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domenica 5 maggio 2024

La passeggiata di Sant'Osvaldo a primavera

La primavera e l'autunno sono la morte sua, per questione di gradi e di colori. E' molto vicina al centro storico e alla stazione: si arriva a piedi.
Le Promenaden sono le passeggiate urbane, uno dei più bei lasciti della belle époque austroungarica. Una elegante mezza via fra il parco pubblico, la curiosità botanica, l'arredo urbano.

La cornice metallica punta sull'hotel Reichrieglerhof, che è stato una meta della co-
smopolita borghesia austroungarica e che negli anni della belle époque veniva rag-
giunto anche da una funicolare urbana. Era posto lungo la Guntschna Promenade.
Le due Promenaden possono anche essere concatenate fra loro da un percorso più
impegnativo ma comunque fattibile in giornata, come descritto qui.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Merano ne ha molte di più, sia in centro che sui pendii della prima periferia urbana. Bolzano ne esibisce solamente tre: la centrale passeggiata Lungotalvera, la Guntschna Promenade/Passeggiata del Guncina e questa  Skt. Oswald Promenade/Passeggiata di Sant'Osvaldo, ognuna ben caratterizzata e diversa dalle altre due.
Attraversando il centro storico si incontrano tra le altre cose i chioschi dei salumi,
i vecchi "banchi del pesce" in pietra, il Cavallino Bianco, la Ca' de Bezzi e la bir-
Provenendo a piedi dalla stazione ferroviaria, ho scelto di raggiungere la passeggiata salendo dalla bretella mediana, e di percorrere il tratto pianeggiante che guarda verso la Val Sarentino per ridiscendere in città nei pressi del ponte sul torrente Talvera. Il ritorno alla stazione è avvenuto percorrendo la terza Promenade bolzanina: la Wassermauer Promenade cioè  la Passeggiata Lungotalvera.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉Il percorso GPS comincia con il tratto più scenografico (ma anche più ripido), quello che inizia dall'imbocco centrale della Sant'Osvaldo e con una bretella  sale in fretta (100 metri di dislivello circa) alla Sant'Osvaldo, prosegue in piano e poi scende in città nei pressi di Castel Sant'Antonio.
👉Si ritorna poi nel bel mezzo del centro storico utilizzando la bella passeggiata lungofiume chiamata Lungotalvera.
👉Se si vuole percorrere la Sant'Osvaldo nella sua interezza bisogna portarsi in auto nei pressi dell'Hotel Eberle e partire da lì. Volendo può anche diventare oggetto di una più impegnativa concatenazione con l'altra Promenade in quota,  la Passeggiata del Guncina.
Come tutte le Promenaden, anche la Passeggiata di Sant'Osvaldo è ben dotata di panchine, che si susseguono con regolarità ogni centinaio mdi metri, il suo tracciato è largo, ben tenuto ed ha un fondo regolare percorribile anche con i passeggini.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza: m 273

sabato 26 marzo 2022

Il trekking urbano che collega le due Promenaden bolzanine: quella del Guncina e la Sant'Osvaldo

Si tratta di una inconsueta concatenazione fra le due Promenaden, le preziose passeggiate lasciateci in eredità dalla belle époque asburgica.
promenaden bozner
Un tratto della passeggiata del Guncina nel suo lato che scende a Gries. Siamo all'inizio di febbraio ma qui si registrano già le prime fioriture: succede perché è esposta a Sud, come del resto è per la sua gemella, l'altrettanto suggestiva passeggiata di Sant'Osvaldo.
Il versante dove corre la passeggiata del Guncina, visto da quello dove si snoda la
passeggiata Sant'Osvaldo. Dietro ai campi sportivi del Talvera il quartiere di Gries.
Vedi le altre foto in Google Foto.
La concatenazione di  due storiche Promenaden è la linea-guida di questa escursione, che si concreta attraversando la vecchia Bolzano dal rione di Gries (ad Ovest) fino al centro storico e residenziale, in una "cucitura" che non trascura di transitare per la storica "Cà de Bezzi", la storica osteria degli antichi cavalieri teutonici, uno dei luoghi più attrattivi del capoluogo sudtirolese.
Entrambe sono state svillaneggiate dagli assalti speculativi del "partito della betoniera" e faticano a resistere alle pulsioni speculative dei cementificatori locali.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉La passeggiata di Sant'Osvaldo
Il percorso attraversa anche il centro storico e passa giusto davanti alla an-
tica "Cà de Bezzi" la storica osteria dei Cavalieri Teutonici medioevali, che
merita una sosta.

