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mercoledì 6 agosto 2025

Il Forte di Busa Granda al Compet di Levico

Faceva parte di "Festung Trient" (fortezza Trento), il sistema difensivo che proteggeva Trento con un anello di fortificazioni in quota.
Il forte era sotterraneo. Dalla cupola corazzata sporgevano solo le tre bocche da fuoco puntate verso la Valsugana, parte di un sistema integrato che andava dal Bondone alla Marzola, alla Vigolana, all'altipiano di Vezzena-Lavarone, al Calisio e al Soprasasso.
Dalla cupola del forte guardando verso i laghi di Levico e di Caldonazzo. In eviden-
za la Vigolana, la Marzola, le Tre Cime del Bondone e lo Stivo. Sullo sfondo a de-
stra le lontane nevi dell'Adamello.
Il Forte di Busa Grande si trova nei pressi del Compet, il quadrivio che si trova sul fianco meridionale di Cima Panarotta, dove la strada Levico-Panarotta incrocia che arrivano da Vetriolo e da Vignola di Pergine. Il forte si trova a 1500 metri di quota e lo si raggiunge da Compet (1383 mt.) con una comoda e breve passeggiata su forestale di un chilometro e mezzo, del tutto priva di difficoltà.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉L"'Ersatzwerk Busa Grande" fu costruito al tempo della WW1 dal genio militare austro-ungarico per sorvegliare e difendere la Valsugana; faceva parte dell'anello di forti, capisaldi e trinceramenti che circondava la città di Treno per metterla al sicuro dalle forze armate italiane. Si tratta di un caposaldo di artiglieria con obici corazzati sotterranei dei quali sporgeva dal suolo solo le tre canne da fuoco Skoda-Pilsen da 105 millimetri. Sostituì il sottostante forte del Col de le Bene aumentando così la copertura visiva e di fuoco del settore.
👉Il forte, che è visitabile, può diventare la meta di una passeggiata: meglio se pomeridiana, quando il sole estivo non picchia più e non costringe

domenica 13 aprile 2025

Il giro del Lago di Levico (nella sua variante alta)

E' rilassante questo giro attorno al lago di Levico, una camminata ricca di scorci e atmosfere diverse: boschive, lacustri e turistiche.
Il primo colore che compare sul versante in ombra è quello dell'Anemone Epatica, la "violetta" chiamata Viola di San Giuseppe.
Per un breve tratto si costeggia il torrente Vignola, l'immissario del lago. 
Vedi le altre foto in Google Foto.
Ho scelto la sua variante che si snoda un po' più in alto: una breve salita al colle di Tenna attraversato dalla via consolare (cioè militare) Claudia Agusta Altinate, che partiva dal porto di Altino e guadagnava la via per le Gallie salendo a Feltre e giungendo a Trento attraverso il Tesino e la Valsugana. Il percorso esatto sul terreno continua ad essere un mezzo mistero, cosa che autorizza i sindaci dei paesini tesini e valsuganotti a piazzare qua e là i marcaposti "Via Claudia Augusta" a pacchi e a ciuffi,  e sempre senza temere i doppioni.
👉Trovandosi a bassa quota, è una passeggiata adatta anche ai mesi freddi, si può fare anche d'inverno.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.


Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 453
Quota massima raggiunta: m 589
Quota minima raggiunta: m 448
Dislivello assoluto: m 136
Dislivello cumulativo in salita: m 168 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 168 circa
Lunghezza con altitudini: km 9,300
Tempo totale netto: ore 3:00
Difficoltà: T-E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di

mercoledì 21 agosto 2024

Ma quale Translagorai sogna la periferia urbana?

