giovedì 30 gennaio 2014

Il bar della stazione di Ora (colori cubani su sfondo jazz-club nella terra degli Schützen)

Atmosfera e dettagli. Ruspante quanto basta, giusto quel filo in meno di Charles Bukowsky (ma anche di Keith Richards). Gestione ARCI.
Questo bar anomalo è ospitato nella vecchia stazione della ferrovia Ora-Pre-
dazzo assieme al "Piccolo Teatro Aur-Ora". La linea della Val di Fiemme ri-
mase in servizio fino al 1963, poi fu sacrificata alla motorizzazione di massa.
In questo baretto fuori dagli schemi i telefonini non urlano e l'atmosfera è raccolta, quasi da chiesa metodista, eppure è evidente che non è un posto da preti ma da gente che sa apprezzare la vita.
Niente particole, ma panini e birre e, volendo, anche vini da intenditore.
Citazioni jazz dappertutto. Colori pastello passati a mano, mobili retrò e/o
dismessi cioè vecchi (qualcuno direbbe vintage).
👉Al mattino è un bar "da contempla-zione" come certi Barolo che rifiutano la fretta e non accettano di essere sorbiti in piedi davanti a un banco di perspex con la techno in sottofondo e le bollicine dentro.
👉Questo è un posto che va d'accordo anche con cappuccini e cornetti; nessuno vi guarderà storto come in certe birrerie seriali, non siamo nella padania-bamba di Maurizio Fugatti e nemmeno in certe osterie soprav-vissute a sè stesse stile Eva Klotz.
Dietro al bancone un quadruplice pannello dipinto che richiama le vecchie
reclame del turismo dolomitico tra le due guerre.
👉A meno di cinque minuti da qui l'inverno frenetico dei forzati dello sci continua a produrre code incazzose, sia all'andata che al ritorno.
Con tutti i loro check, i loro pass, i giornalieri e le tanto bramate ma altrettanto elusive "emozioni", i forzati rimangono per fortuna a distanza di sicurezza, cioè fuori dai piedi.
Qui niente bombardino o grappa alla fragola, che passino all'autogrill, accidenti...
👉Insomma: tornato a casa ho tirato giù dallo scaffale "Natura Morta con Custodia di Sax", che se ne stava lì dal 1998, e questo mi pare un buon segno; ritrovare certe tonalità dopo il ventennio-bamba è di buon augurio, specie se il tavolino accanto è occupato da un gruppetto under trenta.


lunedì 27 gennaio 2014

"Holidays in Tyrol" di Walter White

Tradotto per la prima volta in Italiano nel 2012, si affianca ai classici dell'esplorazione turistica delle Dolomiti, alla pari di Amelia EdwardsJosiah Gilbert and George Churchill, Francis ed Elisabeth Tuckett.
La Libreria Campedel vende anche via web.
Pubblicato nel 1876, il testo fa il resoconto di una serie di viaggi nel Tirolo e nelle Dolomiti compiuti fra il 1869 e il 1875 dal letterato inglese Walter White.
👉Ci riporta il fascino dell'epoca dei pionieri attraverso la esplorazione delle valli e dei paesi interni ai "monti pallidi": dal Cadore all'Agordino, all'Ampezzano, da Collalbo alle valli Gardena, Badia e Fiemme, fino a Paneveggio e al Primiero
Il lavoro si distingue per la cura dei dettagli, la descrizione minuziosa di persone, luoghi, attrezzature e inoltre per l'attenzione ai tratti socioeconomici delle Dolomiti. 
Per una presentazione più articolata, vedi l'articolo comparso su "Il Corriere delle Alpi".
Il testo originale inglese completo di illustrazioni è invece consultabile in copia anastatica nel sito www.archive.org.

