sabato 30 marzo 2013

Con le ciaspole sulla Bullaccia-Puflatsch (Alpe di Siusi)

Non vado all'Alpe di Siusi da diversi anni perchè le novità in arrivo da lassù non inducevano certo all'ottimismo, anzi...
Dal Monte Bulllaccia verso la Val Gardena.
La località Compatsch con gli ultimi interventi di "valorizzazione" ambientale.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Quella più preoccupante è di un paio d'anni addietro: il sindaco di Castelrotto vietava di aprire più di un cantiere edile alla volta. Un implicito invito alla cementificazione programmata, fate pure ma almeno mettetevi in fila, altro che Naturschutz (=difesa dell'ambiente). A colpirmi è anche lo scambio "meno auto più cemento" consumatosi dopo la costruzione della funivia. Comunque, chi è interessato all'argomento può fare un salto nel blog di TerreAlte (qui e qui, ma c'è anche altro) e anche cavarsi lo sfizio di sapere quanti sono gli impianti di risalita in questo "zona incontaminata". 
Ringrazio Gigi (foto e testi sono ancora una volta suoi) che mi porta qualche impressione aggiornata.
escursioni_invernali
Prima alcune informazioni: 
Il percorso in Google Earth.
● L’Alpe di Siusi ormai da molti anni è congestionata dalle auto per cui si è costruita una cabinovia che da Siusi sale al Compatsch, punto di partenza dell’escursione, con orario dalle 8,00 alle 17,00; però il biglietto A/R costa ben 14,00 euro. 
● La strada per l’Alpe è aperta fino alle 9,30 dopo di ché, fino alle 17, si può scendere ma non salire. Arrivati al Compatsch, troviamo parcheggio al costo di 14,00 euro; e dalli. Essendo in quattro per auto abbiamo optato, ovviamente, per partire in tempo da Trento e salire al parcheggio

lunedì 25 marzo 2013

Catadiottrico con duplicatore di focale

Prove come questa non hanno alcun valore tecnico; sono semplici curiosità che l'appassionato di fotografia si toglie, come è giusto che sia. Giochi senza pretese.
obiettivo sovietico a specchio
Focale normale, che corrisponde grossomodo alla visuale dell'occhio umano.
Dalla Valsugana inquadro la Val Calamento, l'intaglio che divide i Lagorai occidentali da quelli orientali e mette in comunicazione la Valsugana con la Val di Fiemme.
Un binocolo da caccia (8x) corrisponde ad un obiettivo da 400 millimetri
e questo è un'inquadratura da 1000 millimetri.
Ho piazzato il cavalletto sul muretto di cinta della chiesetta di Santa Margherita, appena sopra il fondovalle, con vista aperta verso nord. Ed ecco i risultati.
Ed ecco il risultato che si ottiene aggiungendo al catadiottrico il duplicatore
 di focale. Di sicuro non è una grande qualità, ma è ancora accettabile.
● Prima con un 50 mm equivalente, quello che si dice un obiettivo con angolo di campo "normale", della Panasonic.
● Poi con lo storico catadiottrico sovietico MTO 500 (che sulla Microquattroterzi della prova diventa un bel 1000 mm).
 Infine, e qui stiamo ormai camminando sul ghiaccio, l'MTO 500 accoppiato ad un duplicatore di focale. Siamo a un 2000 mm equivalente; un fattore di ingrandimento 20x quando un binocolo da caccia è un 7-8x. Dai binocoli siamo ormai passati ai rapporti di ingrandimento dei cannocchiali.