Da Quarto Oggiaro o da Torpignattara che sia, cambia poco. Il quadro é sempre quello: la montagna sognata dalla città. Va avanti così dal 1863, cioé da quando il ministro Quintino Sella fondò il Club Alpino Italiano.
La traversata dei Lagorai dalla Panarotta al Passo Rolle è un trekking alpino impegnativo per i continui dislivelli e per la lunghezza, che tocca i 80 chilometri. Sono chilometri molto diversi da quelli dei "cammini" che affollano i salotti cittadini, da Compostela in giù. Non si può affrontare alla leggera, in preda a un malinteso "desiderio di natura".           (Grazie a Agh per la mappa del percorso)
Dopo l'adesione a Dolomiti Unesco la montagna è stata ridotta a sfondo per i selfie,
e masse sempre più vaste di persone impreparate sono state incoraggiate a spin-
gersi "là dove  volano le aquile". Tanto poi il soccorso alpino arriva con l'elicottero...
Ma non bastano la fermezza di piede e l'assenza di vertigini, servono esperienza di montagna e familiarità con l'ambienta alpino. Così, alla fine sono pochi quelli che la fanno davvero, anche se la Translagorai popola i sogni di tanti turisti ed entusiasti dell'improvvisazione. Sono forse questi sogni di "persone impreparate" che spiegano il gran numero di chiamate al soccorso alpino? Sognare la montagna guardando fuori dalle finestre delle città è un'abitudine vecchia, che risale addirittura alle origini del CAI...
Tutto quasi gratis per gli imprudenti. Eppure un'ora di volo pesa fino a 8400 Euro
sulle tasche dei contribuenti, cioè su quelli che pagano le tasse.
👉Il CAI di Quintino Sella, preceduto dall'Alpine Club britannico, scopriva le Alpi conquistandone le cime, quando nei borghi di montagna non ci si dava nemmeno la briga di dar loro un nome. Per i montanari di allora il mondo civilizzato finiva al livello delle malghe, più sopra c'erano soli i crozi, che non davano erba buona per le vacche e nemmeno erba per le pecore, e neanche per le capre...
👉La storia ha i suoi tempi, i gusti della borghesia sono cambiati e la middle class vive in una bolla globalizzata. Il resto dei "cittadini" campa in una realtà mediatica, disponibile a tutto purché compaia su un display e disponga di un account.
E pensare che la "montagna da bere" era cominciata così, in maniera apparentemente spiritosa! Oggi la montagna è ridotta a sfondo plastificato per i selfie delle masse urbane in libera uscita; "semel in anno", appena prima di tornare a poltrone e sofà...

lunedì 23 ottobre 2023

I vasti pascoli di Passo Brocon a fine stagione

Mentre le vacche si preparano a lasciare l'alpeggio, tra i pascoli delle malghe è già tornato il silenzio dopo il caos motoristico dell'estate.
Ecco i pascoli di Passo Brocon a fine stagione. Siamo dove i Lagorai scavallano dal Tesino al Vanoi. Nei Lagorai si trovano ancora malghe che lavorano e vendono il loro formaggio sul posto, e magari aprono anche un punto vendita in valle (vedi il caso di Malga Casapinello, che ha un punto vendita in piazza a Borgo Valsugana). Altre invece insistono a portare i motorizzati quassù da loro.

Da Malga Arpaco ad inizio settembre 2023: vista verso Est.
Quest'anno la stagione estiva si é prolungata in modo anomalo, sfondando il calendario di un intero mese: forse sono errori nel calcolo astronomico insiti nel nostro calendario Gregoriano (in vigore dal 1582), errori che secolo dopo secolo avrebbero accumulato con il passare del tempo un mese di ritardo. Gianfranco (contadino) dice che siamo in ritardo di "una luna" perché a fine settembre c'era ancora "la luna di agosto".
Da Malga Arpaco ad inizio settembre 2023: vista verso Ovest con in primo piano il
Pizzo degli Uccelli e il Col della Boia, tra i quali si snoda il "trodo dei fiori".
👉Le foto sono tutte prese dai pascoli di Malga Arpaco, che é la più grossa delle superstiti. Negli anni ha figliato anche un ristorante chiamato "agritur" e anche una dependance che vende i suoi prodotti di alpeggio.
Nelle sue immediate vicinanze sopravvivono anche gli edifici di molte altre malghe: Malga Coazzo, Malga Zanca, Malga Dotessa di Sopra, Malga Valarica di Sopra, Malga Vallorsella, per citare le più vicine. Ma non tutte sono ancora in attività.
Ad inizio stagione lungo il "trodo dei fiori", il sentiero che va dal Pizzo degli Uccelli al Col della Boia, famoso per le sue fioriture. Da sinistra a destra e poi sotto: un cespuglio di rododendri e un loro dettaglio, poi genziane, mughi in fiore, botton d'oro (Trollius europaeus), raponzolo delle rocce (Phyteuma betonicifolium), genzianelle, infine i fiori gialli della vulneraria (Anthyllis vulneraria).