é stata massacrata nella sua parte conclusiva dalla dissennata speculazione edilizia legata all'Hotel Eberle (recentemente travolto da una frana di porfido, dopo essere stato costruito "in deroga" alle norme edilizie). Ma é ancora viva.
👉La passeggiata del Guncina é stata attraversata, riattraversata e stravolta in un arco temporale che va dalla costruzione della nuova strada per San Genesio alla grande speculazione edilizia del Reichrieglerhof, oggi ridotto a uno squallido condominio gentrificato. Ma
anch'essa rimane ancora viva ed è abitualmente frequentata dagli abitanti di Bolzano..

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 307
Quota massima raggiunta: m 468
Quota minima raggiunta: m 270
Dislivello assoluto: m 161
Dislivello cumulativo in salita: m 310 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 310 circa
Lunghezza con altitudini: km 8,95
Tempo totale netto: ore 3:00
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: parcheggiare a Bolzano é quasi impossibile. Mi limiterò a dire che questo articolato anello bolzanino parte e arriva nello stesso punto e cioè dal piazzale della funivia di San Genesio (chiusa ormai da tre anni: un altro segnale dell'involuzione ambientale bolzanina).

domenica 23 gennaio 2022

Schenner Waalweg percorso completo (Merano)

Si snoda in alto sopra la città, all'imbocco della Val Passiria, appena sopra Scena e Verdines, nella immediata periferia di Merano...
schenner waalweg
Lo Schenner Waal (Roggia di Scena) parte dai 1.125 metri di quota della Waaler Hütte (la "baita del guardiano del Waal") dentro una solitaria valletta secondaria che scende dalla rocciosa Hirzer/Punta Cervina. Termina appena sopra la stazione a valle della funivia Merano 2000, nella fredda Val di Nova, a 690 metri di quota, con un salto complessivo di 400 metri (che per un Waal non sono pochi).
Dal Waal verso Schenna/Scena, col gruppo di Tessa sullo sfondo. In bella evidenza
la Mutspitz/Cima Muta, monte iconico meranese che sovrasta Castel Tirolo. In primo
piano al centro spicca la chiesa a pianta circolare di Skt. Georg/San Giorgio.
Vedi le altre foto in Google Foto.
E' lungo quasi nove chilometri ed ha anche un discreto dislivello; alterna paesaggi e quadri ambientali molto diversi. Solitamente se ne percorre solo un tratto. Ma oggi ce lo siamo zuppato tutto.
👉Il suo percorso attraversa paesaggi assai diversi: coltivazioni di mele e impianti a vigna, prati falciabili inframezzati da masi, sentieri da Waaler in boschi scuri ed umidi. A metà strada si transita davanti alla stazione a valle della funivia "Taser", cui segue un tratto su asfalto ma aperto sui panorami della bassa Val Passiria e del Gruppo di Tessa.
👉A questi tratti idilliaci chi (come
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
noi) parte dal parcheggio della Funivia di Merano 2000, deve aggiungere un quarto d'ora 50 metri di salita in una periferia degradata fra capannoni, abbandono e squallore indegni di una città turistica come Merano, 15 minuti che però servono ad evitare ulteriori complicazioni per il parcheggio o le coincidenze con i bus del servizio urbano. In tutto il dislivello cumulativo andata e ritorno in salita risulterà essere di 500 metri circa.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 684 (parcheggio funivia Merano 2000)
Quota massima raggiunta: m 1077
Dislivello assoluto: m 393
Dislivello cumulativo in salita: m 500 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 500 circa
Lunghezza con altitudini: km 18,6
Tempo totale netto: ore 5:00 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: da Sinigo (alla periferia Sud di Merano) si imbocca la strada che porta verso Scena stando attenti a seguire le indicazione per la funivia "Merano 2000", la quale dispone di ampi parcheggi. L'inizio del Waal si raggiunge a piedi dopo una decina di minuti su strada asfaltata in ambiente da periferia urbana. Altre soluzioni di parcheggio sono problematiche.

sabato 25 luglio 2020

Una visita agli ormai famosi Stoanerne Mandln, sul panoramico monte Schöneck (Sarentini)

