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domenica 2 febbraio 2025

Sotto Natale: scendere a piedi da Lagundo a Merano seguendo il Waalweg e la Promenade

Un trekking urbano che scavalca la congestione dei Christkindlmarkt. Lungo la roggia di Lagundo e la Passeggiata Tappeiner fino in città.
Il percorso si snoda tra il fondovalle e le pendici meridionali della Mutzpitz/Cima Muta, dapprima seguendo il sentiero dell'Arlunder Waal/Roggia di Lagundo e poi immettendosi sulla Tappeiner, la principale passeggiata urbana meranese.
Lungo il tratto centrale dell'Arlunder Waalweg con vista su Castel Tirolo e sul Picco
Ivigna. Sotto: il ponte sospeso lungo il collegamento fra le due passeggiate e uno
scatto lungo la Tappeiner Promenade. D'estate tutto è ancora più bello.
E' una via di mezzo tra una passeggiata "fuori porta" ed un variegato trekking urbano.
👉Dall'imbocco della Val Venosta si prende l'Arlunder Waalweg/Roggia di Lagundo, che scende piano piano verso la collina di Tirolo; un breve sentiero di collegamento (in parte su asfalto) porta poi all'imbocco della Tappeiner Promenade, la più famosa passeggiata di Merano, che taglia orizzontalmente la collina di Tirolo fino ad arrivare sulla verticale del Duomo di Merano.
Si prosegue brevemente fino alla Torre della Polvere da dove si scende dolcemente nel centro storico utilizzando la Gilf Promenade come bretella; sempre tra giardini e ville urbane si plana sul lungo-Passirio e da qui si scorrazza a piacere tra portici e viuzze.
👉Per tornare all'auto si prende il bus urbano che parte dal piazzale della stazione, dove si arriva dopo una
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
passeggiata tra i portici del centro e/o il lungo-Passirio, con i suoi affollati mercatini. Si prende il Bus Nr. 213 per Parcines.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza: m 527
Quota di arrivo: m 300
Quota massima raggiunta: m 549
Quota minima raggiunta: m 299
Dislivello assoluto: m 250
Dislivello cumulativo in salita: m 444
Dislivello cumulativo in discesa: m 672
Lunghezza con altitudini: km 11,3

domenica 5 maggio 2024

La passeggiata di Sant'Osvaldo a primavera

La primavera e l'autunno sono la morte sua, per questione di gradi e di colori. E' molto vicina al centro storico e alla stazione: si arriva a piedi.
Le Promenaden sono le passeggiate urbane, uno dei più bei lasciti della belle époque austroungarica. Una elegante mezza via fra il parco pubblico, la curiosità botanica, l'arredo urbano.

La cornice metallica punta sull'hotel Reichrieglerhof, che è stato una meta della co-
smopolita borghesia austroungarica e che negli anni della belle époque veniva rag-
giunto anche da una funicolare urbana. Era posto lungo la Guntschna Promenade.
Le due Promenaden possono anche essere concatenate fra loro da un percorso più
impegnativo ma comunque fattibile in giornata, come descritto qui.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Merano ne ha molte di più, sia in centro che sui pendii della prima periferia urbana. Bolzano ne esibisce solamente tre: la centrale passeggiata Lungotalvera, la Guntschna Promenade/Passeggiata del Guncina e questa  Skt. Oswald Promenade/Passeggiata di Sant'Osvaldo, ognuna ben caratterizzata e diversa dalle altre due.
Attraversando il centro storico si incontrano tra le altre cose i chioschi dei salumi,
i vecchi "banchi del pesce" in pietra, il Cavallino Bianco, la Ca' de Bezzi e la bir-
Provenendo a piedi dalla stazione ferroviaria, ho scelto di raggiungere la passeggiata salendo dalla bretella mediana, e di percorrere il tratto pianeggiante che guarda verso la Val Sarentino per ridiscendere in città nei pressi del ponte sul torrente Talvera. Il ritorno alla stazione è avvenuto percorrendo la terza Promenade bolzanina: la Wassermauer Promenade cioè  la Passeggiata Lungotalvera.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉Il percorso GPS comincia con il tratto più scenografico (ma anche più ripido), quello che inizia dall'imbocco centrale della Sant'Osvaldo e con una bretella  sale in fretta (100 metri di dislivello circa) alla Sant'Osvaldo, prosegue in piano e poi scende in città nei pressi di Castel Sant'Antonio.
👉Si ritorna poi nel bel mezzo del centro storico utilizzando la bella passeggiata lungofiume chiamata Lungotalvera.
👉Se si vuole percorrere la Sant'Osvaldo nella sua interezza bisogna portarsi in auto nei pressi dell'Hotel Eberle e partire da lì. Volendo può anche diventare oggetto di una più impegnativa concatenazione con l'altra Promenade in quota,  la Passeggiata del Guncina.
Come tutte le Promenaden, anche la Passeggiata di Sant'Osvaldo è ben dotata di panchine, che si susseguono con regolarità ogni centinaio mdi metri, il suo tracciato è largo, ben tenuto ed ha un fondo regolare percorribile anche con i passeggini.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza: m 273

