Con le ruote idrauliche dei mulini e degli opifici artigiani che sfruttavano l'acqua della Roggia Grande, è stato fra i primi rioni operai della città. Si trova a Ponte Cornicchio, dove il Fersina sbocca in città.
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I tre ponti che scavalcano il Fersina alla Busa di Trento: 1) Ponte Cornicchio; 2) Ponte del- le Dame di Sion; 3) Ponte Alto. Cartografia IGM 1:25.000 anno 1960 circa. Il Sanatorio in collina di Povo è attualmente la sede della facoltà di ingegneria. |
All'altezza della Busa veniva derivata la Roggia Grande, ossia la principale derivazione del torrente Fersina, che attraversava la città e tagliava a mezzo Piazza Dante. Una grossa vena d'acqua pulita che significava acqua da bere, acqua per le cucine e per le lavandaie, e soprattutto acqua per le attività artigianali basate sulla "ruota idraulica". Sempre qui, in anni più recenti, vene costruita la centralina elettrica di Ponte Cornicchio, che alimentava l'illuminazione pubblica della città.
👉Lungo la Roggia Grande erano localizzate molte attività che sfruttavano la forza motrice dell'acqua: il lanificio Dalsasso (ubicato dove anticamente c'era un convento), l'officina di fabbri "maiari" Tonezzer, il laboratorio marmi Lisimberti, la segheria, il pastificio, l'opificio che lavorava il sommacco, per la lavorazione delle pelli e la centrale elettrica di ponte Cornicchio (riferimenti tratti dal post di Maria Teresa Roncoli).
👉Alla Busa sorse più tardi - ma sempre alimentata dall'acqua - la prima centrale idroelettrica trentina, che forniva l'elettricità al primo impianto di illuminazione pubblica.
“Con la derivazione delle rogge per opera del Clesio la Busa è diventata la prima zona industriale (sia pure di un’industria artigianale) a Trento.