Malga Fossetta oggi, in una giornata di giugno. "Quando fu trovato era giù su uno spuntone e aveva l'arma vicino, all'ultimo momento, per non farsi prendere, era saltato dalle rocce!" |
I nazifascisti rastrellano tutta la zona, alla ricerca di partigiani.
Il reparto attestato a Malga Fossetta si ritira combattendo in direzione delle rocce e dei mughi dei Castelloni di San Marco.
Ma alla fine i partigiani si ritrovano circondati. La via di fuga è sbarrata da un salto verticale di oltre mille metri che cade a piombo sulla Valsugana.
Sanno cosa li aspetta se vengono presi vivi.
In verde il percorso tra i Castelloni, opportunamente marcato sul terreno con targhette numerate in ordine progressivo. In rosso il sentiero CAI. La freccia indica la direzione di rientro a Malga Fossetta. |
Forse saltando... I corpi vennero recuperati solo dopo la guerra.
Per calarsi vennero usate le corde delle campane della chiesa di Asiago e quella della carrucola di una impresa edile.
Per calarsi vennero usate le corde delle campane della chiesa di Asiago e quella della carrucola di una impresa edile.
Un ex partigiano russo - di Nome Vassilij - riconobbe il corpo del Moretto, così era chiamato il giovane partigiano.
La vicenda è narrata da Mario Rigoni Stern, con il suo stile asciutto, nel racconto "Un ragazzo delle nostre contrade", ripubblicato da Einaudi nella raccolta "I racconti di guerra".
A Malga Fossetta si era costituito un gruppo partigiano, c'erano anche due inglesi, comandato da Toni Giuriolo, un antifascista di Vicenza ed il Moretto, perchè conosceva bene le montagne, era lì come guida.
Su queste vicende partigiane dell'altopiano c'è un bel riassunto nel blog di Sergio Frigo.
A Malga Fossetta si era costituito un gruppo partigiano, c'erano anche due inglesi, comandato da Toni Giuriolo, un antifascista di Vicenza ed il Moretto, perchè conosceva bene le montagne, era lì come guida.
Su queste vicende partigiane dell'altopiano c'è un bel riassunto nel blog di Sergio Frigo.
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