martedì 26 aprile 2011

Venticinque anni dopo Chernobyl - 26 aprile '86

Fukushima è 6,3 volte più lontana di Chernobyl
(Trento-Chernobyl=1.500 chilometri, Trento-Fukushima=10.000 chilometri)

La ricaduta radioattiva di Chernobyl in Europa.
La raccomandazione-base formulata dagli esperti in radioprotezione è assai semplice: "Più lontani siete e meglio è". Questo vale per qualsiasi tipo di radiazione: dalle radiografie ai rilasci delle centrali nucleari alle bombe atomiche. Quindi non avere centrali nucleari vicino a casa è un criterio di base.
La ricaduta radioattiva di Chernobyl in Italia.
Il vento e le condizioni atmosferiche di quei giorni spiegano la distribuzione a pelle di leopardo. Complessivamente a dieci anni dall'incidente l'area che presentava livelli di contaminazione da Cesio137 superiori a 1 Curie per Km quadrato assommava a 260.000 chilometri quadrati (quasi come l'Italia); 6.400 Kmq di territorio (il Trentino è grande 6.000 kmq) erano sopra 15 Ci/Kmq e di questi 2.200 sopra i 40 Ci/Kmq: in mappa sono riportati in marrone scuro e sono tutti in Bielorussia.
Quello di Chernobyl fu un incidente estremo (fusione del nocciolo + rottura del contenitore) ed il territorio adiacente alla centrale chiuso alle attività umane ed evacuato fu particolarmente ampio. Per un reattore da 1.000 Mwatt coinvolto in un incidente grave ma non estremo (tipo Fukushima) si può ipotizzare ad una zona di esclusione del raggio di 30-50 chilometri.
Ma qual'è il rischio qui da noi? Francia, Germania, Svizzera e Slovenia possiedono centrali vicine ai nostri confini. Le Alpi non sarebbero certo in grado di bloccare il fallout atomico così come non sono in grado di bloccare le nuvole normali. Però i chilometri di distanza (300-400 chilometri) per lo meno ci salverebbero dalla ipotesi di dover abbandonare Trento. Insomma anche in questo caso varrebbe la regola:  "Più lontani siete e meglio è".
Le centrali più vicine a Trento sono quella slovena di Krsko (660 Mw), quella svizzera di Gösgen (970 Mw) e quella tedesca di Grudremmingen (2.700 Mw) tutte a circa 300 chilometri in linea d'aria. L'impianto francese di Tricastin (3.360 Mw) è a 480 chilometri. Sono tutte al di là dell'arco alpino. Le due centrali più grosse sono frazionate in più reattori (Nota: sia a Chernobyl che a Fukushima gli incidenti non hanno coinvolto tutti i reattori dell'impianto).




Promemoria sulle unità di misura della radioattività (vedi anche il sito unit-converter):
● La quantità di radiazioni (attività del radionuclide) descrive il tasso di trasformazione nucleare spontanea (deperimento radioattivo). Si misura in becquerels (Bq), dove 1 Bq è uguale ad una trasformazione nucleare al secondo. Esistono parecchi multipli del Becquerel (Bq) e cioè:
exabecquerel (EBq) = 10^18 Bq
petabecquerel (PBq) = 10^15 Bq
terabecquerel (TBq) = 10^12 Bq
gigabecquerel (GBq) = 10^9 Bq cioè 1 miliardo di Bq
megabecquerel (MBq) = 10^6 Bq cioè 1 milione di Bq
kilobecquerel (kBq) = 10^3 Bq cioè mille Bq
Il Bequerel viene usato per quantificare la presenza di attività radioattiva in un volume o su una superficie.
Nota: la precedente unità dimisura si chiamava Curie (1 Ci = 3,7 x 10^10 Bq = 37 GBq). 1 Ci/Kmq=37.000 Bq/mq
● Quantità assorbita o dose equivalente: non tutte le radiazioni hanno gli stessi effetti biologici. Il Sievert si usa per misurare la "dose equivalente" di radiazione assorbita. Il Sievert misura gli effetti e il danno provocato dalla radiazione su un organismo.

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