E' una specie di luganega da taglio ma con la forma di un canederlo schiacciato, solo un pò più morbida e affumicata (e senza pelle).
Ogni famiglia acquistava un maialino alla Fiera dei Santi e lo allevava per circa dodici mesi a patate, crusca, scarti di ortaggi e fieno. Del maiale non si buttava via niente. Oltre al lardo, alla pancetta e alle luganeghe, si ricavavano anche sa- lumi molto meno pregiati, come appunto le mortandele, o come le ciuighe del- la zona del Banale. |
E' un salume legato alla Val di Non, ma ci sono anche altre zone in Trentino in cui si produce un salume chiamato Mortandela.
👉Un'antica ricetta di Caldonaz-zo prevede che si utilizzi il filetto e il fegato di maiale macinati e uniti dal cosiddetto "redesin".
👉Un'antica ricetta di Caldonaz-zo prevede che si utilizzi il filetto e il fegato di maiale macinati e uniti dal cosiddetto "redesin".
E' stagionata, decisamente da taglio, affumicata e saporita.
👉Non è più salume povero e stracarico di colesterolo, com'era in effetti. un tempo, quando del maiale non si buttava via niente, nemmeno la gola o il cuore, il fegato e i polmoni.
👉Lavorazione odierna: la carne di suino viene macinata con apposito tritacarne, provvisto di piastra con fori del diametro di 5 o 6 mm; si aggiungono poi le spezie e si amalgama a mano. Dopo aver ben lavato il retino di suino, lo si stende su un tagliere, si appoggiano le polpette di impasto a mo' di scacchiera. Tagliato il retino a fazzoletti, si incartano le polpette chiudendo bene il tutto. Queste vengono poi messe su dei lunghi vassoi di legno, precedentemente cosparsi di farina gialla di media grossezza per un periodo di conservazione in cella frigorifera a una temperatura variabile da + 1 a + 5 °C.
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