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venerdì 17 maggio 2024

Il rosso coltellino svizzero dovrà perdere la lama?

Per evitare che possa essere considerato un'arma da taglio verranno prodotti modelli senza lama: è il paradosso del politicamente corretto.
Questo è il coltellino rosso che più si avvicina alle versioni originarie (quelle in dotazione all'esercito elvetico fra il 1891 e il 1897). E' la copia della versione destinata agli ufficiali, che aveva anche un cavatappi poichè il vino in bottiglia non veniva distribuito alla truppa.
Uno degli schemi progettuali del modello 1897, quello destinato agli ufficiali. Nella
sua versione definitiva comparve anche un piccola lama secondaria, più piccola.
Il primo modello di coltellino svizzero fu creato da Karl Elsener I, titolare di un’azienda di strumenti chirurgici svizzera, che lo produsse per i soldati svizzeri nel 1891, più di 130 anni fa. 👉Aveva in dotazione un coltellino, un cacciavite-levatappi per tappi-corona, un alesatore-nettapipe per rifinire o ripulire i fori e un apriscatole destinato alle lattine di cibi industriali.
Prima del coltellino prodotto da Karl Elsener l'esercito elvetico aveva avuto in dota-
zione il “Modell 1890” prodotto dalla Wester & Co., una compagnia tedesca di So-
lingen, la città famosa per l'acciaio da coltelleria.
👉Un secondo modello, per gli ufficiali, venne prodotto nel 1897 con l’aggiunta di un cavatappi e di una seconda lama, più piccola.
Nel 1909 l’azienda produttrice fu chiamata Victoria, in memoria della madre di Elsener morta da poco; nel 1921 aggiunse poi il suffisso “inox” in riferimento all’acciaio usato nei coltellini. La fornitura all’esercito fu garantita anche dall'azienda del coltellinaio Theodore Wenger. Sembra che tra le due società, Victorinox e Wenger, non ci sia mai stata una vera rivalità, quanto piuttosto un’amichevole concorrenza, anche perché l’esercito ha sempre voluto dividere equamente gli ordini. Nel 2005 la ditta di Wenger è stata acquisita dalla Victorinox.
Il coltellino svizzero "per ufficiali" a confronto con un classico temperino Opinel nel numero 6 (che ha una lama di 7 centimetri).

venerdì 22 luglio 2022

Aggiornamento: da oggi c'è anche il kit antizecca!

Ci sono tre new entries nelle dotazioni dello "zaino sempre pronto".
antizecca
Ok ragazzi, vi ringrazio per avermela tolta! A collaudare la pinzetta é stato il gatto Milo e la pinzetta è finita nello "zaino sempre pronto" assieme al repellente Autan e all'Aureomicina in pomata perché quel che è già lì non può essere dimenticato a casa! L'ultimo aggiornamento delle dotazioni dello "zaino sempre pronto" risaliva all'agosto del 2020, che fu l'estate del Coronavirus più aggressivo.

sabato 4 giugno 2022

Il box di plastica gran amico delle notti in bivacco

Mangiare vegetale é trendy e adatto a noi, volonterosi protagonisti del globalismo salutista. Però riesce meglio quando è in buona compagnia.
mangiare in montagna
L'onesto box di plastica impegnato in una notte di simposio al Bivacco Sossoi, nel gruppo del Latemar. Sotto il suo tappo blu questo contenitore ognitempo ospita uno zuppone di fagioli borlotti, tonno e erba cipollina, preparato a casa e buono anche da freddo.
zuppone da bivacco
Insalata di riso rinforzata con olive verdi sott'olio, con il versatile e leggero fork.


Su questo modesto attrezzo da montagna c'é da dire che in bivacco risulta maledettamente comodo, ed il motivo é duplice: lui non trafila, non perde mai liquidi; e le verdure che custodisce si mangiano bene anche "a freddo" perché non contengono grassi.

zuppone da bivacco
Uno zuppone di verdure fresche con Würstel, secondo il gusto di Gigi.
Certi piatti della cucina povera, fatti con ciò che dava l'orto, sapevano fare a meno della carne, che allora era decisamente un cibo da ricchi.
👉Molti di questi zupponi senza carne mi ingrifano, anche perché (vedi sopra) si possono mangiare freddi.
👉Insomma, sono l'ideale per chi va in montagna portandosi dietro il mangiare. Va a sé che li adottati da tanto tempo. Con gli anni ho anche imparato ad apprezzare un attrezzo all'apparenza strano, una mezza via fra la fochettaeil cucchiaio, il cosiddetto fork bi-uso (e superleggero).
La insalata di riso: un altro esempio di zuppone molto adatto al box Tupperware.
zuppone da bivacco
Zuppone di fagioli e tonno con erba cipollina, stavolta al Bivacco Malga Loverdina, nel Brenta. Un'altra raffinatezza da bivacco è la cipolla di Tropea con i filetti di sgombro.

