Era chiamato "il diavolo delle Dolomiti" per l'arditezza di molte sue imprese in roccia ma anche per il suo carattere esuberante e tutt'altro che arrendevole, che faceva da scorza ad una personalità passionale e sincera, laica e progressista, di sicuro poco incline a chinare il capo.
Tita Piaz, "A tu per tu con le crode", Licinio Cappelli Edi- tore, 1952 (il testo del Capitolo 18°, intitolato "Nelle grinfie fie della S.S" è disponibile qui in formato PDF). |
Durante il periodo fascista venne più volte arrestato come oppositore del regime.
Nel 1930 venne arrestato nel suo albergo al Passo Pordoi con l'accusa di essere un sovversivo, venne imprigionato a Trento ma pochi giorni dopo fu rilasciato grazie a un deputato di Cavalese.
👉Nel 1944, sotto l'amministrazione nazista dell'Alpenvorland, fu imprigionato dai nazisti per nove mesi, che trascorse prima nelle carceri di Cavalese e poi in quelle di Bolzano.
👉I ricordi dei mesi trascorsi nelle galere naziste furono poi affidati al 18° capitolo del suo "A tu per tu con le crode" dove - appunto - non si parla solo di alpinismo (e sì che Piaz, che condivideva con Hans Dülfer l'invenzione della tecnica di discesa a corda doppia, fu certamente fra le star di quegli anni).
👉Nell'immediato dopoguerra fu anche sindaco di Pera di Fassa, suo paese natale. Nato nel 1879, rimase fedele al socialismo trentino di Cesare Battisti.
"Tita Piaz fu un atleta generoso e di cuore, sincero e rude, esuberante e sentimentale, spesso ribelle e paradossale." (Dall'introduzione di Antonio Berti)
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