Walter White, "Dolomiti & Dintorni,Taccuino di Viaggi
1869-1875", Nuovi Sentieri Editore, Falcade (BL), 2012.

mercoledì 22 gennaio 2014

Sul Corno Battisti (ciaspolando dentro la storia)

Cittadino austriaco, disertore e traditore dell'Imperatore per gli austriaci, eroe irredentista per gli italiani. Fu "divisivo" da vivo e lo divenne ancor più da morto.
Il gruppo del Pasubio visto dalla sommità del Corno. Nelle immediate vicinanze  Cesare Battisti fu catturato nel luglio del 1916.
Dal Corno Battisti verso occidente. La Val d'Adige rimane coperta dalla dorsale
del Pazul e sullo sfondo è visibile il tratto di fronte fra il Carè Alto e la Presanel-
la con davanti la lunga costiera che va dal Cornetto del Bondone al Monte Sivo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
A guerra finita il fascismo trionfante se ne appropriò intestandogli il mausoleo del Doss Trento, con grave imbarazzo dei socialisti e sincera incazzatura della famiglia.
E più avanti, quando al ventennio fascista seguì il cinquantennio democristiano, Battisti divenne un eroe "senza aggettivi", asettico, spendibile sia a destra (nazio-nalitario) che a sinistra (progressista).
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
👉L'uomo era figlio della buona borghesia del Trentino asburgico e di sentimenti irredentisti, cioè filo-italiani. Inoltre e soprattutto era una testa calda socialista, laica, progressista, anticapitalista.
Come le due cose potessero andare d'accordo resta per me un mistero, roba da diavolo e acqua santa.
Studiò a Firenze e fu da subito dirigente del partito socialista, quando socialismo significava ancora rivo-luzione sociale, progressismo e idealità umanista.
Nell'austriaco Trentino/Welschtirol
emerse rapidamente come dirigente politico e qualificato esponente della minoranza italiana, sempre in aspra polemica col proto-democristiano

lunedì 13 gennaio 2014

All'antico maso Kofler zwischen den Wänden

Il maso Kofler completa il nome con zwischen den Wänden, cioè "fra le pareti" (rocciose), un'allusione alla sua posizione, al tempo stesso protetta e difficile da raggiungere.
E' stato uno dei masi di montagna più isolati del Sudtirolo. L'edificio originario è
ancora ottimamente conservato, come si vede nella foto, anche se nel 1995 è
stato raggiunto da una strada che ora serve anche i turisti che affollano l'agritur.
Nascosto alla vista, si trova in posizione esposta e difficile da raggiungere, su un pendio assai ripido tra Ahornach/Acereto e Rein in Taufers/Riva di Tures.
Il maso è abbarbicato ai suoi ripidissimi prati falciabili e schiacciato tra due pa-
reti rocciose, una sopra, l'altra sotto. Le generazioni che l'hanno salvato dal de-
finitivo abbandono non sono certo composte da bamboccioni (agosto 2013).
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
👉E' arroccato a quota a 1.530 metri, a precipizio sulla stretta Reintal/Val di Riva, lungo il sentiero che un tempo collegava il paesino di Ahornach con Rein in Taufers e che oggi è diventato una "alta via" turistica, la "Durreck Höhenweg".
👉A quanto risulta il maso fu ricostruito nel sedicesimo secolo (la sua origine sarebbe dunque più antica); ha mantenuto parte del suo aspetto originale anche oggi, dopo che l'isolamento estremo è stato vinto da una strada di servizio che si aggiunge a radio, televisione, telefono e internet nell'abbattere le distanze, sconfiggere l'isolamento e rendere meno bui e più brevi i gli otto mesi invernali.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉Trasformato in affittacamere-agritur-Fremdezimmer nel 1995, si può raggiungere anche a piedi con un sentiero di circa un'ora e mezzo che sale dalla fondovalle ed è marcato col numero 5. Sottoposto a regolare manutenzione, fa dimenticare la traccia stretta e pericolosa che tanto impressionò Alto Gorfer quando nel 1972 vi si recò col prete del paese (giungendo però da Ahornach/Acereto) per documentarsi sulla vita degli ultimi contadini di montagna, un'esperienza poi inclusa nel libro che chiamò "Gli eredi della solitudine".
Nel web non mancano i riferimenti al maso Kofler, che viene frequentemente inserito all'interno di escursioni più lunghe, come questa, o quest'altra.
Ma con Gigi preferiamo salire a piedi partendo dalla

giovedì 9 gennaio 2014

Il modello Gervasutti, che va dove lo porta il cuore...