Gli ometti di pietra che popolano la tondeggiante cima del monte Schöneck sono diventati la principale attrazione turistica della valle.
Stoanerne Mandln
La cima dello Schöneck è colonizzata da decine e decine di stoaerne (di pietra) Mandln (ometti). Sullo sfondo vediamo le alte cime del Texel Gruppe/Gruppo di Tessa e, a dx del grosso ometto, cima Ifinger/Picco Ivigna, che con  Mutspitz/Cima Muta si identificano con la città del Passirio.
Stoanerne Mandln
Guardando verso le Dolomiti. Agli Stoaenrne Mandln si può arrivare agevolmente
anche durante la stagione invernale, seguendo lo stesso percorso.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Parlo della Val Sarentino, perchè è da questo lato che solitamente vi si sale, anche se in realtà ci si potrebbe arrivare anche da Voran/Verano, il centro abitato dell'ampio altipiano sopra Merano.
Questo perchè i monti Sarentini sono bifronti e sembrano messi lì a separare e insieme a congiungere, Merano da Bolzano e dalla Val Sarentino.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.583 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 1.984
Dislivello assoluto: m 378
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Dislivello cumulativo in salita: m 630 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 630 circa
Lunghezza con altitudini: km 13, 2
Tempo totale netto: ore 4:30 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: si risale la Val Sarentino fino a Sarentino, si entra nel paese e si seguono le indicazioni per

mercoledì 6 novembre 2019

Sul Villanderer Berg dall'Alpe di Villandro

E' un arioso giro adatto alle mezze stagioni (d'estate c'è troppo affollamento) con panorami dolomitici aperti a Sud, sui gruppi più classici delle Dolomiti, mentre a Nord l'occhio curioso è in grado di apprezzare la bifida Cima di San Cassiano.
Villanderer Berg
Verso il posto di ristoro Rinderplatzhütte. Sullo sfondo le alture del Villanderer Berg. Nota: il Villanderer è facilmente raggiungibile anche "da dietro" cioè dal lato del Renon.
Villanderer Berg
La chiesetta Totenkirchl con il Villanderer Berg sullo sfondo.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Le cime più più vicine (il Monte di Villandro e il modesto ma importante Corno del Renon) si perdono nella opulenta vastità dell'altipiano di Villandro, tra le pieghe erbose popolate da ruscelli, baite per la fienagione e da confini fatti di porfido, rustici muri a secco tirasti su per delimitare le proprietà.
GPS Villanderer Berg
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
L'intera Alpe di Villandro (Villanderer Alm) è in realtà un unico vasto un balcone con vista dolomitica, una scenografia che si fa apprezzare nelle giornate serene. Noi abbiamo incocciato in una giornata-no, che ci ha impedito anche l'ampia vista verso Nord che si godrebbe dalla cima del Villanderer Berg/Monte Villandro.
👉Questa girata ad anello passa anche dalla piccola Totenkirchl ("chiesetta dei morti") alle pendici orientali del Monte di Villandro, con partenza e arrivo dal parcheggio alto di Gasser Hütte.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.757 (parcheggio Gasser Hütte)
Quota massima raggiunta: m 2.509

giovedì 13 settembre 2018

Corno Bianco di Sarentino (Val Sarentino)

Visto da Passo Pennes il Sarner Weisshorn/Corno Bianco di Sarentino esibisce un profilo agile e ardito.
corno bianco di sarentino
L'aspetto del Weisshorn/Corno Bianco da Passo Pennes. L'avvicinamento avviene tra le praterie alpine sulla destra.
corno bianco di sarentino
Si rimonta la cresta Sud per sentiero esposto e attrezzato nei punti chiave, sempre
in vista del Passo Pennes (forse il meno costruito dei valichi alpini importanti) e
del solitario edificio dell'Alpenrose, un alberghetto alpino d'antan dove si mangia
pure bene (attenzione: tutti piatti locali). A destra sopra il passo emerge il profilo
biforcuto della Tatschspitze/Montaccio di Pennes, bella e solitaria montagna dalla
doppia cima, altra appetibile meta per chi parte dal passo.
Sembra un piccolo Cervino ma in realtà è accessibile a chiunque abbia una qualche esperienza di vie ferrate.
Il dislivello è contenuto e l'arrampicata è limitata al tratto finale.
Il lungo avvicinamento (che avviene in falsopiano) è in campo aperto, quasi un'aperitivo prima del ripido e stimolante strappo attrezzato che porta in vetta.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 2.170 (parcheggio a passo Pennes)
Quota massima raggiunta: m 2.622 (vetta del Corno)
Dislivello assoluto: m 452
Dislivello cumulativo in salita: m 700 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 700 circa
corno bianco di sarentino
Dalla cima il panorama è circolare. Questa è la porzione verso Nord.
Vedi le altre foto in Google Photo.
Lunghezza con altitudini: km 11,5
Tempo totale netto: ore 4:10 AR
Difficoltà: EE