venerdì 2 febbraio 2024

Passeggiata a bordo lago nel sole basso invernale

Non è un'escursione ma una passeggiata a bordo lago, da fare nei giorni delle ombre lunghe, quando il sole è basso ma il cielo è limpido.
Il Lago di Levico da una delle panchine distribuite lungo la passeggiata. Posti giusti per sgranocchiare qualcosa, sbucciare un mandarino, e magari scattare una foto. Vicino a casa ma fuori dal casino, aspettando che il tempo decida cosa vuol fare più in quota.

I tramezzini con i crauti e i cetriolini in agrodolce, pronti per la carta di alluminio (e
nello zainetto c'è stato posto anche per quelli con la sconosciuta salsa tapenade).
Sono anche veloci da fare. Basta avere una piccola piastra elettrica, e così si evita-
no le complicazioni dovute all'uso del barbecue all'aperto in questi mesi invernali.
I tramezzini si adattano bene allo zaino perchè basta avvolgerli nella carta di alluminio.
E sembrano fatti apposti per le brevi passeggiatine invernali in fondovalle, dove basta una panchina esposta a Sud nell'ora di pranzo: tepore e silenzio sono assicurati per almeno due ore; dopodiché i clienti dei ristorantini sciamano fuori e affollano la Strada dei Pescatori. Fuori tempo massimo, perché allora noi ci saremo già allontanati. Mentre il sole comincia ormai a perdere forza...
La passeggiata della Strada dei Pescatori, esposta a Sud e lunga 2,4 km (4,8 km AR) sulla sponda settentrionale del Lago di Levico. Volendo è possibile trasformarla in un giro ad anello attorno al lago, come descritto qui. Anche il colle di Tenna, che separa i due laghi, può diventare meta di una escursione invernale senza neve, come descritto qui.


giovedì 10 agosto 2023

A Sankt Jakob in Kastelaz (a Tramin/Termeno)

E' una passeggiata urbano-rurale che dalla piazza di Termeno sulla strada del vino sale alla chiesetta medioevale di Skt. Jakob in Kastelaz.
L'interno affrescato, finalmente riportato alla luce. Risale al dodicesimo secolo.

La chiesetta del Kastelaz con la parrocchiale del paese sullo sfondo, nel paesaggio
saggio vitato della Bassa Atesina. Per una veduta d'insieme della Bassa c'é un po-
sto magico: la Rotwand/Parete Rossa presso il laghetto Göllersee di Aldein/Aldino.
Si tratta di un comodo e breve anello che dalla piazza del paese sale nel bosco aggirando un cocuzzolo coltivato a vigna fino a sbucare sul sagrato della piccola chiesa medioevale. Il ritorno avviene dal sentiero selciato e scalinato chiamato "Kirchenweg" (la via della chiesa), l'accesso diretto dalla piazza del paese.
Le decorazione a motivi geometrici policromi dietro l'altare si affiancano ad altre, a
tema più squisitamente medioevale, con i loro bravi demoni e la paura dell'inferno.
👉La medioevale St. Jakob in Kastelaz risale al XII secolo. Fu costruita su un preesistente luogo di culto pagano. La chiesa rimane chiusa nei giorni feriali, la domenica invece l'abbiamo trovata aperta.
Nel 1441 tutti gli affreschi vennero ricoperti con la calce e solo alla fine del XIX se-
colo gli affreschi furono resi nuovamente visibili.
👉La chiesa romanica di St. Jakob in Kastelaz contiene uno dei cicli di affreschi più antichi del mondo di lingua tedesca. Si dice che i muri di fondazione risalgano a un tempio romano di Iside. L'abside della navata romanica sinistra presenta affreschi di grande interesse, in particolare il ciclo inferiore con i singolari "bestiari" (esseri umani-animali), sopra i 12 apostoli nella volta, il Cristo in trono con i quattro evangelisti, dipinto probabilmente intorno al 1250. La navata destra è gotica con affreschi di Ambrosius, assistente del maestro Johannes von Bruneck.
La tradizionale formula "Christus mansionem benedicat" tracciata col gesso per la
benedizione degli edifici Epifania sugli ingressi alla chiesa e al campanile.
Vedi le altre foto in Google Foto.
👉Vedi anche il Sentiero Kastelaz da Termeno a Cortaccia nel sito turistico del Lago di Caldaro. Nelle vicinanze da vedere la suggestiva gola col sentiero nella gola Rastenbach, è nascosta dalle pieghe del terreno e dai boschi che coprono il terreno sopra il lago di Caldaro.

