martedì 30 luglio 2013

Fotografare la corda

Durante le  discese, anche le più elementari, è un gesto obbligato, compiuto meccanicamente e subito dimenticato: lanciare la corda.
In basso a sinistra: la foto di Emilio Frisia riportata da "Meridiani Montagne" nr. 63/2013, pag. 89.
Nelle altre due, invece, Gigi qualche anno fa lungo la via di ritorno dalla Cima Grande di Lavaredo
(niente più che la via normale, ovviamente).
Prima bisogna raccoglierla in grandi anelli morbidi, un'operazione delicata e anche lunga, da fare con movimenti lenti e misurati e da completare senza intoppi, per poi lanciarla, cosa che si fa accompagnandola con un gesto ampio sperando che non si ingarbugli durante la caduta.
E così ogni volta, per ciascuna singola calata.
Eppure  nell'archivio fotografico questo momento, tanto importante durante un'ascensione, quasi mai trova il suo spazio.
👉Mi sono ricordato di questi gesti, così legati all'idea del ritorno, sfogliando l'ultimo numero di "Meridiani Montagne".
Nel mio archivio ho poi ritrovato due scatti dimenticati, fatti mentre Gigi si dava da fare per lanciare la corda il più possibile "in fuori", lontano dalla parete.

mercoledì 24 luglio 2013

I due Rifugi della Val Martello

L'arretramento dei ghiacci consente di affrontare l'alta Val Martello in scarpe da ginnastica.
Il rifugio Nino Corsi (oggi anche Zufallhütte) salendo alla Marteller Hütte.
Sullo sfondo il lago artificiale Zufrittsee-Gioveretto.
Un tempo i ghiacci e le nevi perenni del Cevedale scendevano dal passo della Forcola fino al rifugio Marteller Hütte, che affiorava da uno spuntone di roccia circondato dalla neve fino a stagione avanzata.
Il rifugio Marteller Hütte visto dal sentiero 37 durante il ritorno a valle.
Al centro della foto si distinguono le vette gemelle del Cevedale e della
Zufallspitze. Sullo sfondo a destra la cima del Königspitze-Gran Zebrù.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
Oggi davanti al rifugio passano gli escursionisti col rampichino; arrivano dal dirimpettaio Passo Madriccio (sì, quello sopra il rifugio Città di Milano, a Solda).
Più in basso, su un piatto risalto roccioso, c'è il rifugio Nino Corsi, un pezzo di storia dell'alpinismo.
Questo giretto di inizio stagione l'abbiamo fatto salendo dapprima allo storico Rif. Nino Corsi (Zufallhütte), un evergreen ben conservato. Poi dal suo pianoro roccioso abbiamo risalito, lungo un sentiero ottimamente tracciato, la costa sassosa e ripida che porta ai 2.610 metri del Rif. Martello, ormai anch'esso lontano dal fronte del ghiaccio.
Il ritorno a valle l'abbiamo fatto ad anello, lungo il sentiero numero 37, una new entry relativamente recente, che passa fra le morene che il ghiacciaio si è lasciato alle spalle da qualche anno e che infatti si chiama "sentiero glaciologico".
Il giro di rientro invita a qualche sosta prima di calare di nuovo nella zona dei parcheggi. Diciamo tre ore in tutto.
Dai parcheggi di Paradiso del Cevedale (m 2.050) fino al rifugio alto ci sono 540 metri di dislivello che si percorrono in un'ora e mezza. Con l'ampio giro di rientro il tempo totale sale a quattro ore. escursioni_estive

lunedì 22 luglio 2013

Lo Zwiebelrostbraten

E' un vigoroso piatto unico della tradizione asburgica, che é approdato
stufato di manzo con cipolle
Oggi lo Zwiebelrostbraten viene a volte presentato come "piatto tipico della
tradizione contadina". In realtà un tempo la carne di manzo, e ancor più quella
di vitello, erano un lusso che solo i ceti benestanti potevano concedersi. Nelle
cucine dei masi i piatti che si cucinavano erano altri, appartenevano ad una
cucina povera nella quale largo spazio era dedicato al riuso degli avanzi e
agli alimenti conservati.
qui dalla Mitteleuropa.
Si può tradurre con "costata di manzo con cipolle", "arrosto di manzo con cipolle", "roast beef con cipolle", "bistecca di manzo con cipolle".
👉Comunque lo si chiami è sempre lui; una volta era un piatto popolare e senza pretese, presente in tutte le trattorie perchè imbastito con carne povera, dura e sottile, oggi è sempre più simile ad una bistecca alla fiorentina senz'osso, tenera e soprattutto abbondantemente guarnita di cipolle al sugo.
Il tutto viene cotto in padella col burro e con un po' di farina aggiunta al grasso di risulta. Va accompagnato da una bella porzione di Röstkartoffeln (patate arrosto abbrustolite) e birra.
👉Qui a casa ho anche provato a replicarlo sotto forma di "brasato di scottona con cipolla" con risultati così così. Davvero, é il know-how che scarseggia.

