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giovedì 21 agosto 2025

Malga Brenta Alta: da qui passò anche Freshfield

La malga Brenta Alta è a quota 1.250 in Val Brenta, la valle che da Sant'Antonio di Mavignola sale verso il Brenta e punta al Rif. Brentei.
Dietro la malga da sinistra: Torre di Brenta, Sfulmini, Campanile Alto, Brenta Alta, Bocca di Brenta, Brenta Bassa, Cima Margherita, Tosa e Crozzon (foto di Moreno Borz). "Proprio al centro di tanta bellezza, imponente di fronte a noi si ergeva una roccia colossale, uno dei più prodigiosi monumenti delle forze della natura." (D.W. Freshfield)
Malga Brenta Alta si trova proprio al di sotto il Rifugio Brentei nella omonima breve
valletta che da sale dalla Valle di Campiglio puntando verso il cuore del Brenta cen-
trale, con il Crozzon di Brenta in bella evidenza.
Questa antica malga della Val Brenta si trova lungo il tradizionale percorso di accesso al nodo centrale del Gruppo, la via battuta dai pastori che portavano le pecore fin sulla scala di Brenta e successivamente dai primi alpinisti, protagonisti di quel turismo esplorativo di fine Ottocento che ha fatto la storia delle Dolomiti e dell'intero arco alpino.
👉Malga Brenta Alta era di proprietà delle Regole, gli statuti che disciplinavano l'uso collettivo dei beni comuni come boschi, prati, sorgenti e torrenti, ed è stata ricostruita nel 2003 ma il suo interno riesce ancora a
Quattro miei scatti del 2014, di ritorno dalla Bocchette Centrali.
restituire le atmosfere di un tempo. E' stata abitata dai pastori durante l'alpeggio estivo fino al 1949, ed ora è un semplice punto d'appoggio, un bivacco sempre aperto come riparo di emergenza.
👉Nei documentazione scritta locale il suo nome compare nel 1893 cioè parecchio tardi, quando ormai serviva anche come punto di appoggio per gli esploratori, topografi e pittori che avevano iniziato a frequentare la Val Brenta dalla seconda metà dell'Ottocento.
Una vecchia foto del 1949, quando era ancora in attività.
A dispetto del nome, non si tratta di una malga vera e propria, ma di un punto d'appoggio per i pastori delle pecore. Ciò spiega la mancanza dello stallone e della "casara" per la lavorazione del latte.
"Su questo austero soppalco assieme ai pastori dormirono anche i primi esploratori, topografi e pittori, molti dei quali inglesi (John Ball, Francis Fox Tuckett, Amelia Edwards), che a partire dalla seconda metà dell'ottocento cominciavano a frequentare e far conoscere al mondo le straordinarie bellezze del Brenta."
(Moreno Borz, blog Vecchiescarpe).

sabato 10 dicembre 2022

Baito Sette Laghi da Malga Prima Busa (Lagorai)

Giretto ad anello per visitare il nuovo baito ai Sette Laghi, nei monti di Roncegno che confinano con la Valle dei Mocheni. Ma é sempre chiuso!
baito sette laghi
Baito Sette Laghi (m 1.980): la burocrazia provinciale é riuscita nella difficile impresa di costruire un ricovero di emergenza per poi tenerlo sempre chiuso. Si trova nei Lagorai Meridionali, quelli affacciati verso Sud, incastonati tra la Val dei Mocheni e la Valsugana.
mangiare in montagna
Zuppone da bivacco al Baito Sette Laghi: melanzane grigliate, olive conce e pomo-
dorini. Stavolta sbocconcellato all'aperto, grazie alla ottusa burocrazia della PAT.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Un nuovo baito in legno é stato inaugurato nell'ottobre 2022 in località Sette Laghi, nel territorio del Comune di Torcegno. E' stato costruito dal Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento.
Secondo la PAT si tratta di un ricovero di emergenza anti-orso e anti-lupo per i pastori, che nella neo-lingua burocratica e politicamente corretta suona così: "un’importante opera di prevenzione per la gestione dei grandi carnivori, destinata principalmente all’accoglienza dei pastori che accompagnano il bestiame in quota".
baito sette laghi
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉la burocrazia provinciale non risponde a nessuno e abbandonati a sè stessi i burocrati concepiscono insensatezze come questa: un ricovero destinato all'emergenza che però rimane sempre chiuso a chiave.
👉Si raggiunge partendo dal parcheggio di Malga Prima Busa su sentiero Sat (circa 220 m dislivello).

