lunedì 31 marzo 2014

Fuga sul Kenia

Nei paesi anglosassoni il resoconto dell'avventurosa scalata della Point Lenana (Punta Lenana, terza cima del massiccio del Mount Kenya), è un libro di culto, innanzitutto fra gli alpinisti.
La prima edizione in lingua italiana è del 1947 (Ed. L'eroica) e si intitolava "Fuga sul Kenia". Fu riedito prima nel 1967 e successivamente nel 1991 dal Centro di Documentazione Alpina di Torino che poi lo ristampò anche nel 2001. Nel 2012 arriva l'edizione di Corbaccio, sempre con lo stesso titolo. A toglierlo dall'oblio italiano è arrivato oggi "Point Lenana" che non è una semplice riscrittura del libro di Benuzzi ma piuttosto quello che in inglese si definisce companion, come quei libri che danno al lettore
curioso gli strumenti per cogliere tutti quei riferimenti che nell'originale sono dati per scontati, e che quindi vengono solo accennati o addirittura sottointesi.
L'improbabile impresa fu posta in atto da tre prigionieri di guerra italiani che fuggirono da un campo di prigionia inglese e vi fecero ritorno 17 giorni dopo, a impresa compiuta, suscitando l'ammirata considerazione del chief britannico.
L'edizione inglese fu scritta da Felice Benuzzi durante il resto della prigionia e fu la prima ad uscire, nel 1946 (1953 secondo Wikipedia), con il titolo "No Picnic on Mount Kenya".
All'estero l'avventura dei tre italiani divenne rapidamente un libro di culto e conobbe ben 25 diverse edizioni in lingua straniera.
In Italia, viceversa, nonostante le numerosi edizioni, la diffusione rimase sempre limitata ad una cerchia di amatori del genere.

domenica 23 marzo 2014

Il Monte Cengledino dalla Val Breguzzo

Si trova proprio alle spalle di Tione ed è una cima molto panoramica.
La Val Rendena dalla vetta del Cengledino. Sulla sinistra la veduta comprende sia il Carè Alto che Cima Presanella. Al centro, tra la foschia dietro il Passo di Campo Carlomagno, si intravvede il Monte Luco, che fa parte della catena delle Maddalene. Infine, sulla destra, il Brenta nel suo intero sviluppo, dalla catena settentrionale fino alle propaggini sopra Tione.
La conca di Tione con le Alpi di Ledro in primo piano. Sullo sfondo la catena
dei Lagorai, la costiera Bondone-Stivo , i monti della Valsugana, il gruppo del
Pasubio, le Piccole Dolomiti e la catena del Monte Baldo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Lo sguardo spazia dalle vicine vette del massiccio dell’Adamello a quelle della Presanella, dalle Alpi di Ledro alla catena del Monte Baldo per poi chiudere il cerchio con un'ampia veduta dell'intero gruppo delle Dolomiti di Brenta.
Con le ciaspole la via più battuta prende quota dal lato della Val Breguzzo ed è quella che noi seguiamo.
Sorpassata la Malga Lodranega e usciti dal bosco, si raggiunge la soprastante Malga Campo Antico.
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
Da questo punto in poi si procede sempre in campo aperto, con percorso libero. La nostra traccia GPS ricalca il percorso lungo la cresta sud-est, che è il più battuto. Può quindi tornare utile a chi dovesse salire per primo dopo una nevicata.
Arrivando in cima il biglietto da visita non è dei migliori: un ripetitore è la prima cosa che si avvista. Una volta arrivati ci si accorge che non esiste una vera e propria vetta ma piuttosto un bel pianoro sommitale la cui massima elevazione si trova 200 metri più a nord-ovest.
Quote e dislivelli:

sabato 22 marzo 2014

La boutique del salame

I balconi fioriti e le vetrine delle macellerie sudtirolesi sono una festa per gli occhi.
boutique dello speck
Anche qui, come in tutto il Sudtirolo la parte del leone spetta
allo Speck e agli insaccati di maiale.
Da qualche tempo uno storico punto vendita sotto i portici di Merano ha cambiato pelle e si presenta in una veste completamente rinnovata. Questo negozio che ha aperto i battenti nel lontano 1930, ha cambiato natura. Non ha più nulla del vecchio negozio del macellaio, ora è gastronomia da asporto.
👉Centrato su salumi e speck, mette in vendita anche prelavorati come i canederli (ne ho contate otto varietà), cordon blue, bistecca di vitello impanata da cuocere a casa, la carne salmistrata e poi ancora piatti pronti come gnocchetti di spinaci, spezzatino di vitello, pollo allo spiedo, arrosti, Goulaschsuppe, eccetera.
Ha anche degli spazi riservati ai formaggi e alle bevande e inoltre c'è uno spazio dedicato al pesce fresco, in marcata discontinuità con la tradizione locale.
Il negozio ha sempre alle spalle la storica macelleria industriale Gottfried Siebenförcher con sede a Gargazzone; con l'ultima ristrutturazione ha assunto un aspetto da front-end forse un po'  modaiolo, ma pulito e gradevole. Prezzi normali.