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. Il tratto finale risale la cresta S-W del Corno è scoscesa e su roccia, in parte attrezzata e sempre esposta. L'imbrago da ferrata è raccomandato.

Come arrivare: si lascia l'auto ai parcheggi di Passo Pennes, raggiungibile da Vipiteno oppure da Bolzano tramite la strada della Val Sarentino.
GPS Corno Bianco di Sarentino
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.

domenica 18 giugno 2017

Sullo Zinseler da Passo Pennes

Panoramica e breve passeggiata nei dintorni di Passo Pennes, nei monti Sarentini. Prima si tocca la Hühnerspiel/Monte Specola e poi lo Zinseler/Cima di Stilves.
Zinsler Cima di Stilves
Vista apertssima sui quattro quadranti, ed è per questo che vale la pena di venirci.Adestra il Corno Bianco di Sarentino, che è la maggiore elevazione dei Monti Sarentini.
Zinsler Cima di Stilves
Nell'orizzonte alpino spicca, in alto a sinistra, il triangolo bianco del ghiacciaio della
Wilder Freiger/Cima Libera, con davanti il cono roccioso che ospita la Becherhaus/
Rifugio Biasi al Bicchiere.
Vedi le altre foto in Google Photo.
Tutto molto facile e molto panoramico. Il Passo Pennes è uno dei passi meno sputtanati del Sudtirolo: c'è un edificio solo, quello dell'osteria-albergo Alpenrose, piuttosto bruttino, purtroppo. Ma il resto è integro, e il motivo è semplice: niente impianti da sci nelle vicinanze.
GPS Zinseler Cima di Stilves
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Le due cime, entrambe tondeggianti ed erbose, sono modeste. Non raggiungono i 1.400 metri d'altezza e sono collegate da una ampia selletta.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 2.138
Quota massima raggiunta: m 2.395
Dislivello assoluto: m 257
Dislivello cumulativo in salita: m 424
Dislivello cumulativo in discesa: m 424
Lunghezza con altitudini: km 5,4
Tempo totale netto: ore 2:00 AR
Difficoltà: T

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: si lascia l'auto in un piccolo spiazzo a bordo-strada, 700-800 metri prima di Passo Pennes (lato Vipiteno).

mercoledì 17 agosto 2016

Ma quant'è bello fermarsi a Passo Pennes?

Anche la lunga Val Sarentino ha un suo termine e lì c'è il Passo Pennes. Da qui tutti passano sparati e nessuno si ferma: dall'altra parte, nella molto più in basso, c'è la conca della attrattiva Vipiteno. E così il Pennes è a tutt'oggi uno dei passi meno sputtanati.
Alpenrosehof Passo Pennes
Dal passo ci sono tre mete a portata di mano: l'elementare Zinseler/Cima di Stilves,
l'escursionistica ma trascurata e panoramica Tatsch/Montaccio di Pennes e infine la
più lontana, impegnativa e ambita (Sarner Weisshorn/ Corno Bianco di Sarentino).
E poi c'è la facile doppietta erbosa Hünerspiel/Zinseler. La modesta locanda del
passo offre piatti tradizionali ben fatti: dai canederli in brodo alle Spiegel Eier.
Nessuno sembra farci caso, ma è forse l'unico passo sudtirolese risparmiato dal cemento. Eh sì, non ce ne sono proprio altri e per questo mi fermo sempre alla modesta trattoria del valico.
Il sue essere del tutto priva di pretese funziona meglio di qualsiasi "certificato" Slow Food.
E' ospitata in un brutto edificio tirato su a mattoni e intonaco negli anni Sessanta, l'Alpenrose Hof, talmente banale da non figurare neanche in Trip Advisor (ma è frequentata dai locali, che salgono quassù dall'alta valle).

