venerdì 12 marzo 2021

Sul Dosso di Sant'Agata a Trento (1 dei 3 "denti")

Il Dosso si trova a est della città, sul piccolo altopiano morenico che ospita gli abitati di Povo e Villazzano. E' raggiungibile dal versante orientale da Oltrecastello o dal versante meridionale da Sprè di Povo.
Dal Dosso di Sant'Agata verso Sud. (testi e foto di Gigi).
I "tre denti" da cui deriverebbe il toponimo romano "Tridentum": a sinistra il Dosso di San Rocco, a destra il Doss Trento e in basso il Dosso di Sant'Agata.

Dal Dosso di Sant'Agata (m 576) verso sud: l'abitato di Povo e la Val d'Adige con
al centro in basso, il Dosso di San Rocco, uno dei tre denti della Tridentum romana.
Zoom verso il Doss Trento dal Dosso di Sant'Agata.
Vedi le altre foto in Google Foto.
Appena partiti, passiamo tra le case per compiere una curva a sinistra, mentre la pendenza aumenta. Giunti all’ultima casa troviamo, a destra il sentiero che sale al Dosso di Sant’Agata da dove scenderemo al ritorno segnalato come, mentre noi continuiamo dritti con un sentiero che corre comodo. In questo tratto, volendo, c’è un altro sentiero poco sopra, con un paio di panchine, che offre un panorama migliore.
👉Poco dopo i due sentieri tornano a unirsi e si arriva a un bivio a q. 489 dove troviamo una panchina con vista sulla Val d’Adige e il M. Bondone. C’è un sentiero, che scende rapidamente, segnato sia come “Passeggiata Povo” sia come “Passeggiata Oltrecastello”, la cosa suona un po’ strana ma, dato che non devo scendere ma salire, ignoro la cosa.
Il tracciato del mini trekking urbano.
👉Di fianco alla panchina c’è un muretto che scopro essere alquanto incongruo, infatti, oltre quel muretto dispettoso continua il sentiero che sale al Dosso! Subito di fianco al muretto tracce di passaggio ci permettono di superare l’ostacolo e continuare con il sentiero che, dopo pochi metri, entra nel fitto bosco.
👉Il sentiero sale per poi dirige verso sinistra, quindi arriva di fronte al Monte Calisio (lo si intravede appena), sotto di noi c’è la forra del Fersina con la trafficata statale della Valsugana, siamo a circa 510 m. Il sentiero ora prende di petto il ripido versante del Dosso, ma lo fa con una serie di tornanti che rendono il procedere abbastanza comodo. Giunti all’ottavo tornante abbiamo due possibilità: possiamo salire a destra, con un tracciato più ripido, che in breve ci porta a sbucare poco sotto la chiesetta di Sant’Agata o procediamo con il sentiero seguito finora che continua dritto davanti a noi per poi salire anch’esso al Dosso. Dando seguito alla prima ipotesi, si giunge su di un pianoro, da dove si vede la vicina chiesetta, spostandosi verso destra si tocca il bivio con il sentiero abbandonato più sotto, quindi in pochi secondi si sbuca dal bosco sul retro della chiesetta.
👉La cima del Dosso di Sant’Agata, oltre alla chiesa omonima, dispone anche di un bel panorama ora che i lavori di taglio hanno eliminato rovi e alberi grandi e piccoli, che prima circondavano il tempietto. Ospita anche un bel prato, in leggera discesa verso Oltrecastello. Percorrendolo si trova un tavolo con delle panche, opera grezza ma comoda, quindi, poche decine di metri più sotto, si trova la ripida stradina cementata che precipita verso Oltrecastello e che in fondo è chiusa. Per curiosità sono sceso fino a un visibile tornante, meno male che c’è un robusto cavo d’acciaio che aiuta perché la pendenza è davvero forte e alla mia non più giovine età e meglio equiparare la prudenza alla pendenza! Scattata una foto, sono tornato alla chiesetta per imboccare quindi il sentiero di ritorno di fianco alla piccola costruzione. Scendendo, mi sono subito reso conto che quanto a pendenza neanche questo sentiero scherza. Non solo qui non c’è nessun cavo, ma il pietrisco che ricopre lo sterrato e più in basso il tratto cementato, rende la discesa foriera di capitomboli. In qualche modo sono riuscito a scendere fino a ritrovarmi sul percorso fatto all’andata. Da lì sono tornato al parcheggio di Oltrecastello.
👉Il Dosso di Sant’Agata sul fronte meridionale presenta fitti terrazzamenti a uso agricolo, le cosiddette "frate", mentre sul versante settentrionale domina il bosco. Sul pianoro sommitale, caratterizzato da un vasto prato, a occidente, sul punto più alto del Dosso, si trova la chiesetta intitolata anch'essa a Sant'Agata. Oltre a ciò ci sono diversi muri a secco, sia come terrazzamenti, sia come muri in elevazione. La storia della piccola chiesa è un tutt’uno con quella del castello che un tempo dominava il Dosso. Dal XVI secolo, l’esistenza del castello sparisce dai documenti ufficiali, ma la memoria rimane viva nei toponimi, infatti, questi sono l'unica testimonianza del castello del Paho da cui sembra, derivi il nome di Povo; ma anche quello di "oltre il castello", infatti, nel 1426 Oltrecastello è chiamato Post Castro de Paho, mentre in una visita pastorale del 1581 è menzionato come Ultra Castello Pahi.