mercoledì 19 marzo 2014

Le Malghe di Coredo dalla Predaia

Con le ciaspole per boschi e forestali, fino alla Wetter Kreuz (la"croce del temporale", ormai in terra tedesca).
Un facile e rilassante itinerario estivo che d'inverno si rivela parecchio più impegnativo.
La Wetter Kreuz (croce del temporale), posta lungo il confine fra le due
province autonome. Simili croci, che fanno parte delle più antiche tradizioni
dei contadini di montagna, sono ancora presenti in molti posti del Sudtirolo;
a loro si affidava il compito di proteggere uomini e raccolti dal cattivo tempo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.

L'idea iniziale era di arrivare fino alla Testa Nera del Roen/Schwarzer Kopf, il noto affaccio panoramico dell'alta Val di Non sulla Bassa Atesina. Ma la ripetizione invernale della lunga camminata che dalla Predaia porta alla Testa Nera del Roen e ai suoi panorami si è rivelata più faticosa del previsto.
Scarica la traccia GPS da Every Trail.
La tanta neve e la traccia non sempre battuta mi hanno convinto ad abbreviare il giro, saltando la salita alla Testa Nera. Dalla bocchetta che ospita la Wetter Kreuz/Croce del Temporale sono sceso direttamente alla Malga Vecchia di Coredo, subito imitato da Paolo. Solo il vecchio Gigi ha sfoderato la riserva di testardaggine necessaria per la Testa Nera. Utilizzerò le sue foto per un confronto con i panorami estivi, qui ci sono solo quelle fino alla Wetter Kreuz (e ritorno).

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.396 (Rif. Predaia)
Quota massima raggiunta: m 1.868 (appena sopra la Bocca di Val Calana che è a metri 1.844)
Dislivello assoluto: m 472 (quote cartina)

venerdì 14 marzo 2014

La Promenade Laurana-Abbazia-Volosca

Questa è una meta che da sola merita un viaggio.
Questo bellissimo percorso si snoda per dieci chilometri (dato GPS, i siti web parlano di 12) a pelo d'acqua fra giardini, ville e hotel d'altri tempi, sfiorata ma non travolta dal cafonal adriatico dell'ultimo ventennio. Il pezzo più bello rimane a mio avviso il tratto fra Laurana e Abbazia ma in fondo è solo questione di simpatie perchè in ogni suo tratto è in realtà da raccomandare.
Il percorso si svolge forse due metri più in alto della battigia e pochi metri più
in basso della strada litoranea che corre parallela, a pochi passi di distanza,
ma sembra lontana anni luce. Il tratto iniziale, vicino all'antica Laurana, è
tutt'ora il più integro, insomma quello meglio conservato.
Ci troviamo in presenza di una una Promenade sul tipo della Tappeiner di Merano o della Sant'Osvaldo di Bolzano, con la differenza che corre interamente in riva al mare perchè ci troviamo nel Golfo del Quarnaro.
La passeggiata può essere interrotta in qualsiasi momento per prendere il trolej
(l'autobus urbano) che collega Rijeka con Lovran; da qualsiasi punto in quattro
passi si può raggiungere la più vicina fermata.
L'unico paragone che mi viene in mente è con la Via dell'Amore alle Cinqueterre,
in Liguria. Ma qui l'atmosfera non è agreste ma decisamente asburgica, nè può
essere altrimenti visto che siamo sulla vecchia Küstenland, il litorale adriatico
frequentato dalle teste coronate della Mitteleuropa ottocentesca.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
Fu magistralmente reaizzato quando qui c'era ancora l'impero asburgico ed è riuscita a sopravvivere alle più difficili stagioni: dalla belle epoque cosmo-polita e colonialista al fascismo italiano di Mussolini, dal comunismo auto-gestionario e anti-sovietico di Tito, al nazionalismo balcanico di Tudjman (che si fa riconoscere per l'invadenza cementizia).
Il tracciato in Google Earth.
I segni della storia ci accompagnano per tutto il percorso.
Io l'ho percorsa partendo da Laurana dove la passeggiata ha un inizio davvero spettacolare nel parco che fronteggia il vecchio Hotel Park.
Per chi parte da qui il punto di arrivo è al mandracchio di Volosko/Volosca il centro costiero che non era affatto, a dispetto dei depliant turistici attuali, un caratteristico villaggio di pescatori, ma il centro amministrativo distrettuale da cui dipendeva anche Abbazia.
Opatja/Abbazia venne infatti creata dal nulla, in funzione turistica, e prima del 1844 era del tutto priva di qualsiasi importanza.
Infatti quando nel 1822 Fiume venne assegnata all'Ungheria, Volosca formò uno dei tredici distretti ed entrò a far parte del circolo di Pisino e subordinata al governatore di Trieste.
Volosca era sede di un Capitanato distrettuale che abbracciava quasi tutta la regione liburnica e la carsica orientale.
Per i professionisti della promozione turistica (si dice così, ma in realtà si tratta di vieta propaganda) dire "caratteristico paesino di pescatori" suona decisamente meglio.

