mercoledì 31 ottobre 2012

I sentieri del Sudtirolo nello smartphone (gratis)

http://www.sentres.com/it/alto-adige/mappa 
Oltre al sito presente nel web, l'erede di HotKnott dispone oggi di un'interessante estensione per smartphone (sia Android che iPhone). L'applicativo omonimo offre gratis un bel plus: la mappa sentieristica dell'intero Sudtirolo può essere salvata in locale e diventa quindi consultabile anche off-line, cioè senza collegamento Internet. Praticamete una figata! Accendendo il GPS compare un pallino blu in corrispondenza della posizione corrente, tipo "voi siete qui".

domenica 28 ottobre 2012

sabato 27 ottobre 2012

Sotto la pioggia a Malga Valletta Alta

Bivacco Malga Valletta Alta
I volontari al lavoro.
Mangiare in bivacco
La "parca" cenetta serale.
La ex-Malga Valletta Alta è posta sulle pendici orientali del Monte Fregasoga (Lagorai) a 1.795 metri di quota.
I volontari del paese curano gratuitamente la manutenzione della struttura: fanno legna, puliscono il camino, controllano l'impianto del gas, dell'acqua e quello fotovoltaico, curano i sentieri con un lavoro encomiabile che meriterebbe maggior considerazione da parte di escursionisti e turisti.
Bivacco Malga Valletta Alta
Il locale cucina a piano terra visto dal dormitorio. Oltre all'acqua corrente, c'è
anche il gas e l'illuminazione fotovoltaica.
Per non parlare di quei pochi incivili che se ne vanno dopo aver consumato la legna e il gas senza nemmeno poportarsi dietro le immondizie che hanno prodotto, gentiluomini del tipo "mi no pago le tasse!".
👉L'assessore comunale mi dice - sconsolato - che dopo gli ultimi episodi di danneggiamento l'amministrazione sta valutando la possibilità di limitare l'uso (sempre gratuito) solo a chi si presenta a ritirare la chiave.
Bivacco Malga Valletta Alta
Per ora mancano ancora i materassi. Le reti son cinque ma lo spazio aggiuntivo
non manca sugli ampi tavolati in legno.
Una ipotesi che preferirebbe evitare - mi dice mostrando l'avviso all'interno del piano terra - ma che se l'andazzo continua dovrà essere presa in seria considerazione.
Come non concordare, come difendersi dai teppisti che non mostrano la faccia e danneggiano l'intera comunità?
Intanto la legna viene accatastata al coperto per lasciarla stagionare all'asciutto, poco più in basso prende forma un ponticello pedonale destinato al nuovo, più breve e diretto sentiero che porterà più comodamente a Malga Fornasa Alta.
👉Terminati i lavori ci facciamo tutti una foto sul nuovo ponte.
Alla fine i "manutentori" partono per passare la notte nella più ampia Malga Fornasa.
Noi quattro cominciamo a spentolare e srotoliamo i sacchi a pelo. Si dorme sul duro, le cinque reti sistemate al piano superiore sono prive di materassi. Ma va bene lo stesso, ci mancherebbe altro!

mercoledì 24 ottobre 2012

Il nuovo bivacco a Forcella Coldosè

Un nuovo bivacco nei Lagorai? Tutto in legno? Ce n'è abbastanza per solleticare la curiosità di Gigi e Paolo, che l'hanno inserito in un bel giro ad anello che parte dalla Valmaggiore e tocca cima Coltorondo.
Il bivacco appena inaugurato, col legno ancora fresco e odoroso di segheria.

Il nuovo bivacco è situato alla Forcella Coldosè, che si trova a 2.183 metri di quota.
In questa foto è sovrastato dalla Cima di Canzenagol. Il bivacco è stato ultimato
nel mese di luglio. Grazie al lavoro volontario di alpini e persone del posto i costi
sono stati contenuti in 60mila Euro.
Le altre foto in Google Foto.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Non sono stato della partita anche se i bivacchi mi ingrifano: devo ancora concludere certi impegni ospedalieri ma di sicuro in futuro il tempo non mancherà...
👉I due sono partiti dal bivacco "Paolo e Nicola" alla Forcella di Valmaggiore, dove avevano pernottato dopo la salita a Cima di Cece (questo bivacco è già di per sè una meta ambita, specie dopo la recente ristrutturazione). Poi hanno traversato a destra restando sempre in quota, seguendo un percorso classico che porta "ai laghi", sicuramente uno dei più belli di tutti i Lagorai.
👉Si sono concessi una digressione ai 2.529 metri del Coltorondo e poi, tornati sul sentiero SAT 349, sono scesi al Lago Brutto e al Lago delle Trutte.
Da lì, sono finalmente risaliti fino alla Forcella Coldosè, dov'è situata la nuova struttura, della quale si sono detti entusiasti. La piccola struttura con tetto a doppia falda è interamente in legno. Tra questo, il classico Apollonio e le insulse prodezze degli architetti urbanoidi non c'è partita.