Il cavalletto (che ha da essere ben piantato, cioè robusto e soprattutto pesante) è indispensabile.
Per quanto riguarda i risultati, tutto sommato pensavo peggio, soprattutto con il duplicatore di focale (anch'esso di fabbricazione sovietica). E invece la qualità dell'immagine è ancora dentro i limiti dell'accettabilità.
Fotocamera Panasonic Lumix G2, obiettivi Panasonic e MTO 500.

mercoledì 20 marzo 2013

La neo-lingua nell'architettura di montagna

rovesciare il significato delle parole
Le burocrazie di Trento e Bolzano sono sollecite nella distillazione di linee-guida per la difesa dell'ambiente e del paesaggio.
Fa molto politicamente corretto: usare materiali del posto, rispettare le linee e i colori del paesaggio, rifarsi alle tradizioni locali, valutare l'impatto ambientale, etc.
👉Peccato che l'architettura contemporanea si porti appresso, con un certo entusiasmo, anche una neo-lingua che rovescia il significato delle parole. Molti architetti l'hanno rapidamente assimilata, del resto la disoccupazione preme e così, come nel "1984" di George Orwell, con certi progettisti "acculturati" la realtà si rovescia nel suo contrario. Ecco alcune perle, per semplicità tratte da un unico"concorso di idee". Sono solo le pensate del comune di Siror nel 2013 (ora pudicamente cancellate dal web) per la malga Fosse di Sopra, ma ce ne sarebbero tante altre...


Giustificazione: "La filosofia generale dell’intervento mira a instaurare un dialogo con la tipologia delle malghe trentine, non semplicemente in termini di linguaggio architettonico ma più profondamente nei suoi elementi fondanti e di ispirazione. In parallelo la ricerca architettonica si muove indagando i temi della percezione, dello sguardo, delle visuali e più in generale dell’osservare e dell’essere osservati dal paesaggio montano circostante."


Giustificazione: "Malga preesistente e nuovo edificio permangono in una condizione di particolare tensione compositiva generata dalla leggera rotazione planimetrica reciproca dei due sedimi, che paiono quasi avvicinarsi come attratti da una forza misteriosa. Il nuovo corpo costruito, simile ad una sfuggente protensione ambientale offre al visitatore multiformi possibilità di lettura percettiva ed una stratificazione compositiva [etc.]."


Giustificazione: "Un’architettura dal carattere fortemente scultoreo, protesa verso la plasticità della forma rispetto all’immagine di fondo, un rapporto dialettico per opposizione che non rinuncia ad una matericità preesistente in alcuni edifici fortemente iconici, che tipicamente si innestano in questi luoghi: le pievi montane, gli antichi insediamenti monastici, le torri osservatorio, restano infatti i riferimenti chiave anche per questo progetto contemporaneo."


Giustificazione: "Lo studio del luogo ha portato alla selezione di alcune emergenze paesistiche e di paesaggi che sono stati intesi come cardine dell’intera progettazione del nuovo edificio in quanto il contesto naturale entra a gran forza al suo interno instaurando relazione e scambio con esso anche alle diverse scale. Il processo compositivo è partito dal prendere in considerazione la tipologia tradizionale delle costruzioni ad alta quota, il tetto a falde."

sabato 16 marzo 2013

Sul Soprasasso di Trento

Il Soprasasso, con i suoi 807 metri di quota visti da Cadine, ha tutta l’aria di una collina boscosa.         (Sia il testo che le foto sono di Gigi: sempre più autonomo!) escursioni_invernali
Dal Monte Soprasasso verso Trento. Da sinistra a destra:
il Monte Calisio, il Monte Celva e la Vigolana.
La Paganella dalla cima del Soprasasso.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Tutt’altra faccenda il versante che cade nella Val d’Adige a strapiombo con un “salto” di più di 600 metri), rendendo questa “collina” molto più montagna.
Da Trento si sale verso la Val dei Laghi (Bus de Vela) e quindi, usciti da una lunga galleria, si svolta a destra seguendo poi la vecchia strada per il vicino paese di Cadine. Giunti nel piccolo centro, al semaforo si gira a destra proseguendo dritti con il Soprasasso davanti a noi.
Arriviamo così a una zona attrezzata con tavoli e panche, dove si può parcheggiare; una tabella informativa reca la mappa del “Giro del Soprasasso”.
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
Seguiamo a destra una stradina asfaltata che, dopo non molto, diventa sterrata e chiusa al traffico.
La strada sale comodamente e dopo qualche curva porta in direzione della Val dell’Adige. A un bivio un cartello indica a sinistra la direzione; si sale con la vecchia stradina militare arrivando ben presto alla deviazione che conduce alla restaurata “Fucileria” all’interno della quale si trova un registro visitatori; una breve digressione che consiglio.
Tornati sul vecchio tracciato militare, lo si segue, ormai si è sul versante della Val d’Adige, salendo con alcuni tornanti mentre il panorama diventa assai vasto. Giunti a circa 8oo metri di quota la stradina scende per poi arrivare nella spianata che ospita delle opere di guerra; un una di queste