Quote e dislivelli:
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Quota di partenza: m 276 (piazza di Termeno).
Quota massima raggiunta: m 394.
Dislivello assoluto: m 118.
Dislivello cumulativo in salita: m 118.
Dislivello cumulativo in discesa: m 118.
Lunghezza con altitudini: km 1,97.
Tempo totale netto: ore 1:00 AR.
Difficoltà: T.

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: da Bolzano imboccare la strada del vino (SS42 poi SP 14) in direzione sud mentre da Trento dirigersi verso Nord sulla statale o sull’autostrada ed uscire a Termeno (parcheggi in paese).
Particolari degli affreschi. In basso a destra: dettaglio dell'affresco con la leggenda "del pollo" che narra "del figlio di una coppia in pellegrinaggio a Santiago di Compostela fu ingiustamente accusato di furto e condannato a morte. Un'intera settimana dopo, i genitori trovarono vivo l'impiccato, San Giacomo lo trattenne (si vede nella parte superiore dell'affresco). Lo hanno riferito al giudice, il quale ha affermato che il figlio era morto come il pollo nel suo piatto. Ma poi il pollo si è alzato ed è volato via!".


giovedì 13 ottobre 2022

Il "sinter dela lec", un Waal in terra solandra

Il sintér dela lec in Valpiana è appena sopra Ossana e mette curiosità perché è un Waal in terra solandra...
waal
I Waal, canali irrigatori agricoli, sono tipici della Val Venosta, valle siccitosa, ed è difficile pensare che in realtà fossero diffusi anche qui, oltre il confine linguistico, e ancora di più nella adiacente alta Val di Non (grazie dell'imbeccata al blog "4passiinvaldisole").
waal
Un tratto di questo Waal solandro, col canale d'acqua e il sentiero di manutenzione.
L'escursione è descritta nel blog di Umberto Zanella "4passiinvaldisole" e il post è corredato da un buon numero di fotografie.
"Percorro per un centinaio di metri o poco più la ripida strada che partendo dalla parrocchiale di Ossana (ho parcheggiato l'auto nei dintorni) porta alla piccola ma stupenda valle montana. In corrispondenza della prima curva, curva a gomito, abbandono la strada e imbocco il “mio” sentiero che dovrò percorrere per poco più di mezzora fino a raggiungere (sperando di essere ancora ben asciutto) la mia meta.
Un percorso che nel suo primo tratto costeggia una “lec”, (con il termine “lec” si indica, nel dialetto locale, una piccola canaletta di irrigazione) fino alla sua origine, il punto di prelievo dell'acqua dal “Rio Fos” il torrentello della Val Piana. Poi, oltre questo punto, il sentiero inizia ad inerpicarsi seguendo a ritroso il percorso del rio in questo periodo gonfio d'acqua per le piogge continue e per lo scioglimento delle ultime nevi sul monte Giner." 

