I cani pattugliano il perimetro della malga anche di giorno.
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L'orso è arrivato dalla strada forestale che passa accanto ai tavo- lini per i turisti ed ai cestini dei rifiuti, l'unico punto non sorvegliato dai cani durante la notte.
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Cala la sera ma i sei malgari che conducono la grande malga sui monti di Cles, quasi sopra il celebre lago di Tovel, non possono considerare conclusa la giornata di lavoro nè rilassarsi. Neppure dopo cena, quando viene l'ora del riposo. I loro sensi devono restare all'erta, pronti a cogliere il minimo rumore sospetto, un ritmo anomalo nello scampanellìo del bestiame che pernotta all'aperto, un latrato diverso fra i numerosi cani che assicurano sorveglianza h24.
Quando arriviamo al Bivacco Pinamonti (ricavato nel grande stallone, in un un locale separato) li vediamo appena: sono le persone che si guadagnano da vivere badando alle mucche, alle pecore, alle capre, ai cavalli, agli asini che sono stati loro affidati. Senza contare il gallo e le galline, gli otto cani da pastore (perchè così tanti!?) e qualche gatto.
👉Alle dieci e mezzo di sera si scatena l'inferno: grida, urla, luci accese, fuoristrada che corrono rombando, i grossi fari di profondità che sciabolano pascoli e rampe prative. E i cani stranamente silenziosi e immobili a fiutare l'aria. Nessun rumore dalla stalla. Perchè? Gli uomini sono tutti in giro.
👉Facciamo con le frontali i dieci metri che ci separano dalla casara; la malgara ci dice con voce rotta dalla preoccupazione che l'orso era lì, a frugare nei cestini dei rifiuti riempiti dai turisti, a tre metri dalla porta. Il carosello dei fuoristrada continua, urla e bestemmie, qualche colpo di doppietta sparato in aria per spaventare l'orso, che può essere ancora nei dintorni. E poi i due figli che si arrampicano al buio con le torce sui pendii dietro la malga, a controllare e recuperare le pecore spaventate e disperse.
👉A mezzanotte è tutto finito, le Land Rover rientrano, noi torniamo a infilarci nei sacchi a pelo, ma questa volta controlliamo che la porta sia ben chiusa. Nella casara ci sono ancora le luci accese. Dormiranno con le finestre aperte per sentire i rumori. L'indomani si conteranno i capi di bestiame e si scoprirà che all'appello manca una capra. Ripensando all'accaduto:
- l'orso è arrivato semplicemente dalla strada forestale che passa davanti alla casara e ai tavolini da picnic pensati per i turisti; è passato dall'unico punto non presidiato dai cani (otto cani),
- se fossi uscito dal bivacco per pisciare avrei corso il rischio di trovarmi faccia a faccia col plantigrado,
- per i malgari questo modo di "riposare" è ormai la norma; la capra mancante verrà risarcita - è vero - dalla Provincia Autonoma di Trento, ma servirà una domanda scritta, prove, burocrazia e tempo, tempo non pagato, e nessuna provincia rimborserà mai nè le notti insonni, nè il rischio; è il capo malgaro a ricordarmi che lui "ha solo la licenza elementare", e che queste cose non le sa fare,
- il Trentino è piccolo e densamente antropizzato, qui non c'è wilderness proprio come nel vicino Alto Adige-Sudtirolo, dove però l'orso non è considerato un'attrazione turistica.
Questo tuo post [che capisco, e condivido] mi fa riflettere...
RispondiElimina...è bella l'idea dell'orso in Trentino, fa simpatia.
Ma d'altro canto ci sono situazioni in cui l'animale fa paura [di notte, come scrivi tu, o magari se ti vieni a trovare inaspettatamente tra l'orsa e i cuccioli]
E' anche vero che finora non è stato aggredito nessuno.
Due facce della stessa medaglia, come tante cose nella vita.
Bel post.
grazie della testimonianza. è ora che si capisca com'è la vita di chi lavora duramente in montagna!! qui da noi l'orso non c'è (ancora?), speriamo non arrivi mai, i problemi con il lupo sono già più che sufficienti...
RispondiElimina"Le montagne qui vi sono sempre state ed in esse gli orsi" [R. Bass]
RispondiEliminamax
malga Tassulla, vero?
RispondiEliminaSì, Malga Tassulla, ma te lo confermo solo oggi perchè sono sbadato, lento e anche un po' imbranato: in fondo solo due anni e mezzo di ritardo, ti pare?
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