venerdì 19 luglio 2013

Sulla cima del Monte Rite

Prima di Messner il Monte Rite (m 2.183) era ignoto ai più, nonostante la posizione che assicura panorami apertissimi e che a suo tempo suggerì al Regio Esercito di piazzarci un grande forte strategico.
Il Gruppo del Bosconero visto dal piazzale dell'ex-forte della WW1.
Dalla cima del Monte Rite lo sguardo spazia su Pelmo, Civetta, Marmolada, Tofane, Sorapis, Antelao, Marmarole, Schiara, Agnèr, Cimon della Pala, solo per citare i monti principali. escursioni_estive
Il tracciato in Google Earth.
Dopo esserci macinati un bel po' di chilometri, lasciamo l'auto a Forcella Cibiana (m 1.530) e saliamo a piedi; un sentiero ben tracciato ma provato dalle forti piogge primaverili taglia i numerosi tornanti della strada militare di arroc-camento, oggi notevolmente allargata e servita da un bus-navetta nei mesi estivi.
Dopo due ore scarse di piacevole cammino sulla vetta troviamo (oltre agli incredibili panorami) il gabbiotto che funge da fermata per il bus-navetta, la piastra sommitale del grande forte della WW1, il rifugio ricavato in un'ex edificio militare, tre ripetitori telefonici di recente costruzione e anche l'MMM (Messner Mountain Museum) con le sue torrette di vetro e acciaio.
La Valle del Boite in direzione di Cortina ripresa dal forte di vetta.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Un bel po' di roba per essere in un sito che si fregia del "logo" Dolomiti Unesco.
Il tempo nuvoloso non riesce a spe-gnere l'ammirazione e la sorpresa per i panorami; da qui si vedono solo e soltanto Dolomiti: a Nord, a Sud, ad Est e ad Ovest.
Il resto, purtroppo, non pare all'al-tezza dei panorami. La  cima del Rite, dopo il battage pubblicitario e i soldi pubblici degli ultimi anni, sembra oggi in bilico fra buone intenzioni e sfregi ambientali con

lunedì 15 luglio 2013

Le bruschette estive alla Paolo

Pomodori piccoli (tipo ciliegini) e ben maturi tagliati a scacchetti. Aggiungere poi aglio e foglie di basilico fresco, entrambi ben tritati.
Il pane ha da essere pane di grano duro, tipo quello pugliese, per capirci. Riesce sempre meglio.
Questo pane è stato abbrustolito un po' troppo, però nessuno si è lamentato. 
E' tutto molto semplice, ma per la buona riuscita tenere presente due punti.
👉Ricordarsi che il trito di pomodorini, basilico e aglio va lasciato riposare  una notte in frigo per dare tempo agli aromi di amalgamarsi per bene. 
👉Togliere il basilico e l'aglio prima di portare in tavola il composto da condimento e comunque prima di spalmarlo sul pane scottato al fuoco. Oltre ad evitare fastidi ai commensali, in tal modo si evita anche di dover sfregare con l'aglio la superficie del pane, un'operazione che altrimenti sarebbe d'obbligo.
👉E alla fine, il composto va anche spolverato con peperoncino in polvere e soprattutto condito con del buon olio di oliva. 