martedì 14 giugno 2022

Il Riffianer Waal, sparito nel nulla sopra Merano

Il mezzo mistero del Waal che non c'è (e la reticenza dei siti meranesi che lo danno come esistente ma "non visibile" in quanto tombato)...
Era all'imbocco della Val Passiria, poco sopra Merano. Ne è rimasta traccia solo nelle tabelle "Meraner Waalrunde-Sentieri d'Acqua Meranesi". Nella seconda parte (quella più "falsificata") abbiamo visto turisti ansimanti lungo le ripide e impreviste rampe... che dire?
Nel primo tratto (da Kuens/Caines alla strada asfaltata per Vernuer/Vernurio) sia il
tracciato che le vecchie ringhiere fanno intuire che siamo sopra il tratto "tombato".
Vedi le altre foto in Google Foto.
Nell'intera escursione non abbiamo mai visto un solo metro di Waal e inoltre nella sua seconda parte è chiaro, sia per la tracciatura che per l'andamento altimetrico, che di là non poteva proprio passarci nessun Waal.
Per un Waal andare verso valle superando delle salite è contronatura perchè il Waal è mosso solo dalla forza di gravità, e perciò mai e mai sarebbe in grado di superare delle contropendenze. Non dico di qualche spanna, ma anche di metri e metri, come in effetti in questa escursione succede.
Nonostante le rose, per la merenda preferisco mettermi al volante e tornare a casa;
bastano e avanzano i Kaminwurzen col ribes sul tavolo del gazebo in giardino!

👉Nonostante venga pubblicizzato da siti istituzionali come "Meraner Land" oppure "Meranner Waalrunde" questo sentiero tutto è tranne che un Waalweg, ed è bene tenerlo presente, per evitare delusioni. Quindi non fidatevi troppo delle tabelle indicatrici che pomposamente riportano "Meraner Waalrunde": qui non incontrerete proprio nessun Waal. E nella seconda parte, fra Vernurio e Saltusio, ancora meno.
Nota: chi vuole può tranquillamente limitarsi alla prima parte, che finisce quando si
si incrocia la strada asfaltata per Vernuer/Vernurio. Tornando indietro da lì si evita-
no quei noiosi saliscendi del sentiero "pseudo-waal" che scende a Saltusio...
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 630 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 707
Quota minima raggiunta: m 572
Dislivello assoluto: m 77
Dislivello cumulativo in salita: m 350 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 350 circa
Lunghezza con altitudini: km 9,95
Tempo totale netto: ore 3:30
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: da Merano si imbocca la strada per la Val Passiria e la si segue fino all'indicazione per Kuens/Kaines, dove si prende a sinistra. Una stradina asfaltata di montagna ci porta fino al parcheggio pubblico gratuito (vedi foto).

sabato 26 marzo 2022

Il trekking urbano che collega le due Promenaden bolzanine: quella del Guncina e la Sant'Osvaldo

Si tratta di una inconsueta concatenazione fra le due Promenaden, le preziose passeggiate lasciateci in eredità dalla belle époque asburgica.
promenaden bozner
Un tratto della passeggiata del Guncina nel suo lato che scende a Gries. Siamo all'inizio di febbraio ma qui si registrano già le prime fioriture: succede perché è esposta a Sud, come del resto è per la sua gemella, l'altrettanto suggestiva passeggiata di Sant'Osvaldo.
Il versante dove corre la passeggiata del Guncina, visto da quello dove si snoda la
passeggiata Sant'Osvaldo. Dietro ai campi sportivi del Talvera il quartiere di Gries.
Vedi le altre foto in Google Foto.
La concatenazione di  due storiche Promenaden è la linea-guida di questa escursione, che si concreta attraversando la vecchia Bolzano dal rione di Gries (ad Ovest) fino al centro storico e residenziale, in una "cucitura" che non trascura di transitare per la storica "Cà de Bezzi", la storica osteria degli antichi cavalieri teutonici, uno dei luoghi più attrattivi del capoluogo sudtirolese.
Entrambe sono state svillaneggiate dagli assalti speculativi del "partito della betoniera" e faticano a resistere alle pulsioni speculative dei cementificatori locali.
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉La passeggiata di Sant'Osvaldo
Il percorso attraversa anche il centro storico e passa giusto davanti alla an-
tica "Cà de Bezzi" la storica osteria dei Cavalieri Teutonici medioevali, che
merita una sosta.

é stata massacrata nella sua parte conclusiva dalla dissennata speculazione edilizia legata all'Hotel Eberle (recentemente travolto da una frana di porfido, dopo essere stato costruito "in deroga" alle norme edilizie). Ma é ancora viva.
👉La passeggiata del Guncina é stata attraversata, riattraversata e stravolta in un arco temporale che va dalla costruzione della nuova strada per San Genesio alla grande speculazione edilizia del Reichrieglerhof, oggi ridotto a uno squallido condominio gentrificato. Ma
anch'essa rimane ancora viva ed è abitualmente frequentata dagli abitanti di Bolzano..