domenica 21 ottobre 2012

Le parole e i fatti

MAGNIFICA COMUNITA' DI FOLGARIA - "Il nostro prezioso ambiente è tutelato, lo sviluppo della comunità è sostenibile!"

giovedì 18 ottobre 2012

Sulla Cima di Cece (Lagorai)

I suoi 2.754 metri ne fanno la vetta più alta della intera catena.
GPS Cima di Cece
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
La salita dal versante fiammazzo è un'escursione assai remunerativa, una classica così classica che non può mancare nel carnet dell'escursionista (specie se trentino).
Le foto di oggi arrivano da Gigi e Paolo, le pubblico senza commenti perchè sono posti probabilmente noti ai più, così come appare superflua la descrizione dell'escursione, che infatti manca.
👉Ad ogni modo ecco qui il link ad una vecchia scheda del glorioso sito SummitPost (che ho lasciato da tempo perchè era obbligatorio scrivere solo in inglese).
L'ingannevole aspetto del Campanile di Cece che, quando visto dalla via di salita
prende l'aspetto mostrato qui a sinistra ma da altre visuali diventa invece quello
mostrato nella foto a destra.
👉L'avvicinamento, comunque, è già descritto nel post relativo al bivacco "Paolo e Nicola" alla Forcella di Valmaggiore.
I vasti panorami sono dovuti al doppio affaccio verso il Primiero-Vanoi trentino e verso i tanti gruppi dolomitici che fanno corona da nord.
Difficoltà alpinistiche non ce ne sono. I dati di quota non sono eccessivi.
Dal bivacco alla vetta sono 570 metri di dislivello, senza perdita di quota. Salendo direttamente da Malga Valmaggiore i metri diventano 1.150.
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La guglia rocciosa che s'incontra salendo crea confusione sia per il nome che per l'aspetto: per il nome adotto il criterio del CAI: «Campanile di Céce 2605 m c. - Viene anche detto il Dente di Céce, ovvero il primo e il più grande torrione che costituisce la movimentata cresta SW di Cima Cece.» (M. Corradini, "Lagorai Cima D'Asta",
Touring editore s.r.l., Milano, 2006, pag.250)

Dalla vetta verso Est, con i Lagorai orientali in primo piano e il grande gruppo dolomitico delle Pale di San Martino sullo sfondo.
Vedi le altre fotografie in Google Foto.

domenica 14 ottobre 2012

Spitz Tonezza

Da nord l'avevo più volte scrutato col binocolo ma, rimanda oggi, rimanda domani... escursioni_estive
Strada dei Fiorentini Folgaria-Arsiero: il parcheggio della chiesetta dedicata
 ai morti sul lavoro. Da qui parte il sentiero  per lo Spitz Tonezza.
Vedi le altre fotografie in Picasa Web Album.
... non ero mai stato su questo piacevole belvedere situato nelle Prealpi Vicentine.
Si tratta più di una passeggiata che di una vera escursione, ma merita. Si sale su sentiero sempre ben tracciato e mai veramente esposto, nè ripido.
Dal Trentino ci si avvicina con la "strada dei Fiorentini" che scorre in quota sopra la Val d'Astico e collega Folgaria con Arsiero.
Il tracciato in Google Earth.
E' una strada di montagna, stretta e tortuosa ma priva di grandi dislivelli. Prima di scendere a Tonezza del Cimone taglia le verticali pareti calcaree di tre "corni" rocciosi. Il maggiore è appunto lo Spitz Tonezza o Spitz di Tonezza, ottimo punto di osservazione sugli altipiani ed a sua volta molto visibile da lontano.
👉L'auto va lasciata nello spiazzo anti-stante la chiesetta dedicata ai caduti sul lavoro. Si prende la stradina asfaltata che si dirama dalla strada provinciale ma la si lascia alla prima curva, cioè quasi subito. Il dislivello non supera i 200 metri e la pendenza è sempre moderata. Contando anche l'enorme croce, la vetta riesce a superare i 1.700 metri.
Chi invece è interessato a salire lo Spitz partendo da sud, cioè da Tonezza del Cimone, può dare un'occhiata al sito Magico Veneto che contiene anche una sezione sulla grande mina di Cimone del settembre 1916 (prima guerra mondiale).

mercoledì 10 ottobre 2012

In montagna con il GPS nello smartphone?