domenica 5 giugno 2016

Il Grosser Mittager meranese (Sarentini)

Vista sulle cartine questa montagna tondeggiante che si trova tra gli impianti sciistici di Merano 2000 e la Val Sarentino passa inosservata e dice poco, anche perchè appare avviluppata da una ragnatela di impianti di risalita, strade e stradelle, baite e costruzioni varie, baretti e finti rifugi.
Grosse Mittager Monte Catino
La neve deve ancora andarsene ma le ciaspole non sono più necessarie. Dalla Kesselberg Scharte (m 2.264) l'Ifinger/Picco Ivigna, sulla sinistra, mostra un profilo inconsueto. Le cime delle Platten/Lastoni di Verdins si prendono il centro della scena. Sulla destra la Kesselberghütte, che non è un rifugio ma un ristorante al servizio di un impianto di risalita per lo sci. 
Grosse Mittager Monte Catino
Merano vanta dintorni spettacolari: trai Waale e le Promenaden, le cime rocciose
e le alte vie c'è solo l'imbarazzo della scelta. Questa grossa gobba erbosa non è fra
le più blasonate ma quando ci arriviamo restiamo sorpresi dall'apertura del panora-
ma: le vicine Villanderer e Kassian Spitze, l'Ifinger e i Sarentini.
Ma se ci si arriva quando la neve ormai se n'è andata ma le frotte estive devono ancora arrivare, ecco che le cose cambiano.
In questo tempo sospeso panorami e aria fina la vincono sugli sfregi al paesaggio e al buon gusto e sull'ampia cima del Mittager, che si rivela un gran balcone panoramico. si respira un'atmosfera decisamente alpina.

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 1.910 (cabinovia Falzeben-
Piffing)
Quota massima raggiunta: m 2.442 (Grosse Mittager/MonteCatino)
GPS Grosse Mittager Monte Catino
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Dislivello assoluto: m 532
Dislivello cumulativo in salita: m 922
Dislivello cumulativo in discesa: m 910
Lunghezza con altitudini: km 14,2
Tempo totale netto: ore 4:45
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: dalla stazione a monte della cabinovia proveniente da Falzeben (m 1.910) si segue la larga strada bianca che si dirige a Nord-Est, penetrando

martedì 2 febbraio 2016

Il monastero di Sabiona (Val d'Isarco)

Le suore di clausura benedettine vivono appollaiate su uno sperone roccioso che controlla dall'alto la Val d'Isarco, come un castello medioevale.
Monastero di Sabiona Kloster Säben
Come appare il complesso fortificato visto da Klausen/Chiusa. Sia all'andata che al ritorno si passa davanti alla Torre del Capitano, dove prestò servizio come scrivano Michael Gaismayr, che capeggiò la rivolta contadina del 1525 (sì, fu un tirolese molto imbarazzante per i tifosi di Andreas Hofer). La rupe si affaccia a Nord sull'altipiano di Villanders-Lazfons, ariosa avanguardia dei primi monti Sarentini: si intravedono i lontani profili dello Königsanger/Monte del Pascolo e della Kassianspitze/Cima di San Cassiano.
Monastero di Sabiona Kloster Säben
Il vasto agglomerato conventuale è cresciuto per addizioni successive, collegate
fra loro da una rete di passaggi, scale, gallerie che collegano i diversi corpi di fab-
brica. Un su e giù con effetti prospettici "alla Escher" in un'atmosfera sospesa che
fa venire in mente "Il nome della rosa".
Vedi le altre foto in Google Foto.
Le origini di Säben/Sabiona sono veramente antichissime, basti pensare che alla caduta dell'impero romano era sede vescovile e tale rimase per cinque secoli (dal VI all'X); solo sul finire del X secolo la sede venne spostata definiti-vamente a Bressanone.
Il suo aspetto attuale risale però a fine Seicento e somiglia a quanto devono aver visto i soldati napoleonici un secolo dopo, quando vi si recarono per requisirlo. Passato il turbine napoleonico, in un Sudtirolo  più legittimista che mai, tornò in mani religiose ed è giunto fino ai nostri giorni,
GPS Monastero di Sabiona Kloster Säben
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praticamente intatto e dopo un ulteriore ampliamento di fine Ottocento.
Questo monastero fortificato sembra sorvegliare dall'alto le case medioevali di Klausen, che con le loro strisce di orto sul retro mantengono ancora l'impianto gotico delle città germaniche.
Ci si arriva a piedi con bella passeggiata che parte dal centro di Chiusa, rimonta il selciato della via crucis e si

venerdì 15 gennaio 2016

Sulla Tatschspitze di Pennes (Sarentini)