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.770 (parcheggio presso Malga Prima Busa)
Quota massima raggiunta: m 2.000 circa
Dislivello assoluto: m 230
baito sette laghi
L'interno del baito, costruito con soldi pubblici ma sempre chiuso. Altro modus operandi rispetto, per esempio, al Baito della Pace, che si trova anch'esso nei Lagorai meridionali.

Dislivello cumulativo in salita: m 250 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 250 circa
Lunghezza con altitudini: km 3 circa
Tempo totale netto: ore 1:30 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: da Borgo Valsugana si seguono le indicazioni per Telve, che si supera giungendo a Telve di Sopra e poi a Torcegno. Appena superato Torcegno, dopo ampio curvone sulla sinistra, il località Maso Sartorelli, si diparte sulla destra una stradina di montagna asfaltata che serve il vicino ristorante Alle Betulle e che poi prosegue, stretta e ripida ma asfaltata per altri 6 chilometri. Segue l'ultimo tratto su strada bianca, di 2,8 chilometri, che si conclude allo slargo-parcheggio subito prima di Malga Prima Busa. Vedi anche l'apposito pulsante "Ottieni indicazioni" in Wikiloc.

mercoledì 16 novembre 2022

Il bivacco Malga Cornisello (Presanella)

Si trova sulla riva occidentale del Lago Superiore di Cornisello a 2.112 metri di quota. Tavoli e fontana esterna sono l'ideale per le merende.
bivacco malga cornisello
Il bivacco é stato ricavato dai ruderi della Malga Cornisello, nella conca dei laghetti di Cornisello, in un ambiente d'alta montagna.
mangiare in montagna
Le panche esterne "da tagliere" sembrano fatte apposta per lo Speck col pane nero.
Siamo alla testata della Val Nambrone, a breve distanza dal Rifugio Cornisello (attualmente in fase di ricostruzione).
👉In effetti si potrebbe parlare di un doppio bivacco, infatti lo spazio interno é stato suddiviso in due diversi locali, ciascuno dotato di tavolo con panca e fornaséla. Il locale posto all'entrata dispone anche di un camino in pietra.
Nella stanza più interna sono state ricavate la zona notte (4 posti su due letti a castello con materassini ma senza cuscini e coperte) e, in uno stanzino separato, anche un
bivacco cornisello
Il locale all'ingresso: tavolo, panca, stufa "fornasela" e camino. No legna, tranne
qualcosa riservato alle emergenze, ed é meglio così: altrimenti si trasformerebbe
in una calamita per i cafoni gozzovigliatori "tutto a gratis".
  gabinetto con lavello, wc e doccia. Il locale interno ospita, oltre a un altro tavolo con panca e a un'altra fornaséla, anche un lavello in pietra e un pensile con qualche stoviglia.
D'estate il bivacco dispone di acqua corrente interna ed anche di una illuminazione a pannello solare.
👉I tavoli con panca e la fontana esterna lo rendono adatto anche ai picnic estivi.
👉Per la legna bisogna provvedere da soli, portandosela dietro; il bivacco si trova oltre la quota dei boschi, e quindi non v'é modo di arrangiarsi in loco con un segaccio.
bivacco cornisello
Il locale interno: anche qui tavolo con panche e "fornasela". Più un lavello con un pensile con qualche stoviglia. Pessima l'idea di dotare un bivacco di lavandino, w.c. e doccia, tutte cose che non servono ai montanari ma solo a chi ha in testa una notte di bagordi "a gratis". L'angolo notte dispone di quattro letti su due castelli, con materassino ma senza coperte (e questa é una scelta saggia, che tiene lontani i gozzovigliatori di cui sopra).




