domenica 26 luglio 2015

Rotwand e Göller See ad Aldino

Rilassante e varia passeggiatina nei boschi dell'altipiano di Aldein/Aldino, mentre tutto intorno impazza la giostra dei vacanzieri.
Rotwand e Göller See
L'ombra del bosco ci ripara dal sole rovente mentre raggiungiamo le due mete della giornata, molto diverse fra loro: il belvedere naturale della Rotwand/Parete Rossa e il laghetto Göller See. Si trovano a breve distanza l'una dall'altro e vi si arriva senza fatica solcando il bosco ondulato dell'altipiano di Aldein/Aldino, disteso ai piedi del Corno Bianco, un migliaio di metri sopra le ordinate coltivazioni della Unterland/Bassa Atesina (quel tratto della Val d'Adige tra Bolzano e Salorno).
Rotwand e Göller See
La Rotwand (parete rossa) è un belvedere naturale, un balcone di porfido rosso
che si affaccia sulla Bassa Atesina con un salto di quasi mille di metri. Ci tro-
viamo di fronte alla lunga dorsale del Monte Roen. Al centro della valle è visi-
bile l'elevazione dei Rosszähne con i ruderi di Castel Leuchtenburg. In fondo a
sinistra la stretta di Salorno con dietro il Bondone e la Paganella.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Le mete minori si appoggiano sulla reputazione di cui godono fra quelli del posto, che poi l'hanno passata a conoscenti ed amici.
Grazie a "radio scarpa" i tranquilli boschi di Aldino sono frequentati da una discreta schiera di persone che qui vengono a cercare passeggiate facili adatte anche a famigliole e anziani, e un'atmosfera appartata e tranquilla.
Soprattutto nei giorni feriali, quest'angolo dell'altipiano rimane un rifugio sicuro da
GPS Rotwand e Göller See
La traccia GPS in Google Earth.
ogni calca, strepito, bruttura.
Si parte e si arriva dalla vecchia locanda Pigleider Hof, la ruspante trattoria-albergo messa in piedi dalla mitica Hilde, che oggi ha 93 anni e che l'ha aperta nel lontano 1976.

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.130 (parcheggio)
Quota minima raggiunta: m 1.070 (Rotwand)
Dislivello assoluto: m -60
Dislivello cumulativo in salita: m 120
Dislivello cumulativo in

lunedì 20 luglio 2015

Giro del Sassongher

Anello un tantino anomalo; la salita è classica (da Colfosco) ma la discesa è desueta (per la dimenticata Val di Svel,  che ci scodella a Varda). E dopo un po' su asfalto e un po' sulla ciclabile, riguadagnamo il parcheggio a Colfosco... 
Sassongher
Dalla cima ghiaiosa del Sassongher il panorama è circolare. Qui la vista verso Nord: da sinistra: Sassolungo e Passo Gardena, Col Rotondo e Sass Campaccio, Forcella Ciampei. Più indietro: Col dla Pieres, Odle, cime Puez e il sabbioso altipiano della Gardenaccia. All'estrema destra spunta il Sass da Putia, con le Alpi Aurine (Gran Pilastro/Hochfeiler, Gran Mesule/Grosser Möseler, eccetera) sullo sfondo.
Sass della Croce dal Sassongher.
A Est ci si affaccia sull'alta Val Badia, adagiata ai piedi del largo massiccio del
Sasso della Croce, con le vette del Sasso delle Dieci e del Monte Cavallo a sx e
il Lavarella e le Conturines sulla destra. Più a destra ancorale dolomiti di Fanes
con il Lagazuoi e il Passo Falzarego. Più indietro, all'estrema destra, la Tofana
di Rozes.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Qualche classica estiva bisogna pur concedersela, nonostante luglio e agosto non siano propriamente il periodo più tranquillo.
C'è pieno di gente ossessionata dalla "prestazione" e dall'ansia di consumo che ormai domina nelle Dolomiti Unesco: in canottiera e scarpette basse perchè loro sono "running" la mattina, con la famiglia perchè "amano la montagna a 360 gradi" il pomeriggio, e in ogni caso sempre attenti alla meta, mai al percorso.
GPS Sassongher
Il percorso in Google Earth.
Ma ci sono anche i no-trendy, alcuni chiedono "secondo lei ci arrivo?" e io mi fermo a
capire che tipi sono cosa cercano e cosa probabilmente sono in grado di fare, non voglio metterli nei guai... proprio non se lo meritano.
In ogni caso il filtro della funivia del Pradat  a Colfosco è saltato (è chiusa per lavori) e mi dico che in fondo è meglio così perchè l'impianto si sarebbe mangiato sì e no duecento metri in tutto ma l'avrebbe fatto trascinandosi dietro l'intera turba di urbanoidi vocianti.
E invece i "filtrati" sono per forza i meno molesti, è così che va.

sabato 11 luglio 2015

Rotwand, ferratina nella catena dei Cir

Una breve, facile e remunerativa ferrata che si arrampica sulla cima maggiore della piccola catena dei Cir, a Passo Gardena.
Piz da Cir
L'altipiano del Puez-Gardenaccia visto dalla vetta del Piz da Cir Grande. La scogliera rocciosa precipita sulla Langental/Vallunga, che scende verso Wolkenstein in Groden/Selva Val Gardena.
La breve ferrata raggiunge la vetta della maggiore fra le le sei cime che compon-
gono la cresta dei Cir (qui vista dai prati di Passo Gardena).
Vedi le altre foto in Google Foto.
La cresta seghettata che a Passo Gardena fronteggia il massicccio del Sella separa due mondi, da una parte il carosello dei quattro passi dolomitici più famosi, frenetici, sovraffollati, rumorosi e compromessi, dall'altro il mondo lontano e sostanzialmente intatto del Puez-Gardenaccia, vasto altipiano arido e suggestivo, un paesaggio ampio e desertico che sarebbe piaciuto a Galeppini, il disegnatore di Tex Willer.
Il tracciato in Google Earth.

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 2.121 (Passo Gardena)
Quota massima raggiunta: m 2.592
Dislivello assoluto: m 469
Dislivello cumulativo in salita: m 469
Dislivello cumulativo in discesa: m 467
Lunghezza con altitudini: km 4,2
Tempo totale netto: ore 2:00 AR

domenica 5 luglio 2015

Una macchinetta da ferrata

Lumix GM1+Olympus Body Cap: entrano nel taschino come un pacchetto di sigarette.
Olympus Body Cap
La piccola Lumix GM1 equipaggiata con il supergrandangolare Olympus da 18 mm
equivalenti diventa un vero peso piuma (220 grammi spago compreso). Ma non è
solo una questione di peso: a contare è soprattutto l'ingombro e l'assenza di spor-
genze. Il diaframma fisso f:8 non si è rivelato un handicap: con la luce che c'è in
montagna e quell'ampio angolo di campo, il mosso non impensierisce.
Salire una ferrata con una reflex che ballonzola appesa al collo non è proprio l'ideale, nè per la sicurezza della macchina, nè per la nostra.
La Olympus ha in catalogo un supergrandangolo da 18millimetri spesso come un tappo copriobiettivo.
Con lui la piccola GM1 sta nel taschino della camicia e l'ampio angolo di campo permette di "entrare" nella parete ambientando i singoli passaggi, che di solito sono sempre - per forza - incollati alla roccia. Un'accoppiata ottima per le ferrate. Con uno zoom standard nello zaino, per il resto dell'escursione si può usufruire di un obbiettivo meno "fish-eye" e capace di non relegare le cime circostanti in un lontano orizzonte indistinto. Con un peso totale, diciamo, di 300 grammi.