giovedì 24 febbraio 2022

"Le Alpi italiane" di Douglas Freshfield

La SAT, nel centenario della fondazione (1872-1972), tradusse e stampò la parte dell’opera che riguarda i monti trentini, anche perché Freshfield era stato socio onorario del sodalizio alpinistico trentino.
In cordata all'Alphubel, una montagna del massiccio del Mischabel, nel Canton Vallese (Svizzera) con il Cervino all'estrema sinistra. Qui un estratto riguardante l'ascensione della Presanella, in formato Pdf. Quando era appena diciannovenne pubblicò il resoconto della sua discesa a piedi dalla Svizzera a Trento.
La copertina del volume edito dalla SAT nel 1972. Douglas Freshfield, "Le
Alpi italiane - schizzi delle montagne del Trentino", SAT, Trento, 1972
Uomo di grande cultura, raffinato scrittore, poeta, topografo, membro dell’Alpine Club dal 1864 (quando aveva 19 anni) di cui fu anche Presidente dal 1893 al 1895, presidente della Royal Geographical Society, ed infine editore dell’Alpine Journal dal 1872 al 1880.
Personalità eclettica e debordante, in primo luogo come montanaro dall’incredibile fiuto per le nuove vie, Douglas Freshfield, fu esploratore-viaggiatore ed anche alpinista di punta. 
👉Lasciò un lungo elenco di prime ascensioni e ripetizioni, molte delle quali condotte con il maestro ed amico Francis Fox Tuckett. 👉Restò comunque un amante della montagna lenta e contemplativa: "La mia ambizione più alta non è mai stata quella di trascorrere le intere giornate in faticosi esercizi che sviluppavano i muscoli. Nessun altro momento alpinistico invece era da me più apprezzato di quello in cui potevo godermi il panorama, mentre ad altri toccava aprire la via".
La sua attività febbrile e poliedrica durò un quarantennio, dal 1865 al 1905.
Il frontespizio dell'edizione originale in lingua inglese, che è liberamente consultabile
nel sito openlibrary.org.

Douglas Freshfiel, "Italian Alps - sketches in the mountains of Ticino, Lombardy,
the Trentino and Venetia",  Longmans, Green and Co., London, 1875
👉I personaggi britannici che come lui calavano alla scoperta delle nostre valli erano riconoscibili: nobili o comunque ricchi, perfetti gentiluomini, colti, curiosi, tenaci, dotati di capacità tecniche e fisiche sorprendenti per gente che proveniva dai salotti bene. Sapevano adattarsi senza lamentele alla mancanza di comfort che avvertivano negli alloggi di fondovalle e ancor più nelle malghe e nelle baite. Le loro ascensioni avvenivano in abbigliamento da riunione al Club e, nella fatica dell’azione, parevano trovare una compensazione alla noia, allo spleen mondano di un ceto cresciuto nell'abbondanza.

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