venerdì 15 luglio 2011

Monte Ziolera e Cima Todesca di Montalon (Lagorai)

Nei Lagorai centrali, giro panoramico, facile e remunerativo.
Dal prato sommitale di Cima Todesca verso il Monte Ziolera.

Gigi mi fa sapere che per fuggire al caldo della città è andato a farsi un giro nei Lagorai vicino a Passo Manghen, zona Monte Ziolera e Cime di Montalon. Una replica di quanto avevamo fatto assieme tempo fa.
Dislivello in salita: 743 metri - tempo 5:20 ore
► Per sfuggire al caldo umido (stile amazzonico) che imperversa a Trento salgo velocemente in Valsugana, la mattina di buon’ora, arrivando a Borgo Valsugana dove, seguendo le indicazioni per il Passo del Mànghen, proseguo per il paese di Telve e quindi per la Val Calamento.
Giunto a Malga Valtrighetta lascio la Val Calamento e salgo nella Valsolaro con una rotabile stretta e tortuosa (prestare attenzione, specie nei tornanti, alle altre auto e a motociclisti pazzi in vena di tagliare le curve. Nella zona a pascolo anche a simpatiche, inconsapevoli, ma non meno pericolose vacche).
Raggiunto il Passo Mànghen scendo al sottostante bar ristorante dove parcheggio la mia mitica Poderosa (Panda 4x4 vecchio modello) che, nonostante i suoi 200.000 e passa chilometri e 16 anni di vita, si difende più che bene!
► Imbocco un sentierino che evita l’asfalto, risalgo al Passo del Mànghen e proseguo con il sent. SAT 322, lungo il versante SO del M. Ziolèra, per poi iniziare a salire, raggiungendo in breve la Forcella del Frate.
► Mi fermo a fare foto e a godermi il fresco poi abbandono il sentiero seguito fin qui per inerpicarmi lungo la cresta di SO del Ziolèra. Salgo con calma, fermandomi ogni tanto a scrutare i dintorni e ammirare i fiori di montagna, in piena fioritura, che punteggiano il pendio, singoli, a gruppetti, a volte formanti veri e propri “cuscini” colorati. Raggiunta la Cima mi siedo per un breve riposo, scatto qualche foto, vago con lo sguardo a 360 gradi. Purtroppo il caldo afoso favorisce anche in quota il formarsi di foschia per cui vedo le Dolomiti di Fassa da una parte e il sottogruppo di Rava da quella opposta, offuscate da un sipario tremolante e lattiginoso. Pazienza niente foto di Cime distanti!
► Arrivano altri escursionisti, fin troppi per i miei gusti da orso, per cui riparto scendendo velocemente verso la Forcella Ziolèra incontrando nuovamente il sent. 322.
Scendendo con quest’ultimo, poco prima di raggiungere la forcella, ci si trova ad un trivio. Il sent. 322 scende alla nostra sinistra (vista sul Lago delle Buse), un altro sentiero scende verso destra, infine un terzo tira dritto in leggera salita. Consiglio di seguire il sent. 322, gli altri due, pur arrivando lo stesso alla forcella, sono più sconnessi; in particolare quello che prosegue dritto porta poi a una discesa lungo due tratti di terreno infido.


