giovedì 10 marzo 2016

La Valsugana cent'anni dopo la WW1

A un secolo di distanza le modifiche indotte dall'auto e dal mattone sono pienamente evidenti. Le periferie si stanno mangiando la terra.
Panorama Valsugana
Le scritte a inchiostro indicano: 1. Castelnuovo 2. Panarotta 3. Borgo 4. Roncegno
5. Villa 6. Fravort  7. Torrente Maso 8.  Ceolino  9. Telve di sopra 10. Telve di Sotto
11. Carzano 12. Scurelle 13. Strigno 14. Spera 15. Sasso Rosso (ingrandisci qui).
In basso a destra il paese di Strigno, dove è evidente la mole della caserma Degol.
Questo foto della Valsugana risale all'ottobre 1916. 
E' una panoramica ricavata da tre scatti in bianco e nero, conservata presso il Museo Centrale del Risorgimento a Roma.
Panorama Valsugana
Dallo stesso punto nel luglio 2010. L'alluvione di cemento è estesa all'intero fondo-
valle. E' messa in discussione la natura stessa dell'insediamento umano, che sem-
bra aver divorziato dal territorio e dal paesaggio, ormai simile a quello dei capan-
noni del "modello veneto", che a sua volta richiama le "no lands" delle anonime e
tristi periferie metropolitane. E non è che in Sudtirolo siano messi tanto meglio...
E' stata scattata dall'osservatorio militare italiano piazzato in cima al Monte Lefre, sopra Castel Ivano e giusto di fronte all'Ortigara.
Al tempo della WW1 i centri abitati erano ancora chiaramente individuabili e stavano al centro di vaste aree agricole e naturali.
Dopo un secolo è diventato più difficile distinguere i vari paesi del fondovalle.
Ciascuno di loro si è gonfiato, e tutti assieme stanno allagando la campagna e non sembrano volersi fermare.
Vuoi vedere che l'urbanistica non è più una semplice estensione dell'architettura, ma piuttosto un metodo che estende la vita di città all'intero territorio?
Non è più così vero che "Luft der Stadt macht frei"...

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