Concepita dagli agitati della modernità e messa in orbita dai giornalisti ammalati di scoop, questa tossina mediatica è atterrata nella Russia malavitosa di Eltsin e Putin.
architettura di montagna cafonal
Avevano cominciato con il bivacco Gervasutti (Monte Bianco) ma ora sembrano
aver trovato un partner più consono e meno problematico del nostro CAI nella
"nuova Russia" ambigua e schiamazzante che si impone con soldi e metodi di
dubbia origine (qui in Trentino sono emersi col caso "Cermis III" a Cavalese).
L'estetica a volte esprime una vocazione che porta in sè il proprio destino (mi vien da dire).
E quest'affare trasmette la sensazione di estraneità di un potere transfrontaliero che si riconosce e si scambia pacche sulle spalle alla faccia di tutto il resto.
Le tessere di questo giocattolo modulare finiscono così al loro posto: sono cadute lungo la via normale all'Elbrus, in mezzo al ghiacciaio del versante meridionale, a 3.912 metri di quota sotto le due vette gemelle, a 5.650 metri sul livello del mare.

sabato 4 gennaio 2014

Pernottare al Becherhaus/Rif. Biasi al Bicchiere (Val Ridanna)

Eh sì, questo è ancora un rifugio vero, dove il gestore è in piedi alle sei del mattino e prepara la colazione, non si limita a lasciare un thermos caldo sul tavolo la sera prima.
becherhaus
L'alba proietta l'ombra del rifugio sul ghiacciaio di Malavalle, un quadro che da solo vale la fatica dell'ascensione. Sullo sfondo sbuca il cono dello Zuckerhüttl/Pan di Zucchero, ormai in territorio austriaco, tra la e Sonklarspitze/Cima di Malavalle a sinistra  e la WilderPfaff/Cima del Prete a destra.
Il cono roccioso del Becher/Bicchiere (in alto a dx) dai pressi del lago Übeltal.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Con i suoi 3.190 metri è il rifugio più alto delle Stubaier Alpen/Alpi Breonie. Si trova in incredibile posizione di fronte al ghiacciaio più grande delle Alpi orientali (la Übeltalferner/Vedretta di Mala-valle), appollaiato su un grande cono roccioso, il Bicchiere appunto (Becher in tedesco sta per "tazza").
E' stato ristrutturato da poco, anche i cameroni sono lindi e puliti, completamente rivestiti in legno.
Il tracciato in Google Earth.
I nuovi metri cubi hanno inglobato la vecchia struttura, l'edificio è grande, alla fine i piani sono cinque, ma dalle foto si vede che l'impatto non è dei peggiori, forse è anche il legno ad aiutare.
Il menù è fisso, c'è un solo tipo di vino (merlot) e di birra (Forst). Capricci al minimo, puntualità ed efficienza teutonica.
Settanta persone nella sala da pranzo, niente code, niente attese, niente schiamazzi, per lo più la gente parla e scherza senza disturbare.
Sono l'unico italiano questa sera e il gestore si rivolge esplicitamente a me quando annuncia e traduce "per gli italiani" il menù: minestra in brodo, riso con peperonata e carne al sugo, pane, dessert.
Ci sono tedeschi d'ogni latitudine e nazionalità: da Lubecca a Monaco, da Innsbruck a Bolzano. Di alcune parlate colgo a stento qualche parola.
La salita dal parcheggio è lunga e faticosa.
Ai 1.776 metri di dislivello bisogna infatti aggiungere le sostanziose perdite di quota dopo il rifugio Vedretta Pendente, che portano il totale a ben 2.200 metri, tutti in una giornata.
Le guide parlano di "almeno sei ore".
Al netto delle soste, il GPS ha