venerdì 25 aprile 2014

La strage di Stramentizzo

Un fatto poco noto e poco ricordato è che l'ultima strage dei nazisti in Italia avvenne proprio in quest'angolo sperduto del Trentino.
Storia e memoria non sempre vanno d'accordo. Tra i civili molti
ignoravano le ragioni e le dinamiche della guerra e attendevano
semplicemente la sua fine dimenticando che la strategia nazista
prevedeva di instaurare il terrore come mezzo di controllo e sot-
tomissione. C'erano anche i collaborazionisti locali, che nel do-
poguerra si sarebbero dati da fare per diffondere nell'opinione
pubblica una storia riscritta tentando un'impossibile riabilita-
zione delle ragioni naziste appoggiandosi a quanti allora attua-
vano una "politica della dimenticanza".
Più che un singolo episodio si tratta di un grappolo di scontri e rappresaglie che accompagnarono la ritirata nazista lungo le valli dell'Avisio e che culminò nel massacro di 31 persone, fra partigiani e civili,  nei pressi di Cavalese tra Stramentizzo e Molina di Fiemme:
il 28 e 29 aprile a Piazzol, vicino a Molina: morti un partigiano e un soldato tedesco;
 il 2 maggio tre giovani (di 17, 18 e 19 anni) uccisi per rappresaglia a Castello;
 il 3 maggio in località Miravalle, presso Capriana, in uno scontro a fuoco tra una pattuglia di partigiani e l’avanguardia di una colonna di SS perdono la vita un partigiano e due soldati tedeschi e in un successivo scontro presso Stramentizzo cadono un altro partigiano ed un altro soldato tedesco; numerosi i soldati tedeschi fatti prigionieri;
 il 4 maggio, un battaglione di SS attacca prima Stramentizzo e poi Molina: 31 i morti accertati (17 partigiani e 14 civili inermi: uomini e donne, uccisi nelle loro case), 9 le case bruciate a Stramentizzo, 19 a Molina. Le cronache parlano anche di 30 morti e 10 feriti tra i soldati tedeschi.

👉A margine di questi tragici fatti come non ricordare la vicenda personale di Giorgio Marincola, il "partigiano nero" caduto anch'egli negli scontri di Molina (una storia minore che venne però accuratamente censurata durante il successivo cinquantennio democristiano).

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