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 307
Quota massima raggiunta: m 468
Quota minima raggiunta: m 270
Dislivello assoluto: m 161
Dislivello cumulativo in salita: m 310 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 310 circa
Lunghezza con altitudini: km 8,95
Tempo totale netto: ore 3:00
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: parcheggiare a Bolzano é quasi impossibile. Mi limiterò a dire che questo articolato anello bolzanino parte e arriva nello stesso punto e cioè dal piazzale della funivia di San Genesio (chiusa ormai da tre anni: un altro segnale dell'involuzione ambientale bolzanina).

domenica 23 gennaio 2022

Schenner Waalweg percorso completo (Merano)

Si snoda in alto sopra la città, all'imbocco della Val Passiria, appena sopra Scena e Verdines, nella immediata periferia di Merano...
schenner waalweg
Lo Schenner Waal (Roggia di Scena) parte dai 1.125 metri di quota della Waaler Hütte (la "baita del guardiano del Waal") dentro una solitaria valletta secondaria che scende dalla rocciosa Hirzer/Punta Cervina. Termina appena sopra la stazione a valle della funivia Merano 2000, nella fredda Val di Nova, a 690 metri di quota, con un salto complessivo di 400 metri (che per un Waal non sono pochi).
Dal Waal verso Schenna/Scena, col gruppo di Tessa sullo sfondo. In bella evidenza
la Mutspitz/Cima Muta, monte iconico meranese che sovrasta Castel Tirolo. In primo
piano al centro spicca la chiesa a pianta circolare di Skt. Georg/San Giorgio.
Vedi le altre foto in Google Foto.
E' lungo quasi nove chilometri ed ha anche un discreto dislivello; alterna paesaggi e quadri ambientali molto diversi. Solitamente se ne percorre solo un tratto. Ma oggi ce lo siamo zuppato tutto.
👉Il suo percorso attraversa paesaggi assai diversi: coltivazioni di mele e impianti a vigna, prati falciabili inframezzati da masi, sentieri da Waaler in boschi scuri ed umidi. A metà strada si transita davanti alla stazione a valle della funivia "Taser", cui segue un tratto su asfalto ma aperto sui panorami della bassa Val Passiria e del Gruppo di Tessa.
👉A questi tratti idilliaci chi (come
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
noi) parte dal parcheggio della Funivia di Merano 2000, deve aggiungere un quarto d'ora 50 metri di salita in una periferia degradata fra capannoni, abbandono e squallore indegni di una città turistica come Merano, 15 minuti che però servono ad evitare ulteriori complicazioni per il parcheggio o le coincidenze con i bus del servizio urbano. In tutto il dislivello cumulativo andata e ritorno in salita risulterà essere di 500 metri circa.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 684 (parcheggio funivia Merano 2000)
Quota massima raggiunta: m 1077
Dislivello assoluto: m 393
Dislivello cumulativo in salita: m 500 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 500 circa
Lunghezza con altitudini: km 18,6
Tempo totale netto: ore 5:00 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata.

Come arrivare: da Sinigo (alla periferia Sud di Merano) si imbocca la strada che porta verso Scena stando attenti a seguire le indicazione per la funivia "Merano 2000", la quale dispone di ampi parcheggi. L'inizio del Waal si raggiunge a piedi dopo una decina di minuti su strada asfaltata in ambiente da periferia urbana. Altre soluzioni di parcheggio sono problematiche.

domenica 28 novembre 2021

Trekking urbano nella città del Passirio

Arrivare con gli scarponi fin sotto i portici di Merano città. Con partenza (e ritorno) dal lato venostano della Tappeiner Promenade.
merano trekking
Si può arrivare fin sotto i portici medioevali e poi disimpegnarsi muovendosi sempre rigorosamente a piedi. Con l'auto abbandonata nella lontana periferia. Merano é famosa per le sue Promenaden cittadine, passeggiate pedonali in mezzo al verde e ai giardini.
Un tratto della Sommerpromenade (Passeggiata d'Estate) che corre tra le ombre
della sinistra Passirio, lato Obermais/Maia Alta.
Vedi le altre foto in Google Foto.
E' una camminata molto varia che si snoda in un paesaggio urbano davvero unico; inizia nella periferia coltivata a vigneti, scende nel centro storico e curiosa a lungo fra le fiorite Promenaden (passeggiate) cittadine.
E poi ritorna al punto di partenza, al terzo tornante della strada che sale a Thurmstein da Quarazze, sull'altura di Tirolo, il cui castello ha dato nome all'intera regione storica.
Per questa lunga ma rilassante scarpinata urbana ci si appoggia alla rete di Promenaden costruita negli anni della belle époque, tutte tenute perfettamente in ordine anche oggi.
Si sfrutta la passeggiata Tappeiner (che é la più famosa della vasta rete cittadina)
per portarsi fin sopra al centro storico, scendervi, esplorarne i Portici e anche il
Lungopassirio. Poi si risale fino alla Tappeiner e lo si fa per disimpegnarsi dal sof-
focante traffico automobilistico meranese (davvero asfissiante).
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
👉Nessuna difficoltà tecnica, dunque. Anzi: a parte la scalinata che dal Duomo si arrampica alla Tappeiner Promenade, tutto il resto si potrebbe tranquillamente percorrere anche spingendo un passeggino.
👉Ma é anche un modo per visitare la città vecchia senza avere l'assillo del "Dove lascio la macchina?". Davvero tranquillizzante.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 418
Quota massima raggiunta: m 452
Quota minima raggiunta: m 307
Dislivello assoluto: m 33
Dislivello cumulativo in salita: m 350 circa
Dislivello cumulativo in discesa: m 350 circa