Se l'uscita è impegnativa per durata e condizioni ambientali, mettere tutto in uno è troppo rischioso: il minimo intoppo ci lascerebbe con niente in mano.
Il vecchio GPS con cartografia vettoriale della Garmin, un telefonino "gommoso" della Nokia e il nuovo smartphone Samsung Galaxy SII che utilizza cartografie escursionistiche raster, d'aspetto molto più simile a quello delle tradizionali mappe cartacee.

Ma dalle nostre parti, dove tutti i sentieri sono segnati, molte volte il GPS viene usato più che altro come logger e la traccia viene esaminata poi a casa con comodo. Per questo l'idea di muoversi con un unico attrezzo può essere presa in considerazione: un po' più leggeri e con uno schermo più grande, diciamo.
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Il peso: vecchio telefonino più vecchio gps fanno 95+213=295 grammi. Lo smartphone pesa 123 grammi, meno della metà.
Lo schermo: quello del Garmin misura 3,8x5,6=21,28 centimetri quadrati e quello dello smartphone 5,6x8,9=49,84 cioè più del doppio di superficie utile. In breve lo smartphone ha uno schermo grande il doppio ma pesa la metà. Anche la leggibilità alla luce è migliore.
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La batteria è il vero tallone d'Achille degli smartphone. Dura poco e a volte si comporta in maniera a prima vista bizzarra. Invece le due pile a stilo del vecchio Garmin Map60 mi durano 8-10 ore se ricaricabili, fino a 18 se alcaline di alta qualità. Si cambiano in un batter d'occhio, senza problemi. Lo sportellino posteriore a tenuta d'acqua è fatto apposta. La batteria interna del Galaxy dura molto meno. Ho fatto delle prove per capire meglio.
Usando il telefonino con GPS sempre acceso e muovendosi in zona aperta un po' a piedi e un po' in auto e facendo qualche lunga sosta al bar, ho visto che si scarica in sei ore. Non pochissime ma, diciamocelo, spesso insufficienti.
● Va molto peggio quando si incappa in una zona non coperta dalla rete telefonica: lo smartphone continua a tentare di trovare il segnale telefonico e finisce (a GPS acceso) con lo scaricare la batteria in sole tre ore. E' quanto mi è successo vicino a Caoria, nella Valzanca (Lagorai).
 Con GPS acceso ma telefonino messo in modalità aereo, cioè staccato da rete telefonica, camminando in montagna, la durata risale alle tre e mezzo, quattro ore. Che sono sempre troppo poche.
● Ugualmente male va quando il GPS fatica a "vedere" i satelliti, come nel Buco dell'Orso, che sale dalla Val Ciamìn sullo Sciliar. Anche se il telefonino era in modalità aereo la batteria si è scaricata in tre ore.
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Come dice un certo blog, Mai Zedér! e quindi cercare un qualche straccio di soluzione, che di sicuro c'è (oso sperare), ed anzi ne sono (quasi) certo!

martedì 9 ottobre 2012

Cima Armentera, ma dov'è?

Boscosa e sfuggente, arriva a malapena ai 1500 metri eppure domina non una ma ben due valli, la  piccola e raccolta Val di Sella e la ben più importante (e trafficata) Valsugana.
La dorsale dell'Armentera, qui osservata da Cima Manderiolo, può essere percor-
sa, restando sempre in cresta, fino all'Eremo di San Lorenzo.
Il panorama è inconsueto: una vista ravvicinata della bastionata dell'altopiano d'Asiago a sud, la lunga catena dei Lagorai a nord.
La conca di Borgo Valsugana vista dalla cima. Sullo sfondo i Lagorai e il
gruppo di Cimon Rava, separati dall'intaglio della Val Calamento-Campelle.
Altre fotografie in Google Foto.
Le piccole geometrie agricole della Val di Sella da un lato, l'antropizzazione spinta della Valsugana dall'altro.
Il tracciato in Google Earth.
👉Tutto è abbastanza vicino da essere riconoscibile, la casa di Alcide De Gasperi, la croce metallica di Cima Dodici (da cui "Ferozzo"), Castel Telvana, Malga Trenca e il Rif. Serot, il grumo di massi attorno al bivacco Argentino Vanin...
Questo punto di osservazione (ben noto ai soldati della prima guerra mondiale) si raggiunge dalla Val di Sella in due ore di cammino lungo strade forestali e sentieri che si snodano nel bosco e superano 650 metri di dislivello.
Lo spiazzo boscoso della cima ha la vista in parte impedita dai cespugli, che avrebbero bisogno di una bella sforbiciata. L'anticima sud dista qualche decina di metri ed è un po' più libera.
👉I più ardimentosi possono tentare la traversata lungo la cresta boscosa verso la vicina Cima della Stanga; io preferisco tornare indietro e visitare l'Eremo di San Lorenzo (chissà che i restauri non siano finalmente terminati).