Quote e dislivelli (dati IGM):
Quota di partenza/arrivo: m 481 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 576 (Dosso di Sant'Agata)
Dislivello assoluto: m 111
Tempo totale netto: ore 0:50
Difficoltà: T

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. 

Come arrivare: per salire sul Dosso di Sant’Agata occorre raggiungere in auto, o autobus, la località di Oltrecastello dove, subito prima della chiesa sia a sinistra sia a destra, si trovano dei parcheggi. Si torna indietro fino ad arrivare di fronte all’inizio della sterrata che sale al Dosso, per ora sbarrata da una cancellata con dietro una grande catasta di alberi tagliati. Si prosegue verso Povo arrivando prima alla famiglia Cooperativa e, subito dopo, all’inizio della salita di S. Lucia da dove inizia la salita al Dosso.

La chiesetta di Sant'Agata:
potrebbe essere l'evoluzione dell'antica cappella cimiteriale del castello del Paho. Di forma quadrangolare e di piccole dimensioni (ca. 5x10 m), internamente presenta un'unica navata con volti a botte progressivamente digradanti verso l'abside. Sull'architrave dell'ingresso c’è un’incisione: "DEMTVA PROTECTIONE VT IN / AETERNUM PROTEGAS AN. 1566" - (Dal tuo rifugio mi allontano, invocando la tua protezione), che dovrebbe indicare l'anno in cui la chiesa assunse la forma attuale. Nel 1579 fu citata negli Acta Visitalia dopo la visita pastorale di Ludovico Madruzzo. La chiesa, negli anni in balia dei vandali, era caduta in stato di degrado Nel 2018 c’è stato l'intervento determinante del volontariato locale con il rifacimento del tetto. Altri lavori sono seguiti mediante il progetto "Un paese, il suo colle, la sua chiesa" promosso dal Comune di Trento, dalla Circoscrizione di Povo e dalla Parrocchia di Povo. Lavori che, tra l’altro, hanno permesso il riapparire della Chiesetta prima assolutamente ingoiata dal bosco. Quegli alberi che ora sono in attesa di sgombero in fondo al sentiero proveniente da Oltrecastello.

Nota: il muretto che ostruisce il sentiero del punto panoramico è opera moderna e non si capisce perché sia stato costruito in quel modo. Oltre il muretto ci sono due sentieri: il primo è quello che si segue per salire al Dosso, mentre il secondo, a sinistra del primo, scende per poi compiere un giro verso destra, costeggiando un vigneto più in basso sulla sinistra, quindi arrivare a intercettare una larga strada sterrata che costeggia tutto il colle per poi sbucare in vista di Oltrecastello in un altro vigneto. Qui sulla destra si trova un sentiero con cui si può salire fino a immettersi nella sterrata che sale da Oltrecastello e che attualmente chiusa. Quando quest’ultima sarà nuovamente transitabile potrebbe essere un’alternativa per scendere dal Dosso e compiere il suo giro completo.

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