giovedì 20 agosto 2020

Tre cose da aggiungere anche nello zaino leggero, in questa estate segnata dal Coronavirus

in montagna
La mascherina di riserva e l'igienizzante da non dimenticare.
La "tempesta perfetta" che ha fatto impallidire Vaia si è insinuata fin dentro lo zainetto sempre pronto, quello che uso per le uscite di un solo giorno.
L'ha fatto con discrezione, imponendo solo due piccole e leggere aggiunte: il liquido igienizzante per le mani (piccolo e senza spigoli, in realtà) e la mascherina di scorta (=se si rompe l'elastico).
👉Ma oltre a queste due aggiunte ovvie, c'è stata, a ben guardare, anche una sostanziale riconsiderazione del valore d'uso dello spork anglosassone (=spoon+fork): l'avevo sempre considerato un giocattolino pubblicitario, ma a conti fatti non è così, anzi, funziona benone!
mangiare in montagna
Mentre il sacco a pelo prende aria il cucchiaio-forchetta è già pronto per uno "zuppone da bivacco" fatto di fagioli borlotti, tonno ed erba cipollina. E albicocche della Val Venosta.


lunedì 11 novembre 2019

Per quelle scatolette di sgombro, di tonno o di fagioli che non hanno l'apertura a strappo...

...c'è un solo modo per evitare isterizzanti incidenti col coltellino svizzero: mettere nello  zaino uno di quei mini-apriscatole di una volta.
Apriscatole opener P 51
Questi oggettini funzionano sempre e non si rompono mai. Si fa prima ad usarli che a spiegarli. Il modello Opener P 38 altro non è che quello in dotazione all'esercito degli Stati Uniti. Io però ho optato per il P 51, un poco più grande e più agevole da usare. Il P 51 é lungo 2" e avendo più effetto-leva si accontenta di una pressione minore da parte del pollice.
Apriscatole P 51
L'apriscatole P 51 alle prese con una grande scatola di filetti di sgombro.
Ho sempre gelosamente custodito uno di quei piccoli apriscatole "da viaggio" che un tempo erano in dote a viaggiatori e alpinisti.
Oggi è quasi un oggetto di culto e bisogna cercarlo nel Web, perchè nei normali negozi ormai non si trova più (anche se continuerebbe a servire).
E' un oggettino supercompatto, veramente da zaino, simile a quelli che una volta erano in dotazione ai barattoli della carne in scatola ma che purtroppo oggi è praticamente introvabile.
👉Bisogna cercare nei siti web di articoli militari, spesso fanatici, ma praticamente i soli a trattarlo ancora. C'è in due versioni: il più piccolo P 38, originariamente in dotazione alle forze armate statunitesni, e l'appena più grande e più maneggevole P 51.

martedì 16 aprile 2019

Una libreria di montagna on-line

Una libreria di montagna tutta on-line, dove si trova di tutto.
Si trova all'indirizzo www.escursionista.it ed è anche molto ben fornita.


giovedì 28 dicembre 2017

Fornetto ad alcool da bivacco. Roba da tasca per intenditori.

Dedicato a quelli che proprio non riescono a sopportare l'idea di una nottata senza un sorso caldo (ma preferiscono non sobbarcarsi l'ingombro e il peso del classico camping-gas a cartuccia).
fornelletto ad alcool
C'è un sito (molto curato e molto chiaro) che spiega per filo e per segno come costruirsi un efficiente fornelletto da tasca funzionante ad alcool partendo da due semplici lattine di birra. E' ben documentato e le numerose foto a corredo tolgono qualsiasi dubbio. E' una soluzione forse un po' "dura e pura" ma quasi indispensabile per i frequentatori dei bivacchi alpinistici, quelli tipo Apollonio.

