lunedì 2 febbraio 2015

Rock Climbing Hall

Acciaio e fibrocemento nel paese degli Ayatollah.
Lavorando di Photoshop e di Autocad anche 'o scarrafo è bello a mamma soja.
La pochezza dell'architettura globalizzata non conosce frontiere: dalle nostre
Dolomiti ai monti dell'Iran il disprezzo per il quadro ambientale, per il paesaggio,
per i materiali e le forme del luogo è l'esperanto degli architetti in cerca di notorietà
(e di complicità nelle amministrazioni locali).
Non si tratterebbe di una palestra ma di una "esperienza di arrampicata nel villaggio di Polur, popolare campo base degli alpinisti di tutto il mondo, per la scalata del Monte Damavand, la vetta più alta in Iran". Nel consueto linguaggio dell'architetto-narciso l'autore sostiene che "questa roccia artificiale realizzata con una struttura tubolare d’acciaio, ricoperta da pannelli bianchi di fibrocemento, si mimetizza bene nel paesaggio di montagna innevata". Secondo lui questo "frastagliato e sfaccettato frammento poligonale di montagna" stabilirebbe "un forte legame tra gli amanti scalatori e il paesaggio circostante".

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