martedì 25 luglio 2023

Cima dei Paradisi da Malga Fossernica di Dentro

Si trova nel Vanoi, il distretto rustico del Primiero, dove dal fondovalle Canal San Bovo e Caoria presidiano un'economia tutta alpestre.
Dalla sommità di Cima dei Paradisi guardando a Nord, verso la Cima di Cece, dai resti dei trinceramenti italiani della WW1.
Il punto di ristoro a Malga Fossernica di Dentro, da dove inizia il percorso.

Tra le infinite cime e cimette dei Lagorai la Cima dei Paradisi é solo una delle tante cime secondarie (2.183 metri per il GPS, 2.004 per l'IGM) ma é anche clamorosamente panoramica.
E' una cima erbosa "a pianta larga" situata alle spalle del Rifugio Refavaie, in una zona di malghe collegate fra loro da una rete di lunghe strade forestali.
Una di queste parte appunto dal Rifugio Refavaie e dopo otto chilometri di bosco raggiunge i prati da pascolo di Malga Fossernica di Dentro, quasi un balcone affacciato su Cima d'Asta.
Lasciando Malga Fossernica di Dentro, col massiccio di Cima d'Asta a Sud.
Vedi le altre foto in Google Foto.
👉Da qui inizia l'escursione che ci porterà, 450 metri più in alto, sul cupolone erboso di Cima dei Paradisi, dove sono ben evidenti le trincee della WW1. Dalla cima si vedono a nord le Pale di San Martino e poi tutto intorno moltissime altre cime della lunga catena del Lagorai. Facilmente riconoscibile il profilo del Cauriol e quello di Cima Cece salite qualche anno fa, Cima d’Asta (anche questa salita qualche anno fa), ma anche il Coltorondo, Cima Valmaggiore e Cima Moregna...
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉In zona Vanoi c'é senz'altro da segnalare una facile escursione dal diverso registro, la passeggiata attorno al lago di Calaita dopo la salita dai Dismoni, che é ugualmente godibile sia d'estate che d'inverno avendo anche come punto di sosta e ristoro i vecchio ma sempre valido ristorante Miralago.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.740 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.183 (Cima dei Paradisi)
Dislivello assoluto: m 443
Dislivello cumulativo in salita: m 460 circa

sabato 25 marzo 2023

Al Bivacco dell'Amicizia sul Fravort (Lagorai)