Montagna bifida, a due punte e dalla forma piuttosto tozza che si raggiunge facilmente dal Passo Pennes e che, grazie alla sua posizione isolata, offre un panorama a 360 gradi (diciamo 350, dato che la vista del Catinaccio e del Latemar ci è preclusa dalla gobba delle adiacenti Tagewaldhorn e Jakobspitze).
Tatschspitze Montaccio di Pennes
La lunga cresta che dal Passo Pennes (m 2.211) sale alla Tatschspitze (m 2.526). Alla destra del passo spicca la mezzaluna erbosa disegnata dalle due cimette della Hühnerspiel/Cima di Stilves (m 2.373) e dello Zinseler/Cima Specola (m 2.421). Sullo sfondo fanno corona le grandi cime innevate che segnano il confine con l'Austria. Sono le Alpi Breonie occidentali, che prendono il nome dai Breoni, antica tribù celtica... insomma preromana. In tedesco il nome è "Südliche Stubaier Alpen".
Tatschspitze Montaccio di Pennes
La vetta della Tatschspitze vista dall'anticima. Sullo sfondo le due macchie bianche
dell'Olperer-Schrammacher (a sinistra) e dell'Hochfeiler/Gran Pilastro (a destra).
L'ineffabile Ettore Tolomei ha tradotto "Tatsch" (toccare) in "Montaccio"; il nome
in sè non è malaccio ma è farlocco, semplicemente inventato dal miracolato di Ro-
vereto (miracolato dal fascismo, intendo).
Vedi le altre foto in Google Foto.
Ma a parte lo schermo della Tage (Corno di Tramin) e della Jakob (Cima di San Giacomo) per il resto c'è davvero di tutto e di più: dalla cresta confinaria del Monte Elmo alle Dolomiti di Sesto, alle Tofane, al Pelmo, alla Marmolada, al Sella e poi via via le Odle, il Gruppo di Brenta, l'Adamello, la Presanella, l'Ortles, i monti della Val Passiria e quelli della Val Ridanna, compreso l'ormai austriaco Pan di Zucchero, e poi il Tribulaun, la cresta del Brennero e quella della Spina del
GPS Tatschspitze Montaccio di Pennes
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Lupo-La

Gerla, fino all'imponente gruppo austriaco dell'Olperer e Schrammacher e al grande nodo di ghiacci formato dall'Hochfeiler/Gran Pilastro e dal Grosser Mösele/Gran Mesule.
Non c'è niente di difficile nel percorso, che solo quando si approssima alla doppia cima diventa erto, ma comunque per breve tempo.

Anche per l'esposizione non ci sono problemi, il breve tratto che aggira su sentiero ghiaioso le pendici

lunedì 24 agosto 2015

Sul Picco Ivigna da Falzeben (Merano)

E' un'escursione assai varia: bosco, strada bianca, sentiero, roccette, ferratina e (anche) un canapone in stile Cervino.
Picco Ivigna Ifinger
La conca di Merano è contornata da una corona di montagne rocciose; ce ne sono due che meritano di essere salite almeno una volta nella vita: la Mutspitz/Monte Muta e l'Ifinger/Picco Ivigna.Oggi tocca (per la quarta volta, mi pare) al Picco Ivigna, che si erge sopra l'altopiano che ha legato il suo nome al rustico "trattore naturale" dei masi, il cavallo avelignese.

Picco Ivigna Ifinger
Lo sfasciume di vetta. In basso il "canapone" che consente di risalire senza proble-
mi un piastrone roccioso altrimenti riservato ai rocciatori puri.
Vedi le altre foto in Google Foto.
La via più comoda sarebbe prendere la Funivia di Merano 2000 e sbarcare direttamente a quota 2.000, ma la prima
corsa è alle 9 (i turisti si alzano tardi) e allora salgo in macchina fino al grande parcheggio di Falzeben, a 1.609 metri. Risalgo i 400 metri aggiuntivi nella calma e nel silenzio (ma la pagherò al ritorno, con un affollamento "da Rimini"!).
GPS GPX Picco Ivigna Ifinger
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
La nebbia mi accompagna dall'inizio alla fine ma la salita è così bella e varia che la cosa finisce col passare in secondo piano.
Vedo che dall'ultima volta sono stati aggiunti diversi nuovi tratti di cordino, inoltre la catena che aiutava uno sbifidissimo salto quasi verticale è stata sostituita da una comodissima grossa fune sintetica che mi ricorda il canapone del camino sotto il bivacco Carrel, sulla via del Leone al Cervino (non c'è più, l'intero camino è franato). Faccio appena in tempo a pensare che sono davvero passati molti anni e sono arrivato in cima. Nebbia fitta,

