Per la serie viaggi immaginati e mai realizzati qui c'é il resoconto di due che l'hanno fatto per davvero, e quando l'asfalto era uno sconosciuto.
La Fiat 500 B utilizzata dai due svizzeri era mossa da un piccolo 4 cilindri di 570 centimetri cubi raffreddato ad acqua che sviluppava solo 16,5 cavalli-vapore, sufficienti per spingerla a 95 km/h. In prima marcia e a pieno carico poteva superare pendenze del 22%. Era di colore nero, proprio come come questa. Erano ancora gli anni del dopoguerra e di Paolo Conte con la sua "La Topolino amaranto". |
Nicolas Bouvier, "La polvere del mondo", Feltrinelli, 2020. |
E' uno dei pochi libri di viaggio on the road che se la batte alla pari con il magistrale "Tempo di regali" dell'inglese Patrick Fermor, il quale aveva percorso a piedi l'Europa degli anni '30 da Londra ad Istambul e ne aveva ricavato una trilogia di memorie di rara bellezza.
👉Nicolas e Thierry, invece, si mossero nei primi '50 lungo le piste balcaniche, anatoliche e asiatiche a bordo di una Fiat Topolino, talvolta guasta ma sempre all'altezza della sfida. Il magistrale resoconto si interrompe al Passo Khyber, dove finisce l'Afghanistan e si entra in territorio indo-pachistano.
"Solo un grande libro può farvi venire voglia di andare fino a Prilep, in Macedonia, un buco polveroso dove non si ferma quasi nessun turista, perso tra alture brulle e minareti, con un fiumiciattolo torbido, bancarelle di peperoni e rivendite di burek." (Paolo Rumiz)
"Mezzo secolo dopo [...] l’itinerario della Topolino di Bouvier è poi diventato una sanguinosa, progressiva strada di sangue: guerre nel Kossovo, in Iraq, in Afghanistan, fondamentalismi in Iran e in Pakistan." (intro di M.T. Giaveri)
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