venerdì 26 novembre 2021

Il Ponte de le Maravegie a Dorsoduro (Venezia)

E' uno dei tre luoghi della malinconia di cui parla Hugo Pratt all’inizio della “Corte Sconta detta Arcana e alla fine della “Favola di Venezia“...
Sono gli angoli remoti che più di altri sembrano magici; il primo é il Ponte delle Maravegie lungo i percorsi pedonali che dal Ponte dell’Accademia vanno verso la Toletta, il secondo é la nascosta Calle dei Marrani e il terzo é la Calle dell'Amor degli Amici nel Sestiere di San Polo. Hugo Pratt ne parla all'inizio de "Corte Sconta detta Arcana" e noi siamo qui, sulle sue tracce...


Deve il suo nome alla famiglia Maraviglia che proprio lì risiedeva. Il Lorenzetti riferi-
sce nella sua famosa guida di una Belisandra Maraviglia eroicamente caduta nella
guerra contro i Turchi del 1570. E' a due passi dallo Squero di San Trovaso.
Tradotto dal dialetto veneziano, vuol dire proprio “ponte delle meraviglie” e deriva il nome dalla famiglia Maraviglia.
👉Secondo la leggenda il ponte sarebbe comparso in maniera miracolosa durante la notte: una certa mattina si sarebbe scoperto che i materiali preparati per la sua costruzione si erano miracolosamente trasformati e al loro posto il ponte faceva bella mostra di sè senza che nessuno avesse dovuto metterci mano durante la notte.

domenica 1 agosto 2021

Il sentiero per San Romedio é tutto scavato nella roccia (perchè era il tracciato di un acquedotto...)

Come i Waale venostani, é un ardito percorso scavato direttamente nella roccia per incanalare l'acqua fino agli assetati "pomàri".
Oggi la conduttura non é più visibile, é interrata sotto il piano di calpestio, ormai diventato un largo sentiero protetto da robuste staccionate a prova di distrazione. La logica é quella dei Waale, i canali d'acqua venostani che cercavano l'acqua dove c'era e la portavano a valle con arditi percorsi lunghi chilometri e chilometri.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Si parte dal parcheggio del Museo Retico di Sanzeno, e si arriva allo scenografico santuario di San Romedio, appollaiato su uno sperone roccioso.
Il percorso si sviluppa all'inizio fra i meleti, poi nel bosco e infine scavato nella parete rocciosa di uno stretto canyon, sfruttando l'antica roggia, scavata nella roccia nel corso dell'Ottocento.
👉Il percorso in roccia si snoda lungo il tracciato di una roggia di irrigazione realizzata a metà ‘800 per i meleti nonesi, trasformata successivamente in un più ampio sentiero 
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
pianeggiante, scavato nella roccia viva e a picco sul canyon che presenta viste mozzafiato, rendendolo adatto a tutti i camminatori.
Si sbuca alla strada asfaltata di servizio al santuario e da qui si prende un altro breve sentiero pedonale che conduce al Santuario San Romedio.