giovedì 3 marzo 2016

I profili alpini dal Touring Club a Peak Finder

Ovvio che il lavoro del vecchio Touring Club Italiano non possa reggere il confronto
con Peak Finder, ma dovremmo serbare rispetto per chi ha fatto da battistrada.
I profili alpini, quegli strani denti di sega che ci portano a farci domande sul loro nome, continuano ancora oggi ad esercitare un grande fascino su chi scarpina per arrivare su questa o quella cima.
L'idea acchiappava fin da sempre e non era affatto peregrina, visto che ancora oggi continua a farlo: si trattava di trovare finalmente il modo per trasformare la nostra voglia di sapere in qualcosa di più affidabile delle semplici intuizioni.
👉Sarebbe stato possibile elevarsi in verticale di qualche decina di metri con l'idea di bucare la foschia e spingere lo sguardo fino alla cerchia di cime più lontane? E a quel punto riuscire ad individuarle una dopo l'altra?
👉Il TCI concretizzò queste aspettative di cittadini e alpinisti in una sua bella pubblicazione degli anni Cinquanta.
Tourin Club Italiano
Correva l'anno 1957 e la collana "Conosci l'Italia" si arricchiva di un nuovo prezioso volume, "L'Italia Fisica", dal quale è tratto questo profilo fatto a tavolino con matita e goniometro. 
Sì, questa cosa di alzarsi e guardare giù a volo d'uccello dopo aver tanto faticato per guadagnare una cima ha il suo fascino, ieri come oggi...

domenica 5 luglio 2015

Una macchinetta da ferrata

Lumix GM1+Olympus Body Cap: entrano nel taschino come un pacchetto di sigarette.
Olympus Body Cap
La piccola Lumix GM1 equipaggiata con il supergrandangolare Olympus da 18 mm
equivalenti diventa un vero peso piuma (220 grammi spago compreso). Ma non è
solo una questione di peso: a contare è soprattutto l'ingombro e l'assenza di spor-
genze. Il diaframma fisso f:8 non si è rivelato un handicap: con la luce che c'è in
montagna e quell'ampio angolo di campo, il mosso non impensierisce.
Salire una ferrata con una reflex che ballonzola appesa al collo non è proprio l'ideale, nè per la sicurezza della macchina, nè per la nostra.
La Olympus ha in catalogo un supergrandangolo da 18millimetri spesso come un tappo copriobiettivo.
Con lui la piccola GM1 sta nel taschino della camicia e l'ampio angolo di campo permette di "entrare" nella parete ambientando i singoli passaggi, che di solito sono sempre - per forza - incollati alla roccia. Un'accoppiata ottima per le ferrate. Con uno zoom standard nello zaino, per il resto dell'escursione si può usufruire di un obbiettivo meno "fish-eye" e capace di non relegare le cime circostanti in un lontano orizzonte indistinto. Con un peso totale, diciamo, di 300 grammi.

domenica 22 dicembre 2013

Proteggere gli obiettivi intercambiabili

Gli obiettivi arrivano in contenitori flosci che vanno bene per casa,
fotografare in montagna
ma non altrettanto bene in montagna, dove finiscono sbatacchiati nello zaino, pressati fra tante altre cose, esposti a cadute e urti.
Da tempo adopero questi cilindri imbottiti della Lowe (che fa zaini e borse fotografiche). Sono leggeri ma molto robusti, imbottiti con un dito di gommapiuma ed ottimamente rifiniti.
Costicchiano, ma fanno bene il loro mestiere. Ce n'è di varie misure, fino al grosso teleobiettivo.

mercoledì 13 novembre 2013

Mezza tenda e mezzo sacco a pelo

E' una struttura gonfiabile super-economica fatta con il materiale dei teli isotermici d’emergenza e pesa 270 grammi: metterebbe al riparo a una persona e da chiusa occuperebbe il volume di un maglione.
Il progettista Andrea Paroli dice che potrà essere utilizzata per tre giorni consecutivi e ne stima il costo di produzione in circa 3 euro.
Presentato come tesi di laurea nel 2010, il progetto ha suscitato l’interesse di un’azienda privata, che ha avviato la prototipizzazione. Staremo a vedere.
Da mettere nel bagagliaio dell'auto sotto la voce "per ogni evenienza"?

