Vernera Alta viene utilizzato solo escursionisti dotati di spirito di adattamento e animati da giusta curiosità per i posti meno battuti. Gente motivata, diciamo così.
L'edificio della Malga Vernera Alta in cui è stato ricavato il bivacco. Sullo
sfondo, illuminata dal sole, la radura dell'Agrituri Malga Vernera Bassa.
In questo inverno secco e noioso ho sfruttato le doti rampeghine del Rospetto per arrivare fino all'agritur, e poi ho gironzolato con brevissime camminate nella neve fino al bivacco perchè era quello che mi interessava.
Direi che è più giusto classificarlo come ricovero, visto che manca di letti, tavolati, materassi e qualsiasi cosa assimilabile al giaciglio.
Però si è riparati dal vento, lo spazio non manca, dentro c'è un caminetto e fuori c'è un'utilissima fontana.
Lo promuoviamo lo stesso? Sì?

Da sinistra: il portico d'ingresso che separa il bivacco dalla stalla; la porta del bivacco con la scritta "TIRARE"; il locale col camino e quello  per dormire (indispensabile il materassino, oltre al saccoletto). Annotazione personale: la scritta sulla porta di ingresso del locale-bivacco può sembrare naif, ma si tratta invece di un'informazione importante,  come l'esperienza dimostra.

mercoledì 1 febbraio 2012

Gelo sui monti e nebbia in laguna a Venezia

Terreno troppo nudo per le ciaspole e troppo ghiacciato per le pedule.
E in più piuttosto polveroso alle quote basse. Il paesaggio di questo 2012 mi spinge più verso il caminetto che alla camminata.
Perchè invece non salire sul campanile di San Marco e sbinocolare col teleobiettivo il lontano profilo delle Dolomiti bellunesi?
Rapido giro in internet per prezzi ed orari e poi col treno da casa al Canal Grande.
Nel sito della Basilica di San Marco c'era tutto tranne l'essenziale: "chiuso per lavori".
E allora in giro per una Venezia sotto la nebbia (poca) e immersa nel freddo (molto).
Comunque certamente più tranquilla del solito.
👉Lascio qui un link in puro stile Pitura Freska, molto veneziano e senza pretese: Venessia.com mi ha spinto a camminare nella Venezia minore e a cercare qualcosa sui famosi cichétti e bàcari   inventati da questa gente di laguna molto prima dell'after-hour.
👉Tra Cannaregio e San Marco c'è una distanza non solo fisica: l'interno di una vineria acquattata dietro una finestra e una saletta del Caffè Floriàn.

Nota storica sul Caffè Florian: Agli albori, il Caffè Florian era privo di vetrate ed era costituito da due sole sale arredate con estrema semplicità. Verso la metà del 1700, spinto probabilmente dalla concorrenza, il Florian si ingrandì con l’aggiunta di due sale.