► A Forcella Ziolèra troveremo dei resti di calcestruzzo, è quanto rimane di opere belliche della prima guerra mondiale; qui arrivava una teleferica dal sottostante Lago delle Buse.
Guardo l’ora: è presto! Avevo in programma una volta qui, di scendere al Lago delle Buse, tornando quindi al Passo Mànghen, invece decido subito di prolungare il mio giro e proseguo ora lungo il versante SE del Montalón con calma olimpica finché non vengo raggiunto e superato da altri escursionisti. Nonostante le mie soste continuo a ritrovarmeli tra i piedi per cui infastidito decido, lì per lì, di abbandonare il sentiero e salire al Montalón, o meglio alla più alta delle sue tre cime la Cima Todesca.
Ho da poco superato una piccola caverna di guerra e il sentiero compie un ampia curva a sinistra lo abbandono (q 2.230 circa) e inizio a salire a zig zag lungo il pendio erboso puntando alla cresta che mi sovrasta. Raggiunta la cresta il cammino è meno faticoso è, in breve, raggiungo la Cima dove trovo un grosso ometto di sassi.
► Mi godo in perfetta solitudine l’aria fresca e il panorama poi, prima di appisolarmi, decido che è meglio ripartire: se mi addormento chissà quando mi sveglio, si sta così bene qui!
Per scendere escludo il versante Est, troppo ripido e sconnesso, e anche la più facile ,in apparenza, cresta di SE e perdo quota velocemente, ma in tutta sicurezza (sono solo e la prudenza non è mai troppa), tenendomi di nuovo sul versante Sud, il più vicino possibile, alla cresta SE cosi da non tornare troppo indietro. Infine ecco il sent. 322 che riprendo (q 2.310 circa) nuovamente salendo a un bel punto panoramico dove la cresta di SE della C. Todesca si fa pianeggiante (q 2.325 circa) Alle mie spalle c’è la Val Ziolèra, mentre davanti a me la Pala del Becco chiude la val Montalón.
Proseguo lungo il sent. (tratti scoscesi fare attenzione) raggiungendo la Forcella della Pala del Becco, ammirando la bella forma di questa ultima montagna. Scendo velocemente verso il Pian della Fava dove trovo il bivio con il sent. 322° che mi porta al Lago delle Bus. Raggiungo lo specchio d’acqua costeggiando nuovamente il Montalón. i cui pendi sono rivestiti da cespugli di rigogliosi rododendri in piena fioritura. Una meraviglia in netto contrasto con il versante verso la Val Calamento, molto più “severo” in fatto di flora.
► Al Lago faccio conoscenza con la locale popolazione di anfibi per nulla intimorita a parte due rospetti che, seguendo il vecchio adagio “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, si tuffano veloci sparendo nella vegetazione sommersa.
Dopo una lunga sosta, non molto convinto riprendo il cammino, adesso sono solo e arrivo accanto “all’Eterno”. Così viene chiamato il tronco, argenteo e secco, di un poderoso cirmolo. L’albero era nato su un grosso masso che aveva poi letteralmente “fasciato” con le sue radici scese in cerca di terreno da cui trarre sostegno e sostentamento. Negli ultimi anni un’altra conifera è nato a fianco dell’Eterno, così ora il grande vecchio a perso un poco della sua spettacolarità.
► Infine arrivo nuovamente alla Mànghenhütte, afflitto e infastidito dall’inquinamento acustico prodotto da una banda di motociclisti, addirittura una cinquantina, che avrei preso molto volentieri a fucilate!
Il ritorno a Trento è punteggiato da varie fermate: alla Malga Valsolero per comprare formaggio e ricotta affumicata in tre bar lungo la strada a bere birra e ritardare il più possibile il ritorno nel calore della Val d’Adige. Quando arrivo a casa sono quasi le 20 e il ricordo della frescura dei 2000 metri è già uscito da me insieme al sudore, miseria ladra!



          │ Bar-ristorante Mànghenhütte                     : 2.019 m
          │ Passo del Mànghen                                   : 2.047 m
          │ Forcella del Frate                                      : 2.228 m
          │ Monte Ziolèra                                           : 2.478 m
          │ Forcella Ziolèra                                         : 2.251 m
          │ Versante S del Montalón/sent. 322             : 2.230 m c.
          │ Cima Todesca del Montalón                      : 2.435 m
          │ Versante S del Montalón/sent. 322            : 2.310 m
          │ Sent 322/Cresta SE del Montalón              : 2.325 m c.
          │ Forcella Pala del Becco                             : 2.245 m
Quote │ Pian della Fava bivio sent. 322/322a          : 2.160 m
          │ Sent. 322° quota                                       : 2.100 m c.
          │ 1° Bivio sent. 322°/361                             : 2.120 m
          │ Lago delle Buse                                        : 2.054 m
          │ 2° Bivio sent. 322°/361                             : 2.060 m
          │ Sent. 322° quota                                       : 2.065 m c.
          │ Sent. 322° quota                                       : 2.045 m c.
          │ Sent. 322° quota                                       : 2.060 m c.
          │ Sent. 322° quota                                       : 1.980 m c.

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