lunedì 4 marzo 2013

Ancora scarponi chiodati

ramponcini
Scovati nella ferramenta di Pergine "Gas Haus Attrezzature" (di fronte alla stazione).
Sono fabbricati da una ditta italiana del trevisano, la Gar Sport. Il modello Stelvio dispone di un originale variante sul tema "ramponcini & simili". Si tratta di due basette di plastica ribaltabili, una sotto il piede e l'altra sotto il tacco.
Usabili anche separatamente, ospitano una serie di chiodini metallici. Nelle fotografie sono i due pezzi in colore verde-blu.
Mi sono dimenticato di farmi dire il prezzo da Paolo, che ringrazio per avermeli fatti notare.
Se passate da lì potete chiedere a lui, che è anche un amante della montagna e appassionato camminatore su forestali ghiacciate, neve dura e simili, ma mai in situazioni estreme.

domenica 13 gennaio 2013

Scarponi bullonati

Come alternativa alle catene da scarpa ho provato i chiodati. Meglio: me li sono autocostruiti, perchè in commercio non si trovano.
scarponi bullonati
Le pedule con chiodatura fatta in casa: viti a testa esagonali 4,2x13 millimetri.
Per i perfezionisti segnalo il sito della Best-grip che produce chiodi specifici da
scarpone pesante. Ma il negozio di Strigno (Valsugana), li aveva finiti e quindi...
Niente di nuovo sotto il sole, visto che i nostri vecchi usavano corren-temente le scarpe "co' le broche".
👉In ferramenta non avevano viti autofilettanti a testa esagonale della misura giusta e così ho ripiegato sulle autoforanti (hanno in punta un simil-scalpello).
👉Il montaggio non richiede astuzie particolari e li ho provati in giardino, sembravano funzionare bene.
👉Il collaudo sul campo è stato fatto sulle strade forestali della Val di Non, ghiaia, sassi, lastre di ghiaccio duro, neve ghiacciata.
Al ritorno dal Monte Macaiòn tutti i bulloni erano ancora al loro posto e non ero volato neanche una volta.

venerdì 17 agosto 2012

Che sia ora di rottamare il GPS?

A noi escursionisti i pochi metri di errore sul terreno e sulla quota non danno fastidio. Per le nostre esigenze è una precisione sufficiente.
Il mio GPS cartografico Garmin Map60CSx
candidato alla rottamazione.
Conta di più la durata delle batterie perchè nessuno si diverte a portarsi dietro manciate di pile di ricambio. E' altrettanto importante che si tratti di batterie facilmente reperibili, tipo quelle a stilo da un volt e mezzo.
Fino a un paio d'anni fa non c'era storia. Il GPS dello smartphone bruciava la batteria in meno di un'ora. Ma ultimamente le cose sono cambiate e i telefonini smartphone con GPS incorporato stanno diventando un'alternativa concreta, i produttori di cartografia digitale se ne sono accorti e stanno sfornando programmi e mappe con prezzo e prestazioni interessanti, cioè bassi in paragone a quanto succedeva qualche anno fa.
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Col mio vecchio Garmin Map60CSx e due stilo ricaricabili usate più e più volte ci faccio 8-10 ore, con le alcaline  non ricaricabili non saprei, ma certo molto di più (la casa dichiara 18 ore). Avendo l'accortezza di spegnere il GPS nelle soste più lunghe, quelle 8-10 ore aumentano in proporzione. Se sto via due giorni mi porto dietro una coppia di pile di scorta. In caso di emergenza posso comprarle in qualsiasi supermercato di qualsiasi paesino, da Trieste a Ventimiglia. Così da cinque anni. Ma, volendo migrare?
Ho cercato di capire quale accoppiata sistema operativo-software cartografico andava meglio per uno che abita in Trentino.
Sono stato indeciso fra Android+CompeGPS TwoNav dalla parte Windows e iPhone+Avenza PDF Maps dall'altra. Ce n'è qualche altra ma, oltre a non essere un esperto, non intendevo svolgere indagini di mercato.
Ho optato per l'Android perchè da sempre uso PC con Windows (anche se dopo aver visto girare su iPhone le cartografie Avenza del Trentino un pensierino al Mac ce l'avevo fatto).
Così mi sono bruciato un bel po' di Euro e ho comprato uno smartphone Samsung Galaxy SII. L'ho scelto su consiglio di Loredana, che ne sa, e mi sono fidato. Comincio le prove e faccio qualche post!

giovedì 9 febbraio 2012

Terreno ghiacciato e poca neve

Nei negozi di montagna di Arco ho visto diversi modelli di ramponcini ma tutti, quale più quale meno, sembravano richiedere troppi sforzi per indossarli. Così ho rimandato l'acquisto.
Nel frattempo l'amministratore del sito dedicato ai bergvagabunden indigeni Girovagandointrentino ha girato un video YouTube che spiega più di molte parole.
Nel forum del sito c'è anche una discussione sulle catene da scarponi, interessante, direi.

