Imboccata la Valsugana in direzione Trento e giunti alla stretta del Canale di Brenta, non si può fare a meno di notare una strana costruzione incastonata nella viva roccia, una cinquantina di metri sopra l'attuale piano stradale.
Dall'ingresso al Covolo, sopra la SS 47 della Valsugana, guardando l'ingresso per la galleria del Primiero. |
La grotta naturale che ospita il Covolo di Butistone vista dalla SS 47. Vedi le altre foto in Google Foto. |
E' il medioevale Còvolo (Còvel, Kofel), storico punto forte sulla via che da Venezia portava in Germania e perciò conteso attraverso i secoli.
Noto e documentato fin dall'XI° secolo e continuamente conteso tra signori locali, Venezia e Impero, acquistò una certa stabilità con il nuovo modus vivendi fra Impero asburgico e Rebubblica di Venezia posto in essere a partire dal 1512.
👉Rimarrà in mano ai "tedeschi" pur trovandosi in territorio veneziano (il confine correva a Primolano dove c'era la fortezza de La Scala).
Il sistema di salita ad argano in una rappresentazione del Cinquecento. |
👉Il Covolo era composto da due unità: il castello superiore (quello che si vede anche oggi dalla SS 47 della Valsugana) e il castello inferiore (un piccolo sistema composto da due porte fortificate e difese da mura che sbarrava la strada alla base della parete e si spingeva fino al fiume Brenta. Attraverso il Brenta era sempre tesa una catena per impedire il libero transito delle chiatte commerciali, sottoposte a dazio.
👉La strada passava attraverso le due porte del castello inferiore mentre l'accesso alla grotta del castello superiore poteva avvenire solo facendosi issare con una corda comandata da un argano manovrato dalla grotta. Il forte superiore disponeva anche di una cisterna e di un pozzo alimentati dallo stillicidio della roccia ed era quindi virtualmente imprendibile: anche calandosi dall'alto nulla poteva essere fatto poichè si sarebbe rimasti appesi nel vuoto facili preda degli arcieri. Le rocce sopra il covolo erano infatti aggettanti.
Nei secoli del tardo medioevo, con la comparsa della polvere da sparo e delle colubrine, la situazione mutò: divenne possibile appostarsi sui rilievi dall'altra parte del fiume e da lì bombardare la guarnigione dall'alto, cosa che infatti avvenne più e più volte nel quadro delle contese europee del 1300 e 1400 che infine portarono al compromesso del 1512 fra austriaci e veneziani, già richiamato.
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Presidiato da un capitano che vi risiedeva con la famiglia e da una decina di armati mantenne il suo profilo militare fino al 1700 quando il figlio riformatore di Maria Teresa d'Austria, Giuseppe II° di Asburgo lo smilitarizzò e disarmò.
Oltre al ruolo strategico-militare, il Covolo mantenne per secoli una importante funzione di centro confinario in grado di imporre dazi agli ingenti traffici commerciali che dall'impero romano in poi hanno costantemente interessato il solco della Valsugana, un aspetto certo poco noto. Il capitano del Covolo, dunque, agiva di concerto col daziere imperiale e i dazi riscossi finivano nelle casse dell'Impero.
Per chi vuole visitarlo: http://www.cismon.it/Covolo_di_Butistone.html.
Per chi vuole approfondire segnalo due libri editi da case locali:
● "Notizie e fonti sul Covolo di Butistone" di Pius Wassermann, Ed. La Gusella, Villa di Conte (Padova), 1992.
● "La Valsugana dei viaggiatori", Claudio Marchesoni, Curcu & Genovese Ed., Trento, 2012.
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