domenica 14 luglio 2013

Sul Trudner Horn da Gfrill

Il Trudner Horn-Monte Corno (m 1.781) si trova al confine fra le provincie autonome di Trento e di Bolzano, fra i solchi dell'Adige e dell'Avisio. 
Dalla Horn Alm-Malga Corno: vista verso la Val di Fiemme.
Dà il nome al Parco Naturale omonimo e fa parte delle Alpi d'Avisio ma i monti che lo circondano sono molto più famosi e così finiscono col monopolizzare l'attenzione dei grandi flussi turistici.
Dalla vetta: vista sulla Bassa Atesina e sulla Mendola.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Eppure i suoi rilievi boscosi, per la loro posizione mediana rispetto ai gruppi più noti, offrono panorami vari ed aperti in un contesto montano non impegnativo e adatto a tutti e a tutte le stagioni. Soprattutto le mezze stagioni, direi.
👉Dal parcheggio di Gfrill-Caurìa (m 1.330) alla cima (m 1.781) ci sono 450 metri di dislivello, che diventano 630 circa se si tiene conto dei saliscendi. Sia le foto che il testo sono di Gigi.

Il tracciato in Google Earth.
"Raggiunto il paese di Salurn/Salorno, seguendo le indicazioni stradali, saliamo in loc. Buchholz/Pochi per proseguire fino a raggiungere il bel paesino di Gfrill/Cauria. Qui troviamo, nei pressi della Chiesa, un comodo parcheggio a fianco di cui c’è una stradina con i segnavia per Malga Corno (Sentiero Europeo n° 5).
Lasciata l’auto, seguiamo la sterrata non prima di aver scattato qualche bella foto; Gfrill, infatti, sorge in un’invidiabile posizione panoramica; sullo sfondo una splendida vista sulle Dolomite di Brenta.
Entrati nel bosco, poco dopo i segnavia ci fanno prendere a destra una mulattiera che taglia alcuni tratti della forestale.

venerdì 12 luglio 2013

Glorenza città murata

Quella che vediamo oggi, completamente circondata da mura d'aspetto medioevale, è in realtà una città relativamente moderna.
Glorenza come appare dalla collinetta di Tarces, cioè da Nord. La chiesa paroc-
chiale (che è fuori le mura e oltre il fiume Adige) è visibile nella parte alta della
foto, alle pendici del Piz Chavalatsch. Il nucleo alto-medioevale venne ingloba-
to dalla cinta muraria cinquecentesca.
Glorenza Glurns
In questo disegno la città è vista da Sud, (da un vecchio numero della rivista "Airone").
La Glurns-Glorenza medioevale fu infatti completamente rasa al suolo nel 1499 durante la guerra sveva, che opponeva l'imperatore Massimiliano I alla coalizione svizzera dei Tredici Cantoni.
Successivamente l'imperatore la ri-costruì munendola di una cinta mu-raria che si è poi conservata integra perchè nel frattempo l'introduzione dell'artiglieria aveva reso obsolete le mura alte e strette, ma fortunatamente la città non incappò più in battaglie, e la cinta muraria si salvò.
Praticamente intatta, si é conservata fino ai giorni nostri.
La Schludernstertür o porta di Sluderno da cui entrava in città chi proveniva da Merano; l'Adige che lambisce il tratto Sud delle mura; un tratto della cinta con una delle tre porte-torri di ingresso. Le mura inglobano altre sette torri di rinforzo rotonde.

martedì 9 luglio 2013

Anello sul Monte Altissimo di Nago

Estrema propaggine settentrionale della catena del Monte Baldo, l'Altissimo è il dirimpettaio del Monte Stivo e una facile meta che si raggiunge su strada bianca. escursioni_estive
L'ampia vetta erbosa coperta dalle nuvole.
La vetta erbosa e pianeggiante non presenta pericoli di sorta ed offre un panorama circolare davvero im-portante (quando non ci sono le nuvole).
Fra i prati della vetta pianeggiante c'è il rifugio "Damiano Chiesa", dotato di un bel locale invernale con i letti a castello.
Pastori sulla vetta del Monte Altissimo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Già, perchè ci si può arrivare senza problemi anche d'inverno, sempre partendo dal "rifugio" Graziani alla Bocca di Creer, che si raggiunge su strada asfaltata proveniente da Brentonico.
Noi siamo partiti ed arrivati immersi nella nebbia di questo inizio d'estate così umidiccio.
Qualche breve e parziale schiarita ci permette di fotografare solo il rifugio, ma non il Lago di Garda e tantomeno i monti che pure si indo-vinano dietro la coltre lattiginosa.
Piccolo spuntino per tirarla in lungo, sperando in una schiarita.
Il tracciato in Google Earth.
Alla fine, rassegnati, scendiamo con ampio giro tra i prati dalla parte di Malga Campo.