domenica 29 maggio 2022

Solo per amatori: Baito dei Vanesi, in Valsugana

Refrattario a qualsiasi tendenza trendy o vipparola, è frequentato e mantenuto dai giovanotti del posto, che lo trattano bene, come merita.
Il simpatico baito dei Vanesi (vanèza=piccolo appezzamento di terra) prende il nome dalle località prative situate appena più in basso. Pare incredibile che il boom di traffico legato a "Arte Sella" imperversi a solo 2 chilometri in linea d'aria da qui. Due mondi separati.
Salendo al baito: vista l'esposizione a Nord, anche nelle giornate afose  lo sguardo
riesce a bucare la foschia. Qui i Lagorai dal Fravort al Monte Ciste, con al centro il
profondo intaglio della Val Calamento, che sale verso il Passo Manghen.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Insomma, pare che da queste parti ci sia chi si sente responsabile del territorio che abita e che giustamente si preoccupa di mantenerlo in ordine.
👉Non è un bivacco, ma un punto di appoggio, un ricovero che all'interno dispone di un tavolo con panche e una fornasela (più un caffettiera e una teiera) e all'esterno di un ampio spiazzo dotato di tavolo e panche nonchè di un punto-fuoco in muratura con griglia per il barbecue. Per la legna è bene portarsi dietro un segaccio o una piccola accetta (siamo in mezzo al bosco) o un sacchetto di carbonella. Insomma, c'è tutto quello che serve ma niente di superfluo.
E poi, tornati a casa: piatto da tagliere a base di risi e bisi coi ovi smalzadi (già col-
laudato nei mesi del Coronavirus). Conservato in frigo e integrato con lo 
Speck e
con i 
Gurken per fronteggiare queste prime ondate di afoso caldo estivo.
👉Da qui il panorama é pulito anche in una estiva giornata afosa; è un punto di osservazione rivolto a Nord, verso il versante più fortunato della Valsugana, quello esposta al sole, sole che qui a mezzogiorno ci sta alle spalle e non dà fastidio. E infine: chi in montagna cerca pace e tranquillità, qui troverà quel che cerca.
👉Essendo sul versante "a rovescio", quello esposto a Nord, viene massacrato dal gelo e dall'escursione termica per almeno nove mesi su dodici. Ma d'estate il trovarsi "a rovescio" aiuta, eccome se aiuta!
👉Nei suoi dintorni le pendenze e i dislivelli sono da infarto: ci troviamo
Durante la WW1 si trovò in prima linea (sul lato austriaco) vicino al Monte Civerone
che con i suoi riflettori austriaci, fu tra i protagonisti della 
"notte di Carzano".
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
sugli strapiombi che da Cima Dodici precipitano verticalmente fin su Borgo Valsugana e questo baito é uno dei pochi posti raggiungibili a piedi senza schiattare.
👉Lasciata l'auto presso il cartello di divieto ci si muove sempre su strada forestale, a volte "bianca" a volte cementata per qualche rampa, in una faggeta che la mattina è sempre all'ombra.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 710 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 874
Dislivello assoluto: m 164

domenica 12 settembre 2021

Al "Bivacco al Mangheneto" con partenza e arrivo da Passo Manghen (Lagorai)

Si tratta del vecchio bivacco "ANA Telve" realizzato dagli alpini di Telve Valsugana, oggi più conosciuto come "Bivacco al Mangheneto".
Andata e ritorno da Passo Manghen, un breve sù e giù in ambiente alpino aperto che però alla fine totalizza 500 metri di dislivello.
Dal sito dei due bivacchi guardando ad Est, verso la piramide del Monte Ziolera. In
mezzo, nascosto alla vista, c'é il valico stradale di Passo Manghen.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Si parte da Passo Manghen, ma in questo caso abbiamo scelto di seguire il sentiero-bretella che parte all'altezza del ristorante Baita Manghen, ossia la variante 310B del classico sentiero SAT 310 (che invece parte proprio dal passo). In questo modo bypassiamo una piccola gobba, il che abbassa il dislivello complessivo.
👉Il sentiero si snoda in ambiente alpino vasto e aperto, con brevi tratti nel bosco alternati ad altri su prati d'altura, in un panorama grandioso che nelle giornate serene comprende le cime della cresta confinaria italo-austriaca.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
La particolarità della nostra meta é che si tratta in realtà di un doppio bivacco, costituito da due edifici distinti. Ma dal punto di vista escursionistico poco cambia.
👉Per quanto riguarda le informazioni su questo strano esemplare di bivacco doppio, vedi l'apposito post.
👉L'escursione non é né lunga né difficile, ma nella prima parte vi sono certi brevi traversi erbosi su terreno fortemente inclinato che richiedono fermezza di piede.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 2.028 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.064
Quota minima raggiunta: m
Dislivello assoluto: m 36
Dislivello cumulativo in salita: m 500 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 500 circa
Lunghezza con altitudini: km 4,24
Tempo totale netto: ore 2:00 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: si lascia la SS 47 della Valsugana all'altezza di Borgo Valsugana (per chi viene da Ovest) oppure Castelnuovo (per chi viene da Est) e si seguono le indicazioni per Telve. Qui giunti si seguono i cartelli che riportano "Passo Manghen" al quale si perviene dopo un lungo tratto su strada di montagna. Si scollina e si scende di qualche decina di metri parcheggiando di fronte alla ristorante "Baita Manghen".