giovedì 6 marzo 2014

La vecchia ferrovia della Val di Fiemme

La "vecia ferovia" Ora-Predazzo è sepolta nel paesaggio, piegata da cinquant'anni di civiltà dell'automobile.
Il viadotto di Gleno, appena sopra Montagna.
Ma se si scende dall'auto e si sa cercare, qualche segno emerge ancora qua e là, in luoghi dimenticati dall'euforia cementizia che ha portato auto e seconde case dappertutto.
Sono angoli di territorio risparmiati più che altro per caso, grazie alla disattenzione o al disinteresse della speculazione edilizia, più attratta dalle zone sciistiche e dai centri maggiori.
Inaugurata nel 1917 e terminata nel 1919, é rimasta attiva fino al 1963.
La stazione di Doladizza nel 1917.

Ferrovia Val di Fiemme Ora-Predazzo
Il grafico del profilo altimetrico dei 50 chilometri da Ora a Predazzo.
Ferrovia Val di Fiemme Ora-Predazzo
L'orario estivo in vigore nell'anno 1937.
👉Le mappe in scala 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare non sono state aggiornate e riportano la situazione d'inizio anni '60, com'era prima che la ferrovia venisse chiusa e sostituita da un servizio di corriere, secondo la sciagurata mania dell'epoca. Il tracciato è perfettamente evidente, completo dei rettangolini che segnano le stazioni.
👉Il tratto Ora-Cavalese conserva buona parte del tracciato e quasi tutti gli edifici delle stazioni.
👉Da Cavalese a Predazzo, invece, il territorio è stato sconvolto dall'alluvione di capannoni seguita alla costruzione della "strada di fondovalle", uno sciagurato regalo di Mario Malossini al partito degli affari.
Una speculazione edilizia in grande stile che ha cambiato il profilo del terreno e distrutto le 4 stazioni tra Cavalese e Predazzo.
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La stazione capolinea di Ora dopo l'elettrificazione e il potenziamento seguiti al
passaggio dallo Stato alla società FEVF (Ferrovia Elettrica Val di Fiemme), che
avvenne nel 1929. (foto dal sito www.ferrovie.it)
Due parole sulla "vecia ferovia":
allo scoppio della prima guerra mondiale le ragioni militari spazzarono via tutti gli indugi degli anni precedenti.
I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1916 e furono condotti celermente. La ferrovia venne realizzata a tempo di record in poco più di un anno tra la primavera del 1915 e il giugno del 1917, grazie al contributo fondamentale delle migliaia di prigionieri di guerra russi e serbi.
 Le date di apertura furono le seguenti:
Ora-Montagna 18/3/1917
 Montagna-Castello 15/4/1917
 Castello-Cavalese 23/6/1917
 Castello-Predazzo 1/2/1918
Ferrovia Val di Fiemme Ora-Predazzo
Sempre la stazione ma nel suo aspetto odierno. Rispettando l'originale disposi-
zione dei locali,  la lunga pensilina ospita ancora oggi l'esterno di un bar.
Ferrovia Val di Fiemme Ora-Predazzo
Il vecchio edificio non è stato abbandonato, oltre al bar ospita anche un teatro
amatoriale gestito da un'associazione culturale. Il recupero è stato attuato, per
una volta, con buon gusto, rispetto e senso della misura.
👉Alla fine della prima guerra mondiale passò nelle mani delle ferrovie dello stato italiano (febbraio 1919) che la mantennero sino al 1927, quando l'amministrazione venne affidata alla gestione di una società concessionaria appositamente costituita, la FEVF (Ferrovia Elettrica Val di Fiemme). La nuova società concessionaria iniziò subito i lavori di trasformazione dello scartamento da "austriaco" (da 76 centimetri) a "metrico" (da 1 metro) e di elettrificazione a 2600 Volt in corrente continua. Il servizio riprese il 28/10/1929.
👉Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni del boom economico le ferrovie elettriche locali vennero raggruppate nella società di gestione FEAR (Ferrovie Elettriche Riunite), successivamente trasformata in SAD (Società Autotrasporti Dolomiti).
In altre parole il patto non scritto pro-Fiat e anti-ferrovie faceva sentire i suoi effetti anche da queste parti...
Ferrovia Val di Fiemme Ora-Predazzo
Il tratto da Ora a San Lugano era il più ripido e il percorso prendeva quota anche
grazie a viadotti in pietra. Nella foto le coltivazioni sopra Montagna, con la conca
di Bolzano sullo sfondo, viste dal viadotto di Gleno.
👉In breve tutte le piccole ferrovie locali vennero infatti chiuse, smantellate e sostituite da servizi di corriera (con la sola eccezione della Trento-Malè e del tratto Soprabolzano-Collalbo).
La ferrovia Ora-Predazzo venne chiusa al traffico il 10 gennaio 1963 e il materiale rotabile fu ceduto in massima parte alla FGC (Ferrovia Genova Casella) ove con profonde trasformazioni è tuttora in servizio. Il trasporto passeggeri passò alle corriere blu della FEAR e poi a quelle della SAD.
La linea svolse anche un servizio di trasporto merci, trasportando verso la Val d'Adige il legname semilavorato delle segherie sociali della Magnifica Comunità della Val di Fiemme, istituzione che affonda le radici nel medioevo e che giunge fino ai giorni nostri.
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In YouTube esistono filmati brevi sulla stazione di Ora e la costruzione della linea. Ci sono spezzoni di vecchi filmati e un clip sulla motrice EM-A1 a Genova-Casella. Da  non perdere le originali simulazioni di guida della motrice EM-A1 grigia, della motrice EM-A1 rossa ed anche dalla postazione di guida della motrice EM-A1.
Le tracce della Ferrovia Ora-Predazzo nel web:
oltre alla voce di Wikipedia, in rete ci sono diverse immagini e notizie, tra i quali segnalo, in ordine sparso:
● www.rotaie.it ● www.monsi.ch ● fevf.altervista.org ● www.ferrovieabbandonate.it ● www.trenidicarta.it ● www.mondomatica.it ● trainzitaliafoto.com