lunedì 30 gennaio 2012

Autoscatto e foto notturne in montagna

Cerca e ricerca, finalmente l'ho trovato (nel web, ovviamente). Un cavalletto da taschino, piccolo e leggero ma perfettamente funzionante.
fotografare in montagna
Per capire come funziona questo oggettino c'è in
 YouTube un video dimostrativo.
Se il foro filettato sul fondello della fotocamera non è troppo decentrato, è in grado di reggere anche una reflex. Il rivestimento in gomma delle tre zampe impedisce di scivolare sulle superfici lisce. Il collegamento tra la base e le zampe non collassa sotto le fotocamere più pesanti.
Ho verificato che le tre zampe si adattano a rami, tubi, sporgenze e sono capaci di garantire l'orizzontalità semplicemente premendo sulla fotocamera, proprio perchè "si adattano". Ripiegato è alto 8 millimetri su un ingombro di 8x5 centimetri.

giovedì 8 dicembre 2011

Il GPS e il software cartografico 3D RTE Reader

3D RTE Reader: la zona del Nuvolau-Averau (Passo Giau) con i sentieri in rosso,
la rete  idrografica in blu, toponimi e simboli come appaiono per default.
Il nuovo software cartografico ha un nome quasi impronunciabile ed il suo sito non brilla per immediatezza comu- nicativa. Comunque:
Immaginatevi un Google Earth basato sui dati cartografici delle carte tecniche regionali ed arricchito da waypoints e tracciati messi a disposizione di soggetti terzi, come CAI, Soccorso Alpino, Parchi Naturali, enti locali, assocazioni turistiche, etc.
► Immaginatevi che questi siano suddivisi in scenari: scenario trentino, scenario appenninico, etc.
Google Earth: la stessa zona con un tracciato "pescato" in rete e adattato alle
mie esigenze. Salvato in formato kmz va trasformato in gpx per caricarlo nel GPS.
Un po' come se si trattasse di cartelle e sottocartelle.
► Immaginatevi di poter creare e gestire un vostro scenario con i vostri waypoints e i vostri percorsi senza cambiare programma mantenendo, ovviamente, la possibilità di caricare e scaricare verso e da GPS, nonchè di stampare su carta e dialogare con Google Maps ed anche con Google Earth ed i suoi file kmz.
► Se tutto questo funzionasse davvero bene, allora si tratterebbe di un buon prodotto integrato, ed io potrei finalmente abbandonare Google Earth come "contenitore". Naturalmente continuando ad usare anche qualche cartografia digitale più montagnina come 4Land, Compe e Kompass.

Non ho avuto il tempo di «passare in uno degli Alpstation Montura per ritirare una copia gratuita del DVD con lo scenario "Trentinocome suggerisce uno dei numerosi sponsor. Per farmi un'idea dell'usabilità del lettore gratuito 3D RTE Reader (per fare tutto quello che il programma prevede in fatto di editing bisogna infatti acquistare l'editor Track View al prezzo - a mio avviso onesto - di 36,3 Euro) ho installato l'unico scenario attualmente disponibile nel web, quello relativo alle Dolomiti venete (356 mega lo scenario, 65 mega il lettore 3D RTE Reader).
Tuttavia - per ora - ho deciso di continuare ad usare strumenti separati (che conosco bene) che poi faccio convergere in Google Earth (come ho già detto nel post precedente).
Credo infatti che il prodotto (sto parlando del lettore gratuito) sconti ancora qualche difetto di gioventù che lo rende non così user friendly nell'uso pratico. Cose che riguardano l'intuitività dei comandi e la restituzione a schermo. Probabilmente si tratta di far trascorrere qualche tempo prima di acquistare l'editor Track View, cercando nel frattempo di familiarizzare con il lettore 3D RTE Reader. Vedremo...

mercoledì 7 dicembre 2011

Il GPS e Google Earth

Quando voglio portarmi dietro il GPS con a bordo la traccia del percorso da seguire, faccio così:
A sinistra la barra con l'albero delle directories de "I miei luoghi" e a destra
un percorso ad anello in zona Averau-Nuvolau con i waypoints dei rifugi.
Se voglio creare una traccia ex-novo: ricalco qualcosa in Google Earth oppure ricalco un sentiero da cartografie digitali, come quelle della 4Land trentina o della Kompass sudtirolese.