giovedì 2 settembre 2021

Il doppio "Bivacco al Mangheneto", che é noto anche come "Bivacco ANA Telve" (Lagorai)

Sono abituato a chiamarli (già: sono due, infatti...) "bivacco  ANA-Telve" ma ormai da un po' la segnaletica SAT lo riporta come "Bivacco al Mangheneto".
In realtà il punto d'appoggio é costituito da due distinti edifici: quello più grande nasce come "capanna sociale" della Associazione Nazionale Alpini che come tale lo gestisce. Quello più piccolo é invece un bivacco tout-cort ed ha dotazioni meno confortevoli e spazi più ridotti, ma pur sempre "da simposio".

L'edificio maggiore é la capanna sociale nota come "bivacco ANA Telve".
E' stato realizzato dal Gruppo Alpini di Telve Valsugana, fu inaugurato il 25 agosto 1985.
L’opera, iniziata quattro anni prima, é un importante punto di appoggio per chi effettua la grande traversata escursionistica della catena dei Lagorai e si trova ad un'oretta di cannino dal Passo Manghen. Il passo divide la Val Cadino a nord e la Val Calamento a sud e si trova nel punto di congiunzione tra la parte occidentale e la parte orientale della lunga catena del Lagorai.
Chi arriva da Passo Manghen incontra la fonte storica che butta acqua abbondante.
L'edificio del 
Bivacco al Mangheneto é quello più piccolo, sulla destra. A sinistra
c'é invece la capanna sociale degli alpini di Telve Valsugana. In entrambi le dota-
dotazioni interne non mancano. Lo sperone roccioso é il Monte Fornace.
👉Il bi-bivacco si trova in località Rocoléto (appena sopra il Passo Cadino e ai piedi del minuscolo Monte Cadino) a 2.060 metri di quota. Vi si fa talvolta riferimento come "Bivacco ANA Telve ai Mangheneti" poiché tale passo era chiamato Manghen Vecio o Manghenéti.
👉Entrambe le strutture sono comode e in grado di soddisfare le esigenze dell'escursionista di montagna. In entrambe le costruzioni i posti letto sono privi di materassi (una scelta che mi pare opportuna, vista la vicinanza al Passo del Manghen, che scoraggia un uso poco responsabile dei bivacchi).
Normalmente quando uno é chiuso l'altro é aperto e viceversa.
Il bivacco "piccolo" dispone di due piani con a piano terra il locale cucina-soggiorno (col tavolo, fornasela, lavandino e qualche stoviglia). Sopra, su tavolato, i 4-5 posti letto su tavolato. Con qualche materassino in più o in meno a seconda degli anni. La legna bisogna portarsela, perchè consumare quella accumulata dai volontari non é una bella cosa. L'acqua invece abbonda, ed é una vera fortuna.

Il bivacco "grande" dispone anch'esso di due piani, con un ampio locale a piano terra (tavolo con panche, caminetto, fornasela, acqua, fornello a gas, piano-cucina, stoviglie e lavello. Si accede al sottotetto tramite un'artigianale scaletta retrattile. Sopra ci sono dieci posti letto su tavolato suddivisi fra cinque letti a castello. All'esterno c'é un ingresso-andito coperto ed un tavolo con panche, riparato dalla falda del tetto.

giovedì 12 agosto 2021

Quei formidabili bivacchi "con la fornasela"

Quando nelle città e nei paesi le cucine a legna vennero rimpiazzate dal riscaldamento a termosifone e dalle cucine a gas, tante fornasèle migrarono nelle baite e nei bivacchi, e lassù sono ancora, per fortuna.
Una cena conviviale in bivacco con fornasela: in questo caso sono sui cerchi in ghisa ci sono delle sottili luganeghete (per ripulire e sgrassare i cerchi della piastra basta portarsi dietro qualche foglio di carta di giornale, e poi bruciarla).
Se ben schiacciato sotto un robusto peso, i cerchi della fornasèla, sono "la morte
sua"  anche per il classico galletto amburghese (ma anche per il pollo del resto).
Sembra che dicano: "Hic manebimus optime" ed in effetti é cosi: nei bivacchi di mezza montagna la legna non manca mai ed il caldo della fornasela é sempre il benvenuto, perché le notti sono fresche anche in piena estate.
👉La semplice presenza di una vecchia fornasela può da sola trasformare il più rustico dei bivacchi, magari scalcagnato, in un ospitale luogo "da simposio" dove la cena serale non é composta da panini e scatolette ed é destinata a prolungarsi magari per ore fra partite a carte e libagioni varie.
Un bivacco sovraffollato in una notte di pioggia: oltre al camino d'angolo c'é anche la versatile fornasèla, che salva la situazione.



