Il vecchio rifugio Schwarzenstein è arrivato al capolinea. Il gobal-warming lo sta sgretolando, divora il permafrost che lo sosteneva e i suoi giorni sono ormai contati. Ho avuto il privilegio di dormire qui per un'ultima volta. E' un pezzo di mondo che se ne va.
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Costruito nel 1894 dalla sezione di Lipsia del DuÖeAV (Deutscher und Österreichi- scher Alpenverein) e dopo le vicende belliche venne dato in gestione al CAI di Bru- nico. Dispone di circa 40 posti letto ed è base di partenza per le escursioni al Sasso Nero. L'alta via Stabeler lo collega, passando però più in basso (alla base della fer- rata), al Rifugio Giovanni Porro, un percorso molto lungo. |
Il progetto del nuovo rifugio hi-tech è già esecutivo, hanno già picchettato il terreno un centinaio di metri più a monte, ormai sul filo del confine austriaco, dove il ghiaccio resiste ancora. Quello attuale sarà fatto saltare, e il sito bonificato.
La giovane e allegra guida alpina targata "La Sportiva" con le sue braghe gialle e la sua giacca rossa ci sarà ancora, e racconterà di quando il rifugio stava cento metri più in basso, ed era fatto di sassi intonacati a calce come le vecchie case del fondovalle.
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La saletta da pranzo a piano terra, una foto da conservare, visto che a breve...
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Lui è già proiettato in avanti e sprizza entusiasmo, sembra dare appuntamento ai clienti riuniti attorno al tavolo; tra loro c'è anche un ragazzo, l'unico italiano, dall'aria spaesata e timorosa.
👉Cerco di rassicurarlo: arrivato alla neve, dove il percorso spiana e s'allarga, troverà un bel ghiacciaio facile, tipo il Pian di Neve e proprio come sull'Adamello a quel punto mancherà solo l'ultima erta finale per guadagnare i 3.369 metri dello Schwarzenstein.
Rivado all'ultima volta che sono sta-
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to qui.
La neve perenne arrivava molto più in basso.
👉Ho fatto bene a salire leggero, pedule estive e basta: è un'ottima scusa per non zupparmi 450 metri saccagnati dal ritiro e dal riscaldamento, preferisco il ricordo.
👉All'interno il rifugio è sempre uguale a sè stesso, legno e menù unico, non c'è l'imbarazzo della scelta e la sola variazione riguarda le bevande: vino o birra?
In camerata il giovanotto italiano sta inanellando in silenzio tutta una serie di flessioni e stretching, ne distinguo il profilo nel barlume bluastro irradiato dal telefonino. Mah!
Quote e dislivelli:
Quota di partenza: m 1.500 (parcheggio Stallila)Quota di arrivo: m 2.900 (rifugio Schwarzensteinhütte)
Quota massima raggiunta: m 2.900 (rifugio Schwarzensteinhütte)
Dislivello assoluto: m 1.400
Dislivello cumulativo in salita: m 1.447
Dislivello cumulativo in discesa: m 33
Lunghezza con altitudini: km 7,8
Tempo totale netto: ore 3:30
Lunghezza con altitudini: km 7,8
Tempo totale netto: ore 3:30
Difficoltà: EEA
Descrizione del percorso: dal parcheggio del maso Stalliler Hof (m 1.472) l’escursione tocca due malghe: la malga Schöllberg (m 1.740), la malga Daimer (m 1.862, punto di ristoro). Qui inizia il lungo sentiero che si arrampica fino a quota 2.500 (bivio AVS). Bisogna decidere se continuare l’ascesa sul ghiacciaio fino al Rifugio Vittorio Veneto (m 2.923) oppure percorrere la ripida via ferrata attraverso il cosiddetto “Kamin”.
Come arrivare: si abbandona la Val Pusteria all'altezza di Brunico/Bruneck seguendo le indicazioni per la Ahrntal/Valle Aurina, che si percorre fino all'altezza di Sankt Johann/San Giovanni. Dal paesino si imbocca la stradella asfaltata che sale fino al parcheggio del maso Stallila.
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Tre vecchi scatti del 1998, su pellicola. La foto al centro è stata presa subito dopo il rifugio, salendo al corno roccioso dove a breve sorgerà quello nuovo. |
Vedo solo ora. Ottimo reportage. Grazie delle preziose informazioni. Sono stato un'unica volta 10 anni fa al rif. Vittorio Veneto e conservo un bel ricordo anch'io.
RispondiEliminaAlle forme di quello nuovo dovremo un po' abituarci...