mercoledì 1 giugno 2016

Aggiungere sentieri a OpenStreetMap

Da 2-3 anni a questa parte la precisione e la completezza delle mappe OSM hanno raggiunto e in certe zone scavalcato le più blasonate cartografie 1:25.000.
Aggiungere sentieri a OpenStreetMap
Primo passo: dopo esserci accreditati nel sito di OpenStreetMap, ci portiamo alla
tripla label Modifica/Cronologia/Esplora in alto a sinistra e apriamo l'editor "Pot-
latch 2". Il risultato si vede nel frame di destra. Ora per inserire una nostra traccia
*.gpx dobbiamo andare alla label "sfondo" che fa parte della barra blu nella parte
alta dello schermo (lo so, è cervellotico) e da lì scegliere "vector file" (che cazzata).
Ora come ora il gap - ormai colmato sul piano dei contenuti e affidabilità - è ancora ampio per quanto riguar-da l'aspetto grafico.
Aggiungere sentieri a OpenStreetMap
Secondo passo: assicuriamoci di avere spuntato l'opzione nella colonna "Select?"
"Load vector file" della finestra pop-up. Chiudendola finestra vediamo, in un palli-
do azzurro, la nostra traccia GPS. A questo punto possiamo ricalcarla col mouse,
un click dopo l'altro, creando così il sentiero che comparirà in OSM. Arrivati alla
fine premiamo Invio e salviamo tutto (pulsante "Save" in alto a sinistra nella stri-
scia blu). In questo caso è solo un tratto dell'intero file *.gpx registrato durante la
escursione al bivacco Baito Caserote in alta Val Calamento (Lagorai).
L'estetica e la leggibilità a colpo d'occhio delle Tabacco o delle 4Land non sono state raggiunte dalle diverse mappe free ricavate dalla base-dati OSM: Andromaps, 4Umap, Mobac OTM eccetera (pelli diverse per lo stesso scheletro-dati generato dal lavoro volontario degli utenti in puro stile Wikipedia).
Però i dati ci sono e in genere ci si può far conto: quello che è indicato lì sarà pure scheletrico, ma è quello che poi effettivamente troviamo sul terreno.
Bene, e se un volonteroso vo-lontario volesse aggiungere un sen-tiero che non c'è?
Aggiungere sentieri a OpenStreetMap
Terzo passo con breve considerazione sul metodo: il ricalco a mano è sicu-
ramente palloso, ma chi  accetterebbe di trovarsi sulla mappa un sentiero che
davanti al bivacco si aggroviglia come un gomitolo? Costringerci al ricalco è cer-
tamente un modo per tagliar fuori i piccoli spostamenti  casuali che abbiamo fatto
senza pensarci: raccogliere un fiore, riempire la borraccia, scattare una foto. Co-
munque: finito il ricalco possiamo anche aggiungere il simbolo del bivacco: basta
cliccare sull'ultimo punto della traccia e scegliere l'icona dalla tavolozza sulla sini-
stra, e poi ricordarsi di salvare. Per averli in linea c'è da aspettare qualche giorno.
Le guide rintracciabili nel web oscil-
lano fra tecnicismo e incom-pletezza e chi cerca spiegazioni sull"how to do" capita male perchè non ci sono mai quelle tre informazioni indispensabili per capire. Sarebbe come non ti dicessero che per guidare un'auto bisogna prima metterla in moto....
Anche l'interfaccia "Potlatch 2", che pure rappresenta un bel passo in avanti rispetto a quella precedente, andrebbe parecchio rivista rendendola meno cervellotica e più user-frendly. Sarebbe il minimo sindacale. Ma forse, in fondo, ha ragione il saggio quando dice: "mai lamentarse del bro gras!".

2 commenti:

  1. Nessuno impedisce di realizzarsi il proprio stile della mappa. Esiste Tilemill, Maperitive, Mapboxstudio ecc. ;-)

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    1. Capisco, ma non è così semplice, echi va in montagna non sempre è appassionato di informatica...

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