Come arrivare: da Rovereto si sa-le a Brentonico e si prosegue, sem-pre su strada asfaltata, per San Va-lentino proseguendo dritti fino al ri-fugio Graziani che si trova alla base del monte alla Bocca del Creer (m 1.620  - parcheggio). La strada bianca che inizia da qui ci accom-pagnerà fino al rifugio "Damiano Chiesa" (m 2.060). Il cippo di vetta è nei pressi, a 2.079 metri.

sabato 6 luglio 2013

L'inverno che non finisce mai (e il riscaldamento globale?)

Ormai è arrivato luglio, ma i tentativi di rivitalizzare l'orticello portano a magrissimi risultati.
Piogge e cieli coperti a ciclo continuo, ormai da mesi. L'estate deve ancora arrivare e l'orto è andato. Le insalate marciscono o semplicemente muoiono, i pomo-dori languono e devono ancora fiorire. Notizie simili rimbalzano dai vicini e arrivano da amici che abitano dall'altra parte del Trentino.

Però contemporaneamente i gior-nali pubblicano news sul global warming e sulle strategie che l'indu-stria agro-alimentare mette in atto per scongiurarne le conseguenze.

Come la notizia sui vignaioli pie-montesi, che sembrano voler ripe-tere la strategia aziendale messa in atto qualche anno fa dalla trentina Lunelli (spumanti), quando acquistò e mise a vigna nuovi terreni in Val-sugana, dove la temperatura estiva è di qualche grado più bassa che in Val d'Adige e quindi più adatta alle uve bianche.

giovedì 4 luglio 2013

A Guardia di Folgaria

Passeggiata nel bosco per andare a vedere il "paese dei murales".
altipiano di Folgaria
Guardia di Folgaria: una delle fontane sullo sfondo di Folgaria e Vigolana.
E' questo infatti l'appellativo di Guardia di Folgaria, piccola frazione sperduta nelle pieghe dell'altipiano che altrimenti non saprebbe come farsi notare.
Guardia è un grazioso borgo in cima ad un costone a 875 metri di altitudine, affacciato sulla vallata del Rio Cavallo, di fronte all'Altopiano di Folgaria.
Il tracciato in Google Earth.
Nell'antichità era probabilmente un presidio in quota dell'importan-te Castel Beseno, il quale da un colle dominava il solco della valle dell'Adige e sbarrava la via per l'altopiano di Folgaria difendendo così Trento, la capitale del Prin-cipato Vescovile.
Vedi le altre foto in Google Foto.
In tempi recenti Guardia è diventato "il paese dipinto", dopo che qual-cuno ebbe l'idea di far dipingere dei murales sulle facciate delle case. L'iniziativa prese piede e, di anno in anno, arrivarono in paese artisti per lasciare una traccia della loro arte sui muri delle case di Guardia.

L'escursione: lasciamo l'auto nei parcheggi lungo il rettifilo che taglia il centro abitato di Folgaria e ci dirigiamo all'inizio del sentiero che, opportunamente segnalato, inizia 500 metri più a valle, sulla sinistra. All'inizio il percorso perde quota, supera un tratto segnato da inter-venti chiaramente finanziati con soldi pubblici: dapprima una strada lastricata che vorrebbe essere pedonale ma che taglia il pendio lungo la linea di massima pendenza e poi un enorme, sovradimensionato "centro ippico" che,

lunedì 1 luglio 2013

"Padania Classics"

I nostri i vicini di casa meritano attenzione perchè si dilettano in giochi autodistruttivi che possono diventare pericolosi per tutti.
speculazione edilizia
La serie completa di "Padania Classics" (tutte immagini vere).
Fra le loro più pericolose aspirazioni, infatti, c'è quella di esportare il modello padano anche tra le montagne.
 "Padania Classics" è una raccolta di fotografie che esplorano i paesaggi dell'ex Lombardo-Veneto. L'autore, Filippo Minelli, ha anche dato vita a una istruttiva raccolta di scatti in Facebook e viene qui intervistato da "L'Inkiesta".
L'iniziativa si ispira al libro di Eugenio Turri "La megalopoli padana", del quale sembra costituire l'appendice iconografica. Le immagini hanno in comune "un filo conduttore stilistico, basato sull’assurdo e sullo stupro del paesaggio e del territorio in funzione dell’impresa, senza nessuna mediazione".