Da un po' a Cima Fravort c'é un bivacco vero e proprio.  Senza acqua e senza legna ma ben fatto e che bada al sodo: esssenziale ma comodo.
bivacco dell'amicizia
Siamo solo all'inizio della grande traversata dei Lagorai, quando ci si lascia Levico Terme alle spalle. In primo piano i monti di Trento (Vigolana, Marzola, Celva e Calisio, Bondone, Paganella e Gazza) e dietro le bastionate dell'Adamello-Presanella e del Brenta. Nelle giornate limpide l'occhio può spingersi ancora più in là. Ci si arriva partendo dal parcheggio Panarotta, sopra Levico Terme.
La Valsugana dall'ultima rampa della via di salita in una giornata di nubi e foschie.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Come bivacco é di bell'aspetto ed è dotato di panche, tavolo, posti letto su materassini senza coperte nè cuscini (per scoraggiare i bambocci del sabato votati al vandalismo).
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Niente acqua (siamo sulla cima del monte) né legna. Un bivacco nudo e crudo ma molto comodo e spazioso, che classificherei come "asciutto" nella mia personale classificazione dei posti bivaccabili.
👉Costruito in sassi e legno, si trova ad una trentina di metri della ex-baracca della WW1 goffamente restaurata negli anni '90 da incompetenti finanziati con fondi europei e subito piegata degli inverni, già crollata da anni. Invece il bivacco nasce dalla collaborazione di due associazioni in teoria contrapposte: gli Alpini di Frassilongo e Roncegno e gli Schützen di Caldonazzo.
I costi (25.000 Euro) sono stati sostenuti in gran parte dalla Cassa Rurale Alta Valsugana e dalla Comunità di Valle "Bassa Valsugana". Coinvolte a vario titolo anche le amministrazioni di Frassilongo, Fierozzo, Palù del Fersina, Sant’Orsola Terme, Vignola Falesina, Levico Terme e Roncegno.
C'é un ampio tavolo con panca destinato al mangiare. Siccome non c'é nè acqua e
nè punto-fuoco si mangia asciutto, come si conviene nei bivacchi alpinistici. In foto
uno dei miei zupponi da bivacco trasportabili nello zaino: una insalata di riso.
Esterno e interni del Bivacco dell'Amicizia sul Monte Fravort.
👉La via più breve per arrivarci è quella normale per la cima del Fravort, che parte dal grande parcheggio a servizio della semi-defunta stazione sciistica della Panarotta, sopra Levico Terme, e che poi segue semplicemente il percorso intuitivo lungo l'erbosa cresta meridionale (che in primavera si popola di anemoni pelosi). Ci si può arrivare anche partendo da Malga Masi, via che rimane un po' fuori dagli schemi.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.781 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.342 (cima del Fravort)
Quota minima raggiunta: m 1.775
Dislivello assoluto: m 561
Dislivello cumulativo in salita: m 640 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 640 circa
Lunghezza con altitudini: km 9,9
Tempo totale netto: ore 4:00 AR
Difficoltà: E
Nota: la cima del Monte Fravort si trova appena alle spalle del bivacco, ed é quotata 2.347 metri s.l.m. (dato dell'Istitutoi Geografico Militare).

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: dal centro di Levico Terme si prende la strada asfaltata per Vetriolo e Panarotta e la si segue fino alla fine, fino al grande parcheggio destinato agli sciatori. Vedi anche l'apposito pulsante "Ottieni indicazioni" in Wikiloc.

sabato 10 dicembre 2022

Baito Sette Laghi da Malga Prima Busa (Lagorai)

Giretto ad anello per visitare il nuovo baito ai Sette Laghi, nei monti di Roncegno che confinano con la Valle dei Mocheni. Ma é sempre chiuso!
baito sette laghi
Baito Sette Laghi (m 1.980): la burocrazia provinciale é riuscita nella difficile impresa di costruire un ricovero di emergenza per poi tenerlo sempre chiuso. Si trova nei Lagorai Meridionali, quelli affacciati verso Sud, incastonati tra la Val dei Mocheni e la Valsugana.
mangiare in montagna
Zuppone da bivacco al Baito Sette Laghi: melanzane grigliate, olive conce e pomo-
dorini. Stavolta sbocconcellato all'aperto, grazie alla ottusa burocrazia della PAT.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Un nuovo baito in legno é stato inaugurato nell'ottobre 2022 in località Sette Laghi, nel territorio del Comune di Torcegno. E' stato costruito dal Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento.
Secondo la PAT si tratta di un ricovero di emergenza anti-orso e anti-lupo per i pastori, che nella neo-lingua burocratica e politicamente corretta suona così: "un’importante opera di prevenzione per la gestione dei grandi carnivori, destinata principalmente all’accoglienza dei pastori che accompagnano il bestiame in quota".
baito sette laghi
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉la burocrazia provinciale non risponde a nessuno e abbandonati a sè stessi i burocrati concepiscono insensatezze come questa: un ricovero destinato all'emergenza che però rimane sempre chiuso a chiave.
👉Si raggiunge partendo dal parcheggio di Malga Prima Busa su sentiero Sat (circa 220 m dislivello).

