giovedì 23 maggio 2013

Sullo sfondo del Giro d'Italia

C'è stato un Giro d'Italia eroico, quello dei Binda e dei Girardengo, ed un'altro nazional-popolare, permeato dallo spirito della ricostruzione che permeava lo stivale dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra.
Un poster del Giro 2012 che interpreta Passo Giau (Cortina). Il trattamento
post-produzione restituisce un ambiente immaginario che chi conosce la
congestione del luogo veramente stenta a riconoscere.
Un Giro, quest'ultimo, magari con-teso fra i tifosi di Fausto Coppi (laico "e quindi" di sinistra) e quelli di Gino Bartali (alfiere democristiano), ma comunque espressione autentica di un popolo che guardava al futuro con speranza e ottimismo. Oggi ognuno fa corsa a sè.
Durante la tappa Conegliano-Gardeccia (Catinaccio) dell'edizione 2011.
Il gruppo che risale i tornanti si staglia su uno sfondo da cartolina.
Anche se so che i ciclisti sono fra gli atleti più dopati della galassia sportiva, seguo volentieri le tappe dolomitiche in televisione, perchè c'è l'elicottero.
Le riprese dall'alto mostrano paesi e valli che conosco bene, ma il punto di vista è inconsueto e impietoso.
La telecamera, tutta presa dall'azione sportiva, mostra sbadatamente e senza vergogna lo stato dell'arte della cementificazione nelle vallate alpine e l'avanzata dei guard-rail lungo le strade dei passi.
Qualcosa di accuratamente escluso dagli spot del Giro che celebra sè stesso.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente il tuo feeling: forse perchè abbiamo + o - la stessa età e ricordiamo un altro ciclismo ed altri panorami.
    Io però non ce la faccio + a guardare neanche le tappe di montagna..
    Ciao
    radetzky

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  2. Capisco che tu non ce la faccia più a guardare neanche le tappe di montagna. Specialmente dopo l'era Pantani, suppongo. L'età centra di sicuro e anche parecchio, ma forse non basta quella a spiegare il fastidio...

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