martedì 12 marzo 2013

Rifugi alpini e architettura contemporanea

L'ultimo numero della rivista del CAI Montagne360 annuncia un convegno sull'architettura contemporanea applicata ai rifugi. Si terrà a Trento il 22 e 23 marzo prossimi. arkitettura
Una scatto che per punto di vista, inquadratura, composizione, luce e ambien-
tazione vuole valorizzare l'aspetto del nuovo rifugio (ooops! ho usato uno di
quei modi di dire ambigui: "valorizzare". Il Dottor Jekill che è in me direbbe
 piuttosto "nascondere i difetti, mettere la polvere sotto il tappeto").
La ventata modernista che sale a quote sempre più alte non mi piace.
Troppo spesso replica quanto da tempo già accade nel designdove alla carenza di buone idee è via via corrisposta la rincorsa al "lo famo strano", "facciamo qualcosa che stupisca", "innanzitutto nuovo", "fàtece emmozzionà", eccetera.
Librerie oblique, sedute scivolose, spigoli taglienti, piatti triangolari, bidet quadrati, etc.
In mezzo, anche qualcosa di buono, certo. Ma in che compagnia!
Tra il "qualcosa di buono" metterei (tornando ai rifugi) il nuovo Monterosahütte presso Zermatt (in bianconero quello vecchio, molto tradizionale, sovrap-posto alla pagina di Montagne360).

domenica 10 marzo 2013

Le cento varianti del Würstel: i quasi-Wiener

Se i capostipiti sono senz'altro il Frankfurter Würstchen  (solo maiale) e il più leggero Wiener Würstchen (misto maiale-manzo), le varianti sono numerose. Fra le più note il Meraner e il Bratwurst.
Meraner: il taglio a fettine mostra la grana grossa dell'aggiunta e mette in eviden-
za il grasso. La tradizione lo vuole cotto nei crauti e accompagnato da senape. E'
un "quasi-Wiener" che solo i cultori distinguono dall'originale. Resta netta la dif-
ferenza col capostipite Frankfurter, che era di solo maiale.
Meraner Würstel: si è affermato nel periodo d'oro, quando Merano era meta delle teste coronate e dei notabili mitteleuropei.
E' preparato con carni di maiale e di manzo. L'impasto viene lavorato con aglio, pepe e cumino.
Si aggiunge poi una quota di impa-sto a grana grossa e infine si affu-mica leggermente con legno di faggio.
Lungo e arcuato, diametro di 1-3 cm, colore rosa scuro, peso circa 50-100 grammi, insaccato in budello bovino.
Bratwurst
Il Bratwurst è di scuola germanica e nasce per la brace. Grigliato, viene
poi servito accompagnato ai crauti passati in padella e alle patate arrosto.
Bratwurst o Rostbratwurst: è un würstel a base di carne di maiale e di manzo tritate finemente. La tradizione lo vuole cotto alla griglia e servito con senape dolce e pane duro.
La prima documentazione del Brat-wurst in Germania risale al 1313 e riguarda la città di Norimberga.
E' presente in numerose varietà regionali tra cui la Nürnberger Rostbratwurst, più piccola e sottile delle altre ma assai diffusa.
La sua lunghezza è di 7-9 centimetri e un diametro di circa un centimetro e mezzo.
Aromatizzata con maggiorana e fonte di orgoglio nazionale per la regione della Franconia, dove viene servita a sei per volta, alla griglia, con crauti, patate e cren (crema di rafano).