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.770 (parcheggio presso Malga Prima Busa)
Quota massima raggiunta: m 2.000 circa
Dislivello assoluto: m 230
baito sette laghi
L'interno del baito, costruito con soldi pubblici ma sempre chiuso. Altro modus operandi rispetto, per esempio, al Baito della Pace, che si trova anch'esso nei Lagorai meridionali.

Dislivello cumulativo in salita: m 250 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 250 circa
Lunghezza con altitudini: km 3 circa
Tempo totale netto: ore 1:30 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: da Borgo Valsugana si seguono le indicazioni per Telve, che si supera giungendo a Telve di Sopra e poi a Torcegno. Appena superato Torcegno, dopo ampio curvone sulla sinistra, il località Maso Sartorelli, si diparte sulla destra una stradina di montagna asfaltata che serve il vicino ristorante Alle Betulle e che poi prosegue, stretta e ripida ma asfaltata per altri 6 chilometri. Segue l'ultimo tratto su strada bianca, di 2,8 chilometri, che si conclude allo slargo-parcheggio subito prima di Malga Prima Busa. Vedi anche l'apposito pulsante "Ottieni indicazioni" in Wikiloc.

sabato 16 luglio 2022

A Malga Casapinello da Malga Colo (Lagorai)

Una bella girata a piedi per fare scorta di burro, tosella e ricotta, che sono i tre prodotti di malga quando la stagione dell'alpeggio è agli inizi.
malga casapinello
Le malghe hanno riaperto da poco e le praterie alpine sono in pieno fiore. Sarà inutile cercare formaggi invecchiati: non c'è stato il tempo. Bisogna invece puntare sulla ricotta (fresca o affumicata) oppure sulla bianca e morbida tosella. Ma soprattutto sul burro...
burro di malga
La forma da mezzo chilo in uso alla Malga Casapinello (in pratica è come una firma
che distingue una malga dall'altra).
Nello zaino il burro riesce a mantenere la propria consistenza per un paio d'ore. Con questa idea ben fissa in testa decido di trasformare la consueta puntata in auto fino alle malghe in una piccola escursione a piedi prolungata fino alla malga che sta più avanti, oltre l'ultimo parcheggio in quota.
malga casapinello
In questo torrido luglio del 2022 anche le mucche cercano refrigerio nell'ombra del
bosco e il pastore dei Lagorai si riposa in malga (capre e pecore sono recintate).
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👉Il burro migliore è proprio quello d'inizio stagione, quando le vacche da latte possono brucare l'erba in fiore, quella più ricca dell'intera estate. In malga se ne ricava un burro di colore giallo intenso, molto diverso da quello delle latterie industriali, che è di colore bianco e molto più povero di sapori e aromi.
👉La rustica tosella è quel bianco formaggio fresco a pasta molle (ancora quasi allo stadio di cagliata e quindi con una notevole parte di siero al suo interno) che va consumato entro pochi giorni e che era destinato a soddisfare la quotidiana necessità di sfamare i malgari perchè così si risparmiava il più pregiato, richiesto e remunerativo formaggio di malga. Di solito la tosella viene passata alla griglia o in padella, ma può essere anche impanata e fritta o anche abbrustolita nel forno a grill. Essendo priva di sale, va insaporita dal consumatore durante la cottura.
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👉La ricotta fresca (così come la tosella) va trasportata in un contenitore tipo Tupperware a tenuta stagna. Per la sua variante affumicata (più secca) basta invece avvolgerla in carta oleata o foglio di alluminio.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.745 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 1.893
Quota minima raggiunta: m 1.707
Dislivello assoluto: m 147
Dislivello cumulativo in salita: m 275 circa

venerdì 1 luglio 2022

A Malga Mendana dalla Busa delle Mee (Lagorai)

