lunedì 16 dicembre 2013

Sul Monte Canfedin (al posto della Paganella)

Questa prima camminata invernale fra la Paganella e il Monte Gazza l'abbiamo fatta per "ritrovare il panorama perduto".
La veduta verso il Brenta dalla cima della Paganella è ora disturbata dalla presenza invadente delle piste da sci, con relativi annessi e connessi. Per riassaporare la magia dei vecchi scatti dei fratelli Pedrotti ci siamo dovuti spostare poco lontano, fra il Passo di Sant'Antonio e il Passo di San Giacomo, sul Monte Canfedin (m 2.039), che è anche dotato di un suo osservatorio.
Dalla cima del Canfedin verso la martoriata Paganella.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Il panorama in questione è quello immortalato dai celebri  scatti dei fotografi Frateli Pedrotti di Trento, scatti che fissavano il profilo del Gruppo di Brenta e che sono diventati giustamente famosi come "biglietto da visita" del gruppo.
Oggi è disturbato (io direi impedito) da cemento, plastica, piloni, antenne, rottami edilizi, cibi precotti e finte baite, grappette alla fragola e musichette, più tutto il resto che impesta ciò che resta di Cima Paganella dopo l'assalto dello sci.
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
E' diventato un postaccio, vera bestemmia pesaggistica e ambientale targata "cinque comuni": Zambana, Fai della Paganella, Andalo, Molveno e Terlago sono le amministrazioni locali che condividono la responsabilità dello sfascio che ha mandato a pallino il "biglietto da visita".
Sempre pronti a litigare e a farsi le scarpe l'un l'altro per una lira, ma sempre d'accordo quando si tratta di massacrare e svendere l'ambiente.
Pensieri negativi, mentre saliamo da Andalo su un impianto pagato con soldi pubblici, pensieri che mi sforzo
comunque di ricacciare in un angolo.
Comunque: il Canfedin è un dosso erboso (m 2.039) che si trova lungo la dorsale Paganella-Gazza, situato fra i due passi che mettevano in comunicazione i pascoli alti con i due versanti del massiccio Paganella-Gazza. Lo raggiungiamo dal versante di Molveno col preciso intento d'approfittare della giornata serena per fotografare il Brenta.
Gita semplice e piacevole, anche se abbiamo dovuto battere la traccia.

Quote e dislivelli: escursioni_invernali
Quota di partenza/arrivo: m 1.782 (Cabinovia Dos Pelà)
Quota massima raggiunta: m 2.043
Dislivello assoluto: m 265
Dislivello cumulativo in salita: m 473
Dislivello cumulativo in discesa: m 477
Lunghezza con altitudini: 7,9 chilometri
Tempo totale netto: 3:30 ore AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso:
Arrivati alla stazione a monte della cabinovia, località Dos Pelà a 1.772 m. di quota, e messe le racchette ci si avvia verso Sud lasciando le piste da sci sulla nostra destra e si sale verso la Malga Terlago piegando leggermente a sinistra fino al Passo di San Antonio, tenendosi a monte dell’arrivo della seggiovia omonima. Una breve discesa di alcuni metri si giunge al passo dove una chiara segnaletica ci indica la via che comunque è tutta visibile. Si prosegue prima brevemente sulla destra della lunga dorsale che lentamente culmina nella vetta del Canfedin ponendo attenzione ai selvaggi precipizi che scendono sulla sinistra; seguendo la morfologia della montagna si rimonta l’ampio panettone ed in tutta sicurezza si procede verso l’alto. Le guglie del Brenta sono così gigantesche e vicine che sembra di toccarle con una mano mentre a Sud è tutto un degradare di rilievi che si perdono sull’orizzonte del Lago di Garda. A Nord, dietro la vetta della Paganella, le vette dell’Alto Adige, mentre a levante svettano misteriose le cime e le foreste dei Lagorai. Per il ritorno si può seguire la traccia di salita in direzione opposta.

Come arrivare:
Abbandonata la Val d'Adige all'altezza di Mezzolombardo, si prende per Fai della Paganella e si prosegue fino ad Andalo. L'impianto parte dal centro del paese e sale al Dos Pelà (12 Euro AR).

2 commenti:

  1. Che giornata! Che giornate! (adesso però speriamo non continui così fino a febbraio...)

    E belle foto, Cipputi :)

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  2. Oggi sono andato vicino al Passo del Grostè (zona Cima Roma). Forse ho portato a casa qualche scatto. Procedevamo per tentativi ed errori, e alla fine era troppo tardi...
    Sulle piste erano tutti russi (non riesco a distinguere fra russi, polacchi, cechi, etc.). Anche oggi
    secco e sereno.

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