Se voglio usare una traccia già pronta: interrogo uno dei numerosi siti web di database cooperativi, come HotKnott-Sentres, Giscover, GPStour, GPSies, Alpidia, GPStour, Sentieroselvaggio, etc.
Poi ovviamente carico il file-traccia sul mio vecchio GPS.



In rosso i tracciati dei sentieri SAT, importati ne I miei luoghi di Google
Earth. In celeste il tracciato dell'escurione al nuovo Rif. Tonini, scaricato
dal mio vecchio Garmin C60csx.
Come software contenitore per waypoints e tracce varie uso semplicemente Google Earth, cosa che mi dà una serie di "vantaggi collaterali":
la presenza di foto che - bene o male - descrivono "lo stato dell'arte" del luogo o del rifugio, o della funivia, o della cima, o del lago, etc.;
 la semplicità con cui si possono tracciare percorsi, inserire waypoints, dialogare con altri software cartografici;
 la possibilità di inserire nella cartella I miei luoghi anche dati "pescati" nel web come ad esempio il catasto dei sentieri SAT;
la possibilità di inserire e georefenziare cartine raster come quelle distribuite da Meridiani
Montagne (o scansionate con lo scanner di casa);

La cartina raster regalata da Meridiani Montagne importata come overlay

immagine e poi ricalcata (in colore viola) per ricavarne una traccia da

salvare in formato gpx da importare nel vecchio Garmin C60csx.
 la facilità con cui i dati possono essere salvati - singolarmente o a gruppi - in formato GPX.
► la sua integrazione con Google Maps permette di zompare da l'uno all'altro a seconda della necessità.






La gratuità è solo l'ultimo dei pregi di Google Earth e quindi prima di "lasciare la via vecchia per la nuova" voglio essere ben convinto che ne valga la pena. E' spuntato infatti all'orizzonte un software della Pangea che promette novità e mirabilie. Sarà il caso di dargli un'occhiata...

lunedì 21 novembre 2011

Ramponi sempre pronti

Per evitare le scivolate sulle pozzanghere ghiacciate quando la neve non è ancora arrivata ma il gelo fa già sentire i suoi effetti,
ramponcini leggeri
ci sarebbero questi ramponcini incorporati nel tacco dello scarpone. Chiaro che servono solo per bypassare la lingua ghiacciata che taglia il sentiero, ma se da loro ci aspettiamo solo quello che possono darci, potremmo farci un pensierino. Si chiamano "niceStep" e sono fissati (solo in fabbrica) allo scarpone.
I calzaturifici che attualmente li montano sono ufficialmente i seguenti: www.crispi.it, www.meindl.de, www.gronell.it, www.orizo.it, www.diotto.com, www.calzaturificiodiemme.it, www.reck-schue.de. Inoltre, il calzaturificio Carell a Treviso, S. Elena a Onigo di Pederobba e Held Schuhe a Silz in Austria.
La ditta che produce il sistema “niceSteP” si chiama Officine Rova srl di Agordo (Belluno).

lunedì 21 marzo 2011

Con due obiettivi nello zaino

Il formato Microquattroterzi sembra pensato per l'escursionista che non vuole rinunciare alle ottiche intercambiabili. 
Il gruppo di Brenta visto dal Monte Gazza. Il formato micro4/3 usa un sensore
più piccolo di quello APSC (Nikon e Canon) ma ancora di dimensioni accetta-
bili, molto più grande delle tascabili ad ottica fissa.
Si sa, chi fotografa in montagna è sempre alle prese con problemi di peso e ingombro ma ha comunque bisogno di un bel grandangolare altrimenti i panorami non "entrano" nella foto. Ho un piccolo e leggero zoom Olympus 18-36 mm equivalenti.
Se, oltre al paesaggio, si pensa anche agli animali, oppure si vuole documentare in dettaglio qualche cima, allora serve anche un teleobiettivo. Visto il peso contenuto e il prezzo abbordabile, mi sono procurato uno zoom Panasonic 90-400 mm equivalenti.
Assieme pesano solo 535 grammi.
Se anzichè una micro4/3 avessi scelto una reflex classica, tipo una piccola Nikon, il peso delle due lenti sarebbe salito a 460 + 745 = 1.205 grammi. Confronto fra i due corredi completi di corpo macchina:
906 grammi la Lumix G2.
1.710 grammi la Nikon D3100.