martedì 16 febbraio 2010

Cima Grande di Lavaredo: never more on sunday

Assieme a Gigi e Bruno decidiamo di ripetere la via normale alla Cima Grande di Lavaredo. Mal ce ne incolse (ma la lezione è stata imparata).
La situazione lungo la normale alla Cima Grande di Lavaredo,
con me mentre penso: "E più avanti che cosa ci aspetterà?".
Arriviamo in auto al Lago di Antorno e dormiamo lì, prima della stanga della strada a pedaggio: due in auto e uno in tenda. Bellissimo!
La mattina dopo saliamo fino ai parcheggi del rifugio Auronzo, e da lì arriviamo ai ghiaioni da cui inizia la via normale. Tutto bene! Ma già mezz'ora dopo cominciano i guai. Arrivati alla forcelletta l'affollamento comincia a dare fastidio. E' chiaro che ci siamo dimenticati di un "dettaglio": è una domenica!
👉Dalla forcelletta (dove abbiamo atteso almeno venti minuti) è un calvario di cordate sportive superveloci e strafottenti, comitive entusiaste e pericolose, etc. In qualche modo arriviamo al passaggio chiave, lo superiamo, ma poi ci troviamo su un terrazzino affollato, con gente che spinge e si lamenta, e lì aspettiamo, ancora e poi ancora.
👉Alla fine forziamo la folla e giungiamo alle roccette più in alto, ed è lì, di fronte all'ennesimo ingorgo, che cedo e decido di lasciar perdere: della Grande di Lavaredo conserverò il ricordo della salita precedente, fra cieli azzurri e silenzi infiniti... La morale: never more on sunday!

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