sabato 2 maggio 2020

Cima Durmont (Gruppo di Brenta)

Meta facile, nascosta e dimenticata. Questa cimetta tranquilla del Brenta meridionale assicura un bel panorama ed è poco frequentata.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Si raggiunge facilmente ed è candidata per le prime uscite del dopo Coronavirus.
L'inossidabile Gigi c'è già stato nell'estate 2019 e la descrive così:

Gruppo: Dolomiti di Brenta
Sottogruppo: Costiera del Doss Sabbión
Dislivello : + 540 m
Tempo totale: ore 2:40

Quote:
Passo Daone (Prà dell’Asen) m 1295
Loc. “Dotor” m 1395
Loc. “Pramarciù” m 1405
Loc “Stavèl” m 1476
C. Durmónt m 1835

Descrizione dell'itinerario:
Cartina in scala 1:25.000. Partenza e arrivo dalla località Prà dell'Asen, a Passo Daone.
Da Trento si sale verso Tione. Giunti al bivio con Ragoli si raggiunge tale
paese per proseguire fino a Preore. Alla fine del paese troviamo la segnaletica, a destra, che ci indirizza a Montagne e al Passo Daone. La strada va percorsa con attenzione perché in parte stretta e con tornanti dalla visuale in pratica nulla.
👉Arrivati al Passo Daone, troviamo il bar-ristorante Capanna Durmont con a fianco uno slargo per parcheggiare. Proseguendo per un breve tratto troviamo, a destra, le indicazioni per C. Durmónt.
Lasciata destra un’ampia area attrezzata e ha sinistra quel che sembra un hangar, mentre è una cappella, iniziamo a salire con l’asfalto che, dopo breve, abbandoniamo svoltando a destra (segnaletica). Il sentiero largo e comodo ci porta in una ventina di minuti in una radura (loc. “Dotor”) con una splendida baita. Da qui si vedono le Alpi di Ledro di fronte alle quali c'è il M. Cengledino appartenente al grande gruppo dell’Adamello – Presanella.
👉Lasciata la radura, rientriamo nel bosco trovando una ripida strada cementata che ci conduce in breve in Loc. “Pramarciù”. Qui oltre a delle belle baite vediamo sullo sfondo C. Sera, l’ultima cima delle Alpi di Ledro, con il sottostante Passo del Ballino. Ora dobbiamo proseguire con un tratto di strada cementato tratto che, per fortuna, è ben ripido ma non molto lungo. Quando il cemento termina, poco più avanti sulla destra c’è un sentiero che sale ripido nel bosco e può essere utilizzato per evitare di salire fino in loc. Stavèl.

👉Personalmente ho scelto di fare il giro più lungo per vari motivi: primo non sono un frenetico cittadino che deve correre, anche se può farne a meno; secondo nessuno mi corre dietro; terzo non c’è nessun tipo strambo che mi paga se mi ammazzo dalla fatica quindi … chi va piano va lontano e in più si gode la natura; quarto non sapendo in che condizioni fosse la scorciatoia ho preferito seguire la forestale arrivando cosi nella bella loc. “Stavèl”. Si supera una baita a sinistra e si prosegue in salita arrivando a poca distanza da un’altra baita, più piccola ma molto bella. Siamo a 1476 m di quota e la stradina forestale compie una curva destrorsa inerpicandosi lungo un rude pendio “scavato” dai tronchi trascinati verso il basso dai trattori. La tempesta del 2018, purtroppo, ha segnato pesantemente i boschi del Trentino ed anche i sentieri ora, ne risentono. Superato il ripido tratto, arriviamo al bivio, poco visibile, sulla destra con la scorciatoia di cui sopra.
👉Ora continuiamo con un sentiero, ben visibile e sempre ripido che ci porta verso l’alto con qualche raro tratto in piano, pochi metri, utile per riprendere fiato. Infine usciamo dal bosco e proseguiamo l’erta salita che ci porta a una specie di pulpito, sulla cresta Sud di C. Durmónt, dominato da una croce con il libro di vetta, mentre a pochi metri un cartello riporta la scritta C. Durmónt n 1837. Si tratta di una falsità e di un’inesattezza.
La falsità riguarda C. Durmónt che non è dove ci troviamo adesso, bensì più avanti, infatti, la sua cresta Sud, dopo pochi metri, continua a salire proseguendo in direzione del M. Cargadursi. L’inesattezza riguarda la quota, non essendo questa la cima, ovviamente non siamo alla quota di 1837. Forse chi ha messo il cartello non sa che si è in vetta quando, guardandosi intorno non resta che scendere e non salire ancora, altrimenti su che cavolo di Cima siamo? O no!
👉Proseguiamo raggiungendo la vera C. Durmónt che, in pratica, è un tratto, della lunga cresta cha arriva oltre il M. Cargadursi unendosi con l’altra cresta (M. Irón – M. Tof o Tov) che delimita la val Manéz. Io ho continuato ancora e dopo un breve tratto, che mi ha portato in un folto e ombroso ciuffo di faggi, sono risalito tornando pressapoco alla stessa quota guadagnando un buon punto d’osservazione sulla Val Rendena fino a Pinzolo.

Qualche nota:
👉un buon camminatore in circa un’ora, dopo essere sceso al Passo Campiol m 1671, può risalire al M. Cargadursi m 1872. Al ritorno dovrà fare il percorso inverso sempre nello stesso tempo. In questo caso il tempo totale salirà a circa 4/5 ore.
👉Chi volesse strafare dal M. Cargadursi può scendere il Passo delle Malghette m 1726, dove trova il sent 350 con cui percorrere la Val Manéz, raggiungendo la loc. omonima in circa h 1,20. Qui giunto occorre imboccare la forestale che, partendo da m 1215 circa, lo porterà in loc. “Dotor” (superando circa 180/200 m) di dislivello da dove poi scendere al Passo Daone. In totale circa 5,30 ore di buon cammino.
👉Sotto C. Durmónt ho incontrato un paio di escursionisti con i quali ho scambiato due chiacchiere, così ho saputo che la scorciatoia da me evitata era percorribile. Al ritorno quindi ho voluto verificare la cosa, ma infine il tempo risparmiato non è poi gran cosa.
👉Per quanto riguarda le quote c’è un po’ di confusione: sulla falsa C. Durmónt sul cartello c’è scritto 1837; su di un paio di carte Kompass ho trovato le quote 1834 e 1835 (poche idee ma ben confuse), sulla guida dell’indimenticato Achille Gadler 1835, sul Catasto dei sentieri SAT invece 1805, sull’Atlante cartografico del Trentino addirittura 1711! Quando si dice la varietà. Non avendo portato con me l’altimetro non ho potuto verificare di persona per cui mi sono attenuto alla quota riportata dal Gadler che, per quanto ne so, era tipo affidabile.

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