martedì 1 settembre 2020

Il facile anello del bivacco Sossoi (Latemar)

E' conosciuto e cartografato con nomi diversi: Baito di Val Sossoi, Bivacco Sossoi, Baito Sosoi, Baito de Val Sossoi. Ma é sempre lui.
monte agnello
Le praterie alpine del Latemar fiemmese sono punteggiate da baiti agricoli risistemati e attrezzati a punto di sosta secondo un modello che si ripete ed è particolarmente accattivante perchè è funzionale e suggestivo al contempo: l'interno dei baiti La Bassa (a sx), Armentagiola (al centro) e Sossoi (a dx) sono infatti assai simili, tanto che tendo a confonderli.
monte agnello
Verso il Corno Bianco e la Pala di Santa, col Latemar a dx e le mughere del Doss
dei Branchi a sx. Il Corno Bianco segna il confine fra la piattaforma porfirica atesi-
na e le rocce calcaree delle Dolomiti, ed è molto ma molto panoramico.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Ma se il toponimo resta incerto, l'etimo sembra chiaro: dialettale su base veneta, il termine sossoi, indica sia il guanciale di maiale tagliato a cubetti e fatto cuocere in pentola (diciamo, a spanne, la pancetta a cubetti della Coop) che i più antichi e tradizionali ciccioli di maiale, residuo ultimo della complessa lavorazione che seguiva l'uccisione del maiale nei mesi invernali.
GPS Bivacco Sossoi
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👉Di sicuro si tratta di un termine evocativo, che incoraggia le bivaccate omeriche e sostanziose.
👉E' un giro ad anello che si sviluppa lungo le pendici prative e boscose del Monte Agnello, e tocca tre dei numerosi baiti disseminati lungo le sue praterie: il baito La Bassa, il baito Armentagiola e il baito Sossoi (ma ce ne sono parecchi altri).
Il giro inizia e termina alla stazione a monte della seggiovia Monte Agnello ed ha dislivelli davvero molto contenuti.
E' già stato descritto in un post precedente, come giro da fare "in epoca Coronavirus".
👉Dotazioni del bivacco: acqua corrente in fontana esterna, legna, fornasela, materassi, stoviglie, tavoli e panche. Niente coperte nè cuscini.

domenica 9 agosto 2020

Al bivacco Bait de Spinel: è un posto accogliente, spartano e piuttosto fuori mano (Lagorai)

E' nascosto nel bosco, quasi facile da raggiungere ma defilato alla vista. Roba da cacciatori. La proprietà è dell'Asuc di Baselga di Pinè.
Bivacco Spinel
Oh sì: la vista non è apertissima e quel che si vede sono montagne di seconda classe: le alture boscose della Val di Cembra e il modesto profilo della lontana catena della Mendola. Ma questo è un posto particolare, che sa fare della lontananza una virtù.
Bivacco Spinel
L'ingresso con la fornasela e i 2 tavolati a castello. Il locale è molto spazioso. Nel-
l'angolo destro si intravvede il tavolo, anch'esso piuttosto grande.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Quando si dice Asuc (Amministrazione Separata degli Usi Civici comunali) i sindaci furbetti eletti per fare da apripista degli impiantisti la mettono così: roba de tuti, roba de nisùn, un atteggiamento e uno stile che conosciamo bene. Ma fortunatamente non è sempre così.
GPS Bivacco Spinel
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👉C'è infatti qualche positiva eccezione, che mantiene vivi senso e valore dei beni collettivi (perchè la ASUC così erano nate: libertà popolari di pascolo, di legnatico e di caccia sottratte allo strapotere del signorotto medioevale).
Arrivando qui, in questa ruga annidata nel bosco, direi piuttosto: ma magari fossero tutti così i bivacchi!.
👉Ha tutto quello che serve davvero: legna, acqua, sedie e tavolo per mangiare, tavolati per dormire. Legna e acqua soprattutto. Mancano, e secondo me è una fortuna che sia così, i materassi, i cuscini, le coperte, la doccia, il lavandino interno, eccetera eccetera. Il messaggio è chiaro: questo non è un albergo.
👉Si trova a 1.620 metri di quota, su un ripido pendio di una valletta dimenticata da tutti che viene percorsa dalla preziosa acqua del Rio Spinèl, altrettanto ignoto ai più.