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza: m 670 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 730 (santuario)
Dislivello assoluto: m 60
Dislivello cumulativo in salita: meno di 50 metri
Dislivello cumulativo in discesa: meno di 100 metri
Lunghezza con altitudini: km 2,9 solo andata
Tempo totale netto: un'ora solo andata
Difficoltà: T

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: si lascia l'autostrada del Brennero a San Michele all'Adige, quindi si segue la statale 43 in direzione Cles. Giunti al bivio di Dermulo si gira a destra, in direzione Mendola, e dopo 4 km si arriva a Sanzeno.
Il santuario di San Romedio è costituito da cinque chiese, costruite su una ripida parete di roccia, stratificate nell’arco di nove secoli. I diversi livelli di questa sorta di torta Dobos devozionale sono collegati tra loro da una scenografica scalinata di ben 130 gradini.

mercoledì 31 marzo 2021

Sul Doss Trento (il primo dei 3 "denti" della città)

La via di accesso più classica é la "Strada degli Alpini", il percorso monumentale che si snoda su strada asfaltata partendo dal celebrativo "Piazzale degli Alpini" (che dispone di qualche posto auto)...
La conca di Trento vista dalla sommità del Doss Trento: guardando verso la Valsugana.
Il Doss Trento visto dalla funivia di Sardagna. Sullo sfondo il Monte Calisio.
Ma in questa occasione il vecchio Gigi (confinato a Trento per il DPCM da Coronavirus) descrive due percorsi più "defilati", diciamo così meno istituzionali. Sia le foto che i testi sono di Gigi (arrivati per E-mail, visto che non possiamo uscire dai confini comunali).

Quote e dislivelli (dati IGM):
Quota di partenza/arrivo: m 200
Quota massima raggiunta: m 308
Dislivello assoluto: m 108
Tempo totale netto: ore 0:40 AR
Difficoltà: T
Dal Doss Trento verso la Valsugana, con il Dosso di Sant'Agata in bella evidenza.
Vedi le altre foto in Google Foto.

Come arrivare: se, come probabile, non si trova parcheggio nelle immediate vicinanze, ci sono due comodi e ampi parcheggio a dieci minuti a piedi dai punti di partenza: il Parcheggio Zuffo e il parcheggio nuovo di Piedicastello. 

Descrizione dei percorsi: "l’ingresso Ovest è da privilegiare, a parere di Gigi per i seguenti motivi: é il meno frequentato (il che basta e avanza in tempi di virus), si può usufruire del parcheggio ex Zuffo, nonostante l’asfalto e il tratto iniziale in forte pendenza, rimane il più comodo.
Dalla mappa Kompass: i dintorni del Doss Trento.
"Ho descritto anche l’ingresso da Sud che reputo più faticoso anche se più diretto. Ho menzionato l’ingresso del Piazzale degli Alpini senza farne descrizione dettagliata perché confluisce nella salita dell’ingresso da Sud e diventa un tutt’uno con quest’ultimo.
Volendo, si può salire anche con la “Strada degli Alpini”. La pendenza è minore ma il percorso é più lungo, l’illuminazione della galleria che si percorre non è gran che, occorre fare attenzione a eventuali ciclisti che scendono. Insomma meglio i percorsi pedonali.

Il Doss Trento, in basso, con il Dosso di Sant'Agata a sinistra e il Dosso di San Rocco a destra..
Visita dall'ingresso Ovest:
Superato il Piazzale degli Alpini, si arriva a un successivo bivio (semaforo) e si scende a destra percorrendo via Doss Trento fino a raggiungere l’ingresso Ovest, a destra nei pressi del grande viadotto che sale al Bus di Vela. Pochi metri e si arriva a un cancello oltre il quale si prende a salire con buona pendenza tenendo il

venerdì 12 marzo 2021

Sul Dosso di Sant'Agata a Trento (1 dei 3 "denti")

Il Dosso si trova a est della città, sul piccolo altopiano morenico che ospita gli abitati di Povo e Villazzano. E' raggiungibile dal versante orientale da Oltrecastello o dal versante meridionale da Sprè di Povo.
Dal Dosso di Sant'Agata verso Sud. (testi e foto di Gigi).
I "tre denti" da cui deriverebbe il toponimo romano "Tridentum": a sinistra il Dosso di San Rocco, a destra il Doss Trento e in basso il Dosso di Sant'Agata.

