La tradizionale malga con cinquanta vacche da latte aveva tutt'altro che impatto zero: cagavano e pisciavano alla grande ogni notte, dal tramonto all'alba, e l'hanno fatto tutte le estati, per decenni e per secoli, e ciascuna di loro pesava qualche quintale.
Il "carico bio" di manze a Malga Fossernica di Fuori, sopra Caoria (Lagorai).
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Nonostante ciò i pascoli alti non ne sono usciti con le ossa rotte, deser-tificati o impestati, anzi. Malghe, campigoli e pascoli sono ancora lì a dirci che l'equilibrio si ricreava di anno in anno.
👉E i paesi situati solo qualche centinaio di metri più in basso non sono stati mai decimati dal colera e dalla peste indotti dalle malghe, semmai le epidemie arrivavano dalle città e dai porti di mare.
👉E i paesi situati solo qualche centinaio di metri più in basso non sono stati mai decimati dal colera e dalla peste indotti dalle malghe, semmai le epidemie arrivavano dalle città e dai porti di mare.
Il recente Biv. Gervasutti, nel gruppo del
Monte Bianco, che ha eccitato la stampa.
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👉Il periodico trasferimento in quota di bestie e uomini aveva poi l'effetto collaterale di garantire la manuten-zione (oggi si direbbe la "messa in sicurezza") delle terre alte. I lavori fatti per portare sù questo carico "bio" hanno salvato, e continuano ancora oggi a salvare, fondovalle e pianura dai disastri idro-geologici (alluvioni e frane).
👉Questo succedeva quando sostenibilità ambientale e interesse economico andavano assieme, così assieme che non c'era nemmeno bisogno di ricordarlo.
👉Questo succedeva quando sostenibilità ambientale e interesse economico andavano assieme, così assieme che non c'era nemmeno bisogno di ricordarlo.
👉A vedere certi progetti della new-age architettonica, invece, c'è da chiedersi a cosa servano. Un bivacco che ospita sì e no un migliaio di pernottamenti all'anno viene caricato di fronzoli tecnologici che lo rendono insieme più costoso e più fragile.
Caricato di sfuggenti significati bio-etico-ecologici che chi va in montagna non sente il bisogno di esibire, un giocattolo così conquista le prime pagine ma dopo qualche stagione in quota è già in default.
Caricato di sfuggenti significati bio-etico-ecologici che chi va in montagna non sente il bisogno di esibire, un giocattolo così conquista le prime pagine ma dopo qualche stagione in quota è già in default.
👉Cos'è dunque questo culto ossessivo dell'impatto zero? Impatto zero vuole forse dire che la capsula viene trasportata in quota dall'elicottero e quello che c'è fra il paese e la capsula viene semplicemente ignorato?
Cos'è, una fissa urbanoide, un riflesso automatico di chi scrive di montagna abitando però in città? Magari nella Torre Velasca o in qualche altra location da archistar?