lunedì 10 dicembre 2012

A Merano in Piazza Fontana (pensieri negativi)

Ripassando da quest'angolo meranese mi sono sentito preoccupato. Non dovrebbe essere, e invece... forse il nome, Piazza Fontana, che fa scattare un'altra memoria. 
Alcune copertine della rivista femminile nazista Frauen-Warte,
(donne in attesa) che propagandano una figura di donna custode
della casa, mamma amorevole che sostiene i soldati e il regime
mentre alleva i figli e lavora nelle fabbriche di armi.
L'Italia sporca delle stragi e della strategia della tensione è iniziata in un'altra Piazza Fontana, a Milano, il 12 dicembre 1969. Ma non è solo assonanza.
Merano è stata a lungo rifugio sicuro per tanti nazisti in cerca di "privacy". Qui, bene accolti, sono vissuti a lungo molti personaggi nazisti. Si trovavano bene. Anche Giulio Andreotti ci si trovava bene. Era l'atmosfera, appunto. Ai giornalisti impiccioni che chiedevano "perchè qui" rispondeva evasivo: l'ebreo Singer, sapete, il dentista, mi servo da lui.
La Mitteleuropa cosmopolita e tollerante era già sparita da un pezzo, assieme alla funivia che da Maia Alta raggiungeva Avelengo (smantellata e sostituita da una strada asfaltata). All'iconografia turistica di sempre, il microclima, le terme, il pae-saggio e le passeggiate si sono aggiunte le bra-ghe di cuoio, le complicità travestite da folclore.
Tra le ville di Maia Alta si muovono ombre e riflessi di un mondo che speravamo alle spalle, con la sua estetica perbenista che soprav-vive agli anni, persino a quelli dei forni crematori.

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