NB: una nuova forestale di cui non si sentiva la mancanza ha scombussolato la sentieristica esistente; consiglio di caricare la traccia GPS per evitare incertezze. In alterniva tenere gli occhi bene aperti e ricordarsi i giusti bivi delle forestali per non sbagliare il ritorno! Altre notizie nel sito Girovagandointrentino e nel relativo forum Girovagandoinmontagna.

sabato 6 ottobre 2012

Togliendo la polvere...

Ho cercato nel web notizie sulle mie vecchie macchine fotografiche.
Le ho ritrovate quasi tutte, tranne tre: la piccola Nikon che m'è volata giù dal Cimon della Pala (non mi ricordo il modello), la piccola Ricoh, ultima dell'era pre-digitale (anche in questo caso non ricordo il modello) ed infine la Kodak 6x9 a soffietto di inizio Novecento che avevo ereditato dalla prozia Amelia (tipetto tosto, per l'epoca!). E comunque eccolo qui, il parco macchine:
Zenit E, Yashica FX-3, Contax 139, Nikon "snodata", Contax137, Nikon 8400, Minox 35 GT, Fujica ST 701.

giovedì 4 ottobre 2012

EveryTrail sostituisce lo slide-show

I post escursionistici di Cipputiblog hanno cambiato aspetto.
Foto e tracciati GPS sono ora in EveryTrail.
E per chi non ama EveryTrail c'è invece un link a Picasa Web Album.
Il post ospita solo alcune immagini "d'assaggio".
Il riquadro con lo slide-show delle fotografie ormai rallentava troppo il caricamento del post.

L'ho sostituito con un link al sito EveryTrail che contiene anche la traccia GPS (scaricabile) del percorso.

mercoledì 3 ottobre 2012

Cimon del Latemar

E' la cima più alta del gruppo e per raggiungere i suoi 2.842 metri è bene dividere il percorso in due tappe.
In giallo il percorso che dal Biv. Rigatti scende al Passo Feudo.
Nella sua parte più alta percorre la Ferrata dei Campanili
(che abbandona brevemente per salire alla vetta del Cimon).
Il percorso in Google Earth.
E' quanto ha fatto Gigi pernottando al Bivacco Rigatti presso la Forcella Grande (vedi post precedente) mentre io ero a casa bloccato da una spalla dolorante.
Da quello che ho visto nelle foto è uno di quei posti "che merita" e chissà che non ce ne sia occasione.
Il Cimon ha un aspetto veramente dolomitico, elegante e ardito, che Gigi così descrive:
Due scorci dalla Ferrata dei Campanili, che dal bivacco scende
alla Forcella dei Campanili.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
escursioni_estive
«Si tratta della cima più alta del gruppo del Latemàr, un pulpito con notevole vista panoramica a 360°. La parete sud si presenta con un lungo e detritico versante inclinato tagliato dalla via ferrata dei Campanili e dal sottostante sentiero n° 18 (entrambi portano alla Forcella grande del Latemàr, dove si trova il bivacco Rigatti). La parete nord cade a strapiombo dominando il piccolo e famosissimo Lago di Carezza; una parete nord rimasta inviolata, non tanto per la sua vertiginosa verticalità bensì per l’infima qualità della roccia.

Vista dalla Torre Christomannos la vetta del Cimon appare bene in tutta la sua esposizione, infatti, l’ultimo tratto subito prima della cima è addirittura a sbalzo! È bene ricordarsene una volta lassù e usare prudenza.

La bonaria parete sud, dove si svolge l’itinerario di salita al Cimon, fu percorsa per la prima volta da G. Euringer con la guida G. B. Bernard nel lontano 17 agosto 1885».

martedì 2 ottobre 2012

Al Biv. Mario Rigatti nel Latemar

E' un classico bivacco a botte situato in una posizione altrettanto classica e dolomitica, al centro del Latemar.
Scarica il tracciato GPS da EveryTrail.
Si trova alla Forcella Grande del Latemar, a quota 2.620, in bella posizione fra lo Schenon del Latemar e il Cimon del Latemar, punto di snodo fra diversi itinerari che provengono dai due diversi versanti del gruppo.
Dispone di nove posti su brandine a castello con materassi e coperte, tavolino e sgabelli, secondo il collaudato schema Apollonio. Attenzione: niente acqua, nemmeno nelle vicinanze.
Non ci sono mai stato e quindi le foto e la descrizione che mi manda Gigi sono ancora più gradite del solito. A me resta il compito di "frullarle" con il computer per trasformarle in post.
Vedi tutte le foto dell'escursione in Picasa Web Album.