lunedì 15 marzo 2021

Viaggio in treno fra vapore e elettricità: da Trento a Trento (via Bolzano, Mendola e Val di Non)...

Immaginiamo di avere a nostra disposizione una macchina del tempo e di poter ritornare in una mattina d’estate del 1933.
Testi e foto sono liberamente tratte dal blog scalaenne.wordpress.com: "Sono alla stazione di Trento e sto aspettando di salire sul treno diretto n. 66S delle 11.03 che mi porterà a Bolzano. La stazione è ancora quella originale, costruita nel 1860, ma l’anno scorso (1932) è stato deciso di sostituirla con un nuovo edificio, che sarà pronto tra qualche anno (1936)."

"Entro, faccio il biglietto e mi reco al binario."(Altre immagini della vecchia stazione di Trento, e molte altre relative alle ferrovie del Trentino -Alto Adige si trovano in una bellissima thread aperta da pamwagner47 sul forum di ferrovie.it).

"Il percorso è lungo la valle dell’Adige ed è di 56 km e sarà effettuato in quasi un’ora, 59 minuti per precisione, arrivando a destinazione pertanto alle 12.02. La locomotiva a vapore Gr. 685 è in testa al treno composto tutto da carrozze a carrelli, un bagagliaio, 6 di seconda classe recenti in castano e isabella e una in verde, 1 di prima classe e infine una carrozza letto della CIWL; infatti esso è partito da Roma alle 22.00, ha viaggiato di notte e terminerà la sua corsa a Fortezza."

"Noto la presenza di diverse squadre di operai che stanno posando i pali per la prossima elettrificazione in trifase della linea (sarà inaugurata tra un anno circa)." Qui vediamo la stazione di Mezzocorona già elettrificata.

"Arriviamo puntuali alla mèta, le fermate intermedie sono state solo due: Mezzocorona e Ora. La stazione è già stata rinnovata: al posto di quella originale del 1865 si trova oggi il nuovo edifico disegnato dall’Architetto Mazzoni delle Ferrovie dello Stato ed inaugurato il 24 maggio 1928."

"Sono sul marciapiede del primo binario, in ombra grazie alla pensilina." Era pronto il trenino elettrico Bolzano-Sant'Antonio di Caldaro, la prossima tappa.
























Nel 1934 "...con la messa in opera del trifase, le elettromotrici subiranno alcune variazioni: al posto degli archetti sarà installato un pantografo classico, e soprattutto, dalla stazione di Bolzano fino al bivio Oltradige verrà posata una terza rotaia a lato dei binari per evitare interferenze tra l’alimentazione del trenino e la linea elettrica delle FS. La terza rotaia sarà protetta da un’incastellatura di legno per evitare il pericolo di contatti accidentali. [...] A Sant’Antonio non c'è molto tempo. La funicolare per la Mendola é pronta. Non ho molto tempo, c’è la coincidenza. Scendo dal treno. La funicolare è pronta e in attesa."

"Funicolare della Mendola in corrispondenza dell’incrocio. Come usuale sulle funicolari, gli aghi sono fissi, le ruote esterne hanno doppio bordino, quelle interne sono senza bordinoIl percorso verso il passo è di poco più di 2.100 m e effettua un dislivello di ben 850 metri; la pendenza abbastanza spinta. Il tracciato inoltre non è rettilineo, ma compie un’ampia curva piegando verso destra in corrispondenza dell’incrocio delle carrozze."











sssssss

"Dopo mezz’ora di salita, la funicolare rallenta in prossimità della stazione d’arrivo posta a 1364 mslm; sono le 14.42. C’è un vento fastidioso. Fuori della stazione, sul terrazzamento da cui si gode una vista magnifica, una lunga carrozza a carrelli su binario a scartamento metrico ci attende. La cassa è in doghe di legno." Si tratta della linea a trazione elettrica Mendola-Fondo-Dermulo.

La ferrovia a fianco della carrozzabile, alla Mendola, poco dopo la partenza.







Passaggio a Ruffré (in primo piano si vedono i binari) – Vecchia cartolina caricata da pamwagner47 sul forum http://www.ferrovie.it


 
Automotrice a vapore sulla Dermulo-Mendola.












La tramvia Mendola-Dermulo a Ponte San Zeno (da una cartolina d’epoca)


Il paesaggio è bellissimo, costituito in alto da boschi di conifere, poi gradualmente cambia all’abbassarsi dell’altezza su livello del mare.
 
Orario del 1931, anno precedente a quello in cui il racconto é ambientato. Il percorso di 24 km sarà effettuato in quasi due ore. Il biglietto costa 7 lire in terza classe, ed esattamente il doppio in prima.

"Arriviamo a Dermulo, 548 mslm, alle 16.22 dopo essere passati per Fondo, la cui stazione ha un piazzale sviluppato discretamente, con annesso il deposito dei mezzi della linea. Su questa ferrovia abbiamo percorso 23,6 Km.
Su queste ferrovie secondarie le medie, come si può notare, escluso il tratto diretto Trento-Bolzano, sono molto basse. Difficilmente altri turisti compiono il mio stesso giro, la maggior parte dei viaggiatori si limita ad effettuarne solo una parte. Il traffico è sostanzialmente locale. L’elettromotrice ha panche in legno e traina un piccolo carro con un carico di materiale eterogeneo. Ha operato qui anche una piccola automotrice a vapore.
A Dermulo invece ci sono ben due stazioni, ma non ho molto tempo per ammirare il fabbricato della FEAA, una specie di castello, ho solo quattro minuti per la coincidenza e mi devo affrettare. (Varie immagini della Dermulo-Mendola si trovano su ilovevaldinon.it.)"
L'ultimo tratto é quello che da Dermulo porta fino a Trento.

Al "bivio di Dermulo" si cambiava treno, prendendo la Trento-Malè che nel 1907, quando fu inaugurata, era la più lunga linea ferroviaria elettrificata del’intero impero austro-ungarico.

Anche a Lavis, come a Mezzolombardo e Mezzocorona, i binari attraversavano proprio il cuore del paese: in fondo è una tramvia!

L’ingresso in città avviene in parte in sede stradale e la linea si attesta alla stazione Trento Torre Verde, un bel fabbricato di un solo piano
























Un’altra vista della stazione Torre Verde.

Nessun commento:

Posta un commento