sabato 1 marzo 2014

Finalmente basta eolico in Val Venosta!

La prima a capire é stata la mafia siciliana: all'ombra delle energie alternative si possono fare ottimi affari mungendo soldi pubblici e col plauso degli ecologisti.
Le due pale che sopra Malles sconciavano il paesaggio sembravano messe lì
dal partito degli affari per celebrare sè stesso. Sono state silenziosamente
smontate e ora lo sguardo è tornato libero da San Valentino fino all'Ortles.
I danni naturalmente li paghiamo noi, ma almeno sappiamo che (volendo)...
La parola "ecologia", infatti, ha aiutato a trovare tanti volontari disposti a far da cerniera fra affarismo politico-criminale e cattiva amministrazione.
In Puglia, dove l'eolico ha potuto contare su numerosi "amici". Candela è un
paese fra l'Irpinia campana e la grande pianura del Tavoliere, verso Foggia.
Il metodo è nato al sud ma poi pian piano è tracimato verso nord.
Il confine tra Veneto e Trentino è oggi segnato da quattro grosse pale alla stretta di Rivoli, sui colli morenici del Garda. Si tratta di pale che sono quasi sempre ferme, è vero, ma per chi ce le ha messe questo è un dettaglio insignificante. L'importante è allungare le mani su soldi pubblici. Cosa fatta capo ha, come si dice.
👉Alla fine, la sciagurata mania dell'eolico s'era arrampicata fino a Passo Resia, prima una, poi due di queste cattedrali nel deserto erano sorte nei prati falciabili fra Malles e San Valentino. La ditta costruttrice era la nota Leitner (impianti di risalita) e la commistione pubblico-privato aveva coinvolto i comuni di Glorenza, Curon Venosta, Malles, Sluderno, l’Azienda elettrica Prato e Stelvio, la Cooperativa energetica Oberland, il Consorzio elettrico Venostano.
👉Ora le pale sono sparite. Non credo che il ripensamento abbia motivi estetici, probabilmente da queste parti certe commistioni affaristiche e certe affinità mentali suscitano più sospetti che simpatia (o almeno così mi piace pensare).