Michael Gaismayr, ignorato di qua e di là di Salorno. Un caso di rimozione collettiva gestita da "clero, nobili e terzo stato" (direbbe Guccini).
Josef Macek, "Michael Gaismayr", Edizioni UCT, Trento, 1991. Oggi si può rintracciare solo nelle biblioteche pubbliche oppure, forse, pres- so il circolo culturale Michael Gaysmayr di Trento.
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Non chiedete a Durnwaldner e Dellai (sono i due governatori locali, a Bolzano e Trento) chi era Michael Gaismayr. Sono troppo vicini alle idiosincrasie delle gerarchie ecclesiastiche e troppo lontani da una visione laica dello Stato per parlarne.
👉E invece vale proprio la pena di rintracciare in biblioteca questo poco conosciuto studio storico sulla figura di Gaismayr edito nel lontano 1991 da Sergio Bernardi, l'animatore della rivista "Uomo, città, territorio" di Trento, e fortemente voluto da un sindacalista molto conosciuto, Fabio Caumo.
Lo riprendo in mano mentre a Trento si tiene la manifestazione "a difesa dell'autonomia minacciata".
Non ci vado perchè so che si tratterà di una manifestazione molto mal frequentata, dove le sacrosante ragioni di chi sottolinea con orgoglio le radici solidaristiche, mutualistiche e cooperative di un popolo di montagna legato alla sua terra e alle sue tradizioni saranno cavalcate da personaggi in bilico fra folklore reazionario e chiagni e fotti localista. Gente che si rifiuta di spiegare perchè Durnwaldner (Sudtirolo) debba guadagnare più di Obama (Stati Uniti d'America), ed è solo un esempio.
La manifestazione non fu come Lei ha scrive... Anzi, un momento di riflessione su CHI siamo.
RispondiEliminaCosa sarebbe folklore reazionario? Gli Scizzeri?? Gli Schützen portano con orgoglio tutto ciò che il fascismo ha cercato di cancellare e non senza risultati... Si vede nella totale ignoranza di tanti che non conoscono mica della nostra storia fino il 1918.
Non so se reazionario sarebbe il folklore... Più reazionaria è la mentalità che cancella chi siamo.
Caro anonimo, naturalmente ognuno ha le sue opinioni. Per me resta il fatto che il riferimento insistito ad Andreas Hofer e a quel periodo conferisce sorvola sul fatto che si trattò di un movimento che voleva far scorrere all'indietro le lancette della storia, reazionario in senso stretto. Si trattò di una Vandea alpina, come ogni storico sa. Altra cosa è il folklore, appunto.
RispondiEliminaPer il resto si rassicuri, so quello che ha fatto il fascismo qui come in Istria, conosco la storia dell'autonomismo trentino, dal periodo asburgico all'ASAR, a Pruner e Fedel. So bene che perdere l'autonomia non sarebbe solo una questione di soldi, ma purtroppo un progressivo sgretolamento del civismo che, come penso lei condivida, trova la sua forza "le radici solidaristiche, mutualistiche e cooperative di un popolo di montagna legato alla sua terra e alle sue tradizioni". Chi paga le divise degli Schützen con soldi pubblici non fa un buon servizio all'autonomia. Fa un buon servizio chi paga con soldi pubblici le divise dei pompieri volontari (per dire...)