Il naufrago che diventa "Sentinella delle Dolomiti": non è un romanzo ambientato in montagna, ma una storia di vita. Poteva essere una debacle definitiva quella di Carlo, lavapiatti mezzo bevuto e sempre in fuga dalla vita, giunto ormai al giro di boa degli anni...
Carlo Budel, "La Sentinella delle Dolomiti", Ediciclo Edi- tore, 2019, anche in E-book |
👉Da tre anni gestore per caso di un impegnativo rifugio che sembra la capanna di Scott (l'esploratore polare che perse la corsa al Polo Sud) Carlo apprende il mestiere in questa baracca rivestita in lamiera in cima alla Marmolada, appollaiata ai 3.343 metri della Regina delle Dolomiti, su Punta Penia.
👉Carlo Budel, approdato qui ormai quarantacinquenne, è un tipo sui generis: uno che non è stato guida alpina e neppure fa parte delle famiglie storiche degli albergatori del posto: un profilo del tutto eccentrico rispetto a quello del rifugista-standard.
👉La sua, infatti, non è stata una vita standard, piuttosto un sentiero sdruccioloso che ha portato un uomo qualunque, già stritolato dalle periferie, e dai fondovalle, a costruirsi una sua propria identità personale, meta consapevolmente perseguita e finalmente raggiunta, positiva, ottimista e aperta alla vita.
Qui la bassa "Capanna Penia" in un mio scatto del 1996. Il rivestimento in lamiera, l'isolamento e il freddo intenso me l'hanno sempre fatta associare alla "Capanna Scott" in Antartide (nel box), al cui interno le condizioni di vita forse non erano state troppo diverse. |
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