Facile e inconsueto giro in quota lungo le forestali che portano prima a Malga Sette Selle e poi a Malga Mendana, nei Lagorai meridionali.
malga sette selle
Gli edifici di Malga Sette Selle, con il Sasso Rosso (sx) e il Sasso Rotto (a dx) sullo sfondo. Sono luoghi di antica colonizzazione e ancora molto legati alla cultura di monte e di paese, con diverse malghe ancora attive. Con qualche brutta eccezione.

valsugana
Dall'alta Valle di Sette Selle: la Valsugana con il largo massiccio del Monte Grappa
che ne sbarra lo sbocco in pianura. In ombra la piccola catena che la separa dall'al-
topiano del Tesino, con il Monte Mezza e la contigua Cima la Presa, più il Monte Le-
fre
, che resta più spostato verso chi guarda.
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Posti snobbati dal turista più modaiolo, che sembra apprezzarli solo a parole ("Oddio, vorrei vivere qui tutto l'anno!"), ma che in realtà se ne tiene distante ("Io all'apericena non rinuncio!"). E per fortuna che è così!
👉Qui le ristrutturazioni di baite e malghe sono curatissime, puntigliose e vengono fatte con pietra, legno e scandole, eppure nessun architetto o geometra è mai morto di fame anche se qui gli aspiranti arkistar hanno poca decorrenza.

Nota sull'escursione: terminato il lungo avvicinamento in auto, si tratta di una ariosa camminata tra i pascoli alti in una zona dei Lagorai meridionali,
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
 tra Val dei Mocheni e Cima d'Asta, che gravita sulla Valsugana ma ha caratteri prettamente alpini. Questi monti minori sprigionano grande fascino e bellezza e osservano dall'alto il solco della Valsugana, sempre più congestionato e lontano. Un altro mondo.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.721 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 1.962
Dislivello assoluto: m 241
Dislivello cumulativo in salita: m 350 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 350

lunedì 15 novembre 2021

Al Rifugio Tonini dal Passo Redebus (Lagorai)

Gita della tradizione, che passa dalle Malghe Stramaiolo e sale fino al rifugio (distrutto dal fuoco nel 2016 e non ancora ricostruito).
Gli ultimi metri prima del rifugio, del quale sono rimasti soltanto i ruderi carbonizzati. Era stato ampliato nel 2011. La storia per immagini di questo storico rifugio SAT é stata ricostruita dal quotidiano "L'Adige" del 19 aprile 2021.
Tutto quello che é rimasto. E sono già passati cinque anni.
Quella dal Redebus al Tonini é stata per lunghi anni una gita classica per tanti appassionati, abituati a considerare il Tonini un riferimento sicuro, sia come meta in sé che come punto d'appoggio per escursioni più impegnative.
👉Era frequentato anche nelle mezze stagioni, almeno nei fine settimana. "Nàr al Tonini" era un po' come "Nàr al Sette Selle".
👉Senonché nel dicembre del 2016 andò a fuoco uscendone completamente distrutto.
Il pianoro erboso dove sorgeva il rifugio (si intravvede il profilo dello stallone, fortu-
natamente scampato all'incendio).
Vedi le altre foto in Google Foto.

E dopo cinque anni di inerzia, polemiche e burocrazie incrociate non é ancora stato fatto niente.
👉Non interessa agli impiantisti e la SAT se ne é interessata affidando il disegno della ricostruzione ad un professionista capace di farselo bocciare dal Comune di Baselga di Piné alla prima botta...

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.480 (parcheggio a Passo Redebus)
Quota massima raggiunta: m 1.895 (ruderi del rifugio)
Dislivello assoluto: m 414
Dislivello cumulativo in salita: m 650 circa
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Dislivello cumulativo in discesa: m 650 circa
Lunghezza con altitudini: km 14,7
Tempo totale netto: ore 4:30 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: partenza e arrivo sono dal Passo Redebus, raggiungibile si auto sia dalla Val dei Mocheni che dall'Altopiano di Piné.

