mercoledì 28 maggio 2014

Non si uccidono così anche i cavalli?

Ancora con 'sto Giro d'Italia! A scadenze fisse mi passa davanti casa, e ogni volta è una conferma.
Pedalata rotonda senza fatica apparente, eppure viaggiano a una velocità
folle, alla rotonda piegano come Valentino Rossi e imboccano come nulla
fosse il rettilineo in salita per Roncegno.
Lo fanno senza perdere velocità e senza produrre una sola goccia di su-
dore. Ma come diavolo fanno?
Non sembrano esseri umani ma macchine, perfetti automi, ma siccome i
superuomini non esistono, la risposta sorge spontanea ed è molto molto
semplice, anche se imbarazzante: non si tratta di sport ma di spettacolo.
E sul palcoscenico, come si sa, "l'aiutino è permesso".
In fondo è piuttosto semplice: è spettacolo, mica sport, e quindi faccia-
mocene una ragione.
Abitare lungo la strada che porta al Passo del Manghen, con una siepe che tiene lontani tifosi e giornalisti e consente di "gettare l'occhio" da vicinissimo e senza testimoni nel gruppo compatto dei girini è istruttivo.
Colori diversi ma facce uguali, giovani e concentrate, di sicuro non stanche o affaticate anche se viaggiano a 40 all'ora e hanno già alle spalle 100 km con altri 100 che sono lì davanti ad aspettarli, scale di Primolano comprese.
Come mi diceva un alunno che, in predicato per entrare nella nazionale di pista, andava tutte le settimane al velodromo di Bassano del Grappa: se non ti dopi non ti prendono, perchè se non ti fai non puoi fare i tempi. Alla faccia di De Coubertin, questi sono fatti come cavalli. E il loro eroe (lo strafatto "pirata" Marco Pantani) è morto da solo in una stanza di motel a Rimini per overdose.

2 commenti:

  1. Fortunato lei Cipputi che abita dove il giro passa spesso, farei volentieri cambio di residenza con lei, anche a costo di sopportare i disagi che il giro le comporta.
    Per quanto riguarda il doping, piaga reale dello sport "professionistico" le sue affermazioni mi sembrano molto stampo bar sport, facile parlare di ciclismo in quanto mi sembra l'unico movimento che cerchi di arginare e punire (forse con poco successo) chi sgarra.
    Le sue affermazioni su Pantani, non meritano alcun commento, le invito a rileggersele.
    Le premetto che non sono un ciclista, tanti saluti.
    Giovanni

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