lunedì 15 giugno 2020

Al Bivacco Baito Caseratte (Lagorai)

Sorge sui ruderi della dismessa e oggi ormai dimenticata Malga Caseratte, che nella WW2 fece anche da base dei partigiani di Fiemme.
bivacco baito caseratte
Che qui ci sia stata una malga possiamo dedurlo solo dalla spianata di rigogliosa flora ammoniacale, ancora oggi alimentata da ciò che resta dei liquidi e dal letame prodotti dalle vacche i cui effetti sembrano più duraturi di quelli dei fertilizzanti granulari.
bivacco caseratte
Vedi le altre foto in Google Foto.
Scendendo da Passo Manghen verso la Val di Fiemme si può lasciare l'auto a bordo strada poco prima di Malga Cadinello Alta e imboccare la recente ampia strada forestale aggiunge disastro al disastro della tempesta Vaia del 2018 e che ha cancellato la vecchia mulattiera.
GPS bivacco caseratte
Nota: nei periodi di apertura della parte fiemmese della strada del Manghen si può
lasciare l'auto all'inizio della nuova larga strada forestale. In tal caso la escursione
si riduce ad una breve piacevole sgambata.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉La forestale si stacca sulla destra a quota 1.823 metri e dopo breve si trasforma in semplice traccia che taglia la costiera. Senza perdite o guadagni di dislivello si arriva dritti al ruscello che precede il campigolo di Malga Caseratte (m 1.833) o meglio alla nuova baita che l'ha sostituita: una baita ricostruita ex novo nei pressi dell’edificio originale.
👉E' un posto silenzioso e "bifronte" con la sua porta chiusa sul passato e con l'altra aperta sull'oggi, affacciata su terreno aperto, e la piccola baita che è sempre aperta.

Per quanto riguarda le dotazioni, dispone anche di letti (4su tavolato) e materassi
(solo 2), bombola con fornello a gas e la classica fornasela. La legna si trova in
quantità nei nei paraggi. Bisogna solo darsi da fare  D'estate la fontana esterna è
collegata alla fonte d'acqua. Sennò bisogna andare al rio attraversato arrivando
direi tre minuti, o anche meno.
Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.823  (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.023
Dislivello assoluto: m 200
Dislivello cumulativo in salita: m 300 scarsi
Dislivello cumulativo in discesa: m 300 scarsi
Lunghezza con altitudini: km 8,45
Tempo totale netto: ore 3:30 AR
Difficoltà: T

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: scendendo da Passo Manghen in direzione Val di Fiemme lasciare l'auto a bordo strada (piccolo spiazzo) poco dopo il grande tornante sinistrorso che precede Malga Cadinello Alta. La forestale si stacca sulla destra, direzione di marcia.

Malga Caseratte nella Resistenza antifascista.
Nel corso della WW2 Malga Caseratte fece da base per la prima formazione partigiana del Trentino. Tra i suoi membri sopravvissuti e più longevi vi fu Quintino Corradini, solitario uomo di montagna.
Quintino Corradini nel suo buen retiro in località Arodolo, nei Lagorai fiemmesi.
Morto nel 2018, Quintino Corradini venne ricordato dal presidente dell'ANPI del Trentino Sandro Schmid con queste parole: «Nato a Castello di Fiemme l’11 ottobre del 1924 è stato uno degli organizzatori della prima formazione partigiana del Trentino: la “Cesare Battisti”. Ora, da anni, vive nella sua “baita”, sopra Molina di Fiemme. Quintino ama le montagne della sua avventura partigiana. Vive in simbiosi con la natura il ritmo della vita delle stagioni. Fa ancora tutto da solo. Cura la casa, piena di ricordi come un museo, i suoi pasti frugali, la legna, le sue pecore, il gallo con le sue galline. Sulla parete del terrazzo di legno, un grande ritratto del “Che Guevara”. Perché Quintino anche dopo la Liberazione, ha continuato nel suo ideale internazionalista. E’ stato fra i primi a visitare