martedì 10 marzo 2015

Il giro largo del Guncina

Un giro andata-ritorno a partire dalla stazione FS di Bolzano, con qualche variante rispetto alla classica Passeggiata del Guncina.
Passeggiata del Guncina
La Guntschnapromenade/Passeggiata del Guncina si snoda sopra il quartiere di Gries, è esposta al sole e rimane perfettamente percorribile anche nella stagione cattiva. Un tempo "faceva sistema" con gli hotel del turismo internazionale oggi scomparsi o decaduti, l'Hotel Germania e l'Hotel Reichgliederhof. Quest'ultimo era collegato alla città da una delle due funicolari cittadine, anch'esse scomparse. Qui un opuscolo PDF sulla passeggiata e qui l'escursione alla sua gemella, la Passeggiata di Sant'Osvaldo.
Passeggiata del Guncina
Il percorso si apre verso sud, sulla conca bolzanina. Al centro della Bassa
Atesina si distingue il dossone porfirico che separa l'Adige dal Lago di Caldaro.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Quel "largo" è lì a indicare la differenza col percorso tradizionale che inizia a Gries (fino al 1925 Comune a sé stante e nota località di cura e di soggiorno dell'impero asburgico) e termina a monte della Torrre di Druso.
GPS Passeggiata del Guncina
Il percorso visto in Google Earth.
👉Questo giro è "allargato" nel senso che si spinge a curiosare fino all'ex-albergo Reichrieglerhof (in italiano Castel Guncina, ora trasformato in residence) e perchè per il ritorno in città segue la vecchia (e ripida) strada selciata, snobbando per una volta i tornantini inghiaiati della
Promenade vera e propria. Si parte dalla stazione ferroviariaevi si torna dopo l'ampio giro.
Il punto più alto (si fa per dire) si raggiunge a metà circa della passeggiata dove si trovava l'hotel Reichrieglerhof, un tempo hotel prestigioso raggiunto da una funicolare oggi scomparsa ed oggi trasformato in un brutto residence.
👉Dopo la WW1 ci fu ancora qualche anno di splendore, quindi prima la Grande Guerra, poi l’avvento del fascismo fecero perdere

venerdì 13 febbraio 2015

Su e giù per il Renon: al Grumer Eck da Bolzano (via vecchia ferrovia e sentiero dei castagni)

Giro ad anello che da Bolzano sale al Grumer Eck/Monte Tondo e ritorna in città passando dalla passeggiata di Sant'Osvaldo.
Altipiano di Renon
Si sale dal centro città lungo il tracciato della vecchio trenino del Renon e si ritorna percorrendo la passeggiata St. Oswald Promenade (in italiano "Passeggiata di Sant'Osvaldo). Nella foto una vista sul colle di St. Magdalena dalla Oswald Promenade.
Passeggiata di Sant'Osvaldo
L'anello si chiude con bella vista sui vigneti posti alla periferia settentrionale
del capoluogo. Un percorso analogo ma con partenza e arrivo dal ponte di S.
Antonio è descritto nel blog di Fernando Gardini.
Vedi le altre foto in Google Foto.

