Ripassando da quest'angolo meranese mi sono sentito preoccupato. Non dovrebbe essere, e invece... forse il nome, Piazza Fontana, che fa scattare un'altra memoria.
Alcune copertine della rivista femminile nazista Frauen-Warte, (donne in attesa) che propagandano una figura di donna custode della casa, mamma amorevole che sostiene i soldati e il regime mentre alleva i figli e lavora nelle fabbriche di armi. |
Merano è stata a lungo rifugio sicuro per tanti nazisti in cerca di "privacy". Qui, bene accolti, sono vissuti a lungo molti personaggi nazisti. Si trovavano bene. Anche Giulio Andreotti ci si trovava bene. Era l'atmosfera, appunto. Ai giornalisti impiccioni che chiedevano "perchè qui" rispondeva evasivo: l'ebreo Singer, sapete, il dentista, mi servo da lui.
La Mitteleuropa cosmopolita e tollerante era già sparita da un pezzo, assieme alla funivia che da Maia Alta raggiungeva Avelengo (smantellata e sostituita da una strada asfaltata). All'iconografia turistica di sempre, il microclima, le terme, il pae-saggio e le passeggiate si sono aggiunte le bra-ghe di cuoio, le complicità travestite da folclore.
Tra le ville di Maia Alta si muovono ombre e riflessi di un mondo che speravamo alle spalle, con la sua estetica perbenista che soprav-vive agli anni, persino a quelli dei forni crematori.
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