Dal Dosso di Sant'Agata (m 576) verso sud: l'abitato di Povo e la Val d'Adige con
al centro in basso, il Dosso di San Rocco, uno dei tre denti della Tridentum romana.
Zoom verso il Doss Trento dal Dosso di Sant'Agata.
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Appena partiti, passiamo tra le case per compiere una curva a sinistra, mentre la pendenza aumenta. Giunti all’ultima casa troviamo, a destra il sentiero che sale al Dosso di Sant’Agata da dove scenderemo al ritorno segnalato come, mentre noi continuiamo dritti con un sentiero che corre comodo. In questo tratto, volendo, c’è un altro sentiero poco sopra, con un paio di panchine, che offre un panorama migliore.
👉Poco dopo i due sentieri tornano a unirsi e si arriva a un bivio a q. 489 dove troviamo una panchina con vista sulla Val d’Adige e il M. Bondone. C’è un sentiero, che scende rapidamente, segnato sia come “Passeggiata Povo” sia come “Passeggiata Oltrecastello”, la cosa suona un po’ strana ma, dato che non devo scendere ma salire, ignoro la cosa.
Il tracciato del mini trekking urbano.
👉Di fianco alla panchina c’è un muretto che scopro essere alquanto incongruo, infatti, oltre quel muretto dispettoso continua il sentiero che sale al Dosso! Subito di fianco al muretto tracce di passaggio ci permettono di superare l’ostacolo e continuare con il sentiero che, dopo pochi metri, entra nel fitto bosco.
👉Il sentiero sale per poi dirige verso sinistra, quindi arriva di fronte al Monte Calisio (lo si intravede appena), sotto di noi c’è la forra del Fersina con la trafficata statale della Valsugana, siamo a circa 510 m. Il sentiero ora prende di petto il ripido versante del Dosso, ma lo fa con una serie di tornanti che rendono il procedere abbastanza comodo. Giunti all’ottavo tornante abbiamo due possibilità: possiamo salire a destra, con un tracciato più ripido, che in breve ci porta a sbucare poco sotto la chiesetta di Sant’Agata o procediamo con il sentiero seguito finora che continua dritto davanti a noi per poi salire anch’esso al Dosso. Dando seguito alla prima ipotesi, si giunge su di un pianoro, da dove si vede la vicina chiesetta, spostandosi verso

martedì 2 marzo 2021

Sul Dosso di San Rocco a Trento (1 dei 3 "denti")

Doss Trento, Doss di Sant’Agata e Doss di San Rocco:  i tre «dossi» o «denti» che avrebbero dato il nome a Tridentum, la Trento romana.
La conca di Trento vista dal Dosso di San Rocco. Sullo sfondo, fra il monte Fausior e il monte Calisio si indovinano le nevi delle cime attorno alla Ultner Hochwart (Vedetta Alta), nella catena delle Maddalene, che dividono il Trentino dal Sudtirolo (testi e foto di Gigi).
Dal Dosso di San Rocco verso Sud: la Val d'Adige. L'altura dispone
di quattro punti panoramici, protetti da ringhiere, che si affacciano
sulla Val d’Adige da sud a nord.

Il rilievo fu fortificato come parte della austro-ungarica "Festung Trient" (Fortezza di Trento). La cima ospitava il Forte San Rocco, che fu costruito su i resti della chiesetta di San Rocco, che aveva già fatto da basamento al medioevale Castel Cedra distrutto nel XIII.
👉Il Forte austroungarico di San Rocco, costruito tra il 1880 e il 1882 in pietra calcarea e calcestruzzo, è composto da due corpi su differenti livelli, dei quali uno era dotato di cupola corazzata girevole d’acciaio con due cannoni e aveva una guarnigione di 4 ufficiali e 134 soldati. Dopo l’annessione del Trentino all’Italia, il forte fino al 1990 circa era ancora occupato dall’esercito italiano che lo utilizzava come polveriera, in seguito fu dato in affitto a un privato che lo usava come ricovero per gli animali.
Delle tre punte della Tridentum romana il Dosso di San Rocco occupa il quadrante meridionale. Verso Bolzano abbiamo invece il Doos Trento e verso Venezia il Dosso di Sant'Agata. Tre punti, tre denti: "Tridentum". L'accampamento stava al bivio fra la Via Caludia Augusta "ab flumine Pado" e la valsuganotta "altinate".
Questa é una lunga zoomata sul Doss Trento osservato dal Dosso di San Rocco.
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Quote e dislivelli (dati IGM):
Quota di partenza/arrivo: m 385 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 463
Dislivello assoluto: un centinaio di metri
Tempo totale netto: ore 1:50
Difficoltà: T

Come arrivare: da Trento si prende la strada che porta a Vigolo Vattaro (SS 349) e la si percorre fino alla località San Rocco. L’imbocco della stradina che porta al parcheggio rimane sulla destra di Via San Rocco, subito dopo una passerella che scavalca la strada. A brevissima