lunedì 20 gennaio 2020

L'inatteso Bivacco Brigata Cadore sul Col di Lana

bivacco brigata cadore
A sinistra la Marmolada, a destra la chiesetta. Inaugurato il 2 agosto 1992, è stato
eretto dalla Sezione di Livinallongo dell'A.N.A. assieme  alla Brigata Alpina Cadore.
Si trova a pochissimi metri dalla chiesetta costruita sull'orlo del cratere provocato dalla super-mina sotterranea che l'esercito italiano fece esplodere il 18 aprile del 1916.
Sia la struttura che il tetto sono fatti in legno e anche l'interno è interamente rivestito di perline, cosa che d'inverno aiuta parecchio, specie nei bivacchi privi di punto-fuoco, come è questo.
bivacco brigata cadore
Privo di punto-fuoco, il bivacco manca anche di una fonte d'acqua. Perciò appartiene di diritto alla categoria dei "bivacchi asciutti", una mezzavia fra i duri e puri bivacchi alpinistici e quegli altri che definirei "comodi". Ci si può salire da Pieve di Livinnalongo.
bivacco brigata cadore
Anche se piccolo, il bivacco dispone di un confortevole angolo-pranzo, bene illuminato da una provvidenziale finestra. D'inverno per mangiare tranquilli e asciutti bisogna affidarsi a panini e crostini o alle barrette energetiche. Per l'idratazione, non dimenticare il brodo.

lunedì 28 ottobre 2019

Rimangono solo poche pietre del vecchio Rifugio Verona, già Rifugio Colle Tasca e prima ancora Heilbronnerhütte (purtroppo distrutto)

L'elevato e aspro colle alpino Taschenjöchl/Giogo di Tasca (m 2.772) era il passaggio alto normalmente scelto come via più agevole e sicura
alte Heilbronnerhütte
Il vecchio rifugio Heilbronnerhütte venne inaugurato nel 1910, disponeva di 20 posti
posti letto e sorse su iniziativa dalla sezione di Heilbronn del DuÖAV .
alte Heilbronnerhütte
Al termine della WW1 i rifugi del Sudtirolo passarono al Regno d'Italia, che li girò al
al CAI. L'Heilbronnerhütte passò così al CAI di Verona, che lo rimise in efficienza,
ma nel 1932 un incendio doloso distrusse l'antico rifugio che non fu più ricostruito.
dai rustici coloni dei masi per spostarsi dalla comoda Val Venosta alla difficile e ostica alta Val Senales.
In Val Senales la penetrazione umana medioevale era infatti avvenuta "alla rovescia", dall'alto verso il basso.
Ed era per questo che i venostani scendevano alla testata di valle di Kurzras/Maso Corto, con i suoi numerosi e ricchi insediamenti, proprio attraverso questo transito alto e da lì sciamavano verso gli insediamenti posti più in basso, attorno a Vernagt fino in fondo alla lunga Pfossental/Val di Fosse. 
👉L'attuale strada di fondovalle non era mai esistita perchè la gola prima di Naturn/Naturno era troppo stretta, scoscesa selvaggia e pericolosa, battuta com'era da scariche di sassi, frane, alluvioni e valanghe per poter pensare di aprirvi una via di transito. Una strada bianca vi fu aperta solamente in epoca moderna.
bivacco Hailbronner
Questo è il Taschenjöchl/Giogo di Tasca oggi: i ruderi del vecchio rifugio Verona con l'odierno Bivacco Heibronner sullo sfondo. Questa era la porta d'ingresso all'alta Val Senales, con i suoi masi alti di Kurrzras e Vernagt, e della  Pfossental. Oggi è meta di pochi appassionati escursionisti, sul tipo di quelli salgono al Giogo Alto per assistere all'annuale transumanza delle pecore.

domenica 12 maggio 2019

Il galletto amburghese mattonato (in bivacco)

