Fondamenti e metodi del pernotto nelle terre alte: nozioni essenziali per non passare la notte ostiando e per svegliarsi felici.
Bivacchi alpinistici o asciutti: bivacco "Alla Madonnina" sulla Vigolana, bivacco "Ettore Castiglioni" sul Crozzon di Brenta, bivacco "Mario Rigatti" nel Latemar e bivacco "Dino Marinelli" al Cimon di Bolentina (Val di Sole). Scarni, essenzia- li e senz'acqua, quindi due volte "asciutti". Quelli del tipo "Apollonio" sono sem- pre dotati di materassi e coperte. |
Su una scala altimetrica distribuita da monte a valle possiamo distinguere cinque tipologie di bivacco:
● bivacchi alpinistici (senz'acqua nè legna, spazi ristretti, letti a castello, tipo Apollonio);
● bivacchi asciutti (ancora no acqua, ma con l'aggiunta di tavolo e panche);
● bivacchi comodi o completi (compare una fontana esterna e anche un punto-fuoco per scaldarsi);
Bivacchi completi, cioè con acqua, e da simposio o gozzoviglio, con tutto quello che serve e spesso anche di più: bivacco "Malga Valletta Alta" (Lagorai), bivac- co "Argentino Vanin" (Lagorai-Valsugana), bivacco "Forestale San Giovanni Gualberto" (Primiero-Vanoi), bivacco "Malga Fornasa Alta" (Lagorai). |
● bivacchi da simposio (non solo posti-letto per la notte, tavolo con panche e fontana all'esterno, ma anche stoviglie e, soprattutto, cucina a legna e, magari, anche un caminetto aggiuntivo);
● bivacchi esagerati (estensione "urbanoide" della tipologia da simposio: impianto fotovoltaico, acqua interna, pavimento piastrellato, servizi igienici, in qualche caso addirittura doccia...).
Oltre ai bivacchi veri e propri, vanno considerati anche i ripari o ricoveri, utili punti di appoggio in caso di temporali improvvisi. Il loro aspetto è spesso ingannevol- mente attrattivo e sulle loro dotazioni vanno assunte informazioni precise e aggior- nate per non andare incontro a spiacevoli sorprese... |
Per motivi di nitore concettuale andrebbero esclusi dalla classificazione; sebbene il loro utilizzo non sia in linea di principio da raccomandare, dabbenaggine, faciloneria e disinformazione possono infatti costringere a servirsene. Andrebbero a rigore esclusi in quanto alludono a situazioni certo non volute o consapevolmente perseguite e vengono qui citati solo per una comprensibile esigenza di completezza formale.
Da questa schematica tassonomia va peraltro tassativamente escluso il pernotto in auto (tipologia assai diffusa, in realtà) per una serie di motivi che il lettore avrà la compiacenza di trovare evidenti e sui quali non vale dunque la pena di soffermarsi oltre.
Naturalmente con l'avanzare dell'età questa scala pentenaria tende a focalizzarsi sulle situazioni più confortevoli o meno disagiate, che normalmente si collocano in fasce altimetriche favorevoli all'anziano, alle sue capacità e ai suoi capricci.
Il girovago di lungo corso sviluppa, sovente a sue spese, la capacità di incrociare le dotazioni dei cinque gradi del bivacco (alpinistico, asciutto, completo, da simposio, esagerato) con le dotazioni (materassino, saccopelo, cibarie e bevande) da portare con sé. La sapiente bilanciatura del peso dello zaino comincia con la classificazione del bivacco individuato come luogo di sosta per la notte.
pernotto in auto:
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una figata! :)
Immagino. Ci ho pensato più di una volta ma alla fine non l'ho mai presa. L'auto, comunque, l'ho frequentata a lungo (Opel Kadett (due), furgone Fiat Ducato, Ford Sierra e Mondeo, Toyota Corolla), tutte familiari e di soddifazione, più veloci, ogni-tempo e ogni-luogo della tenda . La new entry di questi giorni (Suzuki Vitara) devo ancora collaudarla...
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