domenica 22 febbraio 2015

A quel roccolo sopra Gardone (sul Lago di Garda)

Un breve giro che sfugge alla neve mentre guarda il Garda dall'alto (che finisce attorno al Rocol de Fraöle, imprecando contro la neve imprevista).
Il roccolo si trova a 1000 metri di quota sul versante meridionale del Monte Pizzocolo, la cima più elevata e panoramica di questo settore delle Prealpi Bresciane. Di solito viene trascurato come meta a sè stante; è tuttavia un bel punto panoramico sulle acque meridionali del Garda e nelle giornate serene permette una vista completa sulla dirimpettaia catena del Monte Baldo. Da qui, in assenza di foschia e con un buon binocolo in mano, si possono "esplorare" i profili dell'Appennino Tosco-Emiliano. I roccoli erano molto diffusi prima che l'uccellagione con le reti venisse vietata, e il Rocol de Fraöle è fra i pochi sopravvissuti.
Dal roccolo il sentiero proseguirebbe puntando verso la larga insellatura del
Passo di Spino per raggiungere poi il Monte Spino (la cima innevata a sx).
Le cattive notizie sull'instabilità della neve in alta quota e una certa assuefazione a prendersela comoda lasciando sempre le ciaspe a casa, ci hanno spinti molto a sud, confidando che il celebre microclima gardesano ci avrebbe permesso di salire al Monte Pizzocolo senza neve.
Il tracciato in Google Earth.
Ma già molto piùin basso del roccolo, ancor prima di lasciare la strada sterrata per il sentiero, abbiamo capito che bisognava arrivare a più miti consigli: la neve c'era, era insieme marcia e
ghiacciata, riusciva a farci scivolare e inzuppare allo stesso tempo.
Passato un baito col barbecue esterno, un ultimo breve strappo innevatoci porta all'architettura vegetale del roccolo, con al centro il piccolo edificio bianco sovrastato dalla una torretta di osservazione.
Un tempo diffusissimi, i roccoli erano delle grandi trappole dove gli uccelli finivano impigliati nelle reti disposte ad arte fra i tralci di un semicerchio di alberi opportunamente potati (e poi
in padella). In questa sorta di nasse per "pescare" uccelli anzichè pesci, oggi vietate dalla legge ma un tempo diffusissime, va cercata la base di certi piatti della tradizione come la "polenta e oséi" o gli "oséi scampài".

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 379 (parcheggio auto)
Quota massima raggiunta: m 1.044 (appena sopra il roccolo)
Dislivello assoluto: m 665
Dislivello cumulativo in salita: m 685
Dislivello cumulativo in discesa: m 685
Lunghezza con altitudini: km 8,2
Tempo totale netto: ore 3:15 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: dalla località Colomber si segue la strada sterrata è che si addentra nel bosco sul versante sinistro della Val di Sure che è marcata come sentiero CAI 8. Più in alto il tracciato CAI 8 si trasforma in sentiero che taglia i tornanti stradali e infine arriva al roccolo (m 1.003), situato appena più in basso della cima del monte Pirello (m 1.030).

Come arrivare: da Gardone si imbocca la strada che (indicazioni) transita per il Vittoriale di Gabriele d'Annunzio.Si prosegue fino alla frazione di San Michele prendendo a riferimento il ristorante Colomber. Qui è consigliabile lasciare l’automobile perché la strada segnata come sentiero CAI 8, seppur ampia e ghiaiosa, diventa sconnessa già dopo 2 chilometri (con un fuoristrada si può proseguire fino allo spiazzo di quota 1.008, quando si è ormai molto vicini al roccolo).

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