Quando fuori diluvia non é il caso di uscire a cercare la pietra dalle forme più adatte... senza contare che così si asciuga anche la legna...
Se ben schiacciato da un robusto peso, i cerchi della fornasela, diventano "la morte sua"  per il classico galletto amburghese (ma anche per il pollo del resto).
galletto mattonato
Il peso serve a schiacciare il galletto sulla piastra, per distribuire il calore.
...come in questa notte di gran lusso al bivacco sotto Cima Lainert, nelle Maddalene, che risale a qualche anno fa ed è ben custodita nello scrigno dei ricordi migliori.
👉Sono bastate due grosse pietre appoggiate sopra un paio di grossi pezzi di legna da ardere.
E questo è solo un esempio di quel che si può scoprire e fare quando si va in montagna, per difendersi da resort e spa, finte hostarie, propaganda bio e chef col ditino alzato, che ormai non se ne può veramente più...
bivacco pozze
Al Bivacco Pozze in Val di Bresimo, nella catena delle Maddalene. Galletto mattonato, insalata, lardo, pane nero e salametti vari.

venerdì 15 marzo 2019

Una lunga notte di Risiko in un gran bel bivacco: quello della Malga di Don (nell'alta Val di Non)

Una bivaccata fra vecchi amici che non si riunivano da anni... In un posto vicino ma decentrato, facile da raggiungere ma ignorato dai più.
bivacco malga di don
La lunga partita fra Guido, Gigi e Fausto si svolge nell'ampio locale cucina al pia-
no terra, con tanto di lampade a pannello solare.
Stavolta "i convenuti" compongono una compagine ridotta, dimensionata sulla capienza del piccolo soppalco che funge da dormitorio: sono tre posti appena.
👉Ma per tutto il resto questo bivacco è oltre ogni aspettativa.
Il posto sembra godere di una sorta di estraneità mentale rispetto ai gusti e all'immaginario delle truppe turistiche a trazione  urbanoide, che magari  avrebbero da ridire: niente doccia, niente collegamento internet, senza contare che i materassi sono, diciamocelo, un tantino spartani.
E io spero che rimangano così...
bivacco malga di don
La tappa del Risiko faceva parte di un giro ad anello un po' più ampio, quello delle malghe del Monte Roen.

lunedì 25 febbraio 2019

Alle due Malghe di Fierollo, nel gruppo di Cimon Rava (Lagorai)

Facile e breve escursione di mezza stagione tra le malghe del Tesino.
malghe fierollo
Malga Fierollo di Sotto. Un filo di fumo esce dal camino mentre si sta preparando qualcosa alla griglia. Sullo sfondo i monti della Valsugana con Cima Caldiera e l'Ortigara sulla sinistra, Cima Dodici al centro e il pizzuto Pizzo di Levico sulla destra. Poi la Vigolana.
malghe fierollo
Lo stallone di Malga Fierollo di Sotto con la casera sullo sfondo.
Vedi le altre foto in Google Photo.
Verso Sud la lunghissima catena dei Lagorai si articola nel grande nodo montuoso di Cima d'Asta, che poi scende in Valsugana attraverso il "sotto-nodo" di Cimon Rava, fatto  di monti periferici e cattivi, ricchi di dislivelli e speroni di porfido senz'altro ostici, ormai frequentati solo dai valligiani.
GPS malghe fierollo
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
La breve uscita di oggi rappresenta un'eccezione, non solo perchè è breve, ma soprattutto perchè le due malghe sono servite da una comoda forestale (la prima) e da un altrettanto comodo e facile sentiero.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.369 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 1.776
Dislivello assoluto: m 407
Dislivello cumulativo in salita: m 540 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 540 circa
Lunghezza con altitudini: km 9,6
Tempo totale netto: ore 2:45 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: si abbandona la statale SS 47 della Valsugana all'altezza di Strigno prendendo in direzione Castel Tesino. Superati Bieno e Pradellano si prende sulla sinistra in direzione Driosilana proseguendo su stretta strada asfaltata sino al Km 5,3 dove si svolta a sinistra per Spiado e Fierollo (tabelle) e, sempre su asfalto, si giunge al bivio di quota 1.305 (località Spiado, cartello). Si prende ancora una volta a sinistra. In breve l'asfalto finisce e si dovrà cercare parcheggio a bordo strada nei primi metri della forestale chiusa al traffico veicolare.
Bivacco Malga Fierollo di Sotto.
Bivacco Malga Fierollo di Sotto. All'esterno c'è un fontana che assicura l'acqua corrente tutto l'anno.
Bivacco Malga Fierollo di Sopra.
Bivacco Malga Fierollo di Sopra. La dotazione è completa ma mancano i cuscini e le coperte. L'Ente proprietario delle due malghe (Comune di Bieno) ci tiene a ricordare che l'uso delle due strutture, in forza di un'ordinanza del sindaco, sono "riservate ai censiti".