La produzione di vino bianco (e l'estrazione del porfido) hanno affrancato la valle dalla sue secolari ristrettezze. E' storia recente, che risale al secondo dopoguerra.
Valle di porfidi rossi e miseria nera fino a metà Novecento. Stretta ed aspra, tagliata dall'Avisio nella piattaforma porfirica atesina.
Sugli scoscesi terrazzamenti i contadini insistevano da secoli nella produzione di vino rosso, che in quelle condizioni climatiche dava prodotti mediocri e comunque di fascia bassa, coma la schiava.
Oggi invece si coltivano molte varietà di uve: dal Pinot bianco allo Chardonnay, dal Merlot al Sylvaner e, ancora, alla Schiava.
Ma la parte del leone la fa il Müller Thurgau, vitigno particolarmente adatto alla coltivazione in quota.
Specialmente nel tratto centrale, dove la valle si allarga e fa spazio a terrazzamenti più ampi. Il clima fresco ma soleggiato e il terreno porfirico vanno d'accordo soprattutto con i bianchi e, fra questi, proprio con il Müller Thurgau.
Specialmente nel tratto centrale, dove la valle si allarga e fa spazio a terrazzamenti più ampi. Il clima fresco ma soleggiato e il terreno porfirico vanno d'accordo soprattutto con i bianchi e, fra questi, proprio con il Müller Thurgau.
Questo vino giallo paglia con riflessi verdi viene da un vitigno creato alla fine del 1800 dall'enologo svizzero Hermann Müller Thurgau. Incrociò il Riesling Renano con un'uva bianca da tavola a maturazione precoce, la Madeleine Royale.
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