venerdì 8 marzo 2013

Il Rif. Potz Mauer da Cauria di Salorno

Un posticino per famiglie e gente tranquilla, immerso nei boschi fra Salorno e Grumes, da una parte la Val d'Adige e dall'altra la Val di Cembra.   escursioni_invernali escursioni_Lagorai
Da Caurìa-Gfrill, verso il Gruppo di Brenta.
Una menzione particolare alla gestione, poco propensa a rincorrere le mode e consapevole che, se non si è al centro delle Dolomiti, le persone vengono solo se c'è qualcosa di diverso dal localino sotto casa.
Il posto è raggiungibile sia da Salorno che dal Lago Santo di Cembra e si trova al confine fra le due provincie autonome.
L'ampia spianata con il rifugio Potz Mauer. escursioni_invernali
Le altre foto sono in Picasa Web Album.
Arrivando da Salorno bisogna prendere la stra asfaltata che porta a Cauria-Gfrill, amena località montana con alberghetto e parcheggio (m 1.344).
Il sentiero, ampio e comodo, s'insifila ben presto nel bosco e porta senza difficoltà e con qualche saliscendi ad uno spiazzo che ospita il Bait del Zucherin (m 1.470 circa).
Da qui si scende gradualmente fino al rifugio Potz Mauer (m 1.292) che si trova al centro di una spianata nel bosco, che lo circonda tutto e che purtroppo preclude la vista sulla Val d'Adige.
Il tracciato in Google Earth.
👉Da notare che il "su e giù" che il sentiero compie nel bosco comporta, fra andata e ritorno, una salita cumulativa di 650 metri distribuita su un percorso di 13 chilometri.
Una cartina aiuta a districarsi fra le indicazioni dei numerosi sentieri e stradelle che solcano la zona.
Andata e ritorno su neve dura e a passo tranquillo: 4 ore.
👉Per chi preferisce salire dal versante cembrano, ecco il link al post col percorso che arriva dal Lago Santo di Cembra.

lunedì 4 marzo 2013

Ancora scarponi chiodati

ramponciniScovati nella ferramenta di Pergine "Gas Haus Attrezzature" (di fronte alla stazione).
Sono fabbricati da una ditta italiana del trevisano, la Gar Sport. Il modello Stelvio dispone di un originale variante sul tema "ramponcini & simili". Si tratta di due basette di plastica ribaltabili, una sotto il piede e l'altra sotto il tacco.
Usabili anche separatamente, ospitano una serie di chiodini metallici. Nelle fotografie sono i due pezzi in colore verde-blu.
Mi sono dimenticato di farmi dire il prezzo da Paolo, che ringrazio per avermeli fatti notare.
Se passate da lì potete chiedere a lui, che è anche un amante della montagna e appassionato camminatore su forestali ghiacciate, neve dura e simili, ma mai in situazioni estreme.

venerdì 1 marzo 2013

Luci dell'alba sul Monte Celva

Questo spuntone, alto appena 960 metri, guarda la conca di Trento dall'imbocco della Valsugana ed è un ottimo punto panoramico di facile accesso.
Dallo spiazzo di vetta verso la Paganella e i monti della Val di Non.

Primi raggi di sole sul Monte Bondone.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
La sua importanza strategica era ben nota ai comandi militari dell'Impero Austroungarico, che lo inserìrono nell'anello di fortificazioni chiamato Festung Trient, destinato ad assicurare la difesa della città, allora avamposto imperiale vicino al confine. escursioni_invernali
Di queste opere rimangono evidenti tracce lungo tutto il percorso. escursioni_Trento
Il tracciato in Google Earth.
La cima si trova a strapiombo sulla gola del Fersina ed è raggiungibile in un'oretta di facile sentiero lasciando l'auto al Passo del Cimirlo o addirittura al Forte Roncogno che è posto poco più in alto ed è raggiungibile tramite un breve tratto di stradetta asfaltata.
Altre informazioni sulle fortificazioni e sul percorso si trovano in un post precedente.
Questa volta ci sono salito la mattina presto, quando le cime delle montagne sono toccate dalle prime luci dell'alba e la conca cittadina rimane ancora in ombra.
Il panorama è quasi circolare, solo ad Est la mole della vicina Marzola impedisce la vista. Per il resto parlano le fotografie.