Mi ero sempre chiesto dove diavolo fosse l'enorme croce che il gran zelo religioso ha piazzato sopra la città di Bolzano e che dal fondovalle si può usare da puntatore per indovinare la posizione di Oberbozen/Soprabolzano e dell'altipiano del Renon.
GPS Renon
Il tracciato in Google Earth.
👉Per arrivarci a piedi dalla città ci si può arrampicare lungo ciò che rimane del tracciato della vecchia ferrovia del Renon (oggi sostituito dalla funivia) e poi imboccare il "sentiero del Castagno" che con percorso ampio e circolare che si svolge per lo più nel bosco ritorna in città dal versante della Val Sarentino. 👉La ripida stradina che dalla attuale stazione a valle della funivia si arrampica al colle di Skt. Magdalena, infatti, altro non è che il vecchio percorso del trenino del Renon. E' veramente ripida e non c'è da stupirsene perché si trattava del tratto a cremagliera. Quando, più in alto, la si abbandona per seguire il Keschtnweg (sentiero del castagno) si entra nei boschi di castagni e tutto cambia e il percorso torna ad essere

domenica 28 settembre 2014

Sulla Cima di San Cassiano dalla Val Sarentino

Una cima bifida di solito associata alla coppia rifugio-chiesetta di Lazfons perchè chi sale dalla Valle d'Isarco vede spuntare la Kassianspitze proprio alle spalle del rifugio.
Kassianspitze Cima di San Cassiano
Raggiungere la Cima di San Cassiano dal lato della Val Sarentino è molto facile ed anche rilassante perchè consente di evitare l'affollamento del percorso più tradizionale che, la raggiunge dalla Val d'Isarco via Chiusa, Lazfons e Croce di Lazfons.
Kassianspitze Cima di San Cassiano
Appena uscita dalla stazione a monte della cabinovia Pichlberg si ha già  un'idea
della vastità dei panorami che ci aspettano. In foto la vista che si apre verso ovest,
con i Sarentini in primo piano, l'Ortler-Cevedele, l'Orecchio di Lepre, la Croda di
Cengles, il Picco Ivigna e il Tribulaun sullo sfondo.
Vedi le altre foto in Picasa Web Album.
In realtà le cime sono due, la occidentale Samspitze (m 2.563) e la orientale Kassianspitze (m 2.581) più ad oriente. Sono molto vicine fra loro e sono separate da una selletta.
Noi le abbiamo visitate entrambe arrivando però dalla Val Sarentino, con un ampio giro che le raggiunge da nord, dopo una bella camminata che si snoda sempre con vista aperta a livello delle malghe.
Arrivati in vista del rifugio e della vicina chiesetta abbandoniamo il sentiero principale e saliamo
Kassianspitze Cima di San Cassiano
Scarica la traccia GPS.
direttamente alla forcella che divide la Kassianspitze (m 2.581) dalla sua gemella occidentale Samspitze (m 2.563). Il sentiero è evidente e ben tracciato.
Le saliamo entrambe e poi,  visto che il tempo non promette bene, rinunciamo a scendere al rifugio e prendiamo decisamente la via del ritorno.

Quote e dislivelli:
Quota di partenza/arrivo: m 2.150 (Pichlberghütte)
Quota massima raggiunta: m 2.581
(Kassianspitze/Cima di San Cassiano)

mercoledì 12 febbraio 2014

Schöneck e Stoanerne Mandln (Monti Sarentini)

Questi ometti di pietra sono diventati un fatto virale, la loro visibilità in rete surclassa molte cime che per ambiente e panorama sono senz'altro messe meglio.

La vista verso la conca di Merano è preclusa ma rimangono visibili le cime de
l'Ifinger/Picco Ivigna e quella del bifido Verdinser Spitze/Laste di Verdins.
Vedi le altre foto in Googlealtre foto in Google Foto.
Mai visti così tanti come qui, su questo rilievo dei Monti Sarentini, in un'area che nel superdotato Sudtirolo è destinata al ruolo di Cenerentola.
Detto in dialetto tedesco, Stoanerne Mandln, il nome suona misterioso e le difficoltà di pronuncia scivolano in secondo piano.
Il percorso in Google Earth.
L'azienda turistica incoraggia le favole a buon mercato e parla di "covo segreto di streghe dove venivano praticati riti satanici e stregonerie" per poi chiedersi, in perfetto stile Giacobbo (ma anche Kolosimo) "sono sem-plicemente degli antichi parafulmini oppure dietro ogni leggenda si nasconde sempre un fondo di verità? L'atmosfera mistica e miste-riosamente magica rende anche il panorama fantastico". E come no!
Comunque, Gigi e Paolo si sono limitati a mandarmi le foto. Nel pubblicarle, penso al per niente virale Dosso di Costalta, pure lui dotato di ometti in pietra e mi dico che, sì, perfino nel marketing turistico, bisogna riconoscere che sopra Salorno sono sempre "un zacco avvanti", anche nel raccontar frottole.