sabato 28 maggio 2016

Gasthof Krone, l'albergo in piazza di Aldino

L'osteria-albergo che si affaccia sulla piazza è lì da prima della chiesa. Per secoli i Bauern dell'altipiano, ogni domenica, si sono incontrati al Krone dopo la messa della mattina, una consuetudine nata, diciamo, per trattare gli affari di famiglia.
Aldein Gastohof Krone
Nonostante le aggiunte cafonal, la scorza d'un tempo riaffiora robusta negli interni,
dove qualcosa della vecchia anima resta ancora visibile. Ad Aldein/Aldino la co-
struzione del ponte ha cambiato in profondità mentalità e costumi. Ora il Krone è
un bel locale che interessa ai turisti, ma niente di più. Il paese vive altrove e l'at-
mosfera dei vecchi tempi sopravvive ancora al Pigleider Hof.
Nelle due ampie sale a pianterreno tiravano tardi giocando a carte, scambiandosi informazioni e idee, mentre i più giovani tessevano intese destinate a sfociare in accordi matrimoniali (le donne e i bambini - invece - lasciavano in fretta il paese dopo aver fatto qualche compera nell'Handlung addossato al muro della chiesa e rientravano subito ai masi).
Aldein Gastohof Krone
L'ingresso e una delle due vecchie Stube. In basso: uno degli antichi locali a piano
terra, un locale di recente aggiunta (la stufa in maiolica non tragga in inganno, si
tratta di una ricostruzione "ex-novo" seppur riuscita). Sulla destra una cameriera in
Dirndl, il vestito della tradizione contadina.
Fino agli anni Sessanta il copione è stato rispettato; prevedeva che gli uomini mangiassero e bevessero nelle due ampie Stube che la Rosele, cuoca e deus-ex-machina,
con-tinuamente riforniva di piatti e bevande, replicando senza saperlo il modello dell'osteria medioevale; ostello e riparo per tutti quelli che avevano un motivo per esserci.
Nel pomeriggio il simposio proseguiva con lunghe partite ai birilli sotto la tettoia di legno, una caraffa a partita, e dopo il calar del sole l'ultimo litro accompagnava la minestra di Knödel prima di riprendere, inevitabilmente brilli, il sentiero di casa. Una o due ore di cammino al buio, o anche più.
Di questo mondo nulla è sopravvissuto, perfino il tiglio con la grande panca circolare è stato spazzato via dall'algido "arredo urbano" figlio di qualche geometra comunale talmente storno da scopiazzare i suoi colleghi di città.
L'antica locanda è molto cambiata ed è già tanto che non sia stata spazzata via anch'essa. Ha rischiato di farlo negli anni della grande sbornia craxiana e berlusconide, quando teneva aperto solo dalla 12 alle 13,30 e proponeva certi piatti trendy della "nouvelle couisine"; ma una volta chiarito che i protagonisti del "Sudtirolo da bere" non erano poi così numerosi, è tornata a guardare alla tradizione, arredi compresi, e i risultati non sono stati così male...

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