L'escursione si volge in una zona dove l'attività di malga era molto diffusa. Lo stesso rifugio Tonini altro non era se non la vecchia Malga Spruggio Alta. Con gli anni le casare sono state trasformate in capanne sociali, case vacanze, agritur. Dei cinque edifici d'antica origine incontrati nella giornata solo quello di Malga Stramaiolo Alta ha un locale usabile dagli escursionisti. Gli altri sono tutti privatizzati e chiusi.

domenica 10 ottobre 2021

Ai due baiti del Lago di Cece (Lagorai)

Oltre a quello sul bordo del lago ce n'é un altro appena più sopra che si chiama Baito Caserina. Sono due ripari montani usati dai pastori dei Lagorai.
Il Baito di Cece si trova a margine dell'omonimo lago, a Nord dell'importante Cima di Cece e in destra orografica dalla Valmaggiore in un'ambientazione davvero scenografica.
Il Baito Caserina posta a quota 1.980, su un piccolo dosso prativo.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Le due piccole costruzioni in legno si assomigliano, scandiscono il paesaggio e sono un utile punto di riferimento, specialmente in caso di maltempo.
Il primo sorge direttamente sulle rive del lago a quota 1.890. L'altro, invece, si trova ad una mezzoretta di cammino più in alto, a quota 2.046, lungo il sentiero che sale al Laghetto Caserina e a Forcella di Cece.
👉Queste due piccole costruzioni in legno, bene attrezzate per la permanenza in quota, sono nate per i pastori e i loro aiutanti, che le usano mentre trascorrono la stagione estiva con le greggi.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉Tenere presente che non si tratta di bivacchi aperti all'escursionista, ma di ripari riservati ai guardiani delle greggi: si potrà tutt'alpiù, con le dovute maniere, chiedere ospitalità al pastore.
👉Entrambi meritano di essere visti, se non altro per il diverso quadretto alpestre che ciscuno dei due riesce a comporre. Per una descrizione alternativa del percorso vedi anche un post precedente che si riferisce al Baito Cece.

Quote e dislivelli (dati del GPS):

sabato 2 ottobre 2021

Sul Monte Slimber da Malga Cagnon di Sotto (Lagorai)

Di solito ci si sale dalla Val dei Mocheni, passando dal rifugio Sette Selle. Ma ci si può arrivare anche dall'alta Val Calamento.
La Val dei Mocheni vista dal Monte Slimber. Le due valli sono separate (o collegate) dal vicino Passo Palù.
Dalla cima del Monte Slimber verso la Val Calamento. Chi ha tempo e voglia può
proseguire verso Forcella d'Ezze lungo il sentiero "delio Pace".
Vedi le altre foto in Google Foto.
Questo percorso é di sicuro meno battuto e probabilmente anche meno conosciuto di quello classico.
L'escursione si svolge in ambiente  selvaggio, ma inizia solo dopo dopo aver abbandonato la moltitudine di motociclisti e ciclisti che salgono al Passo Manghen: svoltato a sinistra per Malga Valtrighetta bisogna poi dirigersi verso la testata della Val Calamento.
👉Abbiamo lasciato l'auto nello spiazzo a fianco di Malga Cagnon di Sotto, che a fine stagione non vende più il burro (perché era stato tutto prenotato già ad inizio estate).
Da lì si sale in ambiente solitario, dapprima lungo la carrareccia che
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.

prosegue fino a Malga Cagnon di Sopra e poi lungo sentiero segnato fino a raggiungere l'insellatura di Passo Palù (m 2.072).
👉Visitata la baracca-installazione in memoria della WW1 vinciamo l'ultimo strappo che porta al Passo dei Garofani (da qui volendo si scende al rifugio Sette Selle) e infine ci portiamo sulla piccola cupola erbosa del Monte Slimber (m 2.203 per le carte, ma per il GPS non supera i 2.130).
Dallo Slimber il panorama é molto vasto, esteso ai quattro quadranti.

Quote e dislivelli (dati del GPS):

lunedì 27 settembre 2021

Formaggi e ricotte di fine stagione nei Lagorai

A fine estate il burro di malga se ne é già andato tutto, già prenotato ancora ad inizio stagione. E' ormai una regola, e buono che sia così: significa che il lavoro dei malgari viene apprezzato.
mangiare in montagna
Ma anche a metà settembre, con la stagione che volge al termine, il formaggio si trova. Non dappertutto perché c'é malga e malga, insomma bisogna girare. Ma alla fine eccoli qui, sul tavolo di casa, a fine settembre, pronti per la merenda.
mangiare in montagna
Malga Valtrighetta, nei Lagorai lato Valsugana, nei suoi ultimi giorni di attività 2021.
👉Anzi, la stagione avanzata é da raccomandare a chi preferisce i formaggi "vecchi" e più saporiti a quelli più freschi e morbidi.
Purtroppo il numero delle malghe che ancora si dedicano alla lavorazione del formaggio in loco continua a calare, complice anche la burocrazia soffocante che impone standard industriali anche alle terre alte.
👉La prossima estate tornerò ad alpeggio appena iniziato, per fare una piccola scorta di burro: quello della prima é il migliore perché il latte contiene le fioriture di fine giugno.
mangiare in montagna
Due belle fette di formaggio di malga: più fresco a sinistra e più invecchiato a destra, più una piccola forma di ricotta affumicata.

domenica 12 settembre 2021

Al "Bivacco al Mangheneto" con partenza e arrivo da Passo Manghen (Lagorai)

Si tratta del vecchio bivacco "ANA Telve" realizzato dagli alpini di Telve Valsugana, oggi più conosciuto come "Bivacco al Mangheneto".
Andata e ritorno da Passo Manghen, un breve sù e giù in ambiente alpino aperto che però alla fine totalizza 500 metri di dislivello.
Dal sito dei due bivacchi guardando ad Est, verso la piramide del Monte Ziolera. In
mezzo, nascosto alla vista, c'é il valico stradale di Passo Manghen.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Si parte da Passo Manghen, ma in questo caso abbiamo scelto di seguire il sentiero-bretella che parte all'altezza del ristorante Baita Manghen, ossia la variante 310B del classico sentiero SAT 310 (che invece parte proprio dal passo). In questo modo bypassiamo una piccola gobba, il che abbassa il dislivello complessivo.
👉Il sentiero si snoda in ambiente alpino vasto e aperto, con brevi tratti nel bosco alternati ad altri su prati d'altura, in un panorama grandioso che nelle giornate serene comprende le cime della cresta confinaria italo-austriaca.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
La particolarità della nostra meta é che si tratta in realtà di un doppio bivacco, costituito da due edifici distinti. Ma dal punto di vista escursionistico poco cambia.
👉Per quanto riguarda le informazioni su questo strano esemplare di bivacco doppio, vedi l'apposito post.
👉L'escursione non é né lunga né difficile, ma nella prima parte vi sono certi brevi traversi erbosi su terreno fortemente inclinato che richiedono fermezza di piede.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 2.028 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.064
Quota minima raggiunta: m
Dislivello assoluto: m 36
Dislivello cumulativo in salita: m 500 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 500 circa
Lunghezza con altitudini: km 4,24
Tempo totale netto: ore 2:00 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: si lascia la SS 47 della Valsugana all'altezza di Borgo Valsugana (per chi viene da Ovest) oppure Castelnuovo (per chi viene da Est) e si seguono le indicazioni per Telve. Qui giunti si seguono i cartelli che riportano "Passo Manghen" al quale si perviene dopo un lungo tratto su strada di montagna. Si scollina e si scende di qualche decina di metri